LA FANTERIA

Perchè non creare anche la versione napoleonica?
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La tattica napoleonica
Nicola Zotti
http://www.warfare.it/tattiche/tattica_napoleonica.html

De Guibert e il dibattito sulla tattica

Tutti gli eserciti dell'epoca delle guerre napoleoniche adottavano la forma più matura della tattica lineare o meglio il sistema di tattiche imposto con le sue vittorie dal re di Prussia Federico II: tutti gli eserciti tranne quello francese, che invece applicava una versione di queste tattiche aggiornata da Jacques A. Hippolyte, conte de Guibert, uno dei più importanti rappresentanti dell’esteso dibattito sulla tattica militare condotto in Francia nella seconda metà del Settecento.

L'Essai Générale de Tactique -- scritto nel 1771 -- rappresentò un punto di riferimento per i comandanti dell'epoca che vi cercarono quanto poteva essere utile alle proprie esigenze, adattandolo alle restrizioni pratiche della guerra: questo almeno dal 1791, quando la Francia incorporò le dottrine di de Guibert nei propri regolamenti militari.

I comandanti di reggimento e di battaglione sul campo di battaglia godevano di una grande libertà nella scelta dei metodi tattici, questo anche perché non tutte le unità erano addestrate in modo uniforme e perché in ogni caso i vari comandanti avevano proprie idee in merito, che a volte formalizzavano in veri e prorpi regolamenti autonomi.

In termini astratti i principali punti cardine della tattica dell'epoca napoleonica non sono diversi a quelli comuni a tutto il corso della storia militare. La disposizione delle truppe sul campo di battaglia può adeguarsi a tre tipi di formazione: la linea, la colonna e il quadrato.

La linea

La linea è la formazione che affronta il nemico con il fronte più ampio, il che significa che la sua potenzialità di offendere l'avversario viene massimizzata: vista l’inaffidabilità e la lentezza di tiro dei moschetti dell’epoca, l’unico fuoco statisticamente efficace era quello di una massa compatta che sparava all’unisono.

Gli uomini di ogni compagnia (tra gli 80 e i 180 soldati) del battaglione (da 4 a 10 compagnie) sono disposti spalla a spalla su 2 o 3 lunghe righe parallele. E' il tipo di formazione più difficile da aggirare, proprio in virtù della sua estensione, e usata difensivamente può essere ulteriormente potenziata appoggiando i fianchi ad ostacoli naturali, che ne rendono ancora più arduo l'aggiramento, oppure protetta frontalmente da fortificazioni.

La linea sconta, però, il difetto di mancare di profondità, e quindi della potenza che deriva dalla massa, e di mobilità: mantenere l'allineamento muovendosi, soprattutto in grandi formazioni, è tanto difficile quanto necessario: la più piccola breccia potrebbe significare la penetrazione del nemico alle spalle della linea.

La larghezza dell'unità è il parametro principale di uno schieramento. In teoria il colonnello comandante di un reggimento avrebbe dovuto calcolare lo spazio necessario allo schieramento in ogni occasione, a seconda del numero di uomini presenti in ogni compagnia. Naturalmente questo non avveniva, e i calcoli venivano fatti ad occhio garantendosi un bel margine di sicurezza per evitare che le compagnie di due diversi reggimenti si mischiassero tra loro, provocando il disordine delle truppe.

Una variazione della linea è l'ordine sparso, tipico della fanteria leggera: gli uomini – che per inciso sono "leggeri" perché possono liberarsi dell'equipaggiamento per combattere, ma anche perché vengono scelti tra gli uomini più bassi di statura – agiscono in piccoli gruppi, sfruttando il riparo fornito dal terreno e fanno fuoco libero sulle formazioni nemiche muovendosi come uno sciame e non come una formazione serrata.

In epoca napoleonica la linea è l'ordine canonico di combattimento: sia nella difesa che nella conduzione dell'attacco a fuoco o con la baionetta la norma vuole che le truppe affrontino il nemico in questa formazione.

Tuttavia gli attacchi in colonna non erano eccezionali sia perché spesso erano intenzionali, sia perché a volte erano frutto di errori di tattica di ufficiali inesperti o di truppe impetuose.

La colonna

Si fa presto a dire colonna.

La colonna di marcia era formata da un fronte tanto largo quanto la strada permetteva, suddividendo le compagnie in frazioni uguali.

La colonna di compagnie era una formazione di avvicinamento al nemico nella quale le compagnie si dispiegavano una dietro l'altra.

La colonna di divisioni aveva il fronte di una "divisione": ovvero di un'unità amministrativa formata da due compagnie. Così le due compagnie appartenenti alla stessa divisione marciavano appaiate, e quindi le altre divisioni succedevano una dietro l'altra.

La colonna d'attacco si può dire sia un'invenzione di de Guibert, perché Federico II la sperimentò, ma non ne comprese le potenzialità: è identica nell'aspetto alla colonna di divisioni, ovvero ha il fronte di una divisione di due compagnie, ma le compagnie appartenent alla stessa divisione sono una dietro l'altra: questo perchè de Guibert dimostrò che se si rinunciava al principio di avere le compagnie schierate nel loro ordine sequenziale si potevano effettuare manovre anche 4 volte più veloci.

La colonna è la formazione di manovra e sacrifica il potenziale di fuoco a vantaggio della mobilità: gli uomini hanno un po' meno problemi a mantenere un rigido allineamento laterale e su un fronte più stretto è più facile evitare i rallentamenti dovuti agli ostacoli del terreno: il passo, così, diventa naturalmente più spedito. La maggiore mobilità significa anche capacità di concentrare improvvisamente una forza adeguata contro un punto critico del nemico e per questo motivo le unità in riserva sono spesso in colonna.

Un altro motivo degli attacchi in colonna è dovuto appunto al fatto che spesso per sfruttare un'occasione favorevole, ai comandanti di unità non veniva nemmeno dato il tempo materiale per schierare le prorie truppe, che venivano gettate all'attacco come si trovavano.

Svantaggio principale della colonna, oltre il ridotto potenziale di fuoco, è la massima esposizione agli attacchi di fianco e una particolare vulnerabilità al fuoco frontale o diagonale che batte l'unità per tutta la sua profondità, in particolare, ovviamente, quello dell'artiglieria.

La linea e la colonna sono combinate dai francesi nell'ordre mixte: due unità in colonna fiancheggiano un'unità in linea sommando in questo modo il potenziale di fuoco della linea con la mobilità della colonna: di questo, comunque, parlo a parte.

Il quadrato

Il quadrato è la formazione difensiva per eccellenza, specialmente contro nemici più numerosi o più mobili, perché annulla il panico dovuto all'effetto degli attacchi di fianco e di spalle: il prezzo da pagare, però, è la riduzione al minimo della capacità di movimento. Solo la fanteria può fare il quadrato ed è sicuramente il modo migliore con il quale può sperare di sostenere una carica di cavalleria.

In epoca napoleonica venivano effettuati due tipi principali di quadrato: il quadrato "aperto" e quello "chiuso".

Il primo veniva effettuato quando l'unità aveva un sufficiente preavviso: ad esempio a Waterloo l'ordine di formare i quadrati venne dato alla linea inglese quando la cavalleria francese era a 1.000-1.200 metri di distanza.

I quattro lati del quadrato erano formati da una doppia linea e gli angoli venivano rafforzati da contingenti di granatieri.

Il quadrato chiuso poteva essere fatto in condizioni di emergenza solo da fanteria in colonna: in pratica i soldati facevano fronte verso l'esterno. Le linee di fanteria che adottavano i sistemi tattici di de Guibert potevano con una certa velocità passare da linea a colonna d'attacco e da questa a quadrato chiuso.

La velocità di schieramento

Riguardo al movimento, in sintesi si può distinguere tra "passo di marcia", usato per spostarsi, e "passo corto" usato per cambiare formazione e spesso anche per muoversi in linea: ciascuna di queste cadenze era a loro volta suddivisa in diversi gradi di velocità, ma orientativamente il primo era il doppio più veloce del secondo.

I francesi avevano cadenze di marcia leggermente più lente dei loro avversari: ad esempio col "passo ordinario" i francesi percorrevano 50 metri al minuto, mentre i loro avversari ne facevano tre in più.

Le fanterie francesi, però, ricorrevano alle cadenze veloci più spesso di quanto non fossero use le altre fanterie, per ragioni di cultura militare, di diversa attitudine, ma anche, se non soprattutto, per le innovazioni di de Guibert.

I reggimenti francesi, infatti, avvantaggiati dalle sue riforme riuscivano a schierarsi con un sostanziale risparmio di tempo. Un reggimento austriaco che voleva dispiegarsi in linea era costretto a farlo ad una notevole distanza di sicurezza dal nemico per evitare di essere attaccato durante questo momento di crisi e di conseguenza doveva abbandonare il passo di marcia per quello corto con notevole anticipo rispetto ai francesi.

Invece un reggimento francese poteva ancora serrare sotto, decidendo all'ultimo momento dove era più opportuno dispiegare la linea.

Naturalmente la teoria è una cosa e la pratica è un'altra: i sistemi tattici di de Guibert non garantivano l'invulnerabilità dalle sorprese, per cui molti ufficiali continuavano ad effettuare dispiegamenti molto cauti e arretrati, rinunciando ad ogni vantaggio relativo per guadagnare un po' di tranquillità in un momento già sufficientemente teso come una battaglia.

Tirando le somme, un Corpo d'Armata francese poteva schierarsi in meno della metà del tempo necessario ad una equivalente formazione nemica: una caratteristica che rendeva possibile il ricongiungimento delle forze sul campo di battaglia alla base di tante tra le vittorie di Napoleone, successi che sarebbero stati addirittura impensabili senza le riforme tattiche di de Guibert.
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Re: LA FANTERIA

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Fanteria

La fanteria sopportò il peso maggiore dei combattimenti, e il suo comportamento determinò la maggior parte delle vittorie di Napoleone. Caratterizzata da grande combattività e vigore negli assalti la fanteria napoleonica era molto temuta per la sua irruenza offensiva e gli avversari parlavano di "furia francese". I soldati francesi erano particolarmente adatti ai grandi assalti alla baionetta e anche al combattimento in ordine sparso con il fuoco di fucilieria; intelligente e intraprendente il soldato di fanteria francese dava prova di iniziativa e di notevole coraggio, e in generale i reparti di fanteria erano superiori agli avversari delle altre nazioni. Meno solido si dimostrò a volte nel combattimenti difensivi e i soldati francesi, impetuosi negli assalti e rapidi e resistenti nelle marce, capaci di sopportare i grandi sacrifici richiesti dalla strategia napoleonica, erano invece più facili a demoralizzarsi in situazioni negative dei fanti britannico o russo.

La fanteria napoleonica era suddivisa in due principali corpi, la fanteria di linea (Infanterie de Ligne) e la fanteria leggera (Infanterie Légère). Nell'Armée francese del 1803 esistevano 90 reggimenti di fanteria di linea e 26 reggimenti di fanteria leggera. Tra il 1813 e il 1814 i reggimenti di fanteria di linea erano diventati 137 (numerati da 1 a 157), mentre i reggimenti di fanteria leggera 35 (numerati da 1 a 37). Durante la battaglia di Waterloo furono invece 90 i reggimenti di fanteria di linea e 15 i reggimenti di fanteria leggera impiegati. I successi della fanteria sono da ascriversi principalmente agli schemi di battaglia, al grande impeto dimostrato negli scontri e soprattutto alla velocità di marcia che permetteva alle truppe di portarsi in battaglia occupando rapidamente le posizioni migliori[9].

Nonostante la fanteria di linea sostenesse la più parte degli sforzi della fanteria della Grande Armée, e ne costituisse la maggior parte, la fanteria leggera (Infanterie Légère) giocò un ruolo ugualmente importante; i reggimenti di fanteria leggera tuttavia non furono mai più di 35, anche perché le truppe di linea ne potevano eseguire le medesime manovre, incluse le scaramucce.

Nel 1803, Napoleone aveva ripristinato la nozione di reggimento il 24 settembre 1804, mentre la nozione di demi-brigade in uso durante la Rivoluzione francese era ora usato solo per le unità provvisorie di truppa e le unità di deposito.

https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_Armata#Fanteria
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Re: LA FANTERIA

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Fanteria napoleonica
https://it.wikipedia.org/wiki/Fanteria_napoleonica

La fanteria napoleonica fu l'arma che nei ranghi della Grande Armée fu, spesso, la principale artefice delle vittorie e delle sconfitte di Napoleone, sopportando le maggiori difficoltà nei combattimenti.

Storia
Nella battaglia di Waterloo erano impegnati 90 Reggimenti di Fanteria di Linea e 15 Reggimenti di Fanteria Leggera. I successi delle vittorie della fanteria sono da attribuirsi principalmente agli schemi utilizzati in battaglia, al grande impeto dimostrato negli scontri, e soprattutto alla velocità di marcia che permetteva alle truppe di portarsi in battaglia, occupando rapidamente le migliori posizioni[1].

Organizzazione
La fanteria napoleonica era suddivisa in due corpi principali: l’Infanterie de Ligne[2] e la Infanterie Légère[3]. Nel 1803 nell'armata francese era composta da 90 Reggimenti di Fanteria di Linea e 26 Reggimenti di Fanteria Leggera. Tra il 1813 e il 1814 i Reggimenti di Fanteria di Linea erano diventati 137[4], mentre i Reggimenti di Fanteria Leggera 35[5].

Fanteria di Linea
La fanteria di linea costituiva la maggior parte della Grande Armée. Nel 1803, Napoleone aveva ripristinato la denominazione di Reggimento con un decreto del 24 settembre 1804, che sostituiva la precedente denominazione di demi-brigade[6][7]

I reggimenti di linea variavano di dimensione durante il corso delle Guerre napoleoniche, ma il nucleo costitutivo della Fanteria di Linea era il Battaglione. Un Battaglione di Fanteria di Linea a pieni effettivi era formato da circa 840 uomini, ma normalmente un Battaglione avrebbe dovuto essere composto tra 400 e 600 uomini. Dal 1800 al 1803 un Battaglione di Fanteria Linea era composto da 8 Compagnie di Fucilieri e 1 Compagnia di Granatieri. Dal 1804 al 1807 un Battaglione di Fanteria Linea era composto da 7 Compagnie di Fucilieri, 1 Compagnia di Granatieri e 1 Compagnia di Volteggiatori. Dal 1808 al 1815 un Battaglione di Fanteria Linea era composto da 4 Compagnie di Fucilieri, 1 Compagnia di Granatieri e 1 Compagnia di Volteggiatori.

Fucilieri
I Fucilieri costituivano la maggioranza dei Battaglioni della Fanteria di Linea, considerati come le tipiche fanterie napoleoniche della Grande Armée. I Fucilieri erano armati con un Moschetto Charleville del 1777 e baionetta. L'addestramento dei Fucilieri conferiva molta enfasi alla velocità della marcia e alla resistenza in formazione, oltre che all'addestramento individuale mirante a creare ranghi compatti e chiusi. Questo tipo di addestramento dava un certo vantaggio alla Fanteria, rispetto alla maggioranza delle altre armate europee, in quanto privilegiava il movimento delle formazioni e la loro potenza di fuoco. Molte delle prime vittorie napoleoniche erano dovute all'abilità delle truppe francesi di coprire grandi distanze molto velocemente, sorprendendo spesso il nemico, le cui truppe generalmente non erano addestrate a lunghe marce e veloci spostamenti, e soprattutto a marciare lontano dai punti di rifornimento. Questa capacità dovuta, come detto, all'addestramento impartito alle truppe di Fanteria, ben si coniugava con le tattiche di aggiramento e di attacchi improvvisi, strategicamente congegnati da Napoleone, per il quale per altro, avere l'iniziativa era una priorità assoluta. Dal 1803, ciascun Battaglione comprendeva 8 Compagnie di Fucilieri, ciascuna formata da circa 120 uomini.

Nel 1805, una Compagnia di Fucilieri fu sciolta e ricostituita come Compagnia di "Volteggiatori". Nel 1808, Napoleone riorganizzò i Battaglioni di Fanteria portandoli da 9 a 6 Compagnie. Erano pertanto più grandi, e includevano 140 uomini, quattro delle quali erano costituite da Fucilieri, una da Granatieri e una da Volteggiatori.

I Fucilieri di Linea indossavano un cappello bicorno, finché questo fu sorpassato, nel 1807, dallo sciaccò. L'uniforme dei Fucilieri consisteva di pantaloni bianchi, un sottogiacca bianco e una giacca a coda di colore blu scuro con ampi baveri bianchi sul davanti chiusi con bottoni. La giacca sul davanti non copriva tutto il torso, ma solo la parte superiore, lasciando così esposto il sottogiacca bianco. Dietro invece la giacca era molto lunga con ampie code con risvolti bianchi bordati di rosso. La giacca era dotata inoltre un colletto con risvolti rossi e maniche arrotolate rosse o blu. Ogni fucilire indossava un'ampia tracolla bianca, chiamata bandoliera, che reggeva la cartucciera o giberna: una scatola nera posta all'altezza dell'anca di pelle che conteneva le cartucce per il moschetto. Su questa tracolla, nella parte anteriore, veniva agganciata la baionetta. Ciascun Fuciliere indossava, sul proprio cappello, un pon-pon colorato. Dopo la riorganizzazione del 1808, la 1ª Compagnia era caratterizzata da un pon-pon verde scuro, la 2ª Compagnia, blu cielo, la 3ª Compagnia, arancione, e la 4ª Compagnia, violetto.

Granatieri
I Granatieri rappresentavano l'élite della Fanteria di Linea, costituita dai veterani della Fanteria napoleonica[8]. I nuovi battaglioni erano privi di una Compagnia di Granatieri; pertanto, Napoleone ordinò che dopo due campagne militari, alcuni dei più robusti, più coraggiosi e alti Fucilieri fossero promossi alla Compagnia Granatieri, in modo che il Battaglione di Linea che avesse preso parte almeno a due campagne avesse nei ranghi una Compagnia Granatieri.

Il regolamento dei Granatieri imponeva alle reclute di essere alti, i più robusti del Reggimento. I Granatieri inoltre, per regolamento portavano tutti i baffi. Oltre a questo, erano inizialmente equipaggiati con un bonnet à poil, o colbacco, con spalline rosse sulla giubba. Il nuovo regolamento del 1807 stabilì che i Granatieri sostituissero il proprio colbacco con uno sciaccò a linee rosse con un pennacchio rosso. Comunque, molti decisero di mantenere il proprio colbacco. Oltre al consueto Moschetto Charleville e baionetta del 1777, i Granatieri erano anche equipaggiati con una spada corta. Questa era utilizzata nei combattimenti ravvicinati, ma molto più spesso finì per essere utilizzata per tagliare la legna da ardere. Pertanto i granatieri si distinguevano dalla normale fanteria, oltre che dal copricapo, per una seconda tracolla, che serviva per reggere la spada e la baionetta, che, in queste truppe non era agganciata alla tracolla della cartucciera. Dalle spalline assenti nella fanteria di linea era considerata all'epoca come indicatore di truppe di elite.

Una Compagnia di Granatieri si trovava solitamente situata sul lato destro della formazione, tradizionalmente il posto d'onore. Durante una campagna, una Compagnia di Granatieri avrebbe potuto essere impiegata per formare un Battaglione di Granatieri o occasionalmente un reggimento o una brigata. Queste formazioni sarebbero state usate come forza d'urto o come avanguardie di più vaste formazioni.

Volteggiatori
I Volteggiatori traggono la loro origine dai reggimenti di cacciatori che si diffusero tra gli eserciti europei dalla metà del XVIII secolo. Si distinguevano per combattere non in ranghi serrati, in colonna o in linea, ma in ordine sparso: poiché quest'ultimo tipo di combattimento risultò molto funzionale, proprio nell'era napoleonica,[9] questo tipo di truppe iniziò, non solo a formare particolari tipi di fanteria, tra i quali quella leggera, ma ad unirsi alle truppe tradizionali. Infatti nel 1804, Napoleone ordinò che i più piccoli e più agili uomini dei Battaglioni di Linea fossero scelti per formare una Compagnia di Volteggiatori. Queste truppe erano seconde in scala gerarchica solo ai Granatieri, considerate anch'esse truppe di "elite". Il loro nome è dovuto al loro compito originario. I Volteggiatori erano nati per affrontare la Cavalleria nemica "volteggiando", saltando, sopra i cavalli nemici, una fantasiosa idea che in combattimento non ebbe successo. Nonostante ciò, i Volteggiatori svolsero pregevolmente i propri compiti, fornendo fuoco "skermish", letteralmente da scaramuccia, cioè poco intenso, ma lungo e diffuso, che alla lunga infastidiva il nemico fiaccandone il morale: spesso infatti venivano schierati in ordine sparso davanti alle truppe normali disposte in formazione, creando a loro favore uno schermo di fuoco leggero ma fastidioso. Inoltre, spesso, queste truppe fornivano gli esploratori per ciascun Battaglione. Nell'addestramento dei Volteggiatori l'enfasi era posta sull'abilità nel tiro e sulla rapidità di movimento e di ricarica.

I Volteggiatori erano equipaggiati con bicorno con un pon-pon giallo o verde. Dopo il 1807, furono dotati di sciaccò con nastri gialli, sormontato da un pennacchio giallo-verde, spalline verdi con la parte superiore gialla e un colletto giallo. Come i granatieri avevano due ampie tracolle, una per la cartucciera e l'altra per spada e baionetta.

Originariamente, i Volteggiatori erano equipaggiati con una carabina o moschetto corto, chiamato dragon a causa del fumo che emetteva al momento dello sparo, ma successivamente, come il resto della truppa, furono equipaggiati con un Moschetto Charleville del 1777 a baionetta. Come i Granatieri, i Volteggiatori erano equipaggiati con una spada corta per il combattimento ravvicinato, ma raramente utilizzata. Dopo il 1808, la Compagnia di Volteggiatori era posizionata sulla sinistra della linea di battaglia. Questa era tradizionalmente la seconda più importante posizione d'onore nello schieramento, anche se come detto, durante la battaglia spesso venivano mandati davanti in ordine sparso.

Fanteria Leggera
Nonostante la Fanteria di Linea sostenesse la parte maggiore degli sforzi della Fanteria della Grande Armée, la Fanteria Leggera giocò un ruolo importante. Ciò nonostante i Reggimenti di Fanteria Leggera non furono mai più di 35[10], anche perché le truppe di Linea ne potevano eseguire, tutte, le stesse manovre.

L'addestramento per le unità di Fanteria Leggera pose più enfasi sull'accuratezza della mira, sulla velocità dei movimenti e nella ricarica. Come risultato infatti, questi soldati erano in grado di sparare con maggior precisione, e di muoversi molto più velocemente rispetto alla controparte della Fanteria di Linea. I Reggimenti di Fanteria Leggera inoltre tendevano a partecipare maggiormente alle azioni belliche e spesso venivano utilizzati per svolgere anche grandi manovre. Le truppe della Légère avevano un maggior "espirt de corp", spirito di corpo, ed erano note, sia per il loro coraggio, che per le loro uniformi sgargianti: ecco perché i comandanti militavano più spesso nella Fanteria Leggera rispetto alla Fanteria di Linea. Anche agli uomini delle truppe di Fanteria Leggera era richiesto essere più bassi rispetto agli uomini delle truppe di Linea, infatti questo aiutava a muoversi più velocemente attraverso le foreste rimanendo nascosti dietro gli ostacoli nel corso delle scaramucce. I battaglioni di Fanteria Leggera erano esattamente lo specchio dei Battaglioni di Fanteria di Linea, ma con la differenza che i Granatieri erano sostituiti dai Carabinieri e i Fucilieri dai Cacciatori.

Cacciatori
I Cacciatori erano i Fucilieri del Battaglione di Linea Leggero. Costituivano la maggioranza della formazione. Erano armati con il Moschetto Charleville del 1777 a baionetta, e una corta spada per il combattimento ravvicinato. Era comune nell'esercito napoleonico che quest'ultima arma fosse per lo più usata per tagliare la legna per il fuoco.

Dal 1803, ciascun battaglione era formato da 8 Compagnie di Cacciatori. Ciascuna di esse includeva 120 uomini. Nel 1808, Napoleone riorganizzò i Battaglioni di Fanteria portandoli da 9 a 6 Compagnie. Le nuove compagnie erano molto più grandi, e comprendevano 140 uomini, e un quarto di questi erano Cacciatori.

I Cacciatori vantavano uniformi molto più elaborate di quelle dei Fucileri. Fino al 1806, erano equipaggiati con uno sciaccò cilindrico dotato di una grande piuma verde scura decorata con un cordiglio bianco. L'uniforme era di un blu più scuro di quello utilizzato nei Reggimenti di Linea per favorirne il camuffamento nel corso delle scaramucce. La giubba era simile a quella delle truppe di Linea, ma i loro risvolti e baveri erano anch'essi blu scuro con spalline verdi a bordi rossi. Indossavano anche sottogiacca bianca o blu, pantaloni blu scuro e corte ghette che potevano stare sopra o sotto i pantaloni. Dopo il 1807, lo sciaccò cilindrico fu rimpiazzato con lo sciaccò standard, ma ancora abbellito con il cordiglio bianco. Come per la Fanteria di Linea, le compagnie di Cacciatori si distinguevano dai pon-pon colorati, ma il colore per le differenti compagnie cambiava da reggimento a reggimento.

Carabinieri
I Carabinieri ricoprivano nella Fanteria Leggera il medesimo ruolo che i Granatieri ricoprivano nella Fanteria di Linea. Dopo due campagne militari, i più alti e coraggiosi Cacciatori erano scelti per essere arruolati nella Compagnia Carabinieri. Svolgevano il ruolo di truppe d'assalto del Battaglione. Così come ai Granatieri, anche ai Carabinieri era richiesto di portare i baffi. Erano armati con Moschetto Charleville del 1777, una baionetta e una spada corta. L'uniforme dei Carabinieri consisteva di un alto colbacco, sostituito nel 1807 da uno sciaccò a linee rosse con una piuma rossa. Indossavano la stessa uniforme dei Cacciatori, ma con le spalline rosse. Le Compagnie Carabinieri potevano essere distaccate al fine di formare un'unica formazione di Carabinieri d'assalto o per altre operazioni che richiedessero truppe d'assalto.

Volteggiatori
I Volteggiatori svolsero esattamente gli stessi compiti nella Fanteria Leggera che già svolgevano nella Fanteria di Linea, solo che erano più agili e ospitavano i migliori tiratori. Quelli della Fanteria Leggera erano vestiti come i Cacciatori, ma con spalline gialle e verdi, e, prima del 1806, con un colpack, o busby, rimpiazzato poi dallo sciaccò. Il colpack aveva una lunga piuma gialla e rossa e cordini verdi. Dopo il 1807, lo shackò fu rimpiazzato con il colpack, con un grosso pennacchio rosso a linee gialle. Così come i Volteggiatori dei Battaglioni di Linea, i Volteggiatori dei Battaglioni di Fanteria Leggera potevano essere distaccati e usati per creare formazioni più grandi a seconda della necessità.

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Ordine di battaglia
Nel corso della battaglia i Reggimenti di Fanteria manovravano secondo formazioni diverse in base a qual era il principale obiettivo dello scontro.

Ordine sottile
Le truppe venivano fatte schierare su poche linee, in modo da allargare il più possibile il fronte. Ciò garantiva una ottimizzazione della potenza di fuoco che, con tale formazione, raggiungeva il suo massimo.

Ordine profondo
Si costituivano colonne d'assalto con il compito di creare brecce nello schieramento avversario sfruttando la forza d'urto e l'impeto della massa di fanteria che attaccava con la baionetta. La fanteria francese era particolarmente temuta per il vigore degli assalti e gli avversari parlavano di "furia francese".

Ordine misto
All'ordine sottile, in grado di sfruttare la potenza di fuoco contro l'avversario, e intervallando alcune colonne d'assalto, tipiche dell'Ordine profondo, in modo da disporre di truppe di pronto intervento nel caso si fosse trattato di fornire appoggio dove il proprio schieramento fosse stato in difficoltà, sia di poter attaccare nei punti in cui lo schieramento avversario avesse dimostrato di essere in crisi.

Quadrato
Quando si trattava di difendersi da un assalto di cavalleria, ci si disponeva a quadrato, in modo da creare una singola massa irta di baionette che gli avversari non potevano affrontare direttamente, obbligandoli ad arrestare l'impeto della carica ed esponendosi al fuoco avversario.

Ordine romboidale
Quando si avvicinava la fanteria leggere e si era su una collina ci si disponeva in questo ordine che consisteva in un quasi-quadrato inclinato. Le truppe sparavano da ogni lato e la cavalleria poteva facilmente muoversi intorno a esso.
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Re: LA FANTERIA

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L'ordine misto napoleonico

Le formazioni tattiche fondamentali della fanteria napoleonica erano la linea e la colonna. Entrambe avevano punti di forza e di debolezza, particolarità che ne suggerivano o ne sconsigliavano l'uso in battaglia.
Una particolare formazione utilizzata dai francesi sembrava risolvere tutti questi problemi, nascondendo in sé il segreto dei successi di Napoleone: l'ordre mixte.
Questa formazione viene considerata tipica dei reggimenti francesi su 3 battaglioni e raggiunge il compromesso di associare tra loro la forza d'urto della colonna e il potere di fuoco della linea.
Essa prevede due battaglioni in colonna d'attacco disposti ai lati di un battaglione in linea e una linea di tiraillerus sul suo fronte.
La fama dell'ordine misto è dovuta anche alla scuola di pensiero secondo cui l'invenzione sarebbe da attribuirsi allo stesso Napoleone Buonaparte, che durante la campagna d'Italia l’avrebbe concepita in occasione della battaglia del Tagliamento del 16 marzo 1797. In realtà questa ipotesi è poco probabile, perché la formazione è citata in opere tattiche di metà del Settecento, e già nella battaglia di Minden del 1° agosto del 1759 il Maresciallo de Contades adottò un ordine misto "a T", con due battaglioni in linea ai fianchi di uno in colonna.
Altri precedenti si possono trovare nell'Essai Générale de Tactique di de Guibert e anche generali come Charles Dumoriez (naturalmente prima che nel 1793 passasse agli austriaci) o Bathelemy Scherer rivendicano nei loro scritti qualche diritto di primogenitura.
E' possibile collocare almeno temporalmente nell'epoca dell'Amalgame la prima esigenza pratica di ricorrere all'ordine misto; infatti i battaglioni di volontari (i cosiddetti “blues”) venivano solitamente schierati in colonna, mentre i battaglioni di regolari in linea, mettendo in evidenza le particolarità dell’addestramento degli uni e degli altri: l’attacco in colonna ed alla baionetta dei volontari e la maggiore esperienza nel mantenere l’ordine ed il fuoco per i secondi.
Uno dei problemi dei governanti della Francia rivoluzionaria fu quasi subito quello di creare una qualche forma di amalgama, appunto, tra le numerose milizie popolari e l'esercito ereditato dall'Ancién règime.
Così, a partire dal 1791 e per anni a seguire, vi furono vari tentativi e proposte per cercare di uniformare, nel vero senso della parola, le forze armate francesi. Uno di questi tentativi fu l'Embrigadement, ovvero la riunione in una demi-brigade di un battaglione di linea e due di volontari. Alcuni storici individuano proprio in questa forma di Amalgame l'origine dell'ordre mixte. Di fatto, il battaglione regolare era addestrato a sufficienza per riuscire a schierarsi in linea, mentre i due battaglioni di volontari probabilmente no.
Inoltre altre forme di Amalgame più radicali si imposero presto: i singoli battaglioni prima mischiarono le compagnie, quindi gli stessi uomini. E' quindi difficile che l'Embrigadement possa essere all'origine dell'ordine misto, se non per un brevissimo periodo.
Il punto vero della questione, però, è un altro: ha davvero senso tattico l'ordine misto così come viene rappresentato? Oppure invece di associare tra loro i pregi della colonna e della linea ne moltiplica i rispettivi difetti?
Ad esempio è evidente che marciando in quella formazione il reggimento deve muoversi alla velocità dell'elemento più lento, perdendo in questo modo il vantaggio principale della colonna.
Inoltre, se è vero che la linea è protetta sui fianchi da un eventuale aggiramento, non altrettanto lo sono le colonne che, costrette al passo della linea, sono anche un ottimo bersaglio per le artiglierie.

L'ordre mixte era in realtà qualcosa di meno esotico. Come possiamo ricavare da molti resoconti di battaglie, era una formazione in cui il battaglione in linea che iniziava il combattimento era seguito da due battaglioni di rincalzo in colonna, pronti a dispiegarsi in linea al momento di entrare in combattimento.
In questo modo il colonnello del reggimento aveva sotto controllo tutti i propri battaglioni, li poteva mettere in campo a seconda delle esigenze e soprattutto disponeva di una consistente riserva.

Con l'andar del tempo l'esercito francese ebbe reggimenti di tutte le dimensioni, ed era sempre più difficile, anche volendo, ricorrere all'ordine misto "teorico".
La colonna Macdonald a Wagram è uno di questi esempi: per altro un esempio che non ha certo lasciato un buon ricordo di sé nella storia militare.

[di Giovanni Martignoni]
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