Granducato di Lituania
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Re: Granducato di Lituania
Storia della Lituania
Il primo sovrano a detenere il titolo di Granduca fu Mindaugas, tradizionalmente considerato il fondatore del primo proto-stato lituano, il Ducato, capace di riuscire nell'impresa di coalizzare le tribù baltiche. Alcuni studiosi, tuttavia, contestano questa ipotesi, poiché sostengono esistesse una proto-unione prima di Mindaugas, addirittura già nel 1183. Mindaugas fu battezzato nel 1251 e incoronato re di Lituania nel 1253, dopo aver trionfato in una guerra interna con i suoi nipoti. Nel 1261 ruppe la pace con l'ordine livoniano e rinunciò alla fede cristiana su consiglio di suo nipote Treniota duca di Samogizia, una carica molto influente nella Lituania dell'epoca. Proprio Treniota assassinò il re nel 1263 ponendo definitivamente termine al regno. Per quanto concerne la religione, fatta eccezione per la breve parentesi costituita da Vaišelga e Švarnas, per altri 120 anni la Lituania rimarrà un impero pagano, in lotta contro i teutonici e i livoniani durante le crociate del Nord, ovvero quando gli ordini attaccarono militarmente la regione per cristianizzarla. Dal punto di vista politico, dopo la morte di Mindaugas, il Granducato di Lituania entrò in un periodo di relativa instabilità, come dimostra il fatto che ben sette Granduchi detennero il titolo nel corso dei successivi 32 anni. Poco si sa di questo periodo: il primo membro della dinastia gediminide, famiglia che farà da protagonista nei secoli successivi, assunse il potere nel 1280 circa. Nonostante le fragilità interne, il Granducato non collassò. Fu Vytenis, a capo dei lituani dal 1295, a gettare solide basi nei successivi 20 anni per far sì che lo stato si espandesse e crescesse sotto la guida di Gediminas e suo figlio Algirdas. Alla luce degli eventi accaduti dal 1219 al 1295, si può affermare che proprio in virtù di essi il Granducato poté avviare la sua successiva espansione.
Il periodo post Mindaugas
Gli anni dell'instabilità
Dopo la morte dell'ex re, il Granducato non si disintegrò e Treniota assunse il potere, ma le basi su cui si reggeva erano fragili: ad affrontarlo per primo fu Tautvilas, il quale aspirava anch'egli a prendere il posto di Mindaugas. Treniota riuscì a sbarazzarsi anche di questo rivale venendo poi solo un anno più tardi, nel 1264, ucciso dai vecchi servitori di Mindaugas. La Lituania passò in mano a Vaišvilkas, supportato dal cognato Švarnas della Volinia. Dovmont fu costretto a rifugiarsi a Pskov, dove si convertì alla religione ortodossa, acquisì come nome di battesimo Timoteo e assunse la carica di knjaz dal 1266 al 1299, venendo poi canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa. Nel 1265 Vaišvilkas, in quanto cristiano, si riconciliò con l'ordine di Livonia e, senza il sostegno della Lituania, i focolai dei Balti ancora ribelli alimentati da Treniota iniziarono a spegnersi. Nel 1267 riabbracciò la vita monastica e trasferì la gestione del Granducato a Švarnas.
Poco si sa su Švarnas e sulla sua amministrazione: Zigmantas Kiaupa crede che non fosse stato in grado di mantenere il controllo di tutta la Lituania e avesse governato solo sulle regioni meridionali. Morì nel 1269 o nel 1271 in Galizia.
Regno di Traidenis: l'inizio della crociata lituana
I modi in cui Traidenis giunse a capo del Granducato restano oscuri. Fin dal suo insediamento, la minaccia più consistente fu rappresentata dalla Galizia-Volinia, tuttavia disinnescata dal sovrano lituano siglando un trattato di pace con Lev di Galizia. Traidenis, divenuto presto noto per il suo costante atteggiamento antitedesco, fu in grado di sopraffare anche i cavalieri di Livonia e al contrario di quanto tradizionalmente si ritiene, ricevette - o quanto meno tollerò - il supporto dei congiurati di Mindaugas, in particolare di Dovmont, contro i suoi avversari. Nel 1270 vinse la battaglia di Karuse, combattuta sul ghiaccio vicino a Saaremaa. Nel 1272 l'ordine reagì attaccando la Semigallia e costruendo il castello di Dünaburg (Daugavpils) un anno più tardi: il risultato che ne scaturì fu un'enclave controllata dai teutonici nel territorio in mano a Traidenis. Diversi anni dopo, nel 1281, il granduca espugnò il castello di Jersika nell'attuale distretto di Preiļi e risultò così in possesso di una controfferta per riottenere il castello di Dünaburg, rimasto da allora un avamposto lituano fino al 1313. Nel 1279 i crociati attaccarono le terre lituane spingendosi fino a Kernavė: sulla via del ritorno, i cavalieri vennero gravemente sconfitti nella battaglia di Aizkraukle. Il maestro dell'ordine, Ernst von Rassburg, morì nello scontro e i semigalli conquistati insorsero. Gli autoctoni furono sottomessi solo qualche decennio più avanti, nel 1290 e benché i teutonici non potessero saperlo in quel momento, si sarebbe trattata dell'ultima stabile conquista da loro operata da lì fino alla scomparsa dello Stato monastico.
Il regno di Traidenis, cessato alla sua morte per cause naturali - non era mai accaduto fino ad allora nella storia del Granducato - nel 1282, fu il più lungo e il più stabile del periodo di agitazione scatenatosi dal 1263. Proprio perché impegnato a ricostruire la Lituania, non poté assestare alcun colpo decisivo ai suoi vicini cristiani, impegnati a sedare le insurrezioni ancora in corso; le popolazioni sottomesse non si ribellarono più.[nota 5] Nel 1274 terminò altresì la grande rivolta prussiana, permettendo ai cavalieri teutonici di piegare i nadruviani e gli skalviani nel 1274–1277 e gli jatvingi nel 1283; la Semigallia, l'ultimo alleato baltico della Lituania, cedette agli incursori nel 1291. La "zona cuscinetto" composta dalle tribù baltiche ancora rimaste era scomparsa e la Lituania dovette a quel punto prepararsi a combattere i cavalieri da sola. Pietro di Duisburg, a proposito dell'appena proclamata crociata lituana, riportava nel suo Chronicon terrae Prussiae:
«Nell'anno del Signore 1283, quando dall'inizio della guerra contro i prussiani erano già passati 53 anni, e tutte le tribù in quella terra erano state vinte o sterminate, al punto che non era rimasta una sola persona che non avesse con umiltà piegato il capo alla sacrosanta Chiesa romana, i fratelli dell'Ordine teutonico iniziarono in questo modo la guerra contro quella gente valorosa e dalla testa durissima, ma abilissima in battaglia, che abitava più vicino alla Prussia, oltre il fiume Memel in terra di Lituania.»
(Pietro di Duisburg, Chronicon terrae Prussiae)
Va tenuto presente che, persino in un contesto pieno di conflitti come fu il regno di Traidenis, l'afflusso di cristiani verso est rappresentò una costante sia per via della presenza di mercanti tedeschi che per l'aumento di prigionieri di guerra. Pur essendoci la possibilità di accostarsi al cristianesimo, non si promossero organiche iniziative di evangelizzazione, neppure da parte degli ortodossi, che dal canto loro non sembravano interessati al proselitismo. È tuttavia probabile che qualche conversione ci sia stata, anche se circoscrivile ad iniziative personali.
La crescente aggressività dei teutonici - che ritenevano le armi fossero lo strumento migliore di conversione - spinse ben presto i lituani a considerare il paganesimo come un elemento irrinunciabile di identità nazionale e un baluardo contro la disgregazione dell'unità statale.
Ascesa dei Gediminidi
Vi è una notevole incertezza sulle identità dei Granduchi di Lituania attivi tra la morte di Traidenis nel 1282 e l'assunzione del potere da parte di Vytenis nel 1295. Ciò è in parte dovuto alle due principali fonti della storia lituana nel XIII secolo, il codice Ipaziano e la cronaca rimata della Livonia, le quali terminano nel 1290. Nel 1285, una cronaca - ed è l'unico riferimento a lui relativo - menziona Daumantas in qualità di granduca, autore di un attacco al vescovo di Tver' da cui ne uscì gravemente ferito o addirittura morto nello scontro.
L'ascesa dei Gediminidi in Lituania cominciò negli ultimi decenni del XIII secolo con Butigeidis: nel 1289, al comando di circa 8.000 soldati, attaccò la Sambia, proprio nello stesso anno in cui i cavalieri teutonici costruirono un castello nell'attuale Sovetsk (Tilsit) e le loro incursioni si intensificarono in Lituania. Butigeidis fu il primo a erigere castelli ben congegnati sul fiume Neman. La sua morte è datata 1290 o 1292 e suo fratello Butvydas (noto anche come Pukuveras) ereditò il Granducato. Butvydas era il padre di Vytenis e, probabilmente, di Gediminas. Durante il suo breve regno Butvydas cercò di difendere il ducato dai cavalieri teutonici e attaccò inoltre la Masovia, alleata dei cristiani. Suo figlio Vytenis salì al potere nel 1295 e pose fine al periodo di relativa instabilità e alla fase embrionale funzionale allo stato lituano per consolidarsi e avviare la futura espansione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_de ... 1219-1295)
Il primo sovrano a detenere il titolo di Granduca fu Mindaugas, tradizionalmente considerato il fondatore del primo proto-stato lituano, il Ducato, capace di riuscire nell'impresa di coalizzare le tribù baltiche. Alcuni studiosi, tuttavia, contestano questa ipotesi, poiché sostengono esistesse una proto-unione prima di Mindaugas, addirittura già nel 1183. Mindaugas fu battezzato nel 1251 e incoronato re di Lituania nel 1253, dopo aver trionfato in una guerra interna con i suoi nipoti. Nel 1261 ruppe la pace con l'ordine livoniano e rinunciò alla fede cristiana su consiglio di suo nipote Treniota duca di Samogizia, una carica molto influente nella Lituania dell'epoca. Proprio Treniota assassinò il re nel 1263 ponendo definitivamente termine al regno. Per quanto concerne la religione, fatta eccezione per la breve parentesi costituita da Vaišelga e Švarnas, per altri 120 anni la Lituania rimarrà un impero pagano, in lotta contro i teutonici e i livoniani durante le crociate del Nord, ovvero quando gli ordini attaccarono militarmente la regione per cristianizzarla. Dal punto di vista politico, dopo la morte di Mindaugas, il Granducato di Lituania entrò in un periodo di relativa instabilità, come dimostra il fatto che ben sette Granduchi detennero il titolo nel corso dei successivi 32 anni. Poco si sa di questo periodo: il primo membro della dinastia gediminide, famiglia che farà da protagonista nei secoli successivi, assunse il potere nel 1280 circa. Nonostante le fragilità interne, il Granducato non collassò. Fu Vytenis, a capo dei lituani dal 1295, a gettare solide basi nei successivi 20 anni per far sì che lo stato si espandesse e crescesse sotto la guida di Gediminas e suo figlio Algirdas. Alla luce degli eventi accaduti dal 1219 al 1295, si può affermare che proprio in virtù di essi il Granducato poté avviare la sua successiva espansione.
Il periodo post Mindaugas
Gli anni dell'instabilità
Dopo la morte dell'ex re, il Granducato non si disintegrò e Treniota assunse il potere, ma le basi su cui si reggeva erano fragili: ad affrontarlo per primo fu Tautvilas, il quale aspirava anch'egli a prendere il posto di Mindaugas. Treniota riuscì a sbarazzarsi anche di questo rivale venendo poi solo un anno più tardi, nel 1264, ucciso dai vecchi servitori di Mindaugas. La Lituania passò in mano a Vaišvilkas, supportato dal cognato Švarnas della Volinia. Dovmont fu costretto a rifugiarsi a Pskov, dove si convertì alla religione ortodossa, acquisì come nome di battesimo Timoteo e assunse la carica di knjaz dal 1266 al 1299, venendo poi canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa. Nel 1265 Vaišvilkas, in quanto cristiano, si riconciliò con l'ordine di Livonia e, senza il sostegno della Lituania, i focolai dei Balti ancora ribelli alimentati da Treniota iniziarono a spegnersi. Nel 1267 riabbracciò la vita monastica e trasferì la gestione del Granducato a Švarnas.
Poco si sa su Švarnas e sulla sua amministrazione: Zigmantas Kiaupa crede che non fosse stato in grado di mantenere il controllo di tutta la Lituania e avesse governato solo sulle regioni meridionali. Morì nel 1269 o nel 1271 in Galizia.
Regno di Traidenis: l'inizio della crociata lituana
I modi in cui Traidenis giunse a capo del Granducato restano oscuri. Fin dal suo insediamento, la minaccia più consistente fu rappresentata dalla Galizia-Volinia, tuttavia disinnescata dal sovrano lituano siglando un trattato di pace con Lev di Galizia. Traidenis, divenuto presto noto per il suo costante atteggiamento antitedesco, fu in grado di sopraffare anche i cavalieri di Livonia e al contrario di quanto tradizionalmente si ritiene, ricevette - o quanto meno tollerò - il supporto dei congiurati di Mindaugas, in particolare di Dovmont, contro i suoi avversari. Nel 1270 vinse la battaglia di Karuse, combattuta sul ghiaccio vicino a Saaremaa. Nel 1272 l'ordine reagì attaccando la Semigallia e costruendo il castello di Dünaburg (Daugavpils) un anno più tardi: il risultato che ne scaturì fu un'enclave controllata dai teutonici nel territorio in mano a Traidenis. Diversi anni dopo, nel 1281, il granduca espugnò il castello di Jersika nell'attuale distretto di Preiļi e risultò così in possesso di una controfferta per riottenere il castello di Dünaburg, rimasto da allora un avamposto lituano fino al 1313. Nel 1279 i crociati attaccarono le terre lituane spingendosi fino a Kernavė: sulla via del ritorno, i cavalieri vennero gravemente sconfitti nella battaglia di Aizkraukle. Il maestro dell'ordine, Ernst von Rassburg, morì nello scontro e i semigalli conquistati insorsero. Gli autoctoni furono sottomessi solo qualche decennio più avanti, nel 1290 e benché i teutonici non potessero saperlo in quel momento, si sarebbe trattata dell'ultima stabile conquista da loro operata da lì fino alla scomparsa dello Stato monastico.
Il regno di Traidenis, cessato alla sua morte per cause naturali - non era mai accaduto fino ad allora nella storia del Granducato - nel 1282, fu il più lungo e il più stabile del periodo di agitazione scatenatosi dal 1263. Proprio perché impegnato a ricostruire la Lituania, non poté assestare alcun colpo decisivo ai suoi vicini cristiani, impegnati a sedare le insurrezioni ancora in corso; le popolazioni sottomesse non si ribellarono più.[nota 5] Nel 1274 terminò altresì la grande rivolta prussiana, permettendo ai cavalieri teutonici di piegare i nadruviani e gli skalviani nel 1274–1277 e gli jatvingi nel 1283; la Semigallia, l'ultimo alleato baltico della Lituania, cedette agli incursori nel 1291. La "zona cuscinetto" composta dalle tribù baltiche ancora rimaste era scomparsa e la Lituania dovette a quel punto prepararsi a combattere i cavalieri da sola. Pietro di Duisburg, a proposito dell'appena proclamata crociata lituana, riportava nel suo Chronicon terrae Prussiae:
«Nell'anno del Signore 1283, quando dall'inizio della guerra contro i prussiani erano già passati 53 anni, e tutte le tribù in quella terra erano state vinte o sterminate, al punto che non era rimasta una sola persona che non avesse con umiltà piegato il capo alla sacrosanta Chiesa romana, i fratelli dell'Ordine teutonico iniziarono in questo modo la guerra contro quella gente valorosa e dalla testa durissima, ma abilissima in battaglia, che abitava più vicino alla Prussia, oltre il fiume Memel in terra di Lituania.»
(Pietro di Duisburg, Chronicon terrae Prussiae)
Va tenuto presente che, persino in un contesto pieno di conflitti come fu il regno di Traidenis, l'afflusso di cristiani verso est rappresentò una costante sia per via della presenza di mercanti tedeschi che per l'aumento di prigionieri di guerra. Pur essendoci la possibilità di accostarsi al cristianesimo, non si promossero organiche iniziative di evangelizzazione, neppure da parte degli ortodossi, che dal canto loro non sembravano interessati al proselitismo. È tuttavia probabile che qualche conversione ci sia stata, anche se circoscrivile ad iniziative personali.
La crescente aggressività dei teutonici - che ritenevano le armi fossero lo strumento migliore di conversione - spinse ben presto i lituani a considerare il paganesimo come un elemento irrinunciabile di identità nazionale e un baluardo contro la disgregazione dell'unità statale.
Ascesa dei Gediminidi
Vi è una notevole incertezza sulle identità dei Granduchi di Lituania attivi tra la morte di Traidenis nel 1282 e l'assunzione del potere da parte di Vytenis nel 1295. Ciò è in parte dovuto alle due principali fonti della storia lituana nel XIII secolo, il codice Ipaziano e la cronaca rimata della Livonia, le quali terminano nel 1290. Nel 1285, una cronaca - ed è l'unico riferimento a lui relativo - menziona Daumantas in qualità di granduca, autore di un attacco al vescovo di Tver' da cui ne uscì gravemente ferito o addirittura morto nello scontro.
L'ascesa dei Gediminidi in Lituania cominciò negli ultimi decenni del XIII secolo con Butigeidis: nel 1289, al comando di circa 8.000 soldati, attaccò la Sambia, proprio nello stesso anno in cui i cavalieri teutonici costruirono un castello nell'attuale Sovetsk (Tilsit) e le loro incursioni si intensificarono in Lituania. Butigeidis fu il primo a erigere castelli ben congegnati sul fiume Neman. La sua morte è datata 1290 o 1292 e suo fratello Butvydas (noto anche come Pukuveras) ereditò il Granducato. Butvydas era il padre di Vytenis e, probabilmente, di Gediminas. Durante il suo breve regno Butvydas cercò di difendere il ducato dai cavalieri teutonici e attaccò inoltre la Masovia, alleata dei cristiani. Suo figlio Vytenis salì al potere nel 1295 e pose fine al periodo di relativa instabilità e alla fase embrionale funzionale allo stato lituano per consolidarsi e avviare la futura espansione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_de ... 1219-1295)