Regno Armeno di Cilicia

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Regno Armeno di Cilicia

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Aitone II d'Armenia

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Aitone II d'Armenia anche Hetoum, Hethoum, Hethum, Het'um o Hayton traslitterazione da (HY) Հեթում Բ (1266 – Anazarbe, 7 novembre 1307) dal 1289 al 1293, dal 1295 al 1296 e dal 1299 al 1303 fu re della Piccola Armenia mentre questa era uno stato cliente dell'Impero mongolo.

Biografia

Famiglia
Apparteneva alla famiglia degli Hetumidi, era figlio di Leone III d'Armenia e Keran di Lampron e nipote di Aitone I d'Armenia che aveva sottomesso la Cilicia ai Mongoli nel 1240.
Aitone II sposò Helvis di Lusignano, figlia del re Ugo III di Cipro. Il figlio ed erede di Aitone, Teodoro, fu assassinato nel 1296 dall'usurpatore Sempad.

Regno
Nel 1292 la Cilicia armena fu invasa da Khalil, il Sultano Mamelucco d'Egitto che aveva conquistato il Regno di Gerusalemme l'anno precedente, Hromgla fu saccheggiata e Aitone fu costretto a cedere Besni, Marash e Til Hamdoun.
Nel 1293 egli abdicò in favore di suo fratello Teodoro III ed entrò nel monastero armeno di Mamistra.
Tuttavia, nel 1295 Teodoro III chiese ad Aitone di ritornare sul trono per aiutarlo a rinsaldare l'alleanza con i Mongoli; il tentativo ebbe successo.
Anche i rapporti con il potente Impero bizantino erano migliorati, il 16 gennaio 1294 una delle sorelle di Aitone, Rita, aveva sposato Michele IX Paleologo, l'Imperatore bizantino.
Attorno al 1297 Aitone e Teodoro si recarono a Costantinopoli e, durante la loro assenza, il loro fratello Sempad usurpò il trono con l'aiuto dell'altro fratello Costantino, quando Aitone e Teodoro tornarono Sempad li catturò a Caesarea e li imprigionò nella fortezza di Partzerpert dove Aitone fu parzialmente accecato per cauterizzazione mentre Teodoro fu strangolato nel 1298; ma Costantino si rivoltò contro Sempad e prese il trono a sua volta.
Aitone fu liberato e nel 1299, dopo essere guarito dalla sua cecità, riprese la corona ed esiliò i due fratelli fedifraghi a Costantinopoli.
Presto Aitone impegnò le truppe armene, al fianco dei mongoli, nel loro tentativo di conquista della Siria.

Offensiva in Siria
Nell'estate del 1299 Aitone, trovandosi nuovamente a fronteggiare una minaccia di attacco dai Mamelucchi, inviò una richiesta di aiuto al khan mongolo di Persia, Ghâzân, che in risposta mosse con le sue forze verso la Siria ed inviò lettere al re di Cipro ed ai capi dei Cavalieri templari, Ospitalieri e Teutonici, invitandoli a raggiungerlo per unirsi al suo attacco ai Mamelucchi in Siria.
I Mongoli riuscirono a conquistare la città di Aleppo, dove furono raggiunti da re Aitone, le cui forze comprendevano alcuni Templari ed Ospitalieri dal Regno armeno di Cilicia, che parteciparono al resto dell'offensiva. Gli alleati sconfissero i Mamelucchi nella battaglia di Wadi al-Khazandar, il 23 o 24 dicembre del 1299. [3] Un gruppo di mongoli allora si separò dall'esercito di Ghâzân ed inseguì le truppe mamelucche in ritirata fino a Gaza, costringendoli a tornare in Egitto.
Secondo la tradizione, re Aitone visitò Gerusalemme nel 1300 dopo aver contribuito all'offensiva dei Mongoli. L'origine del racconto è un documento di uno storico medievale armeno, Nerses Balients (Narsete Balients):

« Il re d'Armenia, di ritorno da un'incursione contro il Sultano, si recò a Gerusalemme.
Egli trovò che tutti i nemici erano stati messi i fuga o sterminati dai Tartari, che erano arrivati prima di lui. Entrato a Gerusalemme egli radunò i Cristiani, che per la paura, si erano nascosti in caverne. Durante i 15 giorni che passò a Gerusalemme, egli fece celebrare le cerimonie del culto cristiano e solenni festività nei Luoghi Santi. La visita che fece a tutte le stazioni di pellegrinaggio fu per lui una grande consolazione. Egli era ancora a Gerusalemme, quando ricevette un documento dal Khan che gli concedeva Gerusalemme ed il territorio circostante. In seguito raggiunse nuovamente Ghazan a Damasco, e passò con lui l'inverno »

(Recueil des historiens des croisades, Documents arméniens I, p. 660)

Alcuni storici rilevano che questo racconto non concorda con nessuna altra fonte dell'epoca, ed attualmente è stata riconosciuta come originata da fonte inaffidabile; in altri termini, fu semplice propaganda armena del tempo.
Tuttavia in The Crusaders and the Crusader States, Andrew Jotischky usa l'articolo di Schein del 1979 ed il successivo libro del 1991 per affermare che "dopo una breve ed essenzialmente simbolica occupazione di Gerusalemme, Ghazan si ritirò in Persia". Secondo Peter Jackson in The Mongols and the West, i Mongoli liberarono la Città Santa. Steven Runciman in "A History of the Crusades, III" afferma che Ghazan penetrò fino a Gerusalemme, ma non prima dell'anno 1308. Claude Mutafian, in Le Royaume Arménien de Cilicie menziona degli scritti ed un Domenicano armeno del XIV secolo che proclama che il re armeno visitò Gerusalemme quando questa fu temporaneamente tolta al governo dei musulmani. Demurger, in Les Templiers, fa cenno alla possibilità che i mongoli abbiano occupato Gerusalemme, citando una tradizione armena secondo la quale Aitone celebrò la messa a Gerusalemme nel gennaio 1300.
Secondo lo storico Claude Mutafian, forse fu in quest'occasione che Aitone II donò il suo scettro d'ambra al Convento armeno di San Giacomo di Gerusalemme.

Vittoria musulmana di Shaqhab
I restanti Templari, da Cipro, continuarono a fare razzie sulla costa Siriana all'inizio del 1303, e devastarono la città di Damour, a sud di Beirut; però persero Arados, poiché non erano in grado di schierare truppe sufficienti.
Nel 1303 una grande forza mongola (circa 80.000) insieme con gli armeni, fu sconfitta ad Homs il 30 marzo ed alla decisiva battaglia di Shaqhab, a sud di Damasco, il 21 aprile dello stesso anno. Questa è considerata l'ultima delle grandi invasioni mongole della Siria.
Anche nel 1303, Ghazan aveva nuovamento inviato una missiva ad Edoardo I, nella persona di Buscarello de Ghisolfi, reiterando la promessa di Hulagu di dare Gerusalemme ai Franchi in cambio di aiuto contro i Mamelucchi. Ma Ghazan morì il 10 maggio 1304, ed i sogni di una rapida riconquista della Terra Santa andarono distrutti.
Aitone divenne monaco francescano, con il nome di Giovanni e, nel 1303 o nel 1305, passò la corona a suo nipote Leone IV, figlio di Teodoro III, mantenne però la carica di Reggente d'Armenia.
Nel 1304 i Mamelucchi continuarono i loro assalti alla Cilicia armena e riuscirono a riprendere tutti i territori che gli armeni avevano acquisito durante l'invasione mongola. Nel 1305 Aitone e Leone guidarono un esercito armeno alla vittoria sugli scorridori Mamelucchi, nella battaglia di Laiazzo.
Nel 1307 mentre si trovavano vicino ad Anazarbe, nell'accampamento di Bilarghu, generale o rappresentante Mongolo in Cilicia recentemente convertito all'Islam, Aitone II, suo nipote Leone IV ed il loro intero entourage furono assassinati dallo stesso Bilarghu, a seguito di un complotto interno contro gli sforzi di Aitone tesi ad unire la Chiesa armena a Roma.

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Leone III d'Armenia

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Leone III d'Armenia, anche Leone II[1] (armeno: Լեիոն Բ, Levon; circa 1236 – Sis, 6 febbraio 1289), fu re della Piccola Armenia, dal 1269[2]/1270 fino alla morte.

Biografia

Origini familiari
Leone nacque nel 1236, figlio del re Aitone I, della casata degli Hetumidi e della regina Zabel, ultima regnante della casata dei Rupenidi.
Hetum e Zabel erano stati costretti a sposarsi, nel 1226, dal padre di lui, Costantino di Barbaron, che aveva organizzato l'assassinio del primo marito di Zabel per poter mettere il proprio figlio al posto di co-regnante al fianco di Zabel. Essi ebbero sei figli, dei quali Leone era il maggiore. Una della due sorelle, Sibilla d'Armenia, fu maritata a Boemondo VI d'Antiochia per portare la pace tra il Regno armeno di Cilicia e il Principato di Antiochia.

La giovinezza
I Mamelucchi uccidono Thoros e catturano Leone al disastro di Mari, nel 1266; miniatura da Il Milione, XV secolo.
Nel 1266, mentre il loro padre re Aitone I era presso la corte dei mongoli a chiedere aiuto, Leone ed il suo fratello minore Thoros combatterono per respingere gli invasori Mamelucchi, guidati da Mansur II e da Qalawun, alla battaglia di Mari. Thoros fu ucciso in combattimento e Leone, insieme con 40.000 soldati armeni, fu catturato ed imprigionato. Il re Aitone, al suo ritorno, per riscattare suo figlio dovette dovette pagare ai Mamelucchi una forte somma di denaro, consegnare loro molte fortezze ed accettare di intercedere con il sovrano mongolo Abaqa al fine di ottenere la liberazione di parenti del sultano Baybars.

Il regno
Nel 1269 Hetum I abdicò in favore di suo figlio, e si fece monaco francescano; morì l'anno successivo.
Il nuovo re Leone II fu conosciuto come un re pio, devoto alla cristianità. Egli favorì attive relazioni commerciali con l'occidente, rinnovando gli accordi commerciali con gli italiani e stringendone di nuovi con i catalani. Egli inoltre cercò di rafforzare l'alleanza con i mongoli, come suo padre Hetum I che aveva sottomesso la Cilicia armena all'autorità mongola nel 1247.
Nel 1271, Marco Polo visitò il porto di Laiazzo e commentò favorevolmente il regno di Leone e la ricchezza del paese, sebbene annotasse che le forze militari erano piuttosto demoralizzate:

« Nella piccola [Armenia] vi è signore uno [Leone III] che giustizia buona mantiene, ed è sotto lo Gran Cane. Quivi ha molte ville, e molte castella, e abondanza d'ogni cosa, e havi uccellagioni, e cacciagioni assai. Qui soleva già essere di valentri uomini, ora sono tutti cattivi, solo rimaso loro una bontà, che sono grandissimi bevitori. »
(Marco Polo Il Milione Cap. 19)

Nel 1275 il sultano mamelucco Baybars invase la Cilicia per la seconda volta.
Leone andò alla corte di Abaqa, khan di Persia, per mettersi sotto la sua protezione e chiedergli di aiuto contro i Mamelucchi; ma i mongoli di Persia non poterono intervenire perché minacciati dai loro cugini Chagatai, mongoli insediati nel sud dell'attuale Russia, che sostenevano l'Islam.
L'anno successivo, l'Armenia si difese da un'invasione dei Turcomanni, lo Sparapet Sempad, zio di Leone, fu ucciso in combattimento.

Alleanza con i Mongoli
Nel 1281 Leone si unì ai Mongoli nella loro invasione della Siria, ma furono sconfitti nella seconda battaglia di Homs. Leone dovette trattare per la pace, e nel 1285 ottenne una tregua di 10 anni in cambio di tributi ed importanti concessioni territoriali ai Mamelucchi.

Matrimonio e discendenza
Il 15 gennaio 1262 Leone sposò Keran (Kir Anna), la figlia del principe Hetum di Lampron.
Duriante i ventun anni del loro matrimonio Keran diede a Leone dieci figli e sei figlie; tre bambini e tre bambine probabilmente morirono in tenera età.
Cinque dei suoi figli salirono al trono, spesso lottando l'un l'altro. Il maggiore, Aitone II, abdicò dopo quattro anni in favore del fratello più giovane Teodoro III d'Armenia, che lo richiamò sul trono nel 1294. Nel 1296 il loro fratello Sempad usurpò il trono e fece strangolare Teodoro ed accecare Aitone. Nel 1298 Sempad fu rovesciato dal loro fratello minore Costantino III d'Armenia, che fu rimpiazzato dal fratello maggiore Hetum, che nel 1305 abdicò in favore del figlio di Teodoro Leone IV.
In seguito fu Oscin a regnare ed infine il trono fu ereditato dal figlio di Zabel e di Amalrico.
Leone morì nel 1289 e fu sepolto a Trazarg, gli successe suo figlio Aitone II.

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Aitone I d'Armenia

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Aitone I d'Armenia anche Hetoum, Hethoum, Hethum, Het'um o Hayton ( Հեթում Ա ; 1215 – 28 ottobre 1270) fu re della Piccola Armenia dal 1226 al 1270.
Figlio di Costantino signore di Barbaron e Partzapert (cugino di terzo grado di Leone II) e di Alice di Lampron, fu il primo della sua famiglia a salire al trono e diede il nome alla dinastia degli Hetumidi.

Biografia

Famiglia
Il padre di Aitone, Constantino, era stato reggente della giovane regina Isabella d'Armenia che sposò, in prime nozze, Filippo d'Antiochia (1222-1225), figlio di Boemondo. Constantino, però, lo fece eliminare e, il 14 giugno 1226, costrinse Isabella (Zabel) a sposare suo figlio Aitone, che così divenne co-regnante (ma il matrimonio sarà riconosciuto da Roma solo nel 1237).[1] La coppia ebbe otto figli.
Attorno al 1240 Maria, la sorella di Aitone, sposò Giovanni di Ibelin.
Aitone pose fine all'inimicizia con Antiochia facendo sposare, con l’intervento del re Luigi IX di Francia, la propria figlia Sibilla a Boemondo VI d'Antiochia nel 1254. Antiochia rimase così nella sfera d’influenza armena fino a quando fu distrutta dai Mamelucchi nel 1268.

Relazioni tra armeni e mongoli
Durante il regno di Aitone I, i Mongoli stavano rapidamente espandendo il loro impero in tutte le direzioni, portandosi in prossimità della Cilicia armena. Quando i mongoli si avvicinarono ai confine della Cappadocia e della Cilicia, re Aitone prese la decisione strategica di sottomettersi alla sovranità mongola e inviò suo fratello Sempad alla corte mongola di Karakorum, dove Sempad incontrò il Gran Khan Güyük e, nel 1247, fece un formale atto di alleanza o sottomissione contro il comune nemico, i Musulmani. Nel 1254 Aitone stesso viaggiò attraverso l'Asia centrale fino alla Mongolia per rinnovare l'accordo. Egli portò molti doni sontuosi ed incontrò Möngke Khan (il cugino di Güyük) a Karakorum. Il racconto del suo viaggio fu tramandato da un membro del suo seguito, Kirakos Gandzaketsi, con il titolo "Il viaggio di Aitone, re della Piccola Armenia, in Mongolia e ritorno", che fu in seguito tradotto in russo, francese, inglese e cinese.
Il monaco Aitone da Corico, nipote di Aitone, in Hayton. La flor des estoires de la terre d'Orient più tardi scrisse dell'incontro:

« Il Khan voleva andare a Gerusalemme al fine di salvare la Terra Santa dai Saraceni e riconsegnarla ai Cristiani.
Il re Aitone I fu molto contento di questa richiesta e radunò un gran numero di uomini a piedi e a cavallo, perché a quel tempo il Regno di Armenia era in così buone condizioni da poter facilmente schierare 12.000 cavalieri e 60.000 fanti. »

(Hayton, La flor des estoires de la terre d'Orient, circa 1300, Aitone, Documents Arméniens II, p. 170)

Sulla strada del ritorno da Karakorum, Aitone visitò il comandante mongolo Bayju e fu presente nel suo campo per testimoniare la vittoria di Bayju in Anatolia, contro i Selgiuchidi.[10]
La Cilicia armena ingaggiò anche una guerra economica con l'Egitto per il controllo della rotta delle spezie.[11] Truppe georgiane ed armene furono con l'esercito mongolo che conquistò Baghdad nel 1258.
Aitone incoraggiò fortemente i regnanti franchi a seguire il suo esempio sottomettendosi alla sovranità mongola, ma solo suo genero Boemondo VI lo ascoltò, attorno al 1259. Le forze di armene ed antiochene di Boemondo VI d'Antiochia combatterono nell'esercito mongolo al comando di Hulegu, nella conquista della Siria musulmana e nella cattura di Aleppo e Damasco nel 1259-1260.[12]

« Il re d'Armenia ed il principe d'Antiochia andarono all'accampamento militare dei Tartari, e tutti si lanciarono alla conquista di Damasco. »
(Il Templare di Tiro)

Nel settembre 1260 i Mamelucchi egiziani sconfissero i Mongoli nella storica battaglia di Ayn Jalut, dopo la quale i Mongoli persero la Siria fino al 1299-1300, quando la ripresero per pochi mesi.

Ritiro
Durante gli ultimi anni del regno di Aitone, in conseguenza del suo attivo appoggio ai Mongoli,[14] il regno subì crescenti attacchi dai Mamelucchi.
Nel 1266, mentre Aitone I era presso la corte dei mongoli a chiedere aiuto, i suoi figli Leone e Teodoro combatterono per respingere gli invasori Mamelucchi, guidati da Mansur II e da Qalawun, alla battaglia di Mari. Teodoro fu ucciso in combattimento e Leone, insieme con 40.000 soldati armeni, fu catturato ed imprigionato. Il re Aitone, al suo ritorno, per riscattare suo figlio dovette dovette pagare ai Mamelucchi una forte somma di denaro, consegnare loro molte fortezze ed accettare di intercedere presso il sovrano mongolo Abaqa al fine di ottenere la liberazione di parenti del sultano Baybars.
Nel maggio 1268, l’alleato Principato d'Antiochia fu conquistato dagli egiziani.
Aitone abdicò nel febbraio 1269 in favore di suo figlio Leone III e si ritirò in un monastero francescano prendendo il nome di Makarios. Qui morì il 28 ottobre 1270.

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Teodoro III d'Armenia

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Teodoro III d'Armenia, anche Thoros o Toros I [1] ((HY) Թորոս Երրորդ: T‘oros; Mamistra, ottobre 1271 – Partzerpert, 23 luglio 1298), fu re della Piccola Armenia dal 1293 al 1298 mentre questa era uno stato cliente dell'Impero mongolo.

Biografia

Famiglia
Apparteneva alla famiglia degli Hetumidi, era figlio di Leone III d'Armenia e Keran di Lampron e nipote di Aitone I d'Armenia che aveva sottomesso la Cilicia ai Mongoli nel 1240.
Teodoro si sposò due volte, la prima il 9 gennaio 1288 con Margherita di Lusignano (circa 1276 - 1296, Armenia), figlia del re Ugo III di Cipro, da questa unione nacquero:
Boemondo;
Leone, che fu re d'Armenia dal 1303 al 1307.
Rimasto vedovo, si risposò con una principessa mongola, imparentata con l'Ilkhan Ghazan, non ebbe figli di questa seconda unione.

Regno
Teodoro divenne re nel 1293 quando suo fratello Aitone II abdicò in suo favore ed entrò nel monastero armeno di Mamistra. Tuttavia, nel 1295 Teodoro chiese ad Aitone di ritornare sul trono per aiutarlo a rinsaldare l’alleanza con i Mongoli, tentativo che ebbe successo.
Anche i rapporti con il potente Impero bizantino erano migliorati, il 16 gennaio 1294 una delle sorelle di Aitone, Rita, aveva sposato Michele IX Paleologo, l’Imperatore bizantino. Attorno al 1297 Aitone e Teodoro si recarono a Costantinopoli e, durante la loro assenza, il loro fratello Sempad usurpò il trono con l’aiuto dell'altro fratello Costantino.
Quando Aitone e Teodoro tornarono Sempad li catturò a Caesarea e li imprigionò nella fortezza di Partzerpert dove Aitone fu parzialmente accecato per cauterizzazione. Il 23 luglio 1298 Teodoro fu strangolato in Partzepert da Oscin, Maresciallo d'Armenia, per ordine di Sempad.

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Sempad d'Armenia

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Sempad d'Armenia anche Smpad, Sambat o Smbat (HY) Սմբատ (1277 – circa 1310) fu re della Piccola Armenia dal 1297 al 1298 mentre questa era uno stato cliente dell'Impero mongolo.

Biografia
Apparteneva alla famiglia degli Hetumidi, era figlio di Leone III d'Armenia e Keran di Lampron e nipote di Aitone I d'Armenia che aveva sottomesso la Cilicia ai Mongoli nel 1240.

Regno
Attorno al 1297, approfittando dell'assenza dei fratelli Aitone e Teodoro che si erano recati a Costantinopoli, Sempad usurpò il trono con l’aiuto dell'altro fratello Costantino.
Quello stesso anno Sempad si recò alla corte del governante mongolo di Persia, l'Ilkahn Ghazan, dal quale riuscì ad ottenere il riconoscimento della sua posizione di re, necessario per legittimare la sua usurpazione. Egli inoltre ricevette dall'Ilkhan una sposa, forse una parente dello stesso Ghazan, al fine di stringere un'alleanza matrimoniale.
Nel 1297 i Mamelucchi egiziani razziarono il regno.
Quando Aitone e Teodoro tornarono Sempad li catturò a Caesarea e li imprigionò nella fortezza di Partzerpert dove Aitone fu parzialmente accecato per cauterizzazione.
Nel 1298 Teodoro fu strangolato per ordine di Sempad ma Costantino si rivoltò contro Sempad e prese il trono a sua volta. Aitone fu liberato e nel 1299, dopo essere guarito dalla sua cecità, riprese la corona. Poco dopo Sempad complottò di nuovo con Costantino per riprendere il trono ed Aitone esiliò i due fratelli fedifraghi a Costantinopoli.
Sempad morì nel 1308 o nel 1310 in circostanze misteriose.

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Costantino III d'Armenia

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Costantino III d'Armenia, anche Costantino I[1] ((HY) Կոստանդին Ա, translitterazione dalla lingua armena occidentale: Gosdantin o Kostantine; 1278 – circa 1310), fu re della Piccola Armenia dal 1298 al 1299 e per un breve periodo nel 1307, mentre questa era uno stato cliente dell'Impero mongolo.

Biografia
Apparteneva alla famiglia degli Hetumidi, era figlio di Leone III d'Armenia e Keran di Lampron e nipote di Aitone I d'Armenia che aveva sottomesso la Cilicia ai Mongoli nel 1240.
Attorno al 1297, approfittando dell'assenza dei fratelli Aitone e Teodoro che si erano recati a Costantinopoli, Costantino aiutò l'altro fratello Sempad ad usurpare il trono. Quando Aitone e Teodoro tornarono Sempad li catturò a Caesarea e li imprigionò nella fortezza di Partzerpert dove Aitone fu parzialmente accecato per cauterizzazione.
Nel 1298 Teodoro fu strangolato per ordine di Sempad, ma Costantino si rivoltò contro Sempad e prese il trono a sua volta. Aitone fu liberato e nel 1299, dopo essere guarito dalla sua cecità, riprese la corona.
Poco dopo Sempad complottò di nuovo con Costantino per riprendere il trono ed Aitone esiliò i due fratelli fedifraghi a Costantinopoli.
Costantino riuscì a tornare brevemente sul trono nel 1307, ma fu deposto entro l'anno.

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Sempad il Connestabile

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Sempad il Connestabile anche Smpad o Smbat ((HY) Սմբատ Սպարապետ, Սմբատ Գունդըստաբլ Smbat Sparapet; 1208 – 1276) fu un'importante figura nel Regno armeno di Cilicia in qualità di diplomatico, giurista e comandante militare.
Ricoprì la carica di Connestabile o Sparapet, comandante supremo delle forze armate armene. Tradusse vari codici giuridici, e scrisse un importante resoconto sulla storia della Cilician, la Chronique du Royaume de Petite Armenie (Cronaca del Regno della Piccola Armenia). Egli organizzò e combatte varie battaglie, come ad esempio la Battaglia di Mari, e gli fu affidato da suo fratello, il re Aitone I, un ruolo chiave di negoziatore con l’Impero mongolo.

Biografia
All’epoca della nascita di Sempad c’erano due dinastie fondamentali in Cilicia, i Rupenidi e gli Hetumidi, e lui era imparentato con entrambe. Sempad era il figlio di Costantino di Barbaron ed Alice (o Partzapert) di Lampron (cugina di terzo grado del re Leone III d'Armenia). Tra gli altri, erano suoi fratelli: Giovanni il Vescovo di Sis, Oscin di Corico, Stefania, moglie del re Enrico I di Cipro ed Aitone, che divenne re-consorte nel 1226. Precedentemente aveva regnato Isabella d'Armenia, che era sposata a Filippo, figlio di Boemondo IV d'Antiochia. Costantino organizzò l’assassinio di Filippo nel 1225 e costrinse Isabella a risposarsi con suo figlio Aitone, il 4 giugno 1226, facendo di lui il re-consorte, e poi il re dopo la morte di Isabella nel 1252.

Contesto storico
La Cilicia armena era una nazione cristiana, legata all’Europa ed agli Stati Crociati, che combatteva contro i Musulmani per il controllo del Levante. Anche i mongoli erano una minaccia, poiché l’impero di Gengis Khan aveva costantemente premuto verso occidente nella su apparentemente inarrestabile avanzata. I Mongoli avevano una meritata reputazione di ferocia, poiché essi davano ai nuovi territori una sola opportunità di arrendersi, e se c’era resistenza, i Mongoli avanzavano e massacravano la popolazione locale.
Nel 1243, Sempad fece parte dall’ambasciata inviata a Caesarea (Kayseri), dove egli negoziò con il comandante mongolo Baiju. Nel 1246 e di nuovo nel 1259, Sempad fu incaricato di organizzare la difesa della Cilicia contro l’invasione del Sultanato di Rûm. Nel 1247,quanto re Aitone I decise cha la più saggia linea d’azione era la pacifica sottomissione ai Mongoli, Sempad fu inviato alla corte mongola a Karakorum, dove incontrò il fratello di Kublai Khan, Möngke Khan, e fece un’alleanza tra la Cilicia ed i mongoli, contro il comune nemico, i musulmani.
La natura di questo rapporto è descritta in modo diverso da vari storici, alcuni di essi si riferiscono ad essa come ad un'alleanza, mentre altri la descrivono come una sottomissione alla sovranità mongola, che rendeva la Cilicia armena uno stato vassallo. Lo storico Angus Donal Stewart, afferma che "Il re armeno vide l’alleanza con i Mongoli - o, più precisamente, la rapida e pacifica sottomissione a loro - come la migliore linea d'azione."
A comandanti militari armeni fu richiesto di servire nell’esercito mongolo, e molti di loro caddero combattendo per i mongoli.
Durante la sua visita alla corte mongola del 1247-1250, Sempad ricevette in moglie una parente del Gran Khan, con la quale ebbe un figlio, di nome Vasil Tatar, che in seguito fu catturato dai Mamelucchi nella battaglia di Mari del 1266.
Nel 1250 Sempad tornò in Cilicia, ma nel 1254 si recò di nuova in Mongolia, accompagnando il re Aitone nel sua visita alla corte del Gran Khan, Möngke.
Sempad morì nel 1276, forse nella battaglia di Sarvandik'ar, combattendo contro i Mamelucchi d’Egitto, oppure contro un’invasione di Turcomanni da Marash. Gli armeni vinsero la battaglia, ma Sempad e diversi altri baroni caddero.

Giudice
Sempad fu membro della Corte suprema armena, il Verin o Mec Darpas, che esaminava le politiche governative ed i codici giuridici. Curò una traduzione dal francese delle Assise di Antiochia (un codice giuridico), ed inoltre curò un Datastanagirk' (codice) in medio armeno, basato ed adattato su una precedente opera di Mkhitar Gosh.

Scrittore
Sempad èconosciuto soprattutto per aver fornito una testimonianza oculare scritta della sua era. Egli scrisse la "Chronique du Royaume de Petite Arménie" (Storia del Regno della Piccola Armenia) che inizia attorno al 951/952 e termina nel 1274, due anni prima della sua morte. Egli si basò su precedenti fonti armene, siriane, cristiane e forse bizantine, oltre che sulla osservazione diretta. Gli scritti di Sempad sono considerati una risorsa preziosa dagli storici, sebbene alcuni li abbiamo criticati come inattendibili, poiché Sempad scriveva spesso per ragioni di propaganda piuttosto che storiche.
Esistono varie traduzioni dell’opera, in vari livelli di completezza. Secondo lo storico Angus Donal Stewart esistono traduzioni in francese ed inglese che coprono il periodo fino al 1270. Nel XIX secolo fu tradotta da Eduard Dulaurier e pubblicata in Receuil des Historiens des Croisades, Historiens Armeniens I, insieme ad alcuni proseguimenti estratti da un anonimo autore che coprono il periodo successivo alla morte di Sempad fino al 1330. Questa edizione include inoltre estratti dall’opera di Nerses Balients, che scriveva nel tardo XIV secolo.
Sempad fu entusiasta a proposito del suo viaggio al regno mongolo, che durò tra dal 1247 al 1250. [16] Egli invio lettere ai governanti occidentali di Cipro e del Principato d'Antiochia, descrivendo un reame dell’Asia Centrale di oasi con molti cristiani, generalmente di rito Nestoriano.
Il 7 febbraio 1248, Sempad inviò una lettera da Samarcanda a suo cognato Enrico I re di Cipro, marito di Stefania (Etienette), sorella di Sempad
« Abbiamo trovato molti cristiani in tutta la terra d'Oriente, e molte chiese, grandi e belle ... I cristiani d'Oriente si recarono dal Khan dei Tartari che ora regna (Guyuk), ed egli li ha ricevuti con grandi onori ed ha dato loro la libertà ed ha fatto sapere in ogni luogo che nessuno può osare di avversare loro, sia con i fatti che con le parole. »
(Lettera di Sempad a Enrico I.)
Una delle lettere di Sempad fu letta da Luigi IX di Francia durante la sua permanenza a Cipro nel 1248, e ne fu incoraggiato ad inviare ambasciatori presso i mongoli, nella persona del francescano Guglielmo di Rubruck, che andò a visitare il Gran Khan Möngke.

http://it.wikipedia.org/wiki/Sempad_il_Connestabile
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