Regno di Francia

Storia, Araldica, confini, alleati e nemici, gesta ed imprese...
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Isabella d'Aragona (1247-1271)

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Isabella Jaimez o d'Aragona. Isabel in spagnolo, in asturiano, in aragonese, in portoghese e in galiziano e anche in inglese, Elisabet in catalano e in basco e Isabelle in francese (1247 – Cosenza, 28 gennaio 1271) principessa aragonese che fu regina di Francia per circa cinque mesi.

Origine
Era figlia di Giacomo I il Conquistatore, re d'Aragona, di Valencia e Maiorca e conte di Barcellona, Gerona, Osona, Besalú, Cerdanya e di Rossiglione, e di Iolanda d'Ungheria.

Biografia
Secondo la Cronaca piniatense, Isabella era la terza delle cinque (quattro in vita) figlie del re d'Aragona, Giacomo I e della sua seconda moglie, Iolanda, che aveva sposato il figlio primogenito del re di Francia (Phelip filio primogenito del Rey de Francia).
L'11 maggio 1258, a Corbès, vicino a Montpellier, fu siglato il contratto di matrimonio e il 28 maggio 1262 sposò a Clermont-en-Auvergne Filippo di Francia, futuro re di Francia come Filippo III l'Ardito, figlio di Luigi IX di Francia il Santo e di Margherita di Provenza,figlia primogenita di Raimondo Berengario IV, conte di Provenza, e di Beatrice di Savoia (1206 – 1266). che, nel frattempo era divenuto, nel 1260, l'erede al trono di Francia.
La cronaca Flores Historiarum registra il matrimonio tra Isabella e Filippo, confermando che, per il trattato di Corbès, Giacomo I pose fine alle sue pretese sull'Occitania (in civitate Bituricensi, Carcassona et in diœcesi Mimatensi), in cambio della conferma da parte di Luigi IX delle contee catalane al re d'Aragona (in comitatibus de Besaudu et Rossilionis et Cataloniæ).
Nel luglio 1270, Isabella accompagnò il marito e il suocero a Tunisi per l'Ottava crociata, e, nell'agosto 1270, Isabella divenne regina di Francia, per la morte del suocero, Luigi IX di Francia.
Al ritorno in Francia, mentre attraversava il Savuto nei pressi di Martirano, in Calabria, incinta, di sei mesi[1], del quinto figlio, cadde da cavallo l'11 gennaio 1271. Trasportata dapprima nel castello di Martirano e poi a Cosenza, morì in quest'ultima città assieme al nascituro. Fu sepolta dapprima nella Cattedrale di Cosenza e traslata poi nella Basilica di Saint-Denis in Francia. Il feto è seppellito invece nella cattedrale di Cosenza.
La tragica fine di Isabella d'Aragona è ricordata nelle Laudi di Gabriele D'Annunzio.

Figli
Isabella diede a Filippo cinque figli:
Luigi (1263- maggio 1276), morto per avvelenamento, presumibilmente per mano della matrigna, Maria di Brabante
Filippo il Bello (1268-1314), re di Francia e re di Navarra;
Roberto (1269 - morto giovane);
Carlo (1270-1325), conte di Valois, capostipite del casato capetingio dei Valois.
Il figlio, nato prematuro e vissuto solo poche ore (gennaio 1271)

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http://it.wikipedia.org/wiki/Isabella_d ... 1247-1271)
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Ugo IV di Borgogna

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Ugo IV di Borgogna, in francese Hugues IV de Bourgogne (9 marzo 1212 – 27 ottobre 1272) fu Duca di Borgogna e re titolare di Tessalonica.

Origine
Era l' unico figlio maschio del duca Oddone III e Alice di Vergy, figlia di Ugo signore di Vergy, e di Gillette di Traînel.

Biografia
Ugo, all'età di circa sei anni, ereditò il ducato di Borgogna alla morte del padre Oddone III nel 1218 e governò il ducato, sotto la tutela della madre.
Sin da giovane si unì ai nobili ed ai baroni che contestarono la decisione di affidare la reggenza del regno di Francia alla regina madre, Bianca di Castiglia (1188-1252). Poi continuò a militare nel partito contrario alla reggente e di cui faceva parte anche Tebaldo IV di Champagne, che, tra il 1228 ed il 1229, passò dalla parte di Bianca, si dice per un amore platonico per la regina madre[1].
Nel 1229 sposò Yolanda di Dreux (1212 - 1248), figlia del conte Roberto III di Dreux e d'Aénor, signora di Saint-Valéry.
Nel 1230, per ritorsione, assieme ad altri nobili che non avevano perdonato al conte il passaggio di campo, attaccò i feudi del conte di Champagne ora sostenitore della reggente, ma gli aggressori furono respinti dall'esercito regio, in cui militava il giovane re Luigi IX di Francia.
Tra il 1238 ed il 1241 fu in Terra Santa, a combattere per gli ultimi regni cristiani che ancora resistevano in Palestina.
Fu uno dei quattro commissari della Lega nata, col permesso di Luigi IX, per opporsi all'eccessivo arricchimento dei prelati e che criticò la politica del papa che anziché favorire la crociata, pensava solo a combattere gli Hohenstaufen.
Prese parte, al seguito del re Luigi IX di Francia, alla settima crociata (1248-1254) sul suolo egiziano, dove, a al-Mansūra, fu fatto prigioniero. Rientrò in Borgogna, nel 1250.
Rimasto vedovo, nel 1248 si risposò con Beatrice di Champagne (1242 - 1295), figlia del conte di Champagne, e ora anche re di Navarra, Tebaldo[2] (1201-1253), e di Margherita di Borbone-Dampierre (?-1256)
Nel 1266 Baldovino II di Courtenay (1217-1273), imperatore di Costantinopoli, detronizzato nel 1261, gli concesse il titolo (nominale) di re di Tessalonica in cambio dell'aiuto a riconquistare la città di Costantinopoli e quindi il trono di Bisanzio.
Sotto il suo governo, Ugo IV espanse il ducato di Borgogna acquisendo le contee di Chalon e Auxonne.
Ugo morì il 27 ottobre 1272, lasciando il titolo di duca di Borgogna all'ultimo figlio di primo letto, Roberto, poiché i primi due erano già deceduti.

Discendenza
Ugo ebbe 5 figli, di primo letto, da Yolanda:
Oddone (1230 † 1269), conte di Nevers, d'Auxerre e di Tonnerre.
Giovanni (1231 † 1267), signore di Borbone e conte di Charolais.
Adelaide o Alice (1233 † 1273) che sposò nel 1251 il duca Enrico III di Brabante († 1261).
Margherita († 1277) che sposò nel 1239 Guglielmo III di Mont-St-Jean († 1256), e poi nel 1259 il visconte Guido VI di Limoges († 1263.)
Roberto II (1248 † 1306), duca di Borgogna.
Ne ebbe altrettanti, di secondo letto, da Beatrice:
Beatrice (1260 † 1328), che sposò nel 1276 Ugo XIII di Lusignano (1259 † 1310), conte d'Angoulême.
Ugo (1260 † 1288), signore di Montréal et visconte d'Avallon.
Margherita († dopo il 1300), che sposò nel 1272 Giovanni I di Châlon (1259 † 1316), signore d'Arlay.
Giovanna († 1295) si fece monaca.
Isabella (1270 † 1323), che nel 1284 sposò l'imperatore Rodolfo I d'Asburgo (1218 † 1291), e poi Pietro di Chambly, signore di Neauphle.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_IV_di_Borgogna
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Margherita d'Angiò, contessa di Valois

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Margherita d'Angiò e del Maine, in francese Marguerite d'Anjou (1273 – 31 dicembre 1299), fu Contessa di Angiò e del Maine dal 1290, contessa consorte di Valois dal 1290, d'Alençon dal 1291 e di Chartres dal 1293 alla sua morte.
Era figlia secondogenita (prima femmina) di Carlo II d'Angiò, detto lo Zoppo, principe di Salerno e futuro conte d'Angiò e del Maine, conte di Provenza e Forcalquier, re di Napoli e re titolare di Sicilia, principe di Taranto, re d'Albania, principe d'Acaia e re titolare di Gerusalemme, e di Maria d'Ungheria (1257 ca. – 25 marzo 1323). Fu la nipote del re d'Ungheria, Ladislao IV.

Biografia
Suo padre le diede in dono le contee di Angiò e del Maine, quando il 16 agosto del 1290, a Corbeil, sposò il fratello del re di Francia, Filippo IV il Bello, il conte di Valois e re titolare d'Aragona, Carlo di Valois, figlio terzogenito del re di Francia Filippo III e di Isabella d'Aragona, figlia di Giacomo I il Conquistatore, re d'Aragona, e di Iolanda d'Ungheria.
Carlo di Valois non era diventato e non divenne mai re d'Aragona perché la guerra che suo padre, Filippo III, fece contro il re d'Aragona, Pietro III fu disastrosa e lo condusse alla morte, mentre il fratello, Filippo IV, non voleva impegnarsi molto per garantirgli un trono, per cui il suo matrimonio con Margherita, che portava in dote le due contee era una specie di compensazione. E infatti, con il trattato di Anagni, stipulato nel 1295, Carlo dovette rinunciare definitivamente al trono d'Aragona.
Margherita morì giovane, l'ultimo giorno dell'anno 1299. i suoi titoli passarono al marito, Carlo di Valois, che ben presto passò a seconde nozze.

Figli
Margherita d'Angiò a Carlo di Valois diede sei figli:
Isabella (1292-1309), che sposò nel 1297 Giovanni III di Bretagna (1286-1341);
Filippo (1293-1350), conte di Valois e poi re di Francia come Filippo VI, fondatore della dinastia Valois;
Giovanna (1294-1342), che sposò nel 1305 Guglielmo I di Hainaut (1286-1337);
Margherita (1295-1342), che sposò nel 1310 Guido I di Blois-Châtillon († 1342);
Carlo (1297-1346), conte d'Alençon;
Caterina (1299-1300).

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http://it.wikipedia.org/wiki/Margherita ... _di_Valois
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Alardo di Valéry

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Alardo di Valéry (in francese: Erard de Valéry; ... – novembre 1277) è stato un condottiero francese, consigliere di Carlo I d'Angiò re di Napoli e Sicilia.

Biografia
Di nazionalità francese, per la sua abilità nell'arte bellica ricevette i titoli di ciambellano di Francia e connestabile di Champagne. Carlo d'Angiò, avventuratosi nella conquista dei regni svevi dell'Italia meridionale, sconfisse re Manfredi a Benevento nel 1266 e ne occupò le terre. Nel 1268 Corradino di Svevia, nipote di Manfredi in quanto figlio del suo fratellastro Corrado IV, si lanciò a sua volta nella riconquista dell'eredità paterna, sobillato dai ghibellini italiani che non tolleravano il guelfo Carlo d'Angiò alla guida dei due potenti regni. Entrato Corradino nel regno di Napoli con un potente esercito, Carlo gli andò incontro col suo affidandolo all'esperienza di Alardo di Valéry, il suo più esperto generale.
Costui decise di dar battaglia a Tagliacozzo: da questa posizione, infatti, poteva controllare il guado dell'esercito avversario sul fiume Salto. Alardo divise i suoi in tre schiere: la prima sulle pendici del colle ove l'Angiò si era accampato, ordinando al comandante - Enrico di Cousence - di indossare l'armatura e le insegne reali, data la forte somiglianza tra costui ed il re; la seconda presso il fiume per rendere difficile il guado; la terza, con a capo lo stesso Alardo, in una gola laterale. Egli infatti riteneva che se gli Svevi fossero riusciti a sconfiggere le due prime schiere ed avessero ucciso il finto re Carlo (ovvero Enrico di Cousence), si sarebbe lasciati andare a disordinati festeggiamenti; a quel punto, con i suoi ottocento cavalieri di riserva, sarebbe piombato su di loro e li avrebbe annientati. Tutto andò come aveva previsto: gli Svevi guadarono il fiume e distrussero la prima schiera, poi affrontarono la seconda e, vedendo il sosia di re Carlo cadavere, ruppero la formazione abbandonandosi al tripudio; a quel punto, Alardo si avventò su di loro e li travolse.
Il suo consiglio strategico sanz'arme (cioè di tenere una schiera nascosta per attaccare il Re di Sicilia quando era ormai affaticato) fu la chiave della vittoria e Dante Alighieri lo citò per questo motivo nella Divina Commedia (Inf. XXVIII, 18) a proposito delle guerre del Meridione:

...E là da Tagliacozzo / ove senz'arme vinse il vecchio Alardo.

Dante mise tutto sommato in cattiva luce le vittorie degli Angioini per questo e un altro stratagemma (quello dell'abbandono del valico di Ceprano da parte di vassalli traditori di Manfredi) che fece loro trionfare pure alla Battaglia di Benevento (1266).

http://it.wikipedia.org/wiki/Alardo_di_Val%C3%A9ry
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Carlo II d'Angiò

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Carlo II d'Angiò, detto lo Zoppo (1254 – Napoli, 8 maggio 1309), fu principe di Salerno dal 1266, poi conte d'Angiò e del Maine, conte di Provenza e Forcalquier, re di Napoli (1285-1309) e re titolare di Sicilia (1285-1302), principe di Taranto, re d'Albania, principe d'Acaia e re titolare di Gerusalemme, con il nome di Carlo II.
Era figlio di Carlo I d'Angiò, il fratello del re di Francia San Luigi IX, e di Beatrice di Provenza, ultimogenita del conte di Provenza, Raimondo Berengario IV e di Beatrice di Savoia.

Biografia

Principe di Salerno
Dopo i Vespri siciliani, partecipò alla Guerra contro gli Aragonesi.
Nel corso del 1284, suo padre Carlo I, avendo ricevuto una consistente somma di denaro da papa Martino IV, che l'aveva destinata alla reggenza del Regno di Napoli, si recò in Provenza per preparare una flotta che avrebbe dovuto unirsi a parte delle navi che l'attendevano nel porto di Napoli, per poi incontrarsi ad Ustica con il resto della forza navale, composta da trenta galere, e con l'armata italo-angioina, proveniente da Brindisi. Ma il 5 giugno la flotta siciliano-aragonese, sotto il comando dell'ammiraglio Ruggero di Lauria, si presentò dinanzi al porto di Napoli.
Carlo II d'Angiò, disobbedendo all'ordine del padre di non muoversi prima del suo arrivo dalla Provenza, uscì dal porto con le sue navi, per combattere il Lauria, ma fu sconfitto e fatto prigioniero assieme a parecchi nobili napoletani. Quando Carlo arrivò a Gaeta e seppe della sconfitta maledì il figlio, ma dovette rinunciare all'invasione della Sicilia, e dopo un inutile assedio di Reggio, si diresse in Puglia dove, il 7 gennaio 1285, morì a Foggia.

La prigionia, la guerra e poi la pace con Alfonso III
Carlo II, prigioniero in Aragona[2], succedette in tutti i suoi titoli al padre, che prima di morire aveva nominato un reggente nella persona del nipote, il conte Roberto II d'Artois, che fu affiancato per volere di papa Martino IV dal cardinale Gerardo da Cremona. I due reggenti tennero ben saldo il governo e repressero ogni tentativo di ribellione.
Il 28 marzo 1285, Martino IV moriva e gli successe il romano Giacomo Savelli, papa Onorio IV, che continuò ad appoggiare la crociata contro Pietro III d'Aragona, a suo dire usurpatore del regno di Sicilia.
La tentata invasione dell'Aragona si risolse in un disastro: la flotta franco-napoletana fu ridotta all'impotenza dal Lauria, mentre l'esercito, che aveva posto l'assedio a Gerona, fu colto da pestilenza e si dovette ritirare. Lo stesso re di Francia, Filippo III, morì il 6 ottobre a Perpignano, durante la ritirata. Pietro III morì poco dopo, l'11 novembre: gli succedettero i figli, Alfonso in Aragona, Catalogna, Valencia e Maiorca, e Giacomo in Sicilia. Pur rimanendo alleati, i due fratelli avevano interessi diversi.
Dato che Alfonso d'Aragona teneva prigioniero Carlo II lo Zoppo, capo della casa angioina, egli ricevette varie delegazioni (papato, Francia ed Inghilterra) che ne sollecitavano la liberazione. La moglie stessa, Eleonora, lo sollecitava a liberare il re angioino.
Dopo che un primo accordo, preso ad Oléron, nel 1287, fu bocciato dal Papa Niccolò IV, il 27 ottobre 1288 a Canfranc, nel nord dell'Aragona, fu trovato l'accordo e Carlo II venne liberato sulla parola in cambio di tre dei suoi figli, che rimasero in ostaggio al suo posto: Carlo avrebbe avuto un anno di tempo per convincere Carlo di Valois a rinunciare al trono d'Aragona, in caso contrario sarebbe dovuto tornare prigioniero.[3]
Ma dopo la sua liberazione il papa sciolse Carlo da ogni giuramento e la guerra in Sicilia riprese. Alfonso inviò l'ammiraglio Ruggero di Lauria in aiuto del fratello, il re di Sicilia Giacomo il Giusto, e nel 1289 fu raggiunta una tregua[4]. Nel febbraio del 1291, a Tarascona, Alfonso III riuscì a fare la pace con Carlo lo Zoppo, con il papa (che continuava a sostenere Carlo di Valois come re d'Aragona) e con la Francia: disconobbe i diritti del fratello Giacomo sulla Sicilia ed in cambio Carlo di Valois rinunciò ai diritti sul regno d'Aragona, ottenendo in cambio le contee d'Angiò e del Maine insieme alla mano di Margherita, figlia di Carlo II lo Zoppo di Napoli, che sarebbe dovuto rientrare in possesso della Sicilia, che ora non aveva più l'appoggio del regno d'Aragona.
Ma all'improvviso il 18 giugno del 1291, Alfonso III morì senza eredi, per cui il fratello gli subentrò come Giacomo II d'Aragona e si tenne la Sicilia.
Carlo II, nei Balcani seguì la politica paterna di opposizione all'imperatore di Bisanzio, unitamente al cugino, Carlo di Valois, fratello del re di Francia, Filippo IV il Bello.

Il Trattato di Anagni
Finalmente, il 12 giugno del 1295, Carlo stipulò un trattato di pace con Giacomo II d'Aragona, ricordato come il Trattato di Anagni che fu avviato su proposta del Papa Celestino V[5] e concluso dal Papa Bonifacio VIII, per cui Carlo avrebbe riacquisito la Sicilia, riavuto i tre figli che Giacomo aveva in ostaggio da circa sette anni. In cambio avrebbe avuto il regno di Sardegna e Corsica, regno creato ex novo e tutto da conquistare in quanto sull'Isola esistevano già delle entità statuali autonome. Il trattato prevedeva inoltre l'unione di Giacomo con Bianca d'Angiò figlia del Re Carlo; mentre Federico, il governatore della Sicilia sarebbe stato compensato dal matrimonio con l'erede dell'Impero bizantino, Caterina di Courtenay. Federico, amareggiato anche perché Giacomo non aveva ottemperato al testamento di Alfonso III, rifiutò e si schierò con i Siciliani che, sentendosi traditi dal nuovo re Aragonese, dichiararono decaduto Giacomo, e elessero re Federico. L' 11 dicembre 1295 il Parlamento siciliano riunito a Palermo proclamò Federico III Re di Sicilia, e riconfermò la scelta il 15 gennaio 1296 al Castello Ursino di Catania. L'incoronazione ufficiale avvenne il 25 marzo del 1296 nella Cattedrale di Palermo.
Il 29 ottobre del 1295, in ottemperanza al trattato di Anagni, a Vilabertran (Alt Empordà), nel nord della Catalogna, Bianca di Napoli sposò Giacomo, re d'Aragona, che non accettò la destituzione da re di Sicilia e si trovò così al fianco degli Angioini, contro il fratello Federico ed i siciliani.

La guerra contro Federico III per la Sicilia
Federico riprese la guerra del Vespro e prendendo l'iniziativa nei confronti degli Angioini, non solo conservava la Sicilia ma aveva portato la guerra in Calabria e nel napoletano. Allora Bonifacio VIII, agli inizi del 1297, convocò a Roma Carlo II e Giacomo II e li spronò a riconquistare la Sicilia secondo il trattato di Anagni; dovettero abbandonare la Sicilia, per ordine di Giacomo, sia Giovanni da Procida che Ruggero di Lauria, che divenne ammiraglio della flotta alleata anti-siciliana ed alla fine anche la regina madre Costanza di Sicilia dovette abbandonare il figlio prediletto Federico e raggiungere Giacomo a Roma. Giacomo intervenne a fianco degli Angioini contro il fratello Federico e i Siciliani e nel luglio del 1299, a Capo d'Orlando, con la sua flotta aragonese affiancata da quella napoletana, sconfisse Federico, che riuscì a salvarsi con solo 17 galee. Ma l'anno dopo, visto che Federico continuava a resistere, fece ritorno in Aragona.
La guerra ora era in Sicilia, dove i figli di Carlo II, Roberto e Filippo I di Taranto, avevano conquistato Catania e cinto d'assedio Messina; Federico però aveva riportato una notevole vittoria nella battaglia di Falconara presso Trapani, facendo prigioniero Filippo, aveva resistito a Messina e resisteva in Calabria. Carlo avrebbe preferito la pace ma il papa, dopo averlo accusato di codardia, nel 1300 chiamò in aiuto i Templari, gli Ospitalieri e i riluttanti Genovesi, ma a parte una nuova brillante vittoria della flotta di Lauria su quella siciliana, il 14 giugno del 1300, la situazione non progredì.
A metà agosto di quello stesso anno, spinto dall'odio religioso e dalla necessità di rifondere i banchieri fiorentini dei crediti concessigli, Carlo ordinò la totale distruzione del ricco e popoloso insediamento musulmano di Lucera, per attuare la quale lasciò mano libera alla popolazione locale che, mossa dai medesimi sentimenti di odio verso l'Islam e dalla bramosia, razziò quanto poteva e trucidò numerosissimi musulmani, uomini, donne e bambini, mentre circa 10.000 dei sopravvissuti furono ridotti in schiavitù e venduti al miglior offerente.
Infine Bonifacio VIII si rivolse al re di Francia, Filippo IV il Bello, che inviò un esercito al comando del fratello, Carlo di Valois. Questi, arrivato in Sicilia nel maggio del 1302, l'attraversò bruciando e depredando sino a Sciacca, dove però arrivò distrutto dalla malaria e per paura di un deciso attacco da parte di Federico, accettò le sue offerte di pace. La guerra dei Vespri Siciliani terminò con la pace di Caltabellotta: il 31 agosto del 1302, probabilmente nel castello del Pizzo, si firmò il trattato di pace. Questo trattato, modificato dal papa il 12 maggio 1303, prevedeva che Federico III mantenesse il potere sulla Sicilia col titolo di Re di Trinacria fino alla sua morte, dopo la quale l'isola sarebbe dovuta passare nuovamente agli Angiò. Inoltre sanciva l'impegno che Federico sposasse Eleonora, figlia di Carlo II lo Zoppo e sorella del duca di Calabria Roberto. In cambio sarebbe andata agli Aragonesi la Corsica o la Sardegna o altri territori o una ingente somma di denaro. Carlo assunse per sé il titolo di Re di Sicilia (Rex Siciliae, ducatus Apuliae et principatus Capuae), pur rinunciando temporaneamente all'isola ma mantenendo i territori della Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e riuscendo comunque ad ottenere un primo riconoscimento de facto del Regno di Napoli.

... ...

Matrimonio e figli
Nel giugno del 1270, a Napoli, Carlo II sposò Maria d'Ungheria (1257 ca. – 25 marzo 1323), figlia di Stefano V d'Ungheria ed Elisabetta di Cumania e sorella di Ladislao IV. Dall'unione nacquero quattordici figli:
Carlo Martello, (Napoli, 8 settembre 1271 – Napoli, 19 agosto 1295) Principe di Salerno e Re titolare d'Ungheria
Margherita (1273 – 31 dicembre 1299), sposa nel 1290 Carlo, principe di Francia e Conte di Valois, dal 1290 Contessa d'Angiò e del Maine
Ludovico (Nocera de' Pagani, 9 febbraio 1275 – Chateau de Brignoles, 19 agosto 1298), Vescovo di Tolosa, fu santificato nel 1317.
Roberto il Saggio (Torre Sant'Erasmo, 1277 – Napoli, 20 gennaio 1343), Re di Napoli, Duca di Calabria, Principe di Salerno e Capua, Conte di Provenza e Forcalquier, Re titolare di Gerusalemme e Sicilia
Filippo (10 novembre 1278 – Napoli, 23 dicembre 1332), Principe di Taranto, Acaia e Morea, Despota d'Epiro, Signore di Durazzo e del Regno d'Albania, Imperatore titolare di Romania, Imperatore titolare di Costantinopoli, pretendente al Regno di Tessalonica
Raimondo Berengario (1280 – ottobre 1305), Conte di Provenza e Andria e Signore del Piemonte dal 1304, sposò Beatrice Cappai de Baux, principessa d'Arborea
Eleonora (agosto 1282 – Monastero di San Nicolò l'Arena a Nicolosi, 9 agosto 1343), il 13 maggio 1302 a Messina sposò Federico II d'Aragona, Re di Trinacria
Bianca (1284 ca. – Barcellona, 14 ottobre 1310), il 29 ottobre 1295 a Vilabertran sposò Giacomo II d'Aragona
Tristano (1284 ca. – 1288)
Galeazzo (1286 ca. - m. dopo il 1308), prete
Maria (1290 ca. – 1346/47), il 9 febbraio 1304 sposò per procura Sancio I di Maiorca, re di Maiorca; nel 1326 sposò Giacomo II d'Aragona, Barone di Xérica
Pietro (1292 – battaglia di Montecatini, 29 agosto 1315), Conte di Gravina
Giovanni (1294 – Napoli, 5 aprile 1336), Conte di Gravina e Alba, Duca di Durazzo, Principe d'Acaia (o di Morea), Signore del Regno d'Albania
Beatrice (1295 – Andria, 1335), nel 1305 sposò Azzo VIII d'Este, Signore di Ferrara; nel 1309 sposò Bertrando IV del Balzo, Signore di Berre, Conte di Montescaglioso e Squillace, portandogli in dote la contea di Andria.

http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_II_d%27Angi%C3%B2
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Pierre de la Broce

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Pierre de la Broce, conosciuto anche come Pierre de la Brosse (1230 – 30 giugno 1278), fu Lord Ciambellano durante la prima parte del regno di Filippo III l'Ardito. Alle vicende che determinarono la sua morte Dante Alighieri dedicò alcuni versi nel suo Purgatorio.
De la Broce era signore di Turenna e fu un consigliere alla corte di re Luigi IX di Francia. Ordinò di essere un mentore per suo figlio Filippo, futuro Filippo III. Accumulò una notevole fortuna, grazie alla generosità del re il quale gli affidò numerosi feudi, come quello di Langeais, in Turenna.
Questa notevole influenza nella politica e nella società di allora suscitò l'invidia di molti membri della nobiltà. Inoltre, l'ascesa al trono della nuova regina Maria di Brabante indebolì la sua influenza in favore di quest'ultima. Imprudentemente, si lasciò tentare di screditare con il re, sostenendo il suo coinvolgimento nella morte del suo primogenito Louis. La regina, alla quale il re era molto affezionato, lo accusò di manipolazione. Imprigionato nel gennaio 1278, fu impiccato sulla forca di Montfaucon il 30 giugno dello stesso anno.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_de_la_Broce
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Umberto I de la Tour-du-Pin

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Umberto I de la Tour-du-Pin (1240 – 12 aprile 1307) fu barone de la Tour-du-Pin, prima di diventare, per matrimonio, Delfino del Viennois. Era figlio di Alberto IV, barone de la Tour du Pin (1205 – 1259) e di Beatrice di Coligny (1200 – 1241).

Biografia
Umberto divenne Delfino nel 1282, alla morte del cognato Giovanni I del Viennois (1264 – 1282), fratello della moglie Anna di Borgogna, che aveva ereditato da lui, privo di figli, il titolo di Delfina del Viennois. Da allora Umberto contribuì all'ampliamento del Delfinato integrandovi la sua baronia de La Tour du Pin, il che tagliò le comunicazioni fra la Bresse e la Contea di Savoia, due territori appartenenti ai conti di Savoia.
Il conte Filippo I di Savoia, non potendo tollerare questo nuovo ostacolo, entrò in guerra contro il vicino nel 1282. Come gran parte delle guerre medievali, questa non fu altro che una serie di incursioni nel territorio nemico, destinate a saccheggiare i raccolti ed a seminare il terrore nelle popolazioni avversarie.
I mandamenti dell'Alto Grésivaudan vennero colpiti da una sequenza di incursioni savoiarde. Avalon venne attaccata in agosto ma la difesa eroica di una compagnia di balestrieri di Grenoble ne impedì la conquista. Questo villaggio di frontiera fu nuovamente attaccato in due riprese nella settimana che precede la festività di Tutti i Santi. Tutti i mulini furono distrutti e nella medesima settimana fu attaccata Bellecombe. Infine, nel mese di dicembre, Luigi I del Piemonte (1254 – 1352), secondo nipote di Filippo I di Savoia, al comando di 48 cavalieri, assediò senza successo il castello de la Buissière, rientrando poi con soli sei prigionieri. La guerrà avrà fine nel 1286 con il trattato di Parigi.
Quello stesso anno il castellano di Bellecombe, Aimerico di Briançon, rese omaggio al conte di Savoia, cedendo alle pressioni di quest'ultimo. Ciò comportò che il mandamento di La Buissière ed il suo castello divenissero la prima linea di difesa del Delfinato alla sua destra. Non potendo accettare questo sconfinamento sulle sue terre, Umberto I propose una abile negozio ad Aimerico, consistente nello scambio del suo mandamento di Bellecombe contro quello di Varces, cosa che Aimerico accettò nel 1289. Bellecombe appartenne così definitivamente al Delfinato, con gran dispetto del conte di Savoia Amedeo V.
Quest'ultimo, deciso a vendicarsi, attaccò e distrusse il villaggio di Bellecombe, passando i suoi abitanti a fil di spada. Proseguendo le sue incursioni nel Grésivaudan, bruciando cascine e baite che incontrava, egli pose l'assedio al castello di La Terrasse, difeso dal castellano Hugues d'Arces. L'assalto durò un giorno intero ma fallì, lasciando sul terreno numerosi morti.
Battendo in ritirata il Savoia incendiò Barraux, radendone al suolo il mastio. Tuttavia Umberto approfittò del tempo trascorso dai savoiardi per la demolizione, raccogliendo una piccola armata di soccorso, composta specialmente di nobili cavalieri di La Buissière, per tendere ad Amedeo un'imboscata nel bosco della Servette fra Barraux e Chapareillan, ove le truppe di Amedeo vengono messe in rotta, molti suoi uomini uccisi o presi prigionieri.
La vertenza fu risolta nel 1293 con il trattato di Saint-Jean-de-Maurienne. Per aver intrapreso spedizioni guerresche contro il conte di Savoia ed aver oppresso i suoi sudditi a pedaggi abusivi, Umberto venne sottoposto a tre scomuniche, il che non gli impedì di ritirarsi nella certosa di Val Ste Marie nel 1306, lasciando il potere al figlio Giovanni.

Matrimonio e figli
Nel 1273 Ugo sposò Anna di Borgogna (1255 – 1298), figlia di Ghigo VII (1225 – 1269) e di Beatrice di Faucigny (o di Savoia) (1237 – 1310), ed ultima erede del titolo di delfino, acquisì il titolo e divenne Delfino del Viennois, trasmettendo il titolo ai suoi successori:
Giovanni II (1280 – 1319), delfino del Viennois;
Ugo († 1329), barone di Faucigny
Ghigo († 1319), signore di Montauban.
Alice (1280 – 1309), andata sposa nel 1296 a Giovanni I di Forez (1275 – 1333);
Maria, andata sposa ad Aimaro di Poitiers-Valentinois;
Margherita, andata sposa nel 1303 a Federico I del Vasto (1287 – 1336), marchese di Saluzzo;
Beatrice (1275 – 1347), andata sposa nel 1312 ad Ugo di Chalon, (1288 – 1322), signore d'Arlay.
Enrico (1296 – 1328), vescovo di Metz dal 1316 al 1325;
Caterina († 1337), andata sposa nel 1312 a Filippo (1278 – 1334), principe di Piemonte e di Savoia-Acaia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_I_ ... our-du-Pin
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Pietro I d'Alençon

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Pietro d'Alençon (Château-Pèlerin, 29 giugno 1251 – Salerno, 6 aprile 1283) è stato conte del Perche e d'Alençon dal 1268 al 1283, conte di Blois, di Chartres e signore di Guise dal 1272 al 1283.

Biografia
Pietro, quinto figlio del re di Francia Luigi IX, nacque durante la settima crociata nella fortezza templare di Château-Pèlerin, presso l'attuale Haifa, dove sua madre Margherita di Provenza si era rifugiata nel periodo in cui il marito era prigioniero dei saraceni (l'anno precedente la regina aveva dato alla luce un figlio in Egitto). La famiglia reale rientrò in Francia nel 1254.
Pietro visse a Parigi fino al 1268, quando suo padre lo investì il 3 marzo della contea del Perche e di Alençon. Accompagnò il padre a Tunisi nell'ottava crociata (1270), ma la spedizione si rivelò un fiasco, a causa della epidemia di dissenteria che decimò l'esercito dei crociati: suo padre e suo fratello Giovanni Tristano non sopravvissero alla malattia.
Di ritorno in Francia, nel 1272 sposò Giovanna di Châtillon (c. 1254-1291), che gli portò in dote la contea di Blois, e i possedimenti di Chartres e Guisa. La coppia ebbe due figli morti infanti:
Luigi (1276-1277);
Filippo (1278-1279).
Nel 1282, dopo i Vespri siciliani, si recò nel Regno di Napoli per aiutare suo zio Carlo d'Angiò, ma morì a Salerno il 6 aprile 1283. Il suo corpo fu portato nella chiesa francescana dei Cordeliers di Parigi, dove fu sepolto. Dopo la sua morte senza eredi, la contea di Alençon tornò alla Corona; la vedova non volle risposarsi e nel 1286 vendette la signoria di Chartres a Filippo il Bello. Blois e Guise passarono poi a un cugino della famiglia di Chatillon.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_I_d%27Alen%C3%A7on
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Raoul V Le Flamenc

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Raoul V Le Flamenc (Piccardia, ... – 1288) è stato un militare francese, maresciallo di Francia nel 1285. Era figlio di Raoul IV Le Flamenc, signore di Cany, Varesnes e Beaulincourt, e di Marie sua sposa.

Biografia
Guido conte di Fiandra gli assegnò nel 1280 una rendita di 100 lire tornesi sulle entrate della contea.
Si trova citato fra i partecipanti alla Crociata d'Aragona voluta da Filippo l'Ardito nel 1285; a quel tempo era già stato nominato maresciallo di Francia; nel 1287 esercitava la carica contemporaneamente a Jean II d'Harcourt, come riportato da un atto reale di Filippo il Bello.
Un suo ritratto era conservato ancora nel XIX secolo nella galleria dei Marescialli alla reggia di Versailles.

Discendenza
Sposato due volte, prima con Helvide de Conflans, poi con Jeanne de Chaumont, ebbe in tutto sei figli; l'erede Raoul, VI del nome, morì alla battaglia di Courtrai, nel 1302.

http://it.wikipedia.org/wiki/Raoul_V_Le_Flamenc
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Amerigo di Narbona

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Amerigo di Narbona, in francese Aimeric V de Narbonne (1230 – 1300), è stato un condottiero francese, visconte di Narbona, capitano di ventura, che operò soprattutto in Italia.
Figlio del visconte di Narbona Amalrico IV, prima di succedergli alla sua morte (dicembre 1270), prestò giuramento e prese la croce con l'intento di partire, con il suo signore Carlo I d'Angiò, per l'Ottava crociata condotta da Luigi IX di Francia, cosa che poi non poté fare per i sopraggiunti obblighi dinastici, come risulta dagli scritti del trovatore Raimon Gaucelm.
Giunse in Italia per servire il re di Napoli, Carlo I d'Angiò.
Avendo come balio Guglielmo di Durfort, si distinse in combattimento tanto che nel 1289 gli fu affidato il comando delle truppe Guelfe che avrebbero dovuto attaccare i ghibellini raccolti ad Arezzo.
Durante quella campagna, l'11 giugno 1289, si svolse la battaglia di Campaldino che concluse vittoriosamente e alla quale deve la sua fama. Conquistò gran parte del territorio aretino ed espugnò molti castelli, tra cui Rondine alle porte di Arezzo. Giunse ad assediare la stessa città di Arezzo ma non riuscì ad espugnarla: gli aretini, in varie sortite, riuscirono a distruggere le sue macchine d'assedio. Tuttavia la campagna fu un grande successo: al suo ritorno a Firenze fu accolto trionfalmente.

Curiosità
A causa della sua popolarità, a Firenze e in Toscana molti bambini furono battesimo con il nome di Amerigo e tale nome rimase popolare per secoli. Non è un fatto trascurabile perché proprio dal toscano Amerigo Vespucci proviene il nome di un intero continente e si può quindi ben dire che le sorti di quell'11 giugno 1289 furono determinanti anche per il nome dell'America.

http://it.wikipedia.org/wiki/Aimeric_de_Narbonne
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