Impero del Mali

Storia, Araldica, confini, alleati e nemici, gesta ed imprese...
Avatar utente
Veldriss
"IL CREATORE"
"IL CREATORE"
Messaggi: 5351
Iscritto il: 21 ottobre 2008, 10:55
Località: Sovere (BG)
Contatta:

Impero del Mali

Messaggio da leggere da Veldriss »

Aggiungo l'Impero del Mali perchè, anche se fuori mappa, potrebbe essere spunto per 1 carta eventi ;)

L'Impero del Mali o Impero del Manden fu un impero medievale dell'Africa Occidentale, fondato dal popolo di etnia mandinka che viveva nella regione fra la Guinea settentrionale e il Mali meridionale. L'impero si sviluppò nel periodo compreso fra il 1235 e il 1645, e nel momento del suo massimo splendore giunse a governare su una popolazione di circa 50 milioni di persone di numerosissime etnie.

Nota etimologica
Nel Medioevo, i Mandinka si riferivano alla loro terra (corrispondente alla parte settentrionale dell'odierna Guinea e alla parte meridionale del Mali) come "Manden". Lo stesso termine "mandinka" (poi corrotto nel francese mandingue o nell'inglese mandingo) deriva dall'unione di manden con il suffisso ka ("popolo"). L'impero del Mali veniva quindi chiamato dai suoi abitanti "Impero di Manden" o "Federazione di Manden" (Manden Kurufa). Il nome "Mali" fu introdotto dai popoli di lingua pulaar che abitavano nelle regioni circostanti (Macina, Tekrur, Fouta Djallon), in seguito alla trasformazione fonetica di mandinke-manden in malinke-mali. Questi popoli semi-nomadi diffusero la variante "Mali" come nome dell'impero in gran parte dell'Africa Occidentale.

Storia

... ...

Sundjata, il "principe leone"
La nascita dell'Impero del Mali è legata alla figura di Sundjata, detto "il principe leone", le cui gesta sono state tramandate dai griot (cantori) dell'Africa Occidentale nella forma di un racconto epico. È difficile separare in modo definitivo la leggenda dalla realtà storica.
Secondo la tradizione, nei primi decenni del XIII secolo il regno di Kaniaga estese il proprio dominio su uno dei dodici regni di Manden, Niana. Dal paese era stato da poco esiliato il fratellastro del re Dankaran Touman, Sundjata, colpevole di godere di una maggiore popolarità del fratello. In seguito all'invasione di Kaniaga, una delegazione di Niani si recò da Sundjata, che si trovava a Mema, chiedendogli di tornare a liberare il proprio paese natio.
Sundjata tornò a Niana conducendo con sé gli eserciti di Mema, di Wagadou (il regno che era stato il cuore dell'Impero del Ghana) e di diverse città-stato mandinka, dando vita nel 1234 alla rivolta contro la dominazione Kaniaga. Il culmine dello scontro fu la battaglia di Kirina (circa 1235), in cui l'esercito sosso fu definitivamente sconfitto.[3] La battaglia decretò la fine del regno di Kaniaga e la nascita dell'Impero del Mali. Sundjata marciò sulle città sosso, conquistandole una dopo l'altra e guadagnandosi l'appellativo di faama dei faama ("re dei re") e mansa ("imperatore"), con il nome di Mari Djata I. Sotto il suo governo i dodici regni Manden furono nuovamente unificati, diventando il cuore dell'impero.
Dopo aver unificato Manden, Mari Djata continuò a espandere il proprio impero. Conquistò tra l'altro Wangara, Oualata, Audaghost, giungendo a regnare su un'area che andava dal Senegal al fiume Niger. L'impero aveva, soprattutto, il controllo delle importantissime vie commerciali trans-sahariane.

Organizzazione dell'impero
Rispetto all'Impero del Ghana, l'Impero del Mali aveva una struttura decisamente più centralizzata. In particolare, le stesse leggi (stabilite dal potere centrale dell'imperatore) erano applicate in modo sostanzialmente omogeneo in tutto il territorio dell'impero (che, al suo apice, giunse a essere grande quanto l'Europa Occidentale). L'eredità dell'Impero del Mali, in termini di centralizzazione del potere, sarebbe stata poi raccolta da imperi e regni successivi come quelli di Songhai, Bamana, Wolof e Fula.
Il nucleo dell'impero fondato da Mari Djata I era costituito dai "tre stati alleati" di Mali (ovvero Niani), Mema e Wagadou, con l'aggiunta degli altri regni Manden. Poiché Sundjata aveva avuto asilo presso Mema durante il proprio esilio, Mema mantenne uno status speciale; analogamente avvenne per Wagadou, altro luogo dove Sundjata aveva soggiornato durante l'esilio e che aveva fornito l'esercito con cui Sundjata aveva sconfitto il regno di Kaniaga. I re di Mema e Wagadou mantennero la loro corona e il diritto di trattare con l'imperatore quasi alla pari. I re degli altri regni dovettero invece consegnare esplicitamente il proprio regno all'imperatore, e ricevettero il titolo minore di farbas ("grande comandante").
Per volere di Mari Djata I, venne istituita un'assemblea chiamata Gbara, che deliberava su numerosi temi. Inoltre, l'imperatore introdusse numerose misure economiche e sociali; per esempio, vietò il maltrattamento dei prigionieri e degli schiavi, fissò il prezzo di numerosi beni di largo consumo, e fece in modo che ogni cittadino dell'impero avesse un proprio appezzamento di terra. L'imperatore stabilì anche che tutti i futuri mansa dovessero appartenere al clan Keita (a cui egli apparteneva) e che Niani sarebbe stata la capitale. Sotto il suo regno, Niani fu quasi completamente ricostruita e divenne uno dei centri commerciali più importanti dell'intera Africa Occidentale.

Discendenza di Djata

Mansa Ouali
Quando Mari Djata I morì (1255), suo figlio Yérélinkon era troppo giovane per avere diritto al trono, che sarebbe dovuto andare al fratellastro di Mari Djata. Ciononostante, Yérélinkon impose la propria volontà, sottraendo il trono allo zio e venendo incoronato con il nome di Mansa Ouali. Mansa Ouali continuò l'opera di conquista iniziata dal padre, annettendo all'impero le province di Bati e Cassa (nell'odierno Gambia), Bambuk e Bondou (regioni ricche di miniere d'oro), il regno songhai di Gao.[2] Ouali si dedicò anche allo sviluppo economico dell'impero; per esempio, a molti soldati fu chiesto di lavorare la terra nelle nuove province. Rafforzò anche i rapporti con il mondo nordafricano e arabo, andando anche in hajj (pellegrinaggio) alla Mecca.

I figli dei generali
Durante il suo regno, Mari Djata I aveva adottato diversi figli dei suoi generali come strumento per fidelizzarli. Alla morte di Mansa Ouali due figli di generali adottati da Mari Djata si contesero il trono, scatenando una violenta guerra civile.[3] Il primo dei due a salire al trono fu incoronato col nome di Mansa Ouati nel 1270; il suo regno, durato quattro anni, viene ricordato come dissoluto e crudele. Gli successe l'altro figlio adottivo, Mansa Khalifa, che fu forse regnante ancora peggiore di Ouati; la tradizione gli attribuisce persino l'uso di scagliare frecce incendiarie sui passanti, dal tetto del proprio palazzo. Fu assassinato, forse per volere del Gbara, nel 1275.

I mansa cortigiani
Dopo il caos portato dal regno di Ouati e Khalifa, per venticinque anni regnarono come mansa dignitari di corte appoggiati dal Gbara. Il primo fra questi fu Manding Bory, incoronato con il nome di Mansa Abubakari (corruzione del nome islamico Abu Bakr). Abubakari era figlio della terza moglie di Maghan Kon Fatta, padre di Mari Djata I. Del regno di Abubakari non si sa molto, ma sembra che abbia contribuito a bloccare lo spreco di ricchezza a cui avevano dato inizio i figli dei generali.
Nel 1285, un ex schiavo di corte liberato da Mari Djata e divenuto generale usurpò il trono, venendo incoronato con il nome di Mansa Sakoura. Sakoura fu un abile condottiero, e portò una nuova espansione dell'impero, la prima dopo il regno di Ouali. Conquistò Tekrour e Diara (già province dell'Impero del Ghana), Dyolof e Macina (nell'odierno Senegal), e soppresse una rivolta anti-imperiale presso Gao. Inoltre, Sakoura intrecciò rapporti più stretti con gli stati arabi del bacino del Mediterraneo; andò in hajj come Ouali prima di lui e strinse accordi commerciali con Tripoli e con il Marocco. Fu assassinato da un brigante danakil mentre era di ritorno dalla Mecca, nella regione dall'odierna nazione di Gibuti. Quando il corpo giunse a Niani, ricevette gli onori funebri che spettavano alla dinastia imperiale, nonostante le sue origini di schiavo e usurpatore.

Discendenza di Kolonkan
Dopo la morte di Sakoura, nel 1300 il Gbara scelse Ko Mamadi come prossimo mansa. Ko Mamadi era un discendente di Kolonkan, sorella di Mari Djata; in quanto discendente di Maghan Kon Fatta, anch'egli apparteneva alla dinastia Keita. Durante il regno di Ko Mamadi e dei suoi discendenti, l'Impero del Mali raggiunse la sua epoca d'oro.

Economia
La principale fonte di ricchezza dell'Impero del Mali erano le tre grandi miniere d'oro all'interno dei suoi confini, a Bambuk, Boure e Galam. L'impero tassava ogni carico d'oro o di sale che entrava nei suoi confini. Entro l'inizio del XIV secolo, l'impero divenne il principale produttore d'oro del Vecchio Mondo.
Non è chiaro se nell'impero si usasse battere moneta. Venivano certamente usati come merce di scambio oro, sale e rame. Le pepite d'oro erano appannaggio esclusivo delle casse dell'imperatore; dovevano essere consegnate ai funzionari imperiali e venivano ripagate in polvere d'oro. La principale unità di misura della polvere d'oro era il mithqal, detto anche dinar, che corrispondeva a circa 4,5 grammi d'oro. Il sale aveva un valore forse addirittura superiore a quello dell'oro, come avveniva in gran parte dell'Africa subsahariana. Veniva scambiato in pezzi e trasportato da carovane di cammelli, e aveva un valore maggiore nella parte meridionale dell'impero, dove costituiva un bene più raro. Il rame, infine, era scambiato in lingotti; lo si estraeva a Takedda, nel nord, ed era scambiato con l'oro a sud. Secondo fonti dell'epoca, 60 lingotti di rame valevano circa 100 dinar.

Esercito
Nel periodo dei mansa della discendenza di Kolonkan, l'esercito dell'impero era diventato una macchina da guerra estremamente potente. Una parte dell'esercito era costituita da professionisti, che in tempo di pace avevano il compito di difendere i confini. All'occorrenza, tuttavia, tutta la nazione poteva essere mobilitata; ogni tribù doveva fornire un certo numero di soldati all'imperatore. Secondo gli storici, l'esercito contava complessivamente circa 100.000 uomini, di cui 10.000 circa impiegati nella cavalleria.[3]
Venivano distinti l'esercito meridionale e quello settentrionale. Quello settentrionale era comandato da un ufficiale detto farin ed era di stanza presso la città di frontiera di Soura. Quello meridionale era comandato da un sankar (termine che indicava un comandante della regione del fiume Sankarani) e aveva il proprio quartier generale a Zouma. Il farin e il sankar erano scelti dall'imperatore, e rispondevano direttamente a lui.
I soldati di fanteria erano chiamati sofa. La fanteria era organizzata in unità dette kelé-kulu, composte da 10-20 uomini appartenenti a una determinata tribù e comandati da un capo tribale detto kun-tigui. Gruppi di dieci kelé-kulu costituivano i kelé-bolo, comandati da ufficiali di più alto livello chiamati bolo kun-tigui. L'equipaggiamento base di un fante erano costituito da un grande scudo di legno e di una picca detta tamba. Gli arcieri costituivano una parte importante della fanteria; c'erano circa 3 arcieri per ogni picchiere. Ognuno di essi aveva due faretre e uno scudo; le frecce avevano la punta di ferro e spesso erano avvelenate. Negli assedi si usavano anche frecce infuocate.
La cavalleria era formata dalla nobiltà dell'impero. Una unità di 50 cavalieri era detta seré, e comandata da un kelé-tigui; ogni kelé-tigui aveva anche un seguito di due o più bolo kun-tiguis (reggimenti di fanteria) che lo seguivano in battaglia. I kelé-tigui rappresentavano il grado più alto dell'esercito dopo farin e sankar. Le armi tipiche dei cavalieri erano la spada, la lancia, e talvolta giavellotti avvelenati. I cavalieri erano anche dotati di scudo e spesso di un'armatura di maglia.

... ...

http://it.wikipedia.org/wiki/Impero_del_Mali
Immagine
Avatar utente
Veldriss
"IL CREATORE"
"IL CREATORE"
Messaggi: 5351
Iscritto il: 21 ottobre 2008, 10:55
Località: Sovere (BG)
Contatta:

CURIOSITA’

Messaggio da leggere da Veldriss »

Mansa Musa (1280 – 1337) è stato il nono imperatore del Mali e il primo della dinastia Laye, incoronato nel 1312, dopo un anno dalla partenza di Abubakari.

Uomo più ricco della storia
Secondo il sito statunitense Celebrity net worth, che ha analizzato le fortune degli uomini più ricchi del pianeta dall’anno mille in avanti, armonizzandole al tasso di inflazione attuale, Mansa Musa sarebbe stato l'uomo più ricco della storia, con una ricchezza equivalente a 400 miliardi di dollari attuali.
Rispondi