L'ARTIGLIERIA

Perchè non creare anche la versione napoleonica?
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Artiglieria a cavallo
https://it.wikipedia.org/wiki/Artiglieria_a_cavallo

L'artiglieria a cavallo è una specialità dell'arma di artiglieria nata nella seconda metà del XVIII secolo e perfezionata durante l'epoca delle guerre napoleoniche; a differenza della normale artiglieria da campagna, nell'artiglieria a cavallo sia le bocche da fuoco che gli artiglieri si spostavano a cavallo, il che consentiva una più rapida movimentazione dei pezzi sul campo di battaglia e in particolare l'appoggio di fuoco alle unità di cavalleria: le bocche da fuoco dell'artiglieria a cavallo erano generalmente cannoni o obici di calibro leggero montati su affusti a due ruote, e tutti gli artiglieri addetti al pezzo erano dotati di un proprio cavallo con cui spostarsi[1].

L'artiglieria a cavallo veniva generalmente impiegata per accompagnare gli attacchi della cavalleria, in particolare quando questa veniva a imbattersi in formazioni di fanteria schierate a quadrato; in un certo senso un precursore dei più moderni semoventi d'artiglieria, l'artiglieria a cavallo scomparve fondamentalmente dagli ordinamenti militari dopo l'epoca della seconda guerra mondiale, anche se varie unità mantennero anche dopo, principalmente a titolo onorifico, tale appellativo (come il Reggimento artiglieria a cavallo "Voloire" dell'Esercito Italiano o la Royal Horse Artillery del British Army).
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Artiglieria napoleonica

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Artiglieria napoleonica
https://it.wikipedia.org/wiki/Artiglieria_napoleonica

L'artiglieria napoleonica fu uno dei 6 reparti dipendenti dalla Grande Armata.

«Le grandi battaglie si vincono con l'artiglieria»
(da una lettera di Napoleone Bonaparte al Principe Eugenio di Beauharnais)

Composizione
L'artiglieria, già oggetto dell'avvenieristica riforma Gribeauval, era stata ammodernata in modo ancor più efficiente dallo stesso Napoleone Bonaparte, che riorganizzò l'artiglieria leggera e pesante.

L'artiglieria leggera
L'artiglieria leggera venne modificata nella grandezza dei propri cannoni passando dalle 4 alle 6 libbre, a causa della scelta dell'imperatore di impiegare i numerosi pezzi catturati ad austriaci e prussiani nelle campagne comprese fra il 1794 e il 1800.
Inglesi e francesi inoltre svilupparono l'artiglieria a cavallo a partire dalle batterie da cavallo previste dalla riforma Liechtenstein, capaci di tenere il passo con la cavalleria leggera e utile per gli inseguimenti del nemico.

L'artiglieria pesante
Effettuavano gli spostamenti a piedi, mentre i cannoni erano trainati da cavalli da tiro e talvolta da buoi.
L'artiglieria pesante (o artiglieria a piedi) venne anch'essa modificata nella grandezza, passando dalle 8 alle 12 libbre per ottenere una maggiore potenza di fuoco e una più utile gittata sul campo di battaglia.

Le munizioni

Munizioni da battaglia
Palla rotonda (detta anche palla piena)
Proiettili a grappolo
Proiettili a mitraglia
Granate da mortaio

Munizioni da assedio
Granate a calce viva
Proiettili a carcassa

Tendenzialmente si utilizzava la palla piena, la quale non esplodeva ma rimbalzava, sempre che il terreno non fosse eccessivamente fangoso, utile negli obiettivi di fanteria, poiché i ranghi serrati permettevano una consistente capacità distruttiva.
Per tiri intermedi si usava il colpo a grappolo, che consisteva in tre palle da circa 40 mm di diametro sparate contemporaneamente, infine, per i tiri ravvicinati effettuati a meno di 200 m si utilizzava il proiettile a mitraglia, un contenitore riempito di proiettili da moschetto.
Le granate esplodenti per gli obici erano già in uso dall'inizio del XVIII secolo, ma erano poche e molto costose e si preferiva conservarle e utilizzarle durante gli assedi.
Tra le munizioni da assedio, seppur poco diffuse, vi erano i colpi a carcassa, palle in maglia di ferro riempite di materiale incendiario e le granate a calce viva.

I compiti dell'artiglieria
Secondo lo stesso Bonaparte i compiti principali dell'artiglieria erano 3:
- Nella fase iniziale della battaglia supportare l'avanzata delle truppe e continuare a sparare contemporaneamente sulle linee nemiche.
- Nella fase cruciale l'artiglieria doveva martellare in modo incessante il nemico in un punto preciso, concentrando tutte le batterie disponibili e aprire varchi enormi fra i ranghi.
- Nella fase finale e nell'inseguimento del nemico doveva, grazie alla sola artiglieria a cavallo, accompagnare la cavalleria leggera per creare il maggior numero di morti possibili e ritardare la fuga.

Le mancanze dell'artiglieria
Napoleone però non tenne il passo con l'avanzamento tecnologico Alleato e per questo, una volta conosciute le innovative tattiche francesi, la loro capacità tecnologica ha surclassato in maniera decisiva l'artiglieria napoleonica.
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il sistema di artiglieria Gribeauval

A Jean-Baptiste Vaquette de Gribeauval (1715-1789) viene comunemente attribuita la modernizzazione e la standardizzazione dell'artiglieria francese nel corso del XVIII° secolo, sfruttate in seguito da Napoleone. A lui si deve il sistema d'artiglieria Gribeuval, che diede all'artiglieria francese un'organizzazione superiore a quella dell'epoca, e che permise ad esempio la vittoria sulla Prussia nella battaglia di Valmy del 1792.

Tutta l'artiglieria terrestre francese era divisa in quattro classi di impiego: d'assedio, da fortezza, da costa e da campagna. Le prime tre classi erano praticamente fisse, mentre la quarta doveva essere sufficientemente mobile per permettere all'artiglieria di muovere almeno con la fanteria, e fu proprio su questa che incise maggiormente la riforma.

Il sistema di artiglieria Gribeauval prevedeva per l'artiglieria da campagna cannoni fusi in bronzo del calibro (determinato dal peso della palla) di 4, 8 e 12 libbre (ossia, approssimativamente, di 2, 4 e 6 kg), più un pezzo da montagna da 1 libbra.
La gittata utile era di circa 600 m con carica a mitraglia e di 800 m per le palle piene; sfruttando la tecnica del rimbalzo queste ultime potevano essere letali fino a circa 2000 m. Questi pezzi potevano sparare fino a due colpi al minuto, con serventi bene addestrati.

Oltre ai cannoni era previsto l'utilizzo di un obice da 220 mm (8 pollici francesi), che poteva lanciare fino a 1200 m una granata del peso di 14 kg con un involucro di ferro cavo pieno di polvere esplosiva, nella polvere era inserito un innesco munito di due micce che prendevano fuoco all'atto dello sparo.
Tutti i pezzi erano forniti di un congegno di alzo a vite per dare alla canna l'opportuno angolo di tiro.

Il sistema di artiglieria di Gribeauval è notevole anche nell'ambito della rivoluzione industriale, in quanto fu uno dei primi esempi di standardizzazione o “ Taylorismo” ( da Frederik Taylor 1881) di prodotti, destinata ad una produzione in cui veniva tenuto conto dell'intercambiabilità della parti.
Prima della definizione del sistema gli affusti e le bocche da fuoco erano costruiti da ogni arsenale secondo i propri criteri, talvolta operando volutamente in modo difforme dagli altri, Gribeauval impose che tutti gli affusti, e tutti particolari relativi, fossero costruiti secondo un unico disegno, che arrivò a definire le dimensioni con la precisione almeno di un quarto di linea (2,228 mm) e predisponendo la costruzione di dime per verificare la rispondenza del pezzo ai requisiti; in questo modo il carico logistico della parti di ricambio fu notevolmente diminuito, dovendosi trasportare solo un numero limitato di pezzi, e non tutta una serie, sulla base di quanto prodotto dai diversi arsenali.
La standardizzazione o unificazione o normalizzazione o normazione è la procedura con cui vengono fissate le caratteristiche di un insieme di componenti o materiali in modo tale che siano compatibili fra loro; permette inoltre di utilizzare un materiale che rientri negli standard (tabelle di unificazione) senza doverne definire tutte le caratteristiche, ma accettando quelle fornite dallo standard stesso.
In questo modo si è sicuri che due componenti costruiti secondo lo stesso standard siano intercambiabili e che qualsiasi materiale prodotto secondo lo standard abbia le caratteristiche meccaniche e di utilizzo previste nello standard stesso.
Nell'ambito dello sviluppo industriale di prodotti in grande serie la standardizzazione è stata uno dei punti cardini per l'ingegneria moderna.

[di Ilicio Quattrocchi]

(ph: Sergius Bia)
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Per quanto riguarda le munizioni, ve ne erano fondamentalmente di tre tipi:

- Palla: una palla rotonda avente il calibro del cannone. Il proiettile produceva gli stessi effetti che produce una palla da bowling sui birilli: abbatte tutto ciò che si trova sul suo cammino ed è tanto più letale quanto più incontra formazioni profonde e può contare su terreni duri, sui quali può rimbalzare fino a quando esaurisce la propria energia cinetica. Si ricorderà che proprio a Waterloo il terreno fangoso impedì all’artiglieria francese di avere quegli effetti devastanti sulle formazioni nemiche che di solito aveva, obbligando di fatto Napoleone a posticipare l’inizio della battaglia di due ore, decisione che permetterà ai Prussiani di giungere sul fianco destro dell’armata francese.

- Mitraglia: un contenitore riempito con 112 pallottole di moschetto che veniva utilizzato a breve distanza e i cui effetti erano veramente disastrosi.

- Granata esplosiva: si tratta di palle cave riempite di esplosivo, sparate dagli obici, che venivano utilizzate per lo più per distruggere o incendiare case o villaggi o ancora per raggiungere un bersaglio celato dietro una collina.

A queste si aggiungevano munizioni particolari, come palle arroventate su speciali griglie o gli shrapnel inglesi, una palla rotonda cava riempita con un miscuglio di esplosivo e pallottole da moschetto, fatta esplodere da una miccia o anche i razzi che, per quanto veramente molto imprecisi, erano tuttavia utili per spaventare uomini e cavalli o per incendiare case e villaggi.

Ma a che distanza sparavano questi pezzi? Un pezzo da 12 libbre francese arrivava teoricamente ai 1800 metri, uno da 8 ai 1500 ed uno da 4 ai 1200 metri.
Dal momento, tuttavia, che la precisione di queste armi, ad anima liscia proprio come i moschetti e dal rudimentale meccanismo di alzo, lasciava alquanto a desiderare, si preferiva aprire il fuoco ad una distanza nettamente inferiore che garantisse una più alta percentuale di centri.
Fra l’altro, anche la cortina fumogena prodotta da una batteria era tale che anche la visibilità non consentiva di effettuare tiri su obiettivi troppo distanti ed indistinti.
La cadenza di fuoco poteva essere di 1 o due colpi al minuto; tuttavia non era possibile mantenere un tale ritmo per tutta la battaglia per la relativa poca disponibilità di munizioni
Facendo due conti, ad un ritmo di fuoco nemmeno tanto alto di 1 colpo al minuto, un pezzo da 12 libbre avrebbe potuto sparare per 78 minuti, uno da 8 per 97 ed uno da 4 per 168. Per avere qualche dato su cui riflettere, si pensi che Waterloo durò circa 10 ore, cioè 600 minuti!

https://oplon.jimdo.com/articoli/le-armi-napoleoniche/
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Artiglieria della Grande Armata di Napoleone: pistole e munizioni

https://it.topwar.ru/181877-artillerija ... ipasy.html

Il sistema di Griboval

Durante l'intero periodo della Rivoluzione francese e del Primo Impero, l'esercito francese utilizzò sistemi di artiglieria sviluppati dal generale Jean-Baptiste Griboval. Griboval ha effettuato una riforma radicale dell'artiglieria francese nel 1776, e il suo lavoro è stato continuato dal generale Jean-Jacques du Thuy (1738-1820). La riforma mirava a standardizzare l'artiglieria arma (limitando i tipi e calibri delle pistole), per ridurre la massa delle pistole (per migliorare la loro manovrabilità), per standardizzare le attrezzature ausiliarie (soprattutto agitatori e scatole di munizioni) e aumentare il livello di addestramento dei cannonieri.

Griboval introdusse quattro tipi principali di pezzi di artiglieria: cannoni da 4, 8 e 12 libbre e obici da 6 pollici. In relazione a questi ultimi si intende, ovviamente, il loro calibro (diametro interno della volata), mentre in altri casi si tratta della massa del nucleo, che era pari a circa una 150esima parte della massa del fucile. barile. Il calibro delle pistole da 4 libbre era di 84 mm, le pistole da 8 libbre erano 100 mm e le pistole da 12 libbre erano 151 mm. C'erano anche pistole di calibro più grande: armi da assedio da 16 e 24 libbre.

La canna di una pistola da 4 libbre era lunga 1,6 metri e pesava 289 kg, e con un carrello per armi - 1049 kg La produzione di un'arma costava 1760 franchi e mezzo franco per produrre una palla di cannone. Nella scatola di ricarica di una tale pistola, c'erano 100 cariche di pallettoni con grandi palline di piombo (42 per pallettoni) e 50 cariche con palline piccole (60-100 per pallettoni). Inoltre, nella parte anteriore, era possibile trasportare 18 cariche aggiuntive di pallettoni con grandi palline di piombo. Tale arma era servita da 8 persone, di cui 5 erano specialisti.

La canna di un cannone da 8 libbre era lunga 2 metri e pesava 584 chilogrammi e con un carrello di pistola - 1324 kg. Costava 2730 franchi per fabbricare una pistola e 1 franco per produrre una palla di cannone. Nella scatola di ricarica di una tale pistola, sono state posizionate 62 cariche di pallettoni con grandi palline di piombo e 20 cariche con palline piccole. Inoltre, nella parte anteriore era possibile trasportare 15 cariche aggiuntive di pallettoni con grandi palle di piombo. Tale arma era servita da 13 persone, di cui 8 erano specialisti.

La canna della pistola da 12 libbre era lunga 2,3 metri e pesava 986 chilogrammi. Insieme al carrello della pistola, la pistola pesava quasi 2 tonnellate. Una tale pistola costava 3774 franchi e la palla di cannone costava 1,5 franchi. La scatola di ricarica conteneva 48 cariche di pallettoni con grandi palline di piombo e 20 cariche con palline piccole. Inoltre, nella parte anteriore era possibile trasportare 9 cariche aggiuntive di pallettoni con grandi palline di piombo. Tale arma era servita da 15 persone, di cui 8 erano specialisti.

La canna di un cannone da 6 pollici era lunga 0,7 metri e pesava 318 kg. Un obice con un carro armato pesava 1178 kg. Il costo dell'obice è di 2730 franchi e le palle di cannone di 1 franco. Nella parte anteriore, era possibile trasportare 49 cariche di pallettoni con grandi palle di piombo e 11 - con quelle piccole. Tale arma era servita da 13 persone, di cui 8 erano specialisti.

Per proteggersi dall'umidità, le parti in legno delle carrozze, degli arti e delle scatole di ricarica sono state dipinte con vernice verde, mescolando 2500 parti di ocra gialla con 30 parti di inchiostro. Le parti metalliche (soprattutto le canne dei fucili) sono state verniciate con vernice nera per proteggerle dalla ruggine. Tuttavia, la vernice si è staccata piuttosto rapidamente ed è caduta dopo alcuni colpi, poiché i barili si stavano riscaldando. In pratica, gli artiglieri dovevano dipingere le loro armi dopo ogni battaglia.

Il sistema di Griboval durò tutta la Rivoluzione e solo nel 1803 Napoleone Bonaparte creò una commissione sotto il generale Auguste Marmont (1774-1852) per valutare la fattibilità di introdurre alcuni cambiamenti. A quel punto, si è scoperto che molti ufficiali francesi non potevano far fronte alla selezione del calibro appropriato di pistole e, per risolvere i compiti del campo di battaglia, usavano o troppo deboli (4 libbre) o troppo forti (8 libbre) ) pistole.

A quel tempo, gli eserciti prussiano e austriaco usavano cannoni da 6 libbre, che sostituirono con successo sia i cannoni da 4 che da 8 libbre. Questo è il motivo per cui Bonaparte ha approvato le raccomandazioni della commissione e ha deciso di introdurre gradualmente pistole da 6 libbre mantenendo 12 libbre. Ma presto (nel 1805) si scoprì che, viste le crescenti esigenze della Grande Armata, era impossibile abbandonare la produzione di cannoni secondo il sistema Griboval esistente. Così, fino alla fine del Primo Impero, l'esercito francese usò cannoni da 4, 6, 8 e 12 libbre.

In una campagna contro la Russia, Napoleone prese 260 cannoni da sei libbre (che considerava i più utili) e 30 cannoni da quattro libbre, ma, secondo la testimonianza dell'aiutante imperiale, generale. Gaspar Gurgo, non un solo cannone da 8 libbre. Avendo perso tutti i cannoni da 6 libbre durante la ritirata da Mosca, la Grande Armata nelle campagne del 1813 e del 1814. è stato costretto a tornare al sistema Griboval. Cioè usare, prima di tutto, i cannoni da 4 e 8 libbre, non comodi e versatili come i 6 libbre, che erano già ampiamente utilizzati da russi, prussiani e austriaci.

Armi catturate

Alla fine del XVIII secolo, il sistema Griboval fu adottato da alcuni altri eserciti europei, in particolare piemontese, bavarese e spagnolo. Pertanto, combattendo questi eserciti, i francesi potevano usare armi catturate, che praticamente non differivano dalle loro. Inoltre, i cannonieri francesi erano addestrati a servire i cannoni prussiani, austriaci, russi e inglesi, che usavano volentieri, se erano in grado di catturarli.

Nel 1796 Bonaparte aumentò la sua artiglieria con cannoni presi ad Austriaci e Piemontesi. Il maresciallo Louis Davout ha iniziato la battaglia ad Auerstedt con 40 cannoni e si è conclusa con altri 85 cannoni presi dai prussiani. Nella campagna del 1807, il corpo del maresciallo Jean de Dieu Soult era composto da 48 cannoni, di cui 42 austriaci da 6 libbre, catturati due anni prima. I cannoni spagnoli catturati dalla cavalleria leggera polacca al passo Somosierra furono consegnati alla compagnia di artiglieria polacca annessa alla cosiddetta divisione del ducato di Varsavia.

Allo stesso modo, i francesi usavano munizioni catturate. Dopo la battaglia di Wagram, ad esempio, il generale Jean Ambroise Baston de Lariboisiere ha pagato 5 soldi per ogni palla di cannone rimossa dal campo di battaglia. Così, è riuscito a raccogliere oltre 25000 core e compensare un quarto del suo consumo di munizioni in questa battaglia.

Dal 1806, il Corpo di artiglieria imperiale era composto da 8 reggimenti di artiglieria di fanteria, 6 reggimenti di artiglieria di cavalleria, 16 compagnie di ingegneria, 22 compagnie di trasporto, 2 battaglioni di genieri, 4 compagnie di fornitura di abbigliamento, 107 compagnie di artiglieria costiera e 28 compagnie di artiglieria fortezza. Ma un tale sistema organizzativo è stato utilizzato solo in tempo di pace. Quando l'artiglieria è entrata nel campo di battaglia, non ha mai operato come un intero reggimento in un unico posto. L'artiglieria veniva distribuita via porto a divisioni e fortezze. Spesso, le compagnie di artiglieria di diversi reggimenti combattevano a fianco, non avendo alcun collegamento con altre compagnie del proprio reggimento. I ranghi più alti dell'artiglieria protestavano costantemente contro un tale sistema, poiché non dovevano quasi mai comandare i loro reggimenti sul campo di battaglia.

Secondo i materiali:

Ph. Haythornthwaite. Armi e attrezzature delle guerre napoleoniche... Cassell, 1999.
G. Gourgaud. Napoleon et la Grande Armée en Russie... Libraires Bossange Frères, 1826.
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Artiglieria della Grande Armata di Napoleone

https://it.topwar.ru/181752-artillerija ... leona.html

Napoleone Bonaparte diceva che le grandi battaglie si vincono con l'artiglieria. Essendo un artigliere di formazione, attribuiva particolare importanza al mantenimento di questo tipo di truppe ad alto livello. Se, sotto il vecchio regime, l'artiglieria era riconosciuta come qualcosa di peggio della fanteria e della cavalleria, e in anzianità erano considerati dopo 62 reggimenti di fanteria (ma prima del 63 ° e successivi), allora durante il regno di Napoleone questo ordine non solo cambiò al contrario ordine, ma un corpo di artiglieria imperiale separato.

Nella prima metà del XVIII secolo, l'artiglieria francese era superiore a tutte le altre, grazie al fatto che la Francia fu la prima a standardizzare i pezzi di artiglieria. La standardizzazione è stata effettuata dal generale Jean Florent de Vallière (1667-1759), che ha introdotto un sistema di classificazione unificato per i cannoni, dividendoli in categorie da 4 a 24 libbre. Lo svantaggio di questo sistema era che i cannoni erano forti, ma allo stesso tempo pesanti, il che significa che erano goffi e goffi in battaglia, in marcia e in servizio.

La Guerra dei Sette Anni dimostrò la superiorità dell'artiglieria austriaca, dove furono introdotti cannoni leggeri da 3, 6 e 12 libbre, oltre a mortai leggeri. Altri paesi seguirono l'Austria, in particolare la Prussia.

La perdita della superiorità della Francia nell'artiglieria convinse il ministro della Guerra, Etienne-François de Choiseul, a realizzare una nuova riforma di questo tipo di truppe. Affidò questo compito al generale Jean Baptiste Vacket de Griboval (1715-1789), che prestò servizio in Austria nel 1756-1762 e ebbe l'opportunità di familiarizzare con il sistema di artiglieria austriaco. Sebbene l'esercito conservatore, e in particolare il figlio di de Vallière, abbia cercato di impedire la sua riforma, il patrocinio di Choiseul ha permesso a Griboval di cambiare radicalmente l'artiglieria francese a partire dal 1776.

Il sistema di Griboval

Queste modifiche, note come "sistema Griboval", significarono una completa standardizzazione non solo dei cannoni, ma dell'intera flotta di artiglieria. Non solo le armi stesse erano unificate, ma anche le loro carrozze, gli agitatori, le casse di ricarica, le munizioni e gli strumenti. Da allora, è stato possibile, ad esempio, sostituire le ruote delle pistole rotte con ruote di limber o scatole di ricarica, o anche di carrelli quartermaster.

Un altro merito di Griboval è stato quello di aver ridotto il divario tra il calibro del cannone e il calibro del nucleo, che fino a quel momento poteva raggiungere il mezzo pollice. Con un gioco ridotto, i chicchi aderivano più saldamente al foro della canna, non era necessario martellare le borre nella canna. E soprattutto è stato possibile ridurre la carica di polvere da sparo, mantenendo il raggio di tiro. Questo, a sua volta, ha permesso di lanciare pistole con canne più sottili e quindi più leggere. Ad esempio, il cannone da 12 libbre di Griboval è diventato la metà del peso di un simile cannone Vallière.

Griboval divideva anche l'artiglieria in quattro tipi principali: campo, assedio, guarnigione e costiera. Alle ultime tre sono state attribuite pistole oltre le 12 libbre. Pertanto, l'artiglieria da campo acquisì un carattere pronunciato di artiglieria leggera.

In base al regio decreto (ordinanza) del 3 novembre 1776, l'artiglieria era composta da 7 reggimenti di piedi, 6 compagnie minerarie e 9 compagnie lavoratrici. Ogni reggimento aveva due battaglioni di artiglieri e genieri, costituiti da due cosiddette "brigate". La prima brigata di un tale battaglione era composta da quattro compagnie di artiglieri e una compagnia di genieri. Ogni compagnia, secondo gli stati di guerra, era composta da 71 soldati.

Sebbene le compagnie minerarie facessero parte delle unità di artiglieria, formavano un corpo separato. Le compagnie minerarie contavano 82 soldati ciascuna ed erano di stanza a Verdun. Le compagnie di lavoratori furono assegnate agli arsenali reali. Ognuno di loro era composto da 71 soldati. Tutta l'artiglieria francese era comandata dal primo ispettore generale (generale di artiglieria).

I reggimenti di artiglieria portavano i nomi delle città in cui si erano formati, sebbene nel 1789 avrebbero potuto cambiare la loro posizione in luoghi completamente diversi. L'anzianità dei reggimenti era la seguente: Strasburgo, Oxon (situato a Metz), tulle (a La Fera), Besancon (in Oxon), Grenoble (a Valence), La Fere (in Douai), Metz (a Besançon).

Nel 1791, l'organizzazione dell'artiglieria fu modificata. Innanzitutto, con un decreto del 1 aprile, sono stati cancellati i vecchi nomi dei reggimenti, che hanno ricevuto i numeri di serie: La Fere - 1 °, Metz - 2 °, Besancon - 3 °, Grenoble - 4 °, Strasburgo - 5 °, Oxon - 6 °, tulle - 7 °.

Numerose anche le aziende minerarie: catalano - 1 °, Ryuzhi - 2 °, Conyon - 3 °, Barberen - 4 °, Bouville - 5 °, Chazelle - 6 °. Oltre alle aziende operanti: Neisemon - 1 °, Guerin il Vecchio - 2 °, Rostan - 3 °, Guerin il Giovane - 4 °, Croyer - 5 °, Peweren - 6 °, Dubusson - 7 °, Gure - 8 °, Dufour - 9 °. È stata inoltre costituita una nuova decima azienda attiva.

Ciascuno dei sette reggimenti di artiglieria a piedi consisteva in due battaglioni di 10 compagnie, per un totale di 55 artiglieri. Gli stati delle compagnie di guerra furono aumentati con un decreto del 20 settembre 1791 di 20 persone, cioè di 400 persone nel reggimento. Ma il personale dei minatori e delle aziende operaie è diminuito: ora sono rispettivamente 63 e 55 persone. Fu abolita anche la carica di primo ispettore generale dell'artiglieria.

Pertanto, il corpo di artiglieria era composto da 8442 soldati e ufficiali in 7 reggimenti, oltre a 409 minatori e 590 lavoratori in 10 compagnie.

Maggiore prestigio dell'artiglieria

Poi, il 29 aprile 1792, fu emanato un decreto sulla formazione di un nuovo tipo di truppe: nove compagnie di artiglieria a cavallo con 76 soldati ciascuna. Nello stesso anno, il 1 ° giugno, il 1 ° e il 2 ° reggimento di artiglieria a piedi ricevettero due compagnie di artiglieria a cavallo, e i restanti reggimenti ricevettero una compagnia ciascuno. Cioè, l'artiglieria a cavallo non è stata ancora assegnata a un ramo separato dell'esercito.

A partire dal 1791-1792, l'importanza e il prestigio dell'artiglieria nell'esercito francese aumentò. Questo è stato l'unico ramo dell'esercito che è stato appena colpito dalle diserzioni e tradimenti degli ufficiali reali, che sono diventati più frequenti nel giugno 1791 sotto l'influenza del tentativo di Luigi XVI di fuggire a Varennes.

L'artiglieria, un ramo puramente tecnico dell'esercito, aveva molti meno nobili della fanteria e della cavalleria. Pertanto, l'artiglieria mantenne un alto livello di capacità di combattimento e giocò un ruolo decisivo nella sconfitta dell'esercito prussiano, che andò a Parigi nel 1792. Si può anche dire che fu la resistenza dei cannonieri nella battaglia di Valmy a decidere l'esito della battaglia, in cui reggimenti scarsamente addestrati, formati da volontari frettolosamente addestrati, non furono sempre in grado di respingere gli attacchi alla baionetta dei prussiani e resistere al fuoco dell'artiglieria prussiana.

Fu come risultato della brillante capacità di recupero degli artiglieri, nonché della crescente minaccia ai confini della Repubblica, che nel 1792-1793 il corpo di artiglieria fu aumentato a 8 piedi e 9 reggimenti di cavalleria. I reggimenti di artiglieria a cavallo furono assegnati alle seguenti guarnigioni: 1 ° a Tolosa, 2 ° a Strasburgo, 3 ° a Douai, 4 ° a Metz, 5 ° a Grenoble, 6 ° a Metz, 7 ° a Tolosa, 8 ° a Douai, 9 ° a Besançon. Nel 1796, il numero di artiglieria a cavallo fu ridotto a otto reggimenti.

L'artiglieria fu ulteriormente sviluppata nel 1796. Ora contava reggimenti di otto piedi e otto di cavalleria, e il numero delle compagnie di lavoro salì a dodici. Le compagnie minerarie e di zappatori furono escluse dall'artiglieria e trasferite alle truppe di ingegneria. E invece di loro, è stato formato un nuovo corpo di pontoni, finora solo come parte di un battaglione situato a Strasburgo.

Nel 1803, in connessione con i preparativi per la guerra con l'Inghilterra, fu effettuata un'altra riorganizzazione. Rimasero otto reggimenti di fanteria e il numero della cavalleria fu ridotto a sei. Invece, il numero delle aziende operai è aumentato a quindici e il numero dei battaglioni di pontoni a due. Emerse un nuovo ramo di truppe: otto battaglioni di trasporti di artiglieria.

La successiva riorganizzazione del corpo d'artiglieria già imperiale iniziò nel 1804. Quindi si formarono 100 artiglieri della difesa costiera, reclutati tra veterani la cui età o stato di salute non consentiva loro di prestare servizio in unità lineari. Lo stesso ruolo è stato svolto dalle compagnie di artiglieri stazionari (sedentari), situate su isole costiere come If, ​​Noirmoutier, Aix, Oleron, Re, ecc. A poco a poco, a causa dell'aumento della costa francese, il numero di compagnie di difesa costiera ha raggiunto 145 e stazionarie - 33. Inoltre, 25 le compagnie veterane erano situate nelle fortezze.

Nello stesso 1804 il numero delle aziende di lavoro salì a sedici, e nel 1812 erano già diciannove. Il numero di battaglioni di treni di artiglieria fu aumentato a ventidue. Anche tre società di armaioli sembravano riparare оружия e attrezzature. Quattro società furono aggiunte nel 1806 e altre cinque nel 1809.

Questa organizzazione di artiglieria fu preservata durante tutte le guerre napoleoniche, solo che nel 1809 una compagnia di rifornimenti fu aggiunta a 22 compagnie di artiglieria di linea in ogni reggimento, e nel 1814 il numero di compagnie di linea aumentò a 28.

Il posto del primo ispettore generale, come già accennato, fu abolito poco dopo la morte di Griboval. Solo Bonaparte lo riportò al tempo del Consolato, nominando François Marie d'Aboville come primo ispettore generale. I suoi successori furono successivamente Auguste Frédéric Louis Marmont (1801-1804), Nicolas Sonji de Courbon (1804-1810), Jean Ambroise Baston de Lariboisiere (1811-1812), Jean-Baptiste Eble (1813) e Jean-Bartelmo Sorbier (1813-1815 XNUMX). Il primo ispettore generale presiedeva il consiglio degli ispettori generali (principali generali e luogotenenti generali). Ma poiché gli ispettori generali, di regola, erano nell'esercito attivo, il consiglio si riuniva estremamente raramente.

A livello di corpo della Grande Armata, l'artiglieria era comandata dal comandante con il grado di tenente generale. Era sempre al quartier generale del corpo e distribuiva l'artiglieria tra le divisioni di fanteria e le brigate di cavalleria, o le conduceva in "grandi batterie".

Napoleone considerava l'artiglieria la principale potenza di fuoco in battaglia. Già nelle prime campagne in Italia e in Egitto cercò di utilizzare l'artiglieria per sferrare un colpo decisivo al nemico. In futuro, ha cercato di aumentare costantemente la saturazione delle sue truppe con l'artiglieria.

A Castiglione (1796) poté concentrare solo pochi cannoni sulla direzione principale. A Marengo (1800) aveva 18 cannoni contro 92 austriaci. Ad Austerlitz (1805), mise 139 cannoni contro 278 austriaci e russi. A Wagram (1809), Napoleone portò 582 cannoni e gli austriaci - 452. Infine, a Borodino (1812), Napoleone aveva 587 cannoni e i russi - 624.

Questo fu il momento culminante nello sviluppo dell'artiglieria francese, poiché il numero di cannoni con cui i francesi potevano resistere agli Alleati nel 1813-1814 era molto più basso. Ciò era dovuto principalmente alla perdita dell'intera flotta di artiglieria durante la ritirata dalla Russia. Nonostante gli enormi sforzi, è stato impossibile ripristinare il precedente potere di artiglieria in così poco tempo.

Il numero di artiglieri nell'esercito francese è cresciuto costantemente e notevolmente. Nel 1792 erano 9500. Tre anni dopo, nella guerra della Terza Coalizione, erano già 22000. Nel 1805, la Grande Armata contava 34000 artiglieri. E nel 1814, poco prima della caduta di Napoleone, ben 103000. Tuttavia, nel tempo, una parte significativa degli artiglieri iniziò ad essere veterani, che potevano essere utilizzati solo nella difesa delle fortezze.

Durante le guerre rivoluzionarie, c'era un'arma ogni mille soldati. L'artiglieria allora era piccola. E nelle sue file era più facile attirare migliaia di volontari dalla fanteria che addestrare migliaia di artiglieri professionisti e fornire loro l'equipaggiamento appropriato. Tuttavia, Napoleone si sforzò costantemente di garantire che il coefficiente di saturazione delle truppe con l'artiglieria fosse il più alto possibile.

Nella campagna del 1805 c'erano quasi due cannoni ogni mille fanti e nel 1807 più di due. Nella guerra del 1812 c'erano già più di tre cannoni ogni mille fanti. Napoleone considerava la saturazione delle truppe con l'artiglieria il compito più importante, in vista della perdita di fanti veterani.

Man mano che l'efficacia in combattimento della fanteria diminuiva, era necessario rafforzarla sempre di più con l'artiglieria.

Secondo i materiali:

M. Testa. Artiglieria napoleonica francese... Almark Publishing Co. Ltd., 1970.
Ph. Haythornthwaite. Armi e attrezzature delle guerre napoleoniche... Cassells, 1999.
A. Pasquale. Histoire de l'armée et de tous les régiments, depuis les premiers temps de la monarchie française... A. Barbier, 1850.
HCB Rogers. L'esercito di Napoleone... Hippocrene Books, 1974.
R.Sutterlin. Histoire du commité de l'artillerie... Revue Historique des Armées, (1): 51–79, 1975.
JC Quennevat. Les vrais soldats de Napoleon... Sequoia-Elsevier, 1968.
J. Tulard, editore. Dizionario Napoleone... Fayard, 1989: B. Cazelles. artiglieria.
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Artiglieria: l'angolo morto

http://wargamenapoleonico.blogspot.com/ ... morto.html

Con questo post voglio affrontare un problema dell'artiglieria. Noi sappiamo, non foss'altro che da von Clausewitz, che chi è sull'alto e deve difendersi ha un vantaggio fra chi è in basso e deve attaccare. Ma questo vale per la fanteria. Già la cavalleria è esclusa in quanto difficilmente può combattere su terreni scoscesi. Ma anche l'artiglieria ha una difficoltà. Il cosiddetto "Angolo morto". Ossia un'area ove l'artiglieria non riesce a colpire. Vediamo come e perché.

Come noto l'artiglieria ha vantaggi nei confronti della fanteria: può colpire più lontano, anche più velocemente. Da distanze più ravvicinate possono colpire con granate o anche a mitraglia. Poi possono cambiare angolo di tiro più velocemente che la fanteria. I serventi ai pezzi fanno ruotare l'affusto e possono sparare verso un'altra direzione mentre la fanteria deve compiere una manovra.

Misurazioni per tiro in pianura.
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Ma tutto ciò vale se la batteria è in pianura. Si verifica l'angolo e si verifica la distanza.

Tiro in pianura
Immagine

Sia che il tiro sia effettuato da un cannone, in rosso ad alzo zero, che da un obice (howitzer, Obusier, Haubitze), arancio, non vi sono problemi.
I problemi sorgono quando il tiro è effettuato da un'altura.
Innanzi tutto occorre calcolare la maggiore distanza che il proiettile compie in quanto quando ha terminato la sua spinta propulsiva, per inerzia, durante la discesa tende ancora ad allontanarsi.

Tiro da altura
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Ma il problema sorge quando l'obiettivo è troppo vicino alle pendici e quindi entra nell'angolo morto. Poiché non è possibile posizionare la canna con angolo negativo (il minimo è zero) con l'artiglieria non è più possibile colpire l'obiettivo. Si può tentare con l'obice con un tiro molto arcuato ma di difficile realizzazione.

L'angolo cieco
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Di seguito un'immagine grafica del tiro da un'altura.

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Artiglieria: calibri e gittata

http://wargamenapoleonico.blogspot.com/ ... ttata.html

In questo post intendo affrontare la questione dei calibri e della gittata dell'artiglieria in epoca napoleonica.

L'interesse di avere ben chiara la situazione è importante al fine di poter ben simulare e/o ricreare una battaglia. I regolamenti sono molteplici e, normalmente, semplificano alquanto l'aspetto artiglieria. Ma ben sappiamo che l'effetto di un cannone da 12 libre su una colonna d'attacco o una granata a breve distanza su una compagnia in linea sono devastanti. Il tutto cambia con granate a lunga distanza o cannoni da 3 libbre anche solo a media distanza.

Come abbiamo visto in post precedente, l'artiglieria disponeva di vari mezzi utilizzabili in momenti od occasioni diverse:
1) Cannoni da assedio. Grande calibro, difficilmente trasportabili. Russi e Spagnoli avevano i più grandi. Solo i russi provavano ad utilizzarli in battaglia.
2) Cannoni da fortezza. Grande calibro. Inamovibili.
3) Cannoni da campo. Di mediogrande e medio calibro. Utilizzati in battaglia come arma di concentrazone di fuoco sul nemico per far desistere un attacco o per aprire un varco fra le fila.
4) Cannoni ippotrainati. Artiglieria a cavallo. Rapido spostamento per giungere ad aiutare un settore del proprio dispiegamento in difficoltà. Più raramente in fase offensiva.
5) Obici (Howitzer). Calibro medio. Arma difensiva per eccellenza. Decimava il nemico in fase di attacco con le granate.
6) Cannoni da montagna. Piccolo calibro. Utilizzati anche come artiglieria reggimentale, ossia aggregata direttamente al reggimento e non organizzata autonomamente. Si trattava di artiglieria di supporto.
7) Razzi Congreve (Rockets). Inventati dal Colonnello inglese William Congreve sull'esperienza acquisita in India. Di diversissime dimensioni fra loro. Utilizzati come granate che giungevano dall'alto o come strumenti incendiari. Potevano raggiungere notevoli distanze.

Per la, futura, riproduzione di battaglie ho creato la seguente tabella.

Immagine

I valori della tabella sono in yarde ma li possiamo considerare metri (1 yard = 0,9144) vista l'imprecisione dell'artiglieria dell'epoca. La libbra (pound) corrispode a 489,5 grammi.

Come evidente i calibri erano diversi e l'utilizzo variava da nazione a nazione. Ciò significa che anche catturare un cannone od una batteria al nemico non sempre significava poterlo riutilizzare in quanto non si disponeva dei proiettili adatti.

La tabella, ritengo chiara, si legge in questa maniera. Un cannone ha una gittata massima, ma l'effetto del proiettile sull'ultimo tratto è certamente inferiore. Quindi per i cannoni si ha una gittata massima che identifica quanto lontano poteva giungere il proiettile ed una gittata ottimale che indica la distanza di maggior danno prodotto e la maggior precisione nel colpire l'obiettivo. Ricordiamo che per gittate più brevi insorge l'angolo buio ove non è possibile colpire in quanto, come noto, occorre produrre al proiettile una certa traiettoria che rende salva l'area prospicente in cannone. Fatto salvo sparare ad "alzo zero", ma riducendo enormemente la gittata. Questo accadeva solamente nel caso di imminente assalto del nemico alla batteria. Al contrario, alzare troppo la traiettoria significava, nella maggior parte dei casi, vedere il proiettile giungere a terra e conficcarsi profondamente nel terreno senza produrre danni. In effetti questo tipo di proiettili i maggiori danni li produceva con il rimbalzare sul terreno e colpire più volte il nemico. Si comprende che un terreno gelato era ottimale, uno acquitrinoso rendeva scarni i risultati.

Per quanto riguarda l'obice (Howitzer) in discorso è diverso. L'arma ed il proiettile si distinguono per un altro obiettivo. Quello di far giungere la granata nelle vicinanze del nemico e questa esplodendo produrre danni in un'area circolare ove in un diametro inferiore seminava la morte mentre in diametri maggiori feriti più o meno gravi.

Il fante che aveva già combattuto vedeva giungere il proiettile del cannone e riusciva ad intuire la traiettoria e valutare se era o meno in pericolo. I rimbalzi erano più pericolosi in quanto l'aserità del terreno od una roccia potevano far cambiare la traiettoria con il pericolo di essere coinvolti. Il sopraggiungere di una granata, invece, seminava il panico, in quanto ove si fermava, come detto, colpiva tutto attorno con le sue biglie (o chiodi) scagliati tutto attorno. Quindi si poteva essere colpiti alle spalle.

I razzi (rockets) avevano la medesima funzione delle granate ma a grande distanza. Estremamente imprecisi (avevano solamente una barra stabilizzatrice di scarso effetto) ma avevano la prerogativa di giungere dal cielo in zone che potevano essere considerate non di prima o seconda linea e quindi, per l'epoca, da considerarsi tranquille. Gli inglesi adottarono i razzi nel 1805 e li utilizzarono in molte occasioni: dall'assedio di Kopenhagen a Lipsia alla guerra del 1812 contro gli USA. Ma anche gli austriaci ebbero i loro razzi dal 1808. Pare che fu proprio il futuro maresciallo Radetzsky ad organizzare le compagnie austriache di lanciatori di razzi. Venivano utilizzati razzi da 6, 9, 12, 24 e 32 libbre (Pound) e da 6, 7 e 8 pollici (inch).
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