Ordine Teutonico

L'Ordine del Santo Sepolcro, Templari, Ospitalieri, Cavalieri Teutonici, San Giacomo
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Veldriss
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La battaglia di Wesenberg (1268)

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Tra il 1237 e 1290, l'Ordine di Livonia aveva conquistato tutta la Curlandia, la Livonia, e la Semigallia, ma i tentativi dell'Ordine di Livonia di invadere la vicina Repubblica di Novgorod non ebbero successo, tanto che il suo esercito fu sconfitto da una coalizione di Principi russi, nella battaglia di Wesenberg vicino al castello di Rakere il 18 febbraio 1268.

Le armate russe erano entrate nelle terre dei danesi, alleati dell’Ordine, con 30.000 soldati avvicinandosi alle mura della città di Rakvere in Livonia, dove si scontrarono con l’esercito dell’Ordine di Livonia, rinforzato da un contingente di cavalieri danesi.

I Cavalieri furono sconfitti tanto duramente che, dopo aver vanamente cinto d'assedio Pskov l'anno seguente, non intrapresero per i successivi trent'anni alcuna campagna contro la Russia settentrionale.

I due eserciti si scontrarono a circa 7,5 km dalla città di Rakvere. Le forze russe, circa 30.000 soldati, erano guidate da Dimitri I di Vladimir (figlio di Aleksandr Nevskij che rappresentava la Repubblica di Novgorod), insieme con il suo futuro genero, Dovmont di Pskov (che rappresentava la Repubblica di Pskov).

Dovmont, un nobile lituano esiliato dalla sua patria, aveva trovato rifugio in Russia, dove divenne noto per la sua capacità di comandante militare, avendo lottato con l'Ordine di Livonia molto e spesso, in risposta agli attacchi dei Cavalieri verso Pskov.

A parte i Cavalieri dell’Ordine di Livonia, l'esercito crociato, guidato dal Maestro Otto von Lutterberg, includeva un contingente di cavalieri danesi (fianco destro) e la locale milizia estone (fianco sinistro).

Le forze tedesche e danesi impiegarono la loro consueta formazione a cuneo, denominata “testa di verro”, di cavalieri pesantemente armati, chiamata dai russi il “grande maiale di ferro”. Questa formazione aveva un notevole potere di penetrazione sulle schiere nemiche, ma era scarsamente manovrabile e vulnerabile ad un attacco sui fianchi, a causa del conseguente fronte ridotto dell'esercito, cosa questa che già aveva portato, il 5 aprile 1242, alla sconfitta dei Cavalieri nella Battaglia del Lago Peipus.

I tedeschi, memori della sconfitta nella precedente battaglia, a Rakovor cercarono di porre rimedio a questa situazione, suddividendo la forza d'assalto dei Cavalieri in due formazioni, formate da una “testa di verro” pronta per la battaglia e da una seconda “testa di verro” in agguato, in modo che quando la prima “testa di verro” fosse stata attaccato su tutti i lati dai russi, la seconda“testa di verro”, dal suo appostamento, sarebbe entrata in battaglia, accerchiando il nemico.

Questa tattica funzionò bene, ma solo in un primo momento, infatti il primo cuneo di cavalieri tedeschi sfondò le truppe di russe, composte in gran parte da milizie di Novgorod, ma poi il secondo cuneo, vedendo i russi in ritirata e ritenendo che la battaglia fosse vinta, uscì dalla sua posizione di agguato e si mise a saccheggiare i corpi del nemico e quant’altro i russi abbandonavano nella fuga. L’abbandono del piano di battaglia portò il primo cuneo ad essere circondato dalle truppe di Pskov e Novgorod.

La lotta tra Russi e Livoni si fece allora terribile. Le “Cronache di Novgorod” riportarono: "Né i nostri padri né i nostri antenati sono mai stati testimoni di una lotta così crudele". Alla fine la milizia di Novgorod prevalse nonostante il suo leader, il posadnik Mikhailo Fiodorovič, fosse perito nello scontro.

I Principi russi incalzarono i Cavalieri fino a Rakvere. L’esercito di Novgorod assediò il castello per tre giorni, ma non osò prendere d’assalto la città.

Il Principe Dovmont di Pskov, il cui coraggio fu riconosciuto persino dalle cronache tedesche della battaglia, inseguì i cavalieri sconfitti fino alle coste del Mar Baltico e conquistò un cospicuo bottino prima di tornare tra le linee russe. Dovmont trovò vendetta per tutti gli attacchi alla sua terra subiti in precedenza da parte dell’Ordine di Livonia.

Intanto il Principe Dimitri I di Vladimir, al ritorno presso il proprio campo dopo la battaglia, scoprì che era stato saccheggiato da un altro reggimento di Cavalieri di Livonia. Dimitri voleva subito attaccare i Cavalieri, ma venne dissuaso dal cominciare una battaglia notturna. Dimitri concordò e deciso di aspettare fino al mattino. Tuttavia, nascosto dalle tenebre, il reggimento di Cavalieri di Livonia si ritirò. Passarono tre giorni ma nessun attacco fu più posto in essere dai Cavalieri. I leader russi proclamarono la propria vittoria e tornarono in trionfo a Novgorod. Secondo le Cronache di Livonia, i crociati persero nella battaglia 1.350 persone, mentre i russi ne persero 5.000.

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La Grande Rivolta Prussiana (1260-1280)

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Cavalieri dellOrdine di Livonia avevano effettuato una campagna in Samogizia (regione etnografica dell'attuale Lituania), a nord-est della Prussia. I pagani della Samogizia da due anni erano in tregua con l'Ordine di Livonia aspettando che qualcuno li battezzase. Ma nel 1259 i Samogiziani decisero di conservare la loro indipendenza pagana, ribellandosi. Sconfissero l’Ordine di Livonia nella battaglia di Skuodas nel 1259 e poi inflissero una schiacciante sconfitta alle forze alleate dell’Ordine Teutonico e dell’Ordine di Livonia (che comprendevano anche Cavalieri olandesi e svedesi), nella battaglia di Durbe nel 1260.

Le vittorie dei Samogiziani incoraggiarono nel settembre del 1260 i Vetero-Prussiani a ribellarsi ancora, dando inizio nello stesso anno alle grandi rivolte Prussiane che durarono per i successivi quattordici anni. Le diverse tribù prussiane si dichiararono libere dalla fede cattolica e ritornarono al paganesimo; durante la rivolta, si allearono tra di loro ed elessero Herkus Mantas come unico comandante che conducesse la rivolta.

Nella “Chronicon Terrae Prussiae” si dice che Herkus proveniva dalla Natangia. Da giovane Herkus fu preso in ostaggio dai Cavalieri Teutonici e portato a Magdeburgo, in Germania.

Avendo vissuto per circa dieci anni, e dopo aver studiato alla scuola del monastero di San Giovanni Battista a Magdeburgo, Herkus divenne molto istruito. Venne probabilmente battezzato con il nome di Henricus, ma dopo il suo rilascio cancellò due lettere del suo nome di battesimo e si fece chiamare Hercus o Herkus. Dal momento che aveva familiarità con la tattica militare tedesca, i Natangiani lo elessero come comandante del loro esercito.

In un primo momento Herkus Mantas ebbe grandi successi: il 21 gennaio 1261, sconfisse i Cavalieri Teutonici nella battaglia di Pokarwis. Questa battaglia fu combattuta durante la grande rivolta che fece seguito alla fallita prima rivolta degli anni tra il 1242 ed il 1249.

Nonostante le loro conquiste territoriali in Prussia, la primaria importanza dell’Ordine Teutonico era ancora la Terra Santa e pochi dei suoi Cavalieri potevano essere impiegati per il Baltico. L'Ordine chiamò quindi i Crociati dalla Germania e dalla Polonia perché aiutassero il suo esercito, ma la maggior parte dei rinforzi arrivò nel gennaio del 1261.

L'esercito Teutonico venne diviso in due gruppi: uno, guidato dal conte di Barby, che avrebbe agito in Sambia e l'altro, sotto la guida del Conte di Reyden, che avrebbe operato in Natangia.

Il Conte di Reyden in Natangia incontrò poca resistenza e divise il suo esercito in due gruppi, in modo da poter coprire più efficacemente un territorio più vasto. Ma questo fu un errore tattico, perché Herkus Mantas, il leader dei Natangiani, era stato educato in Germania, e si aspettava proprio questo sviluppo. Non appena il primo gruppo si allontanò, Herkus attaccò e sconfisse l'altro gruppo. Il primo gruppo, ridotto nei numeri, fu costretto a fuggire. Il giorno successivo l’esercito guidato dal Conte di Barby venne sconfitto in Sambia. In questo modo la prima ondata di rinforzi per i Cavalieri Teutonici venne spazzata via ed i Cavalieri si ritrovarono in grave pericolo.

La Grande Rivolta Prussiana si diffuse e si intensificò ulteriormente. L'Ordine vide la distruzione della maggior parte dei suoi castelli intorno al 1260. In parte a causa delle vittorie di Herkus Mantas, i Vetero-Prussiani furono in grado di riprendere il controllo su molte delle loro terre. Oltre che in Prussia, l’irruzione pagana si diffuse anche in Livonia, in Polonia ed in Volhynia.

Nel 1260 i Cavalieri Teutonici, con il sostegno ricevuto dal Papa e dai Crociati dell'Europa occidentale, ebbero un qualche successo nella lotta contro i Vetero-Prussiani. Ma i Principi tedeschi del Sacro Romano Impero vennero distratti dalla successione imperiale ed i pochi Crociati che arrivarono a dare assistenza ai Cavalieri Teutonici risultarono insufficienti. I ribelli furono in grado di catturare le città e di assediare i castelli del Teutonici, iniziarono nuove battaglie.

Nel 1262 Herkus Mantas venne gravemente ferito durante un assedio di Königsberg. Tuttavia, ben presto recuperò e l'anno successivo invase la Terra Chelmno con un grande esercito. Lo scopo delle incursioni nella Terra Chelmno era quello di costringere i Cavalieri a dedicare gran parte delle truppe in difesa del territorio, in modo che non avrebbero potuto fornire aiuto agli altri castelli e fortezze assediate.

Nel 1263 i Natangiani guidati da Herkus Mantas fecero irruzione nella Terra di Chelmno e presero molti prigionieri. Il Maestro Helmrich von Rechenberg, che al momento era a Chelmno, raccolse i suoi uomini ed inseguì i Natangiani, che non potevano muoversi velocemente a causa del gran numero di prigionieri.

I Cavalieri Teutonici intercettarono i Vetero-prussiani guidati da Herkus Mantas sulla strada di ritorno nella Natanga vicino a Löbau. I loro cavalli di battaglia, pesantemente corazzati, fracassarono la formazione Natangiana, ma Herkus Mantas, con i suoi migliori guerrieri, aggredì e uccise il Maestro Helmrich e il maresciallo Dietrich. 40 Cavalieri ed un certo numero di soldati di basso rango vennero uccisi.

I successi militari dei Vetero-Prussiani furono tali che nel 1263 l'Ordine Teutonico quasi scomparve dalla Prussia, come pure dalle grandi città e dai castelli. Per il grande successo avuto nella battaglia di Löbau, sembrava che i Vetero-Prussiani avrebbero potuto vincere la rivolta, ma a causa delle lotte intestine tra le diverse tribù, non colsero l'occasione dare un devastante colpo finale. Invece le singole tribù continuarono ad agire per conto proprio, ma senza ottenere che qualche sporadici successo.

Nel 1265 i Cavalieri Teutonici cominciarono ad arginare la rivolta con l'aiuto di Alberto I, duca di Brunswick-Lüneburg e di Enrico III, il Langravio di Turingia.

L'anno successivo nuovi rinforzi Crociati vennero forniti dal Margravio Giovanni I di Brandeburgo (il castello di Prussiano di Ushakovo venne successivamente fondato in suo onore). Otakar II re di Boemia ritornò brevemente in Prussia nel 1267-68, ma venne dissuaso dalle cattive condizioni climatiche, mentre il margravio Dietrich II di Meissen partecipò ad una campagna dell'Ordine Teutonico nel 1272.

Nel 1272 Herkus Mantas con un piccolo gruppo di suoi seguaci, fu costretto a ritirarsi nelle foreste del sud della Prussia. Entro l’anno, fu catturato e impiccato. Nel 1274 la ribellione terminò ed i Cavalieri procedettero alla conquista del resto delle tribù dei Vetero-Prussiani non ancora sottomesse.

A seguito della rivolta, molti nativi Prussiani persero alcuni dei diritti che avevano ricevuto nel trattato di Christburg e vennero successivamente ridotti a schiavitù. Numerosi prussiani fuggirono nel Granducato di Lituania o in Sudovia, mentre quelli rimasti in Prussia vennero spostati dai Cavalieri Teutonici in altri insediamenti. I capi tribù che rimassero in Prussia divennero vassalli dei Cavalieri Teutonici che iniziarono a ricostruire i loro castelli distrutti dai ribelli. Pesanti combattimenti persisterono fino al 1280, quando la Prussia fu infine sottomessa.

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Le ultime campagne contro i prussiani (1274)

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La capacità offensiva dei Cavalieri Teutonici venne notevolmente indebolita durante grande insurrezione dei Vetero-Prussiani. I Bartiani, i Natangiani ed i Varmianni si erano convertiti solo apparentemente al cristianesimo ed i Sudoviani e Lituani continuavano la loro guerra di confine con i Cavalieri Teutonici.

I Sudoviani, guidati da Skomantas durante la grande rivolta, avevano saccheggiato Bartenstein (Bartoszyce) in Bartia. I Bartiani ed i Natangiani convertiti, senza difese contro i Sudoviani, si allearono con i Cavalieri Teutonici per ottenere protezione, anche se inizialmente si sarebbe potuto fornire loro poca assistenza.

I clan cristiani dei Natangiani si unirono ai Cavalieri Teutonici nel 1274 ed uccisero 2000 Sudoviani; il Gran Maestro dell'Ordine Teutonico, Anno von Sangerhausen (già Maestro dell'Ordine Livoniano), reclutò anche Turingiani e Meissenesi per completare il recupero ai Teutonici della Natangia. Hartmann von Heldrungen, il Gran Maestro successore di Anno, mandò il Maestro provinciale di Prussia, Corrado von Thierberg, ad attaccare da Königsberg lungo il fiume Pregel per separare i Sudoviani dai Nadroviani.


La milizia di Teodorico di Sambia devastò due fortini lungo il fiume Pregel e saccheggiò una grande quantità di merci. Teodorico guidò altre forze crociate, compresi i Cavalieri Teutonici, 150 sergenti e fanteria Prussiana convertita, contro un altro forte Nadroviano. Anche se gli indigeni tentarono la fuga dopo l'assedio, la maggior parte dei guerrieri nemici vennero abbattuti dai crociati, con solo pochi superstiti nativi sopravvissuti e successivamente battezzati e trasferiti dai crociati in nuovi insediamenti.

Teodorico guidò poi i Cavalieri attraverso il confine distruggendo i forti che i Nadroviani utilizzavano per gli assalti e conquistando la fortezza di Kaminiswike, difesa da 200 guerrieri. La maggior parte dei nativi vennero uccisi dopo l'assalto alla fortezza da parte dei Cavalieri, mentre i clan dei Nadruviani che si arresero vennero battezzati e subito dopo passarono a far parte delle forze ausiliarie dei crociati.

Cavalieri Teutonici utilizzarono le loro basi in Nadruvia e Memel contro le basi dei vetero-prussiani in Scalovia lungo il Fiume Nemunas. La Scalovia quindi servì come base di partenza contro i pagani della Samogizia, che separava la Prussia Teutonica dalla Livonia.

I Lituani vedevano nell’avanzata dei Cavalieri Teutonici una forte minaccia ai loro territori confinanti con la Scalovia e, a causa di questa minaccia, fornivano assistenza ai pagani Scaloviani, così che i crociati e pagani restavano impegnati a combattersi fra di loro. I Cavalieri Teutonici si concentrarono lungo il corso del fiume Memel, dirigendosi poi verso il forte pagano di Ragnit. Teodorico di Sambia portò 1.000 uomini all'assalto contro i vetero-prussiani in Scalovia.

La forza di fuoco dell’artiglieria impedì ai pagani la difesa dei bastioni, permettendo l’assalto crociato delle mura con l’impiego di scale e l’abbattimento della maggior parte dei pagani. Così Teodorico catturò Romige dall’altra sponda del fiume Nemunas. Gli Scaloviani si vendicarono saccheggiando Labiau vicino a Königsberg.

Corrado von Thierberg attuò una intensificazione del conflitto organizzando una grande spedizione contro la Scalovia. Il Cappellano Teutonico Nikolaus von Jeroschin documentò questa spedizione crociata descrivendo l'uccisione e la cattura di numerosi pagani. Quando i guerrieri Scaloviani cercarono di soccorrere i pagani catturati, Corrado avrebbe intercettato i soccorritori in un agguato dove il capo pagano Steinegele restò ucciso. La maggior parte dei nobili Scaloviani si arrese rapidamente ai Cavalieri nella battaglia successiva.

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L'Ordine Teutonico e la Lituania

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Mindaugas (1236-1263)

Mindaugas fu il primo Granduca di Lituania; era già Duca della Lituania Meridionale quando questa a quei tempi non era ancora una massima potenza, sino a diventare sovrano di tutta la Lituania.

Nel 1236 Mindaugas veniva indicato come Principe di tutta la Lituania nelle “Cronache di Livonia rimate”; non si sa esattamente come riuscì ad acquisire il potere supremo in tutta la Lituania: le cronache slave ipotizzano che abbia usato l'omicidio o l’espulsione dei vari Duchi, compresi i suoi parenti.

Un importante evento, che ebbe un forte impatto in tutta la regione, accadde nel 1236: l’esercito di Vykintas, Duca di Samogitia, vinse la “Battaglia di Saule”, infliggendo un catastrofico risultato all’Ordine Livoniano, che mai più riacquistò tutto il suo potere e fu costretto a diventare un ramo dell’Ordine Teutonico; questo comportò che la Samogitia diventasse l'obiettivo principale di entrambe gli Ordini, perché solo questa terra impediva loro di unire la Prussia Teutonica alla Livonia.

Il risultato della battaglia permise una breve pausa nelle guerre tra i Cavalieri e la Lituania, tanto che tra il 1239 e il 1248, Mindaugas sfruttò questa situazione che gli permetteva l'organizzazione di attacchi verso le province Rutene; infatti, dopo aver acquisito diverse province della Rutenia Nera, conquistò Navahradak, Hrodna e altri luoghi che facevano parte della Rus; Mindaugas nominò suo figlio Vaišvilkas al governo di queste regioni, dove pare che oppresse fortemente la popolazione locale.

Intorno al 1248 Mindaugas inviò i suoi nipoti Tautvilas, Edivydas e Vykintas a conquistare Smolensk, ma non ebbero esito positivo; molto probabilmente a causa dell’insuccesso di questa campagna, Mindaugas cercò di impossessarsi delle loro terre perché, a causa della sconfitta subita, i suoi nipoti furono costretti a fuggire dalla Lituania; poco dopo Tautvilas, Edivydas e Vykintas formano una potente coalizione contro Mindaugas, alleandosi con l'Ordine Livoniano, Daniel di Halych, Vasilko di Volhynia e parzialmente con i Samogitiani.

Malgrado la difficile situazione, Mindaugas riuscì a trarre vantaggio dai conflitti che c’erano tra l’Ordine Livoniano e l’Arcivescovo di Riga, contattando Andreas von Stierland, comandante dell'Ordine Livoniano. Andreas von Stierland convenne di sostenere Mindaugas promettendogli aiuto, ma pose anche la condizione che il pagano Mindaugas doveva abbracciare fede cattolica.

Da lungo tempo i suoi principali avversari erano i Cavalieri dell'Ordine Livoniano e, sia per riappacificarsi con questi che per stabilire un'alleanza, Mindaugas, sua moglie, due figli ed alcuni membri della sua corte si fecero battezzare col rito cattolico 1252 dal vescovo di Kulm alla presenza di Andreas von Stierland.

Con il Battesimo, Mindaugas venne riconosciuto Re (a quei tempi il titolo di Re veniva concesso solo dal Papa ai sovrani cattolici) di Lituania dal Papa Innocenzo IV; contemporaneamente donò all'Ordine Teutonico alcune terre nella parte occidentale della Lituania ed all'Ordine Livoniano porzioni della Samogitia, la Nadruvia, la Selonia e la Dainava.

Il 17 luglio 1251 Papa Innocenzo IV, rilasciò una bolla papale che proclamava la Lituania come Regno Unito e lo Stato veniva posto sotto la giurisdizione del Vescovo di Roma.

Dopo il crollo della coalizione anti Mindaugas non ci furono più gli ostacoli all’incoronazione reale di Mindaugas e nel 1253 fu incoronato re di Lituania, probabilmente a Vilnius, dove Mindaugas aveva la sua corte e la Cattedrale appena costruita. Per rafforzare il cristianesimo venne nominato il Vescovo di Lituania: il primo fu il Domenicano Vito e successivamente, nel 1254, Christian.

La motivazione per la conversione di Mindaugas è spesso descritta dagli storici moderni come esclusivamente strategica, in quanto Mindaugas continuò a praticare il paganesimo, facendo sacrifici al suo dio, bruciando i cadaveri e permettendo lo svolgimento dei riti pagani in pubblico mente i suoi sudditi non erano tenuti a convertirsi; in effetti la nobiltà e la maggior parte della popolazione non erano disposti ad accettare il cristianesimo restando pagana.

Il Papa Innocenzo IV, convinto comunque della sincerità di Mindaugas, accolse con molto favore la cristianizzazione della Lituania, in quanto baluardo contro le continue scorrerie dei mongoli; a sua volta Mindaugas cercò più volte l'intervento papale nei conflitti che ancora persistevano con sia con l'Ordine Teutonico che con quello Livoniano.

Durante gli anni successivi Mindaugas cercò di espandere la sua influenza nel Polatsk, un importante centro di commercio nel bacino del fiume Daugava, e di Pinsk, inoltre concluse la pace con Halych-Volhynia, e organizzò il matrimonio tra sua figlia e Svarn, figlio di Daniele di Volhynia; nel 1255, Mindaugas ottenne il permesso dal Papa Alessandro IV di incoronare uno dei suoi figli come il Re della Lituania.

L'Ordine Livoniano, che aveva ricevuto da Mindaugas alcune porzioni della Samogitia, sfruttò l'alleanza appena fatta per ottenere il controllo su tutta la Samogitia; nel 1252 venne costruito il Castello di Klaipeda, ma il loro governo, tuttavia, veniva visto come oppressivo; infatti i commercianti locali non potevano condurre transazioni senza l'approvazione dell'Ordine Livoniano, vennero modificate le leggi sulla successione e la scelta della residenza dei nuovi coniugi vennero limitate.

L'Ordine Teutonico impiegò questo periodo per rafforzare la propria posizione in alcune parti della Samogitia e Livonia; molti samogitiani vennero costretti a partecipare alle battaglie dell'Ordine; nel 1259 l'Ordine perse la battaglia di Skuodas e nel 1260 quella di Durbe; la prima sconfitta incoraggiò una ribellione da parte dei Semigaliani e la sconfitta a Durbe spinse i prussiani nella "Grande Ribellione di Prussia", che durò per 14 anni.

Incoraggiata da questi sviluppi e dal nipote Treniota, Mindaugas ruppe la pace con l'Ordine e di nuovo tentò di utilizzare la situazione sollecitando le tribù del Baltico a ribellarsi a suo favore. Le cronache ricordano anche che ritornò alle sue vecchie credenze.

Treniota portò l'esercito a Cēsis contro la Masovia sperando di incoraggiare le tribù Baltiche a ribellarsi contro i Cavalieri. Tuttavia, la campagna non raggiunse il suo obiettivo, alla fine, e le relazioni tra Mindaugas e Treniota si deteriorano, tanto che nel 1263 Treniota, insieme con il Duca Daumantas di Nalšiai, assassinò Mindaugas e due dei suoi figli, Ruklys e Rupeikis.

Sotto l'usurpatore Treniota, di forti convincimenti pagani, la nazione riabbracciò il paganesimo e decadde in anni di lotte interne.

Treniota, Vaisvilkas, Svarn, Daumantas, Butigeidis e Butvydas

Treniota (1263-1264)

Treniota fu Gran Duca di Lituania dal 1263 al 1264. Dopo la norte di Mindaugas, Treniota assunse il titolo di Granduca. Mentre Mindaugas si era convertito al cristianesimo, al fine di scoraggiare gli attacchi contro la Lituania da parte dell'Ordine Livoniano e dei Cavalieri Teutonici, diventando re nel corso del processo, Treniota rimase un convinto pagano.

Nonostante la conversione di Mindaugas, i Cavalieri Teutonici effettuarono regolarmente incursioni in territorio lituano. Dopo la battaglia di Durbe nel 1260, Treniota convinse Mindaugas ad abbandonare il cristianesimo ed attaccare i Teutonici, anche se gli attacchi forono sostanzialmente inefficaci, indebolendo appena i Cavalieri Teutonici. Mindaugas iniziò a mettere in discussione la sua alleanza con Treniota.

Tuttavia, prima che Mindaugas potesse agire contro il suo pagano nipote, nel 1263 Treniota insieme con Daumantas lo assassinò assieme a due dei suoi figli. Treniota usurpò il trono e la nazione tornò al paganesimo. Tuttavia, il suo potere era fragile e governò per meno di un anno, quando nel 1264, venne ucciso da Vaišvilkas, il figlio più giovane di Mindaugas e dal suo alleato di Volhynia, Svarn. Daumantas invece fuggì a Pskov, dove rimase sino alla sua morte.

Vaišvilkas (1264 - 1267)

Vaišvilkas fu Gran Duca di Lituania dal 1264 al 1267
Vaišvilkas, una volta fiero pagano, divenne poi ortodosso; una volta battezzato con rito greco ortodosso, fondò il monastero di Lavrashev sul fiume Neman dove vi entrò come monaco, dopo aver trasferito il titolo di Duca della Rutenia Nera a suo cognato Roman Danilovič.

Nel 1264 scampò alla trama che portarono Treniota e Daumantas ad assassinare suo padre e due dei suoi fratelli. Vaišvilkas, con l’aiuto di Roman Danilovič riuscì a prendere il controllo sul Ducato di Lituania, costringendo alla fuga sia Treniota che Daumantas e diventando così il nuovo Granduca di Lituania.

La situazione politica instabile in Lituania portò alla mancanza di sostegno alle ribellioni dei Balti, inizialmente sostenuti da Mindaugas e Treniota, quindi le ribellioni delle tribù Baltiche lentamente cominciarono a diminuire.

Come cristiano, egli cercò di mantenere relazioni amichevoli sia con i Cavalieri Teutonici che con l’Ordine Livoniano, firmando un trattato di pace con la Livonia riguardante il commercio sul fiume Daugava. Il sostegno lituano alle “Grandi insurrezioni Prussiane”terminò, e gli accordi fatti in precedenza con i Semigalliani e Curoniani vennero interrotti.

Nel 1267 Vaišvilkas, dopo tre anni di governo, decise di tornare alla vita monastica e trasferì il titolo di Granduca di Lituania ad un fratello di Roman Danilovič, Shvarn.

Svarn (1267-1269)

Svarn prese il potere nel 1267, ma probabilmente non fu in grado di assumere il controllo di tutta la Lituania e governò solo le regioni meridionali. Dopo poco tempo Vaišvilkas venne ucciso da Lev Danylovich, fratello di Svarn, infuriato perché non era stato trasferito a lui il supremo potere in Lituania.

Nel 1268 Papa Clemente IV, rilasciò una bolla papale che concedeva l'autorizzazione al Re di Boemia Ottocaro II di far risorgere il Regno di Lituania; nello stesso anno il Re con i soldati di Boemia, Austria e Polonia, arrivò in Prussia e iniziò i preparativi per l'assalto sulla Lituania, ma poi, a causa del maltempo, la campagna non si fece. Shvarn venne ben presto rovesciato da Traidenis.

Traidenis (1269 – 1282)

Dopo un anno, Svarn venne rimosso dal trono dal pagano Traidenis, Duca di Kernavè Traidenis, dopo Mindaugas, fu il Granduca più importante della Lituania.

Il suo regno iniziò nel 1270, dopo sette anni di disordini da quando Mindaugas venne assassinato. Stabilì fermamente nel Granducato la religione pagana.

Traidenis amplio i territori del Granducato conquistando quelli dei Sudoviani e dei Semigaliani, inoltre rafforzò la sua influenza nella Ruthenia Nera. A differenza di Mindaugas, Traidenis non si concentrò sull’espansione verso oriente.

Traidenis attuò diverse incursioni in Polonia, in particolare nei dintorni di Lublino e Łęczyca. Tuttavia queste incursioni non pregiudicarono il legame di Traidenis con la Masovia, avendo stabilito un legame dinastico attraverso il matrimonio di sua figlia Gaudemunda con il Duca di Masovia. Nel 1274-1276 Traidenis fece guerra alla Halych-Volhynia uscendone vittorioso, infine conquistò la Ruthenia Nera.

Traidenis, noto per la sua devozione al paganesimo ed il suo atteggiamento anti-tedesco, ebbe anche molto successo nella lotta contro l’ Ordine Livoniano. Nel 1270 vinse la battaglia di Karuse, combattuta sul ghiaccio vicino a Saaremaa, ed uccise Otto von Lutterberg, Maestro dell'Ordine Livoniano. Un nuovo Maestro, Andreas von Westfalen, cercò subito una rapida vendetta, ma anche lui venne ucciso da Traidenis.

Tuttavia, dal 1272 ripresero le ritorsioni dell'Ordine Livoniano, che attaccarono la Semigalia e, nel 1273, costruirono il castello di Dinaburg su terreni controllati da Traidenis. Nonostante quattro catapulte utilizzate per lanciare pietre, Traidenis non fu in grado di catturare la nuova fortezza e nel 1278 dovette ritirarsi.

Nel 1279 l'Ordine Livoniano attaccò le terre lituane, raggiungendo Kernavė, ma durante il loro viaggio di ritorno, subirono una grande sconfitta nella battaglia di Aizkraukle. Ernst von Rassburg, comandante dell’Ordine, divenne il terzo Maestro ucciso da Traidenis. La sconfitta dell’Ordine incoraggiò i Semigalliani a ribellarsi. I Semigaliani, guidati da Nemeitis, erano ora disposti a riconoscere la superiorità della Lituania e chiesero l'assistenza di Traidenis.

Nel 1281 Traidenis conquistò il castello di Jersika e lo utilizzò per scambiarlo con quello di Dinaburg. Tuttavia, dopo diverse campagne, nel 1282 Traidenis morì, e l’assistenza ai Semigaliani, stremati dalle continue guerre, diminuì. Traidenis è noto come il primo Granduca di Lituania morto di morte naturale, tutti gli altri prima di lui invece erano stati assassinati o uccisi in battaglia.

Daumantas (1282 - 1285)

Traidenis succedette Daumantas, che regnò sulla Lituania sino al 1285. Daumantas è citato nelle cronache solo una volta, quando ci raccontano che nel marzo del 1285, attaccò il Gran Principato di Tver (a circa 160 Km da Mosca). Il suo esercito venne sconfitto e lui fu imprigionato sino alla morte.

Butigeidis (1285 - 1291)

Dopo Daumantas, il trono di Granduca di Lituania passò a Butigeidis, il primo indiscusso membro della dinastia dei Gediminidi. Iniziò il suo regno quando il principale scopo dell’Ordine Livoniano e dei Cavalieri Teutonici era la conquista delle tribù Baltiche. Nel 1289, con circa 8.000 soldati, Butigeidis attaccò la Sambia, mentre, sempre nello stesso anno i Cavalieri Teutonici costruirono il castello di Tilsit (chiamato Schalauner Haus) e intensificarono le loro incursioni in Lituania.

Butigeidis fu il primo a costruire una serie di fortezze lungo il fiume Neman. Il sistema di castelli venne ulteriormente sviluppato dopo la sua morte ed aiutò a resistere alle incursioni fino alla seconda metà del 14° secolo. Butigeidis morì nel 1291 e suo fratello Butvydas ereditò la corona.

Butvydas (1291 - 1295)

Butvydas, padre di Vytenis e Gediminas, regnò sino al 1295. La sua influenza fu forte durante il regno di suo fratello Butigeidis. Ciò ha portato alcuni storici a credere, che sono stati co-governanti.

Durante il suo breve regno Butvydas fu impegnato a difendere il ducato dai Cavalieri Teutonici, e attaccò anche la Masovia, alleata dei Cavalieri.

La crociata contro la Lituania e la Samogitia pagana si intensificò e raggiunse un nuovo livello nel 1290; come per la Prussia e per le terre di altre tribù baltiche, molti territori Samogitiani vennero conquistati dai Cavalieri Teutonici e dall’Ordine Livoniano. Butvydas morì nel 1296, lasciando il trono al figlio Vytenis.

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La Samogizia

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La Samogizia (Zemaitija) è la parte occidentale della Lituania delimitata dal fiume Nevezis verso oriente, dal Mar Baltico a ovest, dal fiume Nemunas a sud e dal confine lettone a nord. Sia la regione che i suoi abitanti vengono chiamati Zemaitiai (abitanti delle pianure); il derivato “Zemaitija” divenne la designazione accettata abbastanza recentemente. Nel 1322, con il trattato tra la Lituania e l'Ordine di Livonia, la regione viene elencata sotto il nome Samaythen. Fonti latine e tedesche del 13-15° secolo, si riferiscono alla zona con i nomi di Samaiten, Samaitae, Zamaytae, Samagittia, Samattae, Samethia, e dal 16 secolo in poi, come Samogizia. Il nome di quest'ultimo è stata mantenuto fino ad oggi.

A causa del fatto che dal XIII al XVI secolo l'Ordine Teutonico e l'Ordine di Livonia abbiano confinato con la Samogitia, la regione fu sempre sotto costante pressione per una loro eventuale espansione. La Samogitia era particolarmente importante per l'Ordine, perché separava Cavalieri Teutonici con sede in Prussia, dall'Ordine dei Fratelli della Spada con sede in Livonia. I due Ordini desideravano unire i loro territori per tramite della Samogizia per formare un unico potente Stato.

Prima della nascita dello Stato unitario di Lituania, la Samogizia era governata da Principi regionali. La Cronaca Volyniana riferisce che i due principi Samogitiani, Erdvilas e Vykintas, erano tra i venti firmatari di un trattato con la Volynia (1219). Anche se nulla di più si sa di Erdvilas, Vykintas si alleò con l'Ordine di Livonia e con i principi di Volynia contro Mindaugas, che allora tentava di unire i vari principati lituani sotto la sua bandiera. Vykintas morì in battaglia nel 1251. Suo figlio Treniota prese parte all'assassinio di Mindaugas nel 1263 e gli successe come granduca di Lituania; egli fu assassinato nel 1264 e nessun altro principe Samogitiano mai più salì al trono di Lituania, perché, dopo la morte di Treniota, venne assunto da dinastia di Vytenis e Gediminas.

I Fratelli della Spada in passato avevano già fatto il primo tentativo di conquista della Samogizia, ma vennero pesantemente sconfitti dai Samogiziani guidati dal Duca Vykintas nella battaglia di Saule nel 1236. Otto mesi dopo i Cavalieri della Spada vennero incorporati tra i Cavalieri Teutonici.

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Le guerre di conquista della Samogizia

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Per più di duecento anni la Samogizia fu il motivo centrale nelle guerre della Lituania contro l'Ordine dei Cavalieri Teutonici. Il lungo conflitto iniziò con gli scontri con i Fratelli della Spada, che avevano stabilito le loro basi in Livonia nel 1202-1203 ed avevano cominciato a razziare la Lituania nel 1229.

Dopo la vittoria della Lituania nella battaglia di Saule nel 1236, i Fratelli della Spada entrarono nei ranghi dei Cavalieri Teutonici, che avevano preso piede in Prussia nel 1230. L’unione territoriale di questi due rami dell'Ordine Teutonico era impedita dalla Samogizia, situata tra Livonia e Prussia. Di conseguenza, la regione venne intensamente e sistematicamente attaccata e razziata. Prima della definitiva sottomissione dei prussiani ai Cavalieri Teutonici nel 1283, gli attacchi alla Samogizia erano effettuati dai Cavalieri di Livonia.

In diverse occasioni i cristiani invasori subirono gravi perdite per mano dei lituani, come, ad esempio, nella battaglia di Skuodas (1259), dove i Samogitiani sconfissero i crociati della Livonia. A quel tempo i Samogitiani erano già stati intensamente attaccati dalla Livonia.

Il 3 luglio 1260 ebbe luogo la battaglia di Durbe. I Samogitiani guidati dal Duca Treniota sconfissero completamente le forze riunite degli Ordini di Livonia e Teutonico. Dopo la battaglia l'Ordine si trovò di fronte al pericolo di una crollo, perché presto cominciò la Grande Rivolta Prussiana. Nella battaglia di Lielvarde (1261), successivamente i due rami dell’Ordine si impegnarono unitariamente nelle campagne contro la Samogizia.

Anno dopo anno, le fortezze Samogitiane venivano attaccate, le colture incendiate, il bestiame trafugato, donne e bambini ridotti in schiavitù e gli uomini validi uccisi.

Gli abitanti che vivevano vicino al fiume Nemunas venivano costretti a spostarsi più nell’interno della Samogizia, trovando rifugio nelle foreste e nelle paludi abbondanti ed estese della regione. Mentre i loro guadi segreti conducevano alle loro fortezze ed alla sicurezza, questi passaggi erano vere e proprie trappole e ostacoli contro gli attacchi crociati. Tuttavia, durante i freddi mesi invernali, quando le paludi e fiumi congelavano, i loro rifugi divenivano vulnerabili.

Nel 1314 distretto di Medininkai, la parte centrale della Samogizia, venne attaccato e circa 700 persone furono fatte prigioniere.

Nel 1329 la fortezza di Medvegalis, dove diverse migliaia di soldati, donne e bambini avevano trovato rifugio, fu presa d'assalto dai crociati guidati dal re di Boemia, Giovanni di Lussemburgo, che circondò il castello di Medvegalis dove c’erano circa 6.000 persone. I Samogitiani lottarono eroicamente, ma furono sconfitti. Uomini, donne e bambini vennero battezzati, ma ben presto tornarono alle loro vecchie pratiche religiose.

Tra il 1345 e il 1382, i Cavalieri Teutonici attaccarono dalla Prussia circa 70 volte, mentre i Cavalieri dell’Ordine di Livonia effettuarono 30 spedizioni militari. I lituani si vendicarono con 31 attacchi alla Prussia e 11 alla Livonia.

Dal momento che i tedeschi vedevano nella Samogizia e nella Lituania seri ostacoli per un’ulteriore espansione ad est, la guerra coinvolse, non solo il futuro della Samogizia, ma anche quello di tutto lo Stato Lituano.

Kestutis, il principe di Trakai che governò la Lituania insieme a suo fratello Algirdas, fu particolarmente energico nel difendere Samogizia. Durante il loro governo non ci fu alcun territorio perso a favore dei tedeschi. Ma dopo la morte di Algirdas nel 1377 e l'assassinio di Kestutis nel 1382, la situazione politica del paese offrì l'occasione ai Cavalieri Teutonici per acquisire la Samogizia mediante negoziati con i nuovi regnanti della Lituania, i cugini Jogaila e Vytautas.

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La battaglia di Skuodas (1259)

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Nel 1251, Mindaugas, il pagano Granduca di Lituania, aveva concluso un trattato di pace con l'Ordine di Livonia: doveva essere battezzato e incoronato re di Lituania, in cambio avrebbe ceduto all’Ordine Teutonico porzioni di Samogizia, la Nadrovia. Mindaugas fu incoronato il 6 luglio 1253 e le terre promesse vennero trasferite all'Ordine.

L'Ordine di Livonia costruì un castello a Memelburg, al confine con la Samogizia, per utilizzarlo come base per un'ulteriore espansione. Dopo che i Samogiziani attaccarono senza successo il nuovo castello, i loro nobili formarono una coalizione militare, nominarono Algminas come loro capo e organizzarono incursioni in Curlandia.

Nel 1257 a Riga i Samogiziani chiesero una tregua di due anni. Quando la tregua finì, i Samogiziani non chiesero una proroga, ma ancora una volta organizzarono una escursione in Curlandia con un esercito composto da 3.000 guerrieri.

E’ probabile che questa incursione fosse stata incitata da Mindaugas, che aveva concesso la Samogizia nella sua interezza all'Ordine Teutonico il 7 agosto 1259, mentre cercava alleati contro l'Orda d'Oro che aveva saccheggiato le terre lituane nell'inverno del 1259.

Sulla via del ritorno dalla Curlandia, i Samogiziani si scontrarono con l’Ordine di Livonia vicino a Skuodas ed ottennero una vittoria decisiva, uccidendo 33 cavalieri e molti soldati di rango più basso.

La vittoria ispirò i Samogiziani e nei mesi successivi ci furono alcuni piccoli scontri con i cavalieri. Questa vittoria portò anche ad una insurrezione in Semigallia contro i Cavalieri dell’Ordine di Livonia, che durò dal 1259-1272.

L'anno successivo, nella battaglia di Durbe, l'Ordine subì una sconfitta ancora più grande. Dopo questi disastri, ci vollero trent’anni per l'Ordine di Livonia per ripristinare il suo status nel territorio.

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La battaglia di Durbe (1260)

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Il 13 luglio 1260 le tribù di Semigalli e di Curi sconfissero le forze alleate dell’Ordine Teutonico e dell’Ordine di Livonia (che comprendevano anche Cavalieri olandesi e svedesi), che avevano organizzato campagne crociate in Lituania. Il luogo dove i tedeschi si scontrarono con l’esercito della Semigallia era Durbe in Curlandia.

Lo scopo della battaglia era quello di catturare la Samogizia per unire geograficamente l'Ordine Teutonico e quello di Livonia. Era la prima volta che l’Ordine Teutonico interveniva nelle guerre di conquista della Livonia. Insieme con gli Ordini, parteciparono alla battaglia le truppe danesi e svedesi, guidate dal Principe Carlo e Cavalieri secolari di diversi paesi europei.

Quando la battaglia iniziò, le tribù della Curlandia, che in origine erano alleate alle forze tedesche, cambiarono schieramento, unendosi con l’esercito della Semigallia ed insieme vinsero contro l’esercito crociato.

In questa battaglia morirono i leader di entrambi gli Ordini Tedeschi, il Principe Carlo e più di 150 Cavalieri. Migliaia di soldati vennero inseguiti mentre cercavano di fuggire e furono uccisi lungo la via di fuga. Questa fu la più grande battaglia nell’Europa orientale del 13° secolo e la più grande sconfitta delle forze tedesche durante le crociate del Baltico.

Dopo la battaglia i Curi riacquistarono la libertà. Anche i prussiani si ribellarono, guidati da Erkus Mantas. Alcuni castelli dell’Ordine Teutonico vennero catturati e la situazione tedesca nel Mar Baltico divenne fortemente instabile a causa delle grandi perdite subite.

Mindaugas, il sovrano di Lituania, aveva respinto il cristianesimo e si era impegnato a combattere a favore dei Curi e dei prussiani rimasti pagani. Dopo la battaglia, i prussiani avevano quasi raggiunto la libertà totale dall’Ordine Teutonico. I Cavalieri Teutonici rimasti indifesi, cercando di fortificare le loro posizioni, furono costretti a bruciare le aziende agricole e uccidere i contadini. La fame si diffuse e un paese un tempo ricco di colpo si impoverì. Una nuova campagna venne avviata e la forza militare dei Cavalieri Teutonici prese il sopravvento. Nel 1.267 i Curi firmarono un trattato, promettendo di pagare le decime. Nel 1272 i Semigallici firmarono un trattato di pace ed anche i prussiani erano deboli, dopo anni di lotta, avendo anche perso il loro capo Erkus Mantas.

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La Polonia dal 12° al 15° secolo

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Con il testamento di Boleslao III, detto Boccastorta, ebbe inizio, nel 1138, la disintegrazione territoriale della Polonia, con la divisione dello Stato fra i suoi 5 figli. La crescita della dinastia portò ad ulteriori divisioni, tant’è che a metà del 13° secolo, la Polonia era divisa in 20 ducati.

I secoli 12° e 13° portarono un incremento demografico e un'intensa colonizzazione. Principi, Vescovi e Cavalieri si trovarono impegnati a fondare nuovi villaggi ed a riorganizzare le città, riallacciandosi ai modelli provenienti dall'estero. La legge di Magdeburgo gettò le basi dell'autogestione nei villaggi e nelle città, con un proprio sistema giuridico ed una gestione finanziaria a livello locale.

L'afflusso di coloni tedeschi creò in Polonia una nuova situazione etnica ed a partire dal 13° secolo, specie nelle città, una percentuale sempre più alta dei sudditi dei Duchi, era costituita da abitanti d'origine tedesca. Nei centri urbani si insediò anche la ricca popolazione ebrea, la quale, nel 1264, ottenne dal Duca di Cracovia, Enrico il Devoto, un privilegio speciale.

Non meno importanti furono anche le trasformazioni in campo culturale. Fino al 12° secolo l'arte e la letteratura romana avevano un carattere strettamente elitario, ma nel 13° secolo quest'arte diventò più diffusa. Aumentò notevolmente il numero di chiese ed iniziò un nuovo stile architettonico: il gotico.

Lo sviluppo economico, demografico, sociale e culturale fu un effetto positivo della disintegrazione territoriale ma non mancavano anche i fenomeni negativi: la Polonia divenne oggetto di invasioni ed i Principati della Pomerania Occidentale divennero autonomi.

I Cavalieri Teutonici, insediati nella Terra di Chelmno da Corrado, Duca di Masovia, conquistarono i territori delle tribù Vetero-Prussiane, dopodiché, dall'inizio del 14° secolo, cominciarono ad espandersi verso la Polonia.

Le tre invasioni dei mongoli del 1241, 1259 e 1287 causarono grandi distruzioni. Tali pericoli esterni intensificarono le tendenze alla riunificazione delle terre polacche del resto, persino nel momento culminante della disintegrazione territoriale, erano stati mantenuti alcuni elementi di unità: in ogni regione, tranne la Pomerania, governavano i sovrani della dinastia dei Piast e le terre polacche erano unite intorno ad una sola Chiesa, con un’unica sede metropolìta.

Continuava ad essere usato il nome Regnum Poloniae e le insegne regali venivano conservate dal 1076 nella Cattedrale di Cracovia. Ciononostante, la riunificazione del Paese non era un obiettivo facile da raggiungere, infatti, dopo alcuni tentativi non riusciti, fatti dai Duchi della Slesia e della Piccola Polonia, solo nel 1295 il Duca della Polonia Magna Przemyslaw II salì al trono, ma fu presto ammazzato da un attentatore sconosciuto.

Aspiravano alla sua successione il duca di Sieradz, Leczyca e Brzesk, Ladislao il Breve ed il re Ceco della dinastia di Przemyslid, Venceslao II. Quest'ultimo conquistò la Piccola Polonia, la Polonia Magna, la Pomerania di Danzica, una parte della regione di Kujawy, e si incoronò re di Polonia nel 1300.

La morte precoce di Venceslao II e di suo figlio Venceslao III, aprì a Ladislao il Breve la strada al trono della Polonia; questi, dopo essersi conquistato l'appoggio del Papa, un aiuto militare dell'Ungheria e dopo aver riunificato una parte delle terre polacche, si incoronò nel 1320.

Fuori dal suo regno rimasero: la Slesia, i cui Duchi resero omaggio al re della Boemia, la Masovia, che mantenne la sua autonomia, e la Pomerania di Danzica, occupata negli anni 1308-1309 dai Cavalieri Teutonici. La perdita della Pomerania aprì un periodo di 150 anni di lotte tra la Polonia e l'Ordine Teutonico, per la riconquista di questa terra.

Nel 14° secolo Francia, Germania, Fiandra, Inghilterra, Italia e gli Stati della penisola iberica furono travagliati da una profonda crisi economica, dall'epidemia di Morte Nera (la peste) e dalle disgrazie della guerra dei 100 anni, viceversa, per i Paesi dell'Europa centro-orientale, questo fu un secolo di sviluppo economico, politico e culturale.

Casimiro il Grande (1333-1370), figlio e successore di Ladislao il Breve, uno dei più illustri sovrani polacchi, firmò la pace coi Cavalieri Teutonici (1343), dando loro, come "eterna elemosina", la Pomerania. Egli riconobbe l'omaggio della Slesia al re della Boemia e dopo aver garantito la pace alla Polonia, si occupò della riforma dello Stato.

Appoggiò la colonizzazione delle terre, il commercio, promulgò le leggi che sancivano i principi dell'estrazione di salgemma, di minerali, di piombo, argento e ferro, realizzò la riforma monetaria. Il diritto consuetudinario fu codificato ed unificato, la magistratura riformata. Nel 1364 il re fondò la prima università polacca. Il potere reale, anche se forte, veniva limitato dalla legge di cui la monarchia doveva essere garante ed esecutore.

Casimiro il Grande iniziò l'espansione della Polonia verso sud-ovest. Dopo la fine nella Rus' di Halyc della dinastia dei Ruryk, il ducato fu dominato da questo re polacco (1344 e 1366). Alla fine del regno di Casimiro il Grande, il territorio dello Stato ammontava a 240 mila di kmq, la popolazione era di circa 2 milioni di abitanti.

In quell’epoca, un milione di persone che parlavano la lingua e coltivavano la cultura polacca, vivevano fuori dal Regno Polacco: in Slesia, Pomerania e Masovia, mentre lo Stato polacco veniva abitato, oltre che dagli stessi polacchi, anche da tedeschi, russi ed ebrei.

Il re, sebbene più volte sposatosi, non ebbe un figlio legittimo ma non fu presa neanche in considerazione la possibilità di trasmettere il potere ad uno dei Piast di Slesia o di Masovia privi di prestigio. Casimiro stipulò quindi un accordo con Luigi d'Angiò, Re d'Ungheria e nipote da parte materna di Ladislao il Breve, il quale salì al trono nel 1370 e regnò fino al 1382. Egli, non avendo successori maschi, cercò di convincere i nobili polacchi a riconoscere come successore al trono una delle sue figlie.

Nel 1384 Edvige, figlia undicenne di Luigi d'Angiò, chiamata in Polonia dalla nobiltà e dai rappresentanti delle città, salì al trono reale. Un gruppo di magnati di Cracovia, che allora governava la Polonia, decise di darla in sposa al Granduca Lituano, il pagano Jogaila, a condizione però che la Lituania accettasse il battesimo e fosse inclusa nel Regno della Polonia.

L'unione fu conclusa a Krewa nel 1385 ed un anno dopo Jogalia fu battezzato a Cracovia e prese il nome di Ladislao per essere poi eletto re di Polonia (1386-1434). Tale unione polacco-lituana fu dettata anche dalla necessità di far fronte al pericolo di espansione dell'Ordine Teutonico.

Il Gran Ducato Lituano era uno Stato molto vasto e diversificato al suo interno: gli stessi lituani, relativamente pochi, abitavano nelle zone nord-occidentali, mentre più numerosa era la popolazione russa ortodossa. Il battesimo del Granduca e dei magnati lituani e la loro conversione al Cristianesimo di rito occidentale, preservarono la particolarità dell'etnia lituana.

Dopo aver formalizzato l'unione con la Polonia, la Lituania conservò il suo sistema politico, le proprie leggi e strutture sociali. Vytautas, cugino di Ladislao che gli affidò il governo della Lituania, fu un sostenitore di tali particolarità.

Nel 1413 a Horodle, l'unione polacco-lituana fu modificata in modo tale da garantire alla Lituania una certa autonomia anche dal punto di vista legale. La Polonia e la Lituania occupavano nel 14° e 15° secolo un territorio enorme, di oltre 1,12 milione kmq, dove abitavano diversi gruppi etnici e religiosi: polacchi, lituani, tedeschi, russi, ebrei, armeni, tartari, gente di fede cattolica, ortodossa, giudaica e musulmana. Un così grande proliferare di fedi, nonostante il cattolicesimo fosse dominante, spingeva i sovrani a seguire una politica di tolleranza.

Con il battesimo della Lituania venne meno la ragione della politica d'espansione dell'Ordine Teutonico. I Cavalieri Teutonici decisero di prevenire l'aumento della potenza polacca e lituana, iniziando nel 1409 una guerra con entrambi gli Stati.

Lo scontro decisivo ebbe luogo il 15 luglio 1410 a Grunwald e si concluse, dopo un'accanita battaglia, con la sconfitta dei Cavalieri Teutonici e la morte del loro Gran Maestro, tuttavia, nonostante il crollo della potenza dei tedeschi, la città di Malbork riuscì a salvarsi.

Re Casimiro Jagellone (1447-1492) dichiarò guerra all'Ordine Teutonico, guerra che durò 13 anni e che si concluse nel 1466 con la pace di Torun a seguito della quale, la Polonia riconquistò la Pomerania con Danzica, Malbork, Elblag e la regione di Warmia.

Le città situate in queste regioni ottennero numerosi privilegi, mentre alla Pomerania fu attribuita una autogestione territoriale. La restante parte delle terre dell'Ordine, la cosiddetta Prussia Teutonica, divenne un feudo della Polonia.

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butterfly
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Re: Ordine Teutonico

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Una piccola aggiunta posso farla?

Vedo che ci son scritti tutti i nomi dell'Ordine Teutonico, ma mi pare che manchi Sibrand che per primo fu rettore dell'ospedale... So che è una precisazione troppo puntigliosa ma spero ti faccia piacere...
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