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Le evidenti difficoltà dell'impero bizantino vennero superate allorquando papa Clemente IV accettò le proposte di Michele per nuove trattative sull'unificazione delle due Chiese. Sennonché il papa morì nel 1268 e l'imperatore trovò nel pio re di Francia, Luigi IX, un insperato alleato che riuscì a trattenere il fratello dai suoi piani di aggressione a Bisanzio ed a condurlo con sé nella crociata contro Tunisi dell'estate del 1270.
Illusione della riunificazione delle due Chiese
Papa Gregorio X non era più intenzionato a tergiversare sul problema dell'unificazione. Ammonì i Veneziani dal rinnovare gli accordi con i bizantini e permise a Carlo d'Angiò di sviluppare un'intensa attività diplomatica nei Balcani.
Nonostante l'opposizione della sua chiesa, nel 1273 Michele si accordò con il legato papale e riuscì a convincere una parte della chiesa ortodossa ad accettare l'unione. Lo storico atto venne perfezionato durante il concilio di Lione il 6 luglio 1274 e prevedeva il riconoscimento da parte della chiesa ortodossa del primato romano e della sue fede.
I benefici per l'accordo non mancarono: Carlo d'Angiò dovette rinunciare alla progettata conquista, firmando un armistizio fino al 1º maggio 1276, e Venezia nel marzo 1275 rinnovò il trattato con l'Impero bizantino. Tuttavia il prezzo che Michele dovette pagare fu una grave crisi interna. I suoi rapporti con la Chiesa erano stati sin dall'inizio del suo regno assai problematici. Scomunicato dal Patriarca Arsenio Autoreianus, fanatico asceta, per l'accecamento dell'imperatore legittimo, Giovanni Lascaris, l'imperatore riuscì con difficoltà ad allontanarlo dal suo incarico (1266). Si creò però una fazione, gli arsenisti, ostile alla sua politica ed alla Chiesa ufficiale. Il Patriarca subentrato, Giuseppe I Galesiotes, non si lasciò convincere ad accettare l'unione delle Chiese e quindi fu necessaria una nuova e violenta sostituzione nella persona di Giovanni XI Bekkos. La popolazione bizantina, per la quale l'ortodossia era la cosa più sacra ed inviolabile, si ribellò all'imperatore. La frattura e la contestazione coinvolse anche la stessa famiglia imperiale.
Dopo la morte di Gregorio X (1276) a Roma si rafforzò l'influenza angioina e si interruppe l'alleanza bizantino - romana. L'elezione del francese Martino IV nel 1281 fece del papa uno strumento potente per la politica di Carlo d'Angiò. Con il patrocinio del pontefice fu concluso ad Orvieto un trattato per la restaurazione dell'impero romano usurpato sotto la guida di Filippo, figlio di Baldovino II (3 luglio 1281). Inoltre il papa condannò come scismatico l'accordo conciliare del 1274 per l'unione delle chiese. La politica unionista di Michele VIII era così definitivamente fallita.
Idea: possibilità per i bizantini di cambiare religione, da ortodossi a cattolici, andranno pensati bonus e malus.
Rischio di
GUERRA CIVILE.
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Michele VIII cercò di neutralizzare l'influenza del re di Sicilia mediante un'accorta politica matrimoniale sia con i greci occidentali che con i paesi slavi. Ma alle trattative non andate a buon fine con il regno serbo si cercò di riequilibrare la situazione opponendo un legame di sangue con il regno di Ungheria: il figlio di Michele, Andronico II Paleologo, erede al trono, sposò la figlia del re di Ungheria.
Nonostante il matrimonio fra lo zar bulgaro, Costantino, e la nipote di Michele, Maria, nel 1272 scoppiò una guerra con la Bulgaria per la contesa, ricorrente, delle città di Anchialo e Mesembria, importanti roccaforti sul mar Nero. Ma dovettero ritirarsi a causa della nuova mossa del Paleologo: l'alleanza con i Mongoli.
Infatti Imperatore Michele nel 1263 firmò un trattato con il Khan Dell'Orda D'oro cui diede in sposa la figlia Eufrosine mentre pochi anni dopo Maria Paleologa (sorella della precedente) sposò Abaqa Khan degli Ilkhanidi di Persia.
è nota anche una lettera del papa Papa Clemente IV da Viterbo, secondo la quale Abaqa aveva accettato di unire le forze con il suo suocero Michele VIII per aiutare i Latini in Terra Santa, in preparazione per l'ottava crociata (la seconda di Luigi IX):
"Il re di Francia e Navarra, prendendo a cuore la situazione in Terra Santa, e decorato con la Santa Croce, sono essi stessi a preparare gli attacchi nemici della Croce. Ci ha scritto che lei ha voluto unirsi al suocero (il greco imperatore Michele VIII di Bisanzio) per assistere i Latini. Abbondantemente Noi ti lodiamo per questo, ma non siamo in grado di dirvi ancora, prima di aver chiesto ai governanti, quale via stiano progettando di seguire. Ti prego di trasmettere loro il vostro consiglio In modo da illuminare le loro deliberazioni, di informarci, attraverso un messaggio di ciò che sarebbe stato deciso. "
Oltre a questa lettera sono noti gli aiuti Mongoli a Bisanzio: prima contro la Bulgaria (come già detto) e poi contro i greci di Epiro e Tessaglia in rivolta contro Bisanzio; grazie a 6.000 soldati Mongoli la Tessaglia fu riconquistata e l'Epiro venne reso vassallo.
In questo modo all'accerchiamento dei potenziali nemici di Bisanzio, Michele seppe contrapporre un adeguato sistema di alleanze mediante una serie di trattati ed accordi diplomatici.
Inoltre, per difendere al meglio l'impero il basileus fece costruire una flotta di 120 Dromoni con la quale l'ammiraglio Licario riuscì a riconquistare l'Eubea e quasi tutte le isole dell'egeo dai signori feudali veneziani.
Idea: possibilità di alleanze facilitate tra bizantini e mongoli, se accettata c'è invio di (6?) armate mongole ai bizantini (prese dalla riserva).
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Oltre a questa lettera sono noti gli aiuti Mongoli a Bisanzio: prima contro la Bulgaria (come già detto) e poi contro i greci di Epiro e Tessaglia in rivolta contro Bisanzio; grazie a 6.000 soldati Mongoli la Tessaglia fu riconquistata e l'Epiro venne reso vassallo.
Idea: possibili rinforzi da parte del Khanato dell'Orda d'Oro ai Bizantini.
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Cercando di risollevare le non prospere condizioni del tesoro bizantino, tuttavia, fu spinto a compiere gravi errori in quanto decise nel 1285 di smantellare gran parte della flotta bizantina riducendo il numero delle navi da 120 a 20, rendendo così l'impero bizantino sempre più dipendente dalle rivali repubbliche marinare di Venezia e Genova. Altro errore particolarmente grave fu parimenti la riduzione degli effettivi dell'esercito stanziale dell'impero che passò da 12.000 a 4.000 uomini affidandosi totalmente alle compagnie mercenarie in caso di necessità atto che espose ancor di più le frontiere dell'impero alla minaccia straniera cui però sdi aggiungeva il fatto che le milizie dell'impero, in caso di rivolta dei mercenari erano assolutamente insufficienti per reprimerle.
Idea: possibilità per i giocatori di convertire fiorini in armate e mezzi da guerra e/o viceversa a dei cambi vantaggiosi.
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L'opera e l'influenza del co-imperatore fu estremamente importante nella riforma del sistema giudiziario bizantino, viziato da una fortissima corruzione. La riforma prevedeva l'istituzione di un "Tribunale supremo dei Romani" composto da 12 giudici, 8 laici e 4 provenienti dal clero ortodosso, le cui sentenze erano inappellabili e con specifica competenza sul reato di corruzione, cui furono aumentate le pene mentre la codificazione fu riscritta in modo da renderla più flessibile. Fu certamente un' innovazione notevole anche se non fu sufficiente a curare il problema visto che lo stesso imperatore fu costretto ad esiliare 3 giudici proprio perché corrotti.
Idea: se i giocatori hanno determinate tecnologie (
LEGGE,
FILOSOFIA, ecc ecc) possono avere degli introiti maggiori dalle tasse o delle riduzione di costi durante la
FASE ACQUISTO.
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Se le manovre diplomatiche poterono risolvere tali problemi, lo smantellamento di strutture militari ebbe esiti fatali in altre situazioni. L' assenza di una flotta aveva stretto ancora maggiormente il rapporto tra Costantinopoli e Genova, cui Michele aveva concesso un quartiere a Galata.
Idea: dare la Repubblica di Genova ai bizantini, ma questo gli costa X fiorini ogni turno... se smettono di pagare la Repubblica di Genova torna ai barbari.