CORRADO DORIA Di Genova. Ghibellino. Signore di Loano. Fratello di Lamba. Signore di Francavilla di Sicilia.
1250 ca. – 1322
Anno, mese
Stato, in proprio
Avversario
Azioni intraprese ed altri fatti salienti
1277
Ricopre l’incarico di capitano di Genova fino al 1286 con Oberto Spinola.
1280
Genova
Pisa
Combatte i pisani presso l’isola d’Elba. Si impadronisce dell’isola, si sposta a Porto Pisano con 40 galee, rompe la catena che protegge il porto, si impossessa delle torri e dà alle fiamme Livorno.
1283
Giugno
Ha il comando di 54 galee e di una saettia; un’altra flotta viene affidata a Tommaso Spinola per essere impegnata ai danni dei pisani nelle acque della Sardegna e della Corsica. A fine mese salpa da Genova alla volta di Porto Pisano; lasciate 4 galee all’esterno di tale porto, sosta presso la torre di Porto Pisano ad un tiro di balestra. Alla notizia che il resto della flotta nemica si trova ancora all’assedio di Alghero, prosegue lungo la costa verso Piombino; invia la saettia all’isola d’Elba, all’isola di Capraia e verso Alghero per avere informazioni sui movimenti dell’armata avversaria. Corrado Doria lascia Piombino per muoversi tra l’isola del Giglio e quella di Montecristo. Ritorna a Piombino. Le galee pisane sono invece già vicine alla spiaggia di Castagneto (Castagneto Carducci). Alla notizia della sua presenza le galee pisane si rinchiudono dietro le palizzate del porto di Falesia. Il Doria ne chiude l’angusta apertura. Attua nell’occasione una specie di blocco navale supportato dall’azione di 4 galee che navigano in continuazione tra l’isola d’Elba e Piombino. Ogni natante diretto a Pisa è deviato verso la sua flotta; in tal modo è in grado di impedire l’uscita dal porto alle navi nemiche e di prendere ostaggi da spedire a Genova con tutto ciò che gli capita di intercettare (navi cariche di frumento, carne e formaggi).
Luglio
Ai primi del mese, all’alba, è avvistata la flotta pisana di ritorno da Cagliari. Il Doria colloca 22 galee a sorvegliare l’uscita del porto di Falesia; con le altre 32 punta contro i pisani in arrivo al fine di sbarrare il loro cammino verso Piombino. Gli avversari, sospinti da un forte vento di scirocco, anziché virare tentano di passare in mezzo allo schieramento genovese. La manovra costa ai nemici la perdita di 4/5 galee con 1000 uomini a bordo. L’ammiraglio Tambaia Sismondi, preso vivo, muore poco dopo a causa di una ferita dovuta ad una freccia. La galea è affondata. Nei giorni seguenti Corrado Doria è costretto ad allontanarsi dal porto di Falesia ed a togliere il relativo blocco; si rifornisce d’acqua alla foce dell’Arno; provoca gli avversari a battaglia. Il vento di scirocco, infine, impedisce ai genovesi di virare e consente ai pisani di raggiungere Porto Pisano. Fa ritorno a Genova con 584 prigionieri.
1284
Agosto
Prende parte alla battagli della Meloria agli ordini del padre Oberto.
1288
Aprile
Firma la pace con i pisani.
Ottobre
Decade dal mandato di capitano con Tommaso Spinola. Viene rieletto, sempre con lo Spinola, per altri cinque anni.
1290
Gennaio
Genova
Guelfi
A Genova, i guelfi, capitanati dai Grimaldi, dai Fieschi e dai Malocello si ribellano al potere esercitato dai ghibellini. I rivoltosi riparano nella chiesa di San Lorenzo e sfuggono alla morte solo grazie all’intervento di Corrado Doria e del suo collega Tommaso Spinola. Viene ad essi consentito di rientrare alle loro case dopo avere giurato che nel futuro non avrebbero ripetuto alcun tentativo insurrezionale.
Luglio
Genova
Pisa
Salpa da Genova; a metà mese sosta a Portovenere. Punta quindi verso l’isola d’Elba dove riceve il giuramento di fedeltà al comune da parte di una delegazione locale. Respinge un attacco dei pisani all’isola.
Agosto
A fine mese, con la rassicurazione dei lucchesi di attaccare Pisa da terra, riprende il mare con 20 galee ed alcune chiatte con a bordo tutto il necessario per abbattere le torri che difendono il porto di Porto Pisano. Giunto a destinazione dà inizia alle operazioni che vedono le chiatte abbattere una prima torre, seguita dalla demolizione delle altre tre. I difensori si arrendono a patti salve le persone. Le strutture portuali sono distrutte dalle fondamenta, così come i ponti, le palizzate e tutti i fortini. I canali del porto sono riempiti con le pietre ricavati dalle torri. Una galea, portata da Genova carica di mattoni, è fatta affondare nella bocca del canale maggiore in modo da ostruirlo. Le vigne ed i giardini del litorale sono parimenti sottoposti alla medesima devastazione. Sono asportate le catene che difendono il porto. Queste saranno restituire agli abitanti di Pisa solamente nel 1869. I lucchesi non intervengono come previsto dai piani di attacco per cui desiste dall’assalire Pisa. Fa ritorno a Genova dove è accolto in trionfo.
1296
Genova
Guelfi
Diviene nuovamente capitano di Genova con Corrado Spinola. I Grimaldi si impossessano, ai danni dei genovesi, della rocca e del porto di Monaco.
1297
Ottobre
Sicilia
Dà le dimissioni e si reca in Sicilia. Il re Federico d’Aragona lo nomina grande ammiraglio al posto di Ruggero di Loria.
1298
Sicilia Re d’Aragona Napoli
Alla testa di 64 galee, sulle quali sono imbarcati 700 cavalli, si porta verso Napoli. Si posiziona nei pressi dell’isola d’Ischia. A fine luglio ha l’ordine di ritirarsi per la presenza nel Tirreno della flotta nemica, comandata dal Loria, forte di 80 galee (50 catalane e 30 provenzali) con a bordo 500 cavalli e 3000 fanti di nazionalità catalana, aragonese, provenzale ed italiana.
1299
Febbraio
E’ inviato verso Siracusa, assediata dagli avversari. Al largo di Messina (battaglia del Faro) si imbatte in 20 galee condotte da Giovanni di Lauria, nipote di Ruggero. Gli aragonesi sono sconfitti; solo 4 loro galee riescono a trovare scampo con la fuga. E’ catturato anche il comandante nemico, che viene decapitato anche su suo consiglio.
Giugno luglio
Alla testa di 39/40 galee intercetta al largo delle isole Eolie 46 galee aragonesi e 16 angioine comandate dal Loria. A bordo della sua flotta si trova anche il re di Sicilia Federico d’Aragona. Il combattimento avviene nei pressi di Capo d’Orlando. Il primo giorno trascorre senza alcun episodio significativo. Il secondo, è raggiunto da 8 galee di Mazara del Vallo. Decide quindi di attaccare le navi avversarie. Le sue galee si infilano nello schieramento nemico disposto in sua attesa in formazione a mezzaluna. Dopo tre ore di battaglia intervengono a favore del Loria 6 galee aragonesi, nascoste in precedenza alla vista degli assalitori. La vittoria spetta ai rivali: 16/18 galee siciliane sono catturate o affondate. Le restanti riescono a mettersi in salvo con il sovrano nel porto di Messina.
…………….
Con Corrado Spinola scaccia i guelfi da Genova; rinuncia presto al potere nella città. Gli succede come capitano della città Lamba Doria.
Dicembre
Dopo la vittoria di Federico d’Aragona nella battaglia di Falconaria è esortato dal re di Sicilia ad attaccare con le galee genovesi, al largo di Trapani, la flotta napoletana.
1300
Aprile
Sicilia
Napoli
Ha ancora il comando della flotta siciliana. Viene scomunicato dal papa Bonifacio VIII. Salpa dalla Sicilia con 27 galee siciliane e 5 genovesi. Depreda le coste fino a Napoli; sfida a battaglia il Loria che sta approntando una flotta di 40 galee tra angioine e spagnole. Naviga nel golfo e conquista l’isola di Ponza; gli avversari vengono rafforzati da 12 galee di Catania ed da altre 7 provenienti da Genova. Queste ultime sono di proprietà dei guelfi Grimaldi.
Giugno
Si scontra nelle acque di Ponza con la flotta del Loria forte di 48 galee. Le 5 navi genovesi si danno subito alla fuga e le galee siciliane devono sostenere da sole tutto il peso della battaglia. Resiste impavido; alla fine il Loria fa investire la sua nave da un brulotto e Corrado Doria viene obbligato alla resa. E’ fatto mettere in catene dal suo rivale; sono pure accecati i balestrieri genovesi catturati nella sua galea. Il Loria lo fa torturare, gli fa patire la fame e la sete perché gli restituisca il feudo di Francavilla di Sicilia. Corrado Doria cede.
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