Regno del Portogallo

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Paciughina
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ALFONSO III RE DEL PORTOGALLO

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Alfonso Sanchez (Alfonso III del Portogallo, detto il Restauratore, in portoghese Afonso III) (Coimbra, 5 maggio 1210 – Alcobaça, 16 febbraio 1279) , quinto re del Portogallo e dell'Algarve (dal 1248).
Essendo Alfonso il figlio secondogenito ed essendo stato ereditato, nel 1223, alla morte del padre, il trono del Portogallo dal fratello Sancho II, appena maggiorenne lasciò il Portogallo per trasferirsi in Francia, dove, nel 1226, la sorella di sua madre, Bianca di Castiglia, alla morte del marito, il re di Francia, Luigi VIII, divenne reggente del regno in quanto tutrice del figlio minorenne, Luigi il Santo e anche quando Luigi divenne maggiorenne Bianca rimase la sua principale consigliera.
Dato che nel 1234, la cognata di Bianca, la contessa di Boulogne, Matilde, era rimasta vedova di Filippo di Francia, fratello di suo marito Luigi VIII, la zia Bianca, per Alfonso, combinò il matrimonio con sua cognata.
Alfonso sposò Matilde nel 1235, divenendo conte di Boulogne.
Verso il 1240, il vescovo di Oporto, Martino Rodrigues, fece al papa Gregorio IX un rapporto molto negativo sul regno di Sancho II del Portogallo proponendo di sostituirlo col fratello, Alfonso, conte di Boulogne.
Solo con l'elezione al soglio pontificio di papa Innocenzo IV, dopo 19 mesi di sede vacante, nel giugno del 1243, il partito della destituzione cominciò ad offrire ad Alfonso la corona e a proporlo come salvatore della patria.
Alfonso si mosse solo dopo il concilio di Lione, del 1245, in cui, secondo i vescovi di Oporto e di Coimbra, il re Sancho si rifiutava di riparare le offese fatte e persisteva nel suo atteggiamento; il papa Innocenzo IV allora proclamò Alfonso tutore del reame ed invitò tutte le autorità ad obbedirgli, pur lasciando a Sancho il titolo di re.
Nel settembre dello stesso anno, Alfonso, a Parigi, accettò le condizioni dell'arcivescovo di Braga e, all'inizio del 1246, marciò su Lisbona, che gli aprì le porte.
Sancho si difese ed accettò l'aiuto del re di Castiglia e León Ferdinando III, che gli inviò delle truppe al comando del figlio Alfonso; ma alla fine dovette soccombere e nel corso del 1247, andò in esilio a Toledo, dove morì l'anno dopo.
Alfonso, pur governando il regno dal 1247 divenne Re il 4 gennaio 1248 dopo la morte del fratello Sancho II.
Dato che una parte dell'Algarve era rimasto sotto il controllo delle truppe castigliane, Alfonso, tramite gli ordini militari, recuperò i territori tra il 1249 ed il 1250.
Divenuto re di Castiglia, Alfonso X, nel 1253, invase il Portogallo e si appropriò della regione dell'Algarve.
Alfonso III cedette ma, pur essendo ancora sposato con Matilde, riuscì ad ottenere la mano della figlia illegittima di Alfonso X, Beatrice, con la clausola che quando il primo figlio della coppia avrebbe compiuto sette anni, l'Algarve sarebbe tornato al Portogallo.
Alfonso III divorziò da Matilde, rinunciando ai suoi possedimenti francesi, e nello stesso anno sposò Beatrice.
Nel 1263, non senza alcune resistenze (forse perché l'erede era il terzogenito ed aveva solo due anni), Alfonso X di Castiglia consegnò l'Algarve all'erede, il principe Dionigi, a condizione che Alfonso III del Portogallo lo avesse seguito in battaglia con cinquanta lancieri.
Nello stesso anno 1263, dopo che la contessa di Boulogne, Matilde era morte nel 1262, il papa Urbano IV convalidò il matrimonio tra Alfonso e Beatrice.
Nel 1267, con la convenzione di Badajoz, fu risolto definitivamente il problema dell'Algarve ed il confine tra il Portogallo e la Castiglia, fu stabilito la fiume Guadiana.
In politica interna, nei primi anni di regno ottemperò al giuramento fatto a Parigi, nel 1246, ma, nel 1254, convocò le cortes a Leiria e per la prima volta vi furono ammessi i rappresentanti delle città; la disposizione dell'assemblea che i tributi fossero pagati in denaro e non in natura, andava a vantaggio del popolo e la disposizione di fare l'elenco delle proprietà della corona (portato a termine nel 1258) andò a vantaggio del re perché così si conobbe quante proprietà della corona erano state alienate anche in modo fraudolento.
Nel 1261, le cortes abrogarono il diritto del re di deprezzare, ogni sette anni, la moneta onde permettere alla corona di procurarsi denaro; in sua vece Alfonso dovette accettare una tassa fissa quinquennale, stabilendo così il principio che ogni futura tassa doveva avere il consenso della nazione.
Nel 1265, fu avviato il recupero delle terre che i beneficiari avevano venduto con conseguente perdita dei diritti della corona; le terre incolte vennero confiscate, le altre erano recuperate allo stesso prezzo con cui erano state acquistate dagli attuali proprietari. Inoltre fu stabilito che i beneficiari delle terre della corona dovevano pagare i tributi (con questa norma anche gli ordini religiosi, nel futuro, avrebbero pagato).
Tutte queste disposizioni furono applicate solo in parte e male (il gran siniscalco ed il cancelliere del regno furono molto rapaci, per se stessi), ma contribuirono a danneggiare sia il clero che la nobiltà, per cui cinque vescovi si recarono a Roma presentando le lagnanze sul comportamento del re, che rispose presentando una dichiarazione delle città che era in suo favore, ed inoltre Alfonso promise al papa Clemente IV che era pronto ad aderire alla crociata promossa dal papa stesso, nel 1267.
Nel 1273 il papa Gregorio X fece pressione su Alfonso perché ottemperasse, con un giuramento, agli obblighi contratti a Parigi ed alle risoluzioni contenute nelle bolle dei papi Onorio III e Gregorio IX, e nel 1275 lo minacciò di scomunica poiché non aveva ancora prestato giuramento.
La morte del papa il 10 gennaio del 1276, lo favorì perché i due papi successivi, papa Innocenzo V e papa Adriano V, regnarono pochi mesi e non diedero seguito alla minaccia; solo con l'elezione del portoghese Pedro Julião conosciuto come Pedro Hispano, eletto nel settembre del 1276, come papa Giovanni XXI, un delegato apostolico pubblicò a Lisbona la bolla ed intimò i provvedimenti al re. Non essendovi alcun pretendente al trono all'infuori dell'erede, il principe Dionigi, che era già coinvolto nell'amministrazione del regno, Alfonso non reagì.
Solo sul letto di morte, nel gennaio del 1279, quando sul soglio pontificio vi era papa Nicola III, Alfonso prestò il giuramento richiesto senza riserve.
Alla sua morte gli successe il figlio Dionigi.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Alfonso_III_del_Portogallo
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DIONIGI ALFONSO DEL PORTOGALLO

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Dionigi Alfonso, Dionigi del Portogallo detto l'Agricoltore o il Giusto, Dinis in portoghese e in galiziano, Dionisio in spagnolo e in asturiano, Dionís in catalano e in aragonese e Dioniso in basco, Denis in francese e in inglese e Dionysius in tedesco, in fiammingo e anche in latino (Lisbona, 9 ottobre 1261 – Santarém, 7 gennaio 1325), sesto re del Portogallo e dell'Algarve dal 1279 al 1325.

Figlio del re del Portogallo Alfonso III il Restauratore e della principessa castigliana Beatrice, figlia illegittima del re di Castiglia, Alfonso X il Saggio e di Maior Guillen de Guzman.

Nel 1263, il principe Dionigi, erede al trono del Portogallo, non senza alcune resistenze (forse perché l'erede era il terzogenito ed aveva solo due anni), ricevette, come da promessa fatta dieci anni prima, il regno dell'Algarve, che veniva riunito al regno del Portogallo, dal nonno, il re di Castiglia, Alfonso X.

Nel 1277, su ordine del neopapa Giovanni XXI, un delegato apostolico pubblicò a Lisbona la bolla ed intimò i provvedimenti di interdetto per il regno e di scomunica e di decadenza dal trono per il re Alfonso III, se non avesse mantenuto fede agli impegni presi a Parigi, nel 1245; Dionigi, che era già coinvolto nell'amministrazione del regno, rimase fedele al re suo padre ignorando la bolla papale.

Dionigi divenne Re il 16 febbraio 1279 alla morte del padre Alfonso III.
Siccome si mantenne fedele alla politica del padre, l'interdetto sul regno del Portogallo rimase.

Nel 1280 iniziò una trattativa con papa Niccolò III e proseguita con papa Martino IV, papa Onorio IV e finalmente conclusa con papa Niccolò IV, nel 1289, che portò ad un concordato, che, con un giusto compromesso, regolò le relazioni tra la corona ed il clero.

Nel 1282, Dionigi sposò la principessa aragonese Isabella, detta "la Santa", figlia del re d'Aragona, Pietro III e della principessa sveva Costanza, figlia del re di Sicilia Manfredi (quindi nipote dell'imperatore Federico II di Svevia) e di Beatrice di Savoia (?-1258).

Nel 1290, per rimediare alla mancanza di scuole universitarie nel regno del Portogallo, Dionigi, forse appoggiandosi al collegio fondato nel 1286, dal suo tutore Dom Domingo Jardo, fondò, a Lisbona, la prima Università (con gli insegnanti pagati dal clero). In seguito ad attriti tra studenti e cittadini di Lisbona, l'Università, nel 1308, fu trasferita a Coimbra.

Nel 1295, approfittando della giovane età del nuovo re di Castiglia, Ferdinando IV, dichiarò guerra alla Castiglia, che si affrettò a restituire le città di Serpa e Moura ed inoltre a cedere al Portogallo le città di Aroche ed Aracena.
L'anno seguente invase ed annesse il distretto di Ribacôa (oggi comprende i comuni di Almeida, Figueira de Castelo Rodrigo, Pinhel e Sabugal), compreso tra i fiumi Côa e Duero.

Nel 1297, fu siglato il trattato di Alcañices, dove i cugini Dionigi e Ferdinando IV, riconosciuto il Ribacôa al Portogallo sancivano una pace della durata di quarant'anni, che prevedeva amicizia e mutua difesa.

Nel 1309, Dionigi, a seguito dell'armonia ritrovata con la Castiglia, andò in aiuto di Ferdinando IV, per la conquista, a cui parteciparono anche truppe aragonesi, di Gibilterra (che però, nel 1333, fu nuovamente perduta).
Quando il papa Clemente V, il 3 aprile del 1312, soppresse l'ordine dei templari, Dionigi cercò di incorporare le proprietà dei templari nelle proprietà della corona, ma il papa si oppose; allora si giunse all'accordo che tali proprietà dovessero essere trasferite ad un nuovo ordine, l'Ordem de Cristo (Ordine del Cristo), che fu fondato nel 1319 e che sarà molto importante per i futuri viaggi di esplorazione
Imitando suo nonno, Alfonso X di Castiglia, Dionigi sostituì il portoghese al latino nelle procedure giudiziarie e fece tradurre il codice reale castigliano, las Siete Partidas, in portoghese.
La corte portoghese, ai tempi di Dionigi, come già ai tempi di suo padre, Alfonso III, che aveva vissuto molti anni in Francia, fu uno dei centri letterari più importanti della penisola iberica e Dionigi oltre a essere un protettore delle lettere lasciò un gran numero di poemi lirici che sono contenuti nei Cancioneiros (Canzonieri).
Si prodigò per l'agricoltura (da cui il suo soprannome) con azioni dirette:
il prosciugamento delle paludi
il rimboschimento per garantire il legname da costruzione o, come la pineta di Leiria, per arginare la sabbia proveniente dal litorale atlantico sui campi attorno alla città.
inoltre, per evitare caresie, vietò l'esportazione del grano, rifacendosi a una legge di suo padre del 1272.
oppure indirette:
una legge del 1286, proibiva alle corporazioni di acquistare le proprietà reali
una legge del 1291, che prevedeva che le terre di proprietà di coloro che entravano negli ordini religiosi non potevano passare agli ordini stessi, ma solo a laici
un'altra legge prevedeva che i nobili che si dedicavano all'agricoltura, non perdevano il loro stato di <fidalgos>, cioè la loro nobiltà
un'altra ancora si occupava delle terre incolte, organizzando i provvedimenti per la divisione e l'affitto delle suddette terre.
Inoltre Dionigi riorganizzò la flotta sotto la guida del genovese Emanuele Pezagno, che permetterà al suo successore di dare inizio ai viaggi oceanici e di raggiungere le Canarie.

Gli ultimi anni di regno di Dionigi furono amari sia per la malattia che per il comportamento dell'erede al trono, il futuro Alfonso IV, che vedendo l'affetto che legava il vecchio re al suo fratellastro illegittimo, Alfonso Sanchez (1289-1326), e pensando che tramassero per diseredarlo, si ribellò e fece guerra al padre; non si arrivò allo scontro aperto solo per l'intervento di sua madre, Isabella, la regina santa, che, nell'ottobre del 1323 si frappose tra i due eserciti già schierati in ordine di battaglia, ad Alvalade, alla periferia di Lisbona.
(Pare che l'intervento fu miracoloso: al passaggio della regina una barriera luminosa divise i due eserciti.)

Dionigi morì a Santarém , il 7 gennaio 1325, e fu sepolto nel Monastero di San Dionigi, a Odivelas. Gli successe il figlio Alfonso IV.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Dionigi_del_Portogallo
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