La guerra di corsa

Armi, armature, tattiche, formazioni, logistica e altro ancora...
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GIOVANNI DE LO CAVO

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GIOVANNI DE LO CAVO Di Namfio. Corsaro. Signore di Rodi e di Namfio.

+
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Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1270 ca.

In proprio

Esercita da Ania la guerra di corsa nell’arcipelago greco. Si impadronisce di Namfio e di Rodi (Rodhos) e si fa signore di tali isole.

https://corsaridelmediterraneo.it/cavo-de-lo-giovanni/
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FILIPPO CAVARONCO

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FILIPPO CAVARONCO Di Genova.

Anno, mese

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Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1283

Genova

Pisa

Ha il comando di 5 galee: dà inutilmente la caccia nelle coste sarde a 2 galee del corsaro pisano Bindo Buffari. Sfuggitogli il rivale, si porta nelle coste della Barberia. Nei pressi di Gigeri (Djidjelli) cattura una nave pisana.

https://corsaridelmediterraneo.it/cavaronco-filippo/
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MARINO DORO

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MARINO DORO Di Venezia.

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Anno, mese

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Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1280

Venezia

Ancona

Corsari anconetani catturano una tarida carica di vino e di altre merci sulle coste istriane. Marino Doro viene inviato all’assedio di Ancona con 13 galee. Blocca il porto e rientra in Dalmazia. Durante la sua assenza gli anconetani ne approfittano per scorrere con 3 galee: si impossessano di una tarida veneziana presso Durazzo (Durresi) e di un’altra in navigazione lungo la costa marchigiana. Nove mercanti veneziani sono condotti prigionieri in Ancona.

https://corsaridelmediterraneo.it/doro-marino/
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LAMBA DORIA

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LAMBA DORIA Di Genova. Fratello di Corrado.
1250 ca. – 1323 (ottobre).

Anno, mese

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Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

…………….

Negli anni giovanili esercita la mercatura.

1270
Ricopre l’incarico di gonfaloniere ad Asti. Alla testa di milizie di tale città coadiuva i Doria e gli Spinola a scacciare da Genova il capitano del popolo Luchetto Grimaldi.
1282
A seguito di alcune contese territoriali con i conti di Provenza consegna a Carlo d’Angiò il contestato possesso di Roccabruna (Rochebrune).
1283 Arma una flotta per affrontare pisani e veneziani.
1284

Aprile

Contribuisce con una nave al convoglio di 5 galee adibite al trasporto di argento e di altre mercanzie per Costantinopoli. Al fine di difendere il convoglio viene allestita una flotta di 11 galee e di 2 galeoni affidata ad Enrico dei Mari; a queste si aggiungeranno nel viaggio altre 4 navi armate dal comune per la guerra di corsa.

Maggio

Genova

Pisa

Prende parte alla battaglia di Tavolara in cui sono catturate dai genovesi 13 galee pisane e ne viene affondata una. Con la sua galea insegue un bastimento in fuga e lo raggiunge. La flotta genovese prosegue per Bonifacio e fa ritorno a Genova con il bottino. Le galee dei mercanti, compresa la sua, si dirigono di seguito ad Agrigento, fanno proprie altre 2 navi pisane il cui equipaggio sarà venduto come schiavo a Siracusa in cambio di un carico di cipolle.

Agosto Partecipa alla battaglia della Meloria.
1286

Comanda un altro convoglio formato da 5 galee mercantili diretto sempre a Costantinopoli. Giunto nei pressi dell’isola di Eubea o Negroponte (Evvoia) si impossessa di una saettia corsara pisana che viene data alle fiamme.

1287

Abbandona i traffici commerciali e si dedica all’attività pubblica.

1288

Esercita la podesteria a Ventimiglia.

1289

………………

Vicario e procuratore dei capitani del popolo a Genova. Ottiene dal castellano di Roccabruna la consegna di tale castello.

Luglio

Viene risarcito delle spese sopportate per la sua attività nella Riviera di Ponente.

1290

Podestà ad Albenga.

1296

Podestà ad Asti.

1297

Ottobre

Succede al fratello Corrado nella carica di capitano del popolo di Genova.

1298

………………

Ha il comando di una flotta per appoggiare il re d’Aragona Giacomo contro il fratello Federico, re di Sicilia.

Estate

Genova

Venezia

Venezia arma 95 galee per minacciare Genova; la repubblica ne allestisce 66/76. Lamba Doria salpa da Portovenere, fa scalo a Messina ed a Ancona per gli opportuni rifornimenti d’acqua e di vettovaglie. Gli viene incontro la flotta nemica comandata da Andrea Dandolo; entra con le sue navi tra la penisola di Sabbioneta, l’isola di Curzola (Kurcola) e quelle di Lagosta e di Mileda. Lo scontro con gli avversari avviene ai primi di settembre. Dispone le sue imbarcazioni in linea di fronte con le poppe verso il litorale per approfittare del vento che spira da terra; invia, inoltre, in alto mare 15 galee per puntare all’isola di Lagosta e, successivamente, colpire alle spalle i veneziani una volta che sia già ingaggiata la battaglia. Andrea Dandolo colloca in semicerchio la sua flotta e dà il segnale dell’attacco. Il combattimento inizia con il lancio di frecce e di sassi da lontano; si prosegue da vicino con il getto di calce e di sabbia. Agli inizi gli avversari sono in vantaggio e gli sono sfondate 10 galee; a molte navi genovesi vengono rotti i remi e gli alberi. Rimane ucciso anche un figlio di Lamba Doria il cui cadavere è fatto gettare in mare dal padre. Sopraggiungono però alle spalle dei veneziani, come previsto dai piani, le 15 galee e queste si infilano nelle due ali nemiche ponendole in forti difficoltà. Sono date alle fiamme 65 navi della Serenissima, altre 12 si salvano e 18 vengono conquistate. 7000 sono i prigionieri, tra i quali si trovano Andrea Dandolo e Marco Polo. L’ammiraglio veneziano per la vergogna della sconfitta si uccide gettandosi con la testa contro le sponde di una galea.

Ottobre

Lamba Doria rientra in breve tempo a Genova anche per il timore di possibili colpi di mano dei guelfi sulla città. La vittoria sarà onorata ogni anno con la consegna di un palio d’oro all’altare della Madonna nella chiesa di San Matteo a Genova. Al Doria viene donato un palazzo posto nella stessa piazza di San Matteo.

1299

Ottobre

Nell’anno è eletto capitano della città al posto di Corrado Doria. Abbandona tale incarico a seguito della pace con i guelfi; ottiene il comando di una flotta. Nel mese acquista alcuni beni che l’ordine gerosolomitano possiede a Cervo in Liguria.

https://corsaridelmediterraneo.it/doria-lamba/
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CORRADO DORIA

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CORRADO DORIA Di Genova. Ghibellino. Signore di Loano. Fratello di Lamba. Signore di Francavilla di Sicilia.
1250 ca. – 1322

Anno, mese

Stato, in proprio

Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1277

Ricopre l’incarico di capitano di Genova fino al 1286 con Oberto Spinola.

1280

Genova

Pisa

Combatte i pisani presso l’isola d’Elba. Si impadronisce dell’isola, si sposta a Porto Pisano con 40 galee, rompe la catena che protegge il porto, si impossessa delle torri e dà alle fiamme Livorno.

1283

Giugno

Ha il comando di 54 galee e di una saettia; un’altra flotta viene affidata a Tommaso Spinola per essere impegnata ai danni dei pisani nelle acque della Sardegna e della Corsica. A fine mese salpa da Genova alla volta di Porto Pisano; lasciate 4 galee all’esterno di tale porto, sosta presso la torre di Porto Pisano ad un tiro di balestra. Alla notizia che il resto della flotta nemica si trova ancora all’assedio di Alghero, prosegue lungo la costa verso Piombino; invia la saettia all’isola d’Elba, all’isola di Capraia e verso Alghero per avere informazioni sui movimenti dell’armata avversaria. Corrado Doria lascia Piombino per muoversi tra l’isola del Giglio e quella di Montecristo. Ritorna a Piombino. Le galee pisane sono invece già vicine alla spiaggia di Castagneto (Castagneto Carducci). Alla notizia della sua presenza le galee pisane si rinchiudono dietro le palizzate del porto di Falesia. Il Doria ne chiude l’angusta apertura. Attua nell’occasione una specie di blocco navale supportato dall’azione di 4 galee che navigano in continuazione tra l’isola d’Elba e Piombino. Ogni natante diretto a Pisa è deviato verso la sua flotta; in tal modo è in grado di impedire l’uscita dal porto alle navi nemiche e di prendere ostaggi da spedire a Genova con tutto ciò che gli capita di intercettare (navi cariche di frumento, carne e formaggi).

Luglio

Ai primi del mese, all’alba, è avvistata la flotta pisana di ritorno da Cagliari. Il Doria colloca 22 galee a sorvegliare l’uscita del porto di Falesia; con le altre 32 punta contro i pisani in arrivo al fine di sbarrare il loro cammino verso Piombino. Gli avversari, sospinti da un forte vento di scirocco, anziché virare tentano di passare in mezzo allo schieramento genovese. La manovra costa ai nemici la perdita di 4/5 galee con 1000 uomini a bordo. L’ammiraglio Tambaia Sismondi, preso vivo, muore poco dopo a causa di una ferita dovuta ad una freccia. La galea è affondata. Nei giorni seguenti Corrado Doria è costretto ad allontanarsi dal porto di Falesia ed a togliere il relativo blocco; si rifornisce d’acqua alla foce dell’Arno; provoca gli avversari a battaglia. Il vento di scirocco, infine, impedisce ai genovesi di virare e consente ai pisani di raggiungere Porto Pisano. Fa ritorno a Genova con 584 prigionieri.

1284

Agosto

Prende parte alla battagli della Meloria agli ordini del padre Oberto.

1288

Aprile

Firma la pace con i pisani.

Ottobre

Decade dal mandato di capitano con Tommaso Spinola. Viene rieletto, sempre con lo Spinola, per altri cinque anni.

1290

Gennaio

Genova

Guelfi

A Genova, i guelfi, capitanati dai Grimaldi, dai Fieschi e dai Malocello si ribellano al potere esercitato dai ghibellini. I rivoltosi riparano nella chiesa di San Lorenzo e sfuggono alla morte solo grazie all’intervento di Corrado Doria e del suo collega Tommaso Spinola. Viene ad essi consentito di rientrare alle loro case dopo avere giurato che nel futuro non avrebbero ripetuto alcun tentativo insurrezionale.

Luglio

Genova

Pisa

Salpa da Genova; a metà mese sosta a Portovenere. Punta quindi verso l’isola d’Elba dove riceve il giuramento di fedeltà al comune da parte di una delegazione locale. Respinge un attacco dei pisani all’isola.

Agosto

A fine mese, con la rassicurazione dei lucchesi di attaccare Pisa da terra, riprende il mare con 20 galee ed alcune chiatte con a bordo tutto il necessario per abbattere le torri che difendono il porto di Porto Pisano. Giunto a destinazione dà inizia alle operazioni che vedono le chiatte abbattere una prima torre, seguita dalla demolizione delle altre tre. I difensori si arrendono a patti salve le persone. Le strutture portuali sono distrutte dalle fondamenta, così come i ponti, le palizzate e tutti i fortini. I canali del porto sono riempiti con le pietre ricavati dalle torri. Una galea, portata da Genova carica di mattoni, è fatta affondare nella bocca del canale maggiore in modo da ostruirlo. Le vigne ed i giardini del litorale sono parimenti sottoposti alla medesima devastazione. Sono asportate le catene che difendono il porto. Queste saranno restituire agli abitanti di Pisa solamente nel 1869. I lucchesi non intervengono come previsto dai piani di attacco per cui desiste dall’assalire Pisa. Fa ritorno a Genova dove è accolto in trionfo.

1296

Genova

Guelfi

Diviene nuovamente capitano di Genova con Corrado Spinola. I Grimaldi si impossessano, ai danni dei genovesi, della rocca e del porto di Monaco.

1297

Ottobre

Sicilia

Dà le dimissioni e si reca in Sicilia. Il re Federico d’Aragona lo nomina grande ammiraglio al posto di Ruggero di Loria.

1298

Sicilia Re d’Aragona Napoli
Alla testa di 64 galee, sulle quali sono imbarcati 700 cavalli, si porta verso Napoli. Si posiziona nei pressi dell’isola d’Ischia. A fine luglio ha l’ordine di ritirarsi per la presenza nel Tirreno della flotta nemica, comandata dal Loria, forte di 80 galee (50 catalane e 30 provenzali) con a bordo 500 cavalli e 3000 fanti di nazionalità catalana, aragonese, provenzale ed italiana.

1299

Febbraio

E’ inviato verso Siracusa, assediata dagli avversari. Al largo di Messina (battaglia del Faro) si imbatte in 20 galee condotte da Giovanni di Lauria, nipote di Ruggero. Gli aragonesi sono sconfitti; solo 4 loro galee riescono a trovare scampo con la fuga. E’ catturato anche il comandante nemico, che viene decapitato anche su suo consiglio.

Giugno luglio

Alla testa di 39/40 galee intercetta al largo delle isole Eolie 46 galee aragonesi e 16 angioine comandate dal Loria. A bordo della sua flotta si trova anche il re di Sicilia Federico d’Aragona. Il combattimento avviene nei pressi di Capo d’Orlando. Il primo giorno trascorre senza alcun episodio significativo. Il secondo, è raggiunto da 8 galee di Mazara del Vallo. Decide quindi di attaccare le navi avversarie. Le sue galee si infilano nello schieramento nemico disposto in sua attesa in formazione a mezzaluna. Dopo tre ore di battaglia intervengono a favore del Loria 6 galee aragonesi, nascoste in precedenza alla vista degli assalitori. La vittoria spetta ai rivali: 16/18 galee siciliane sono catturate o affondate. Le restanti riescono a mettersi in salvo con il sovrano nel porto di Messina.

…………….

Con Corrado Spinola scaccia i guelfi da Genova; rinuncia presto al potere nella città. Gli succede come capitano della città Lamba Doria.

Dicembre

Dopo la vittoria di Federico d’Aragona nella battaglia di Falconaria è esortato dal re di Sicilia ad attaccare con le galee genovesi, al largo di Trapani, la flotta napoletana.
1300

Aprile

Sicilia

Napoli

Ha ancora il comando della flotta siciliana. Viene scomunicato dal papa Bonifacio VIII. Salpa dalla Sicilia con 27 galee siciliane e 5 genovesi. Depreda le coste fino a Napoli; sfida a battaglia il Loria che sta approntando una flotta di 40 galee tra angioine e spagnole. Naviga nel golfo e conquista l’isola di Ponza; gli avversari vengono rafforzati da 12 galee di Catania ed da altre 7 provenienti da Genova. Queste ultime sono di proprietà dei guelfi Grimaldi.

Giugno

Si scontra nelle acque di Ponza con la flotta del Loria forte di 48 galee. Le 5 navi genovesi si danno subito alla fuga e le galee siciliane devono sostenere da sole tutto il peso della battaglia. Resiste impavido; alla fine il Loria fa investire la sua nave da un brulotto e Corrado Doria viene obbligato alla resa. E’ fatto mettere in catene dal suo rivale; sono pure accecati i balestrieri genovesi catturati nella sua galea. Il Loria lo fa torturare, gli fa patire la fame e la sete perché gli restituisca il feudo di Francavilla di Sicilia. Corrado Doria cede.

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GIACOMO DOLFIN

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GIACOMO DOLFIN Di Venezia.

+

Anno, mese

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Azioni intraprese ed altri fatti sdalienti

1262

Venezia

Genova

Incrocia con 32 galee nelle acque di Salonicco (Thessaloniki); si imbatte in una flotta greco- genovese (40 galee) che dispone di un numero di navi superiore alle sue. Provoca invano a battaglia gli avversari.

1265

E’ inviato come ambasciatore a Costantinopoli; conclude un accordo con l’imperatore d’Oriente Michele VIII Paleologo.

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GIACOMO DANDOLO

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GIACOMO DANDOLO Di Venezia.

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Anno, mese

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Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1266

Maggio

Venezia

Genova

Si ferma all’isola di Negroponte (Evvoia) dove lo raggiungono alcune galee condotte da Marco Zeno e da Piero Querini: quest’ultime sono provenienti da Candia (Kriti). Lascia l’arcipelago e naviga sulle coste barbaresche: nel porto di Tunisi sorprende e dà alle fiamme un mercantile genovese appartenente a Giovanni Roccatagliata. Il giorno seguente cattura un piccolo vascello che sta trasportando del vino da Savona. Il valore dei due carichi è stimato in 6000 lire genovesi. Giacomo Dandolo nel rientrare verso Messina avvista 2 galee genovesi con una saettia: si impadronisce di una galea. Tutte le imbarcazioni catturate sono inizialmente condotte a Messina e, da qui, vengono rimorchiate a Ragusa (Dubrovnik).

Estate

Venezia

Corsari genovesi

Contrasta con 34 galee la squadra corsara di Lanfranco Borbonino (28 galee). Si dirige a Ragusa. Ricevuti rinforzi da Candia e da Negroponte si scontra con gli avversari al largo di Trapani. I corsari genovesi vengono sconfitti e sono loro conquistate 15 galee. Lanfranco Borbonino ed i suoi ufficiali vengono accusati dai genovesi di negligenza.

https://corsaridelmediterraneo.it/dandolo-giacomo/
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RUGGERO DE FLOR/RUGGERO DA FIORE

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RUGGERO DE FLOR/RUGGERO DA FIORE (Roger Blum, Ruggero da Brindisi) Di Brindisi. Cavaliere dell’ordine dei templari.
1267 -1305 (maggio)

Anno, mese Stato, in proprio Avversario Azioni intraprese ed altri fatti salienti
………………..-
Il suo vero nome è Rutger von Blum. Il padre, maestro falconiere di origine tedesca, si trasferisce a Brindisi ove sposa una nobildonna del luogo.

……………….. Templari Egitto
Rimane orfano in tenera età a causa della morte del padre, ucciso nella battaglia di Tagliacozzo al servizio di Corradino di Svevia. A otto anni è affidato dalla madre a fra Vassallo, un cavaliere templare originario di Marsiglia (Marseille), fermatosi a Brindisi con la sua nave per qualche tempo. Costui conosce il ragazzo e lo prende a bordo della sua imbarcazione come mozzo. A quindici anni (1282) Ruggero de Flor è già padrone dell’arte della navigazione. Diviene con il tempo cavaliere templare; ha il comando di una nave dell’ordine, acquistata dai genovesi, “Il Falcone”, a ricordo del padre falconiere; si dà alla guerra di corsa. Attacca gli avversari appropriandosi di tutto il carico, “de bona guerra”, senza infierire sugli equipaggi; requisisce le merci trasportate; ai sudditi catalani, ai loro alleati ed ai neutrali, rilascia delle carte debitorie che consentiranno loro di ottenere il risarcimento dei danni dall’ordine alla conclusione del conflitto in corso.

1291 Templari Egitto
Prende parte alla gloriosa resistenza di San Giovanni d’Acri (Acri). Allorché la città sta per cadere in potere dei saraceni accoglie a bordo della sua galea donne ed uomini con i loro beni e li trasporta in una località vicina, Chastel Pelerin, in cambio di considerevoli somme di denaro. Con tali viaggi accumula grandi ricchezze: viene accusato davanti al gran maestro dell’ordine Jacques de Molay di essersi tenuto per sé parte dei beni guadagnati in tal modo. Gli vengono confiscate le sue proprietà; si cerca di catturarlo. Ruggero di Flor è costretto ad abbandonare la sua nave nel porto di Marsiglia ed a fuggire a Genova.

………………… Genova
Si pone al servizio dei genovesi e si dà ancora alla guerra di corsa: riuscirà, ancora una volta, ad accumulare una discreta somma con alcune fortunate rapine.

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LUCHETTO GRIMALDI

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LUCHETTO GRIMALDI Di Genova. Corsaro.

+ 1280 ca.

Anno, mese Stato, in proprio Avversario Azioni intraprese ed altri fatti salienti
1267/1270 Genova Venezia
Ha il comando di 25 galee. Naviga lungo le coste della Terrasanta con Paschetto Mallone. I due corsari catturano diverse navi nelle acque di Acri (2 galee veneziane ed una greca). Assale Ascalona; si impadronisce della torre della moschea difesa dai veneziani. Lascia nel porto 15 galee e si avvia alla volta di Tiro. Sorpreso da 26 legni della Serenissima è costretto a lasciare in potere degli avversari 5 galee per salvarsi a stento nel porto di Tiro. Fa ritorno verso la Sicilia dopo avere richiamato da Ascalona le navi alla fonda in tale porto. Nel proseguimento della sua attività corsara attacca un vascello: si appropria delle merci veneziane e non tocca quelle dei mercanti neutrali siano essi musulmani, greci o armeni. I prigionieri sono 400. Rientra a Genova con Paschetto Mallone alla testa di 3 galee. Nel 1270 viene eletto governatore di Ventimiglia. I nobili ghibellini genovesi si ribellano per questa scelta e lo attaccano nella città. Luchetto Grimaldi respinge gli avversari. Segue una rappacificazione tra le parti.

https://corsaridelmediterraneo.it/grimaldi-luchetto/
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FRANCESCHINO GRIMALDI

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FRANCESCHINO GRIMALDI Di Genova. Corsaro.

+

Anno, mese

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Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1300

In proprio

Venezia

Cattura nelle acque di Cipro (Kypros) un vascello veneziano noleggiato dal re di Napoli.

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