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Veldriss
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Cimabue

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« Credette Cimabue nella pittura
tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido,
si che la fama di colui è scura »

(Dante Alighieri, Purgatorio XI, 94-96)

Cimabue, pseudonimo di Cenni di Pepo (Firenze, 1240 circa – Pisa, 1302), è stato un pittore italiano.
Si hanno notizie di lui dal 1272. Dante lo citò come il maggiore della generazione antecedente a quella di Giotto, parallelamente al poeta Guido Guinizelli e al miniatore Oderisi da Gubbio. Secondo il Ghiberti e il Libro di Antonio Billi fu al contempo maestro e scopritore di Giotto. Il Vasari lo indicò come il primo pittore che si discostò dalla "scabrosa goffa e ordinaria [...] maniera greca", ritrovando il principio del disegno verosimile "alla latina".
Studi recenti hanno dimostrato come in realtà il rinnovamento operato da Cimabue non fosse poi assolutamente isolato nel contesto europeo, poiché la stessa pittura bizantina mostrava dei segni di evoluzione verso una maggiore resa dei volumi ed un migliore dialogo con l'osservatore. Per esempio negli affreschi del monastero di Sopoćani, datati 1265, si notano figure ormai senza contorno dove le sfumature finissime evidenziano la rotondità volumetrica. D'altronde lo stesso Vasari, cui tanto si deve nell'attribuzione a Cimabue dell'avvio della rinascenza della pittura italiana, afferma che egli ebbe "maestri greci".
A Cimabue spetta però un passo fondamentale nella transizione da figure ieratiche e idealizzate (di tradizione bizantina) verso veri soggetti, dotati di umanità ed emozioni, che saranno alla base della pittura italiana e occidentale.

Cenni biografici
Le notizie certe, ossia suffragate da documenti, sulla vita di Cimabue sono molto esigue: presente a Roma nel 1272; incaricato di realizzare un cartone per il mosaico del catino absidale del Duomo di Pisa il 1 novembre 1301; morto a Pisa nel 1302. Da queste pochissime informazioni i critici e gli storici dell'arte hanno ricostruito, non senza controversie e incertezze, il catalogo delle opere[1].
La data di nascita approssimativa si basa sulla menzione di Vasari e su un calcolo dell'età che doveva avere nel 1272, quando a Roma venne citato come testimone in un atto pubblico di notevole importanza, quindi verosimilmente sui trent'anni. In tale documento viene anche ricordato il luogo di nascita dell'artista, "Florentia", un'indicazione confermata anche nel documento pisano. Dalla menzione di Giovanni Villani nasce l'ipotesi che l'artista si chiamasse "Giovanni" e Cimabue di cognome, un'ipotesi priva di riscontri nei documenti superstiti, tanto da apparire come un equivoco, che venne ripreso poi anche dall'Anonimo Magliabechiano[1].
Ai primi anni settanta sono databili il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo e l'attività ai mosaici del battistero di Firenze: influssi di Nicola Pisano nelle scene musive, fanno pensare a un possibile soggiorno a Pisa[1].
Il documento di Roma, datato 8 giugno 1272 registra la testimonianza del pittore sul patronato che il cardinale Ottobono Fieschi assunse su incarico di papa Gregorio X di un monastero di monache di San Damiano che per l'occasione, fu ridedicato a Sant'Agostino e alla sua Regola. A Roma dovette conoscere l'arte classica e la scuola locale. In quell'occasione dovette ricevere l'incarico di decorare la nuova basilica papale di Assisi, opera che ebbe inizio nella basilica inferiore (ne rimane solo la Maestà). Verso il 1280 dovette prendere il via la pittura anche della basilica superiore[1].
Gli anni ottanta dovettero essere il momento di massima popolarità dell'artista, dopo l'impresa assisiate, ricevendo commissioni per grandi pale come la Maestà di Santa Trinita o il Crocifisso di Santa Croce. Già dagli anni novanta il suo astro dovette iniziare ad essere oscurato da quello dell'allievo Giotto, come registrò la celebre menzione dantesca.
Vasari lo ricordò morto nell'anno 1300, informazione smentita dai documenti. Come già accennato infatti, il 1 e il 5 novembre 1301 era a Pisa, dove firmò per l'esecuzione di una grande Maestà con storie sacre per la chiesa dell'ospedale di Santa Chiara, da eseguire in collaborazione col lucchese Giovanni di Apparecchiato, detto "Nuchulus": opera perduta o forse mai eseguita per la morte dell'artista. Il 19 marzo 1302 infatti, appena quattro mesi dopo, un documento fiorentino parla degli "eredi" di Cimabue riguardo a una casa nel popolo di San Maurizio a Fiesole. Il 4 luglio di quell'anno al camerlengo di Pisa vengono consegnati alcuni oggetti (i guanti di ferro, una tovaglia e altro) appartenuti al pittore, che quindi doveva essere morto mentre attendeva a un lavoro per il Duomo di Pisa, ovvero i cartoni per il mosaico nella calotta absidale.

Opere principali
Probabilmente la sua formazione si svolse a Firenze, tra maestri di cultura bizantina. Già con la Crocifissione della chiesa di San Domenico di Arezzo, databile attorno al 1270, segnò un distacco dalla maniera bizantina.
In questa opera Cimabue si orientò verso le recenti rappresentazioni della Crocifissione con il Christus patiens dipinte verso il 1250 da Giunta Pisano, ma aggiornò l'iconografia arcuando ancora maggiormente il corpo del Cristo, che ormai debordava occupando tutta la fascia alla sinistra della croce. Sempre ai modelli di Giunta rimandano le due figure nei tabelloni ai lati dei braccio della croce (Maria e San Giovanni raffigurati a mezzo busto in posizione di compianto) e lo stile asciutto, quasi "calligrafico" della resa anatomica del corpo del Cristo.
La somiglianza con il modello giuntesco si spiega anche con un'esplicita richiesta dei domenicani aretini, essendo uno dei crocifissi di Giunta conservato nella chiesa principale dell'ordine, la basilica di San Domenico a Bologna.
Un'altra novità rispetto al modello fu l'uso delle striature d'oro nel panneggio che copre il corpo di Cristo o nelle vesti dei due dolenti, un motivo usato per la prima volta, pare, da Coppo di Marcovaldo e derivato dalle icone bizantine.

Il Crocifisso di Santa Croce
Poco dopo il viaggio a Roma del 1272, eseguì il Crocifisso per la chiesa fiorentina di Santa Croce, oggi semidistrutto a causa dell'alluvione di Firenze del 1966. Quest'opera si presenta dall'apparenza simile al Crocifisso aretino, ma a un'analisi attenta lo stile pittorico è molto cambiato, tanto da suggerire che sia stato eseguito un decennio dopo, intorno al 1280.
Alto tre metri e 90 è un crocifisso grandioso, con la posa del Cristo ancora più sinuosa, ma è soprattutto la resa pittorica delicatamente sfumata a rappresentare una rivoluzione, con un naturalismo commovente (forse ispirato anche alle opere di Nicola Pisano) e privo di quelle dure pennellate grafiche che si riscontrano nel crocifisso aretino. La luce adesso è calcolata e modella con il chiaroscuro un volume realistico: i chiari colori dell'addome, girato verso l'ipotetica fonte di luce, non sono gli stessi del costato e delle spalle, sapientemente rappresentati come illuminati con un angolo di luce diverso. Le ombre, appena accennate su pieghe profonde come quelle dei gomiti, sono più scure nei solchi tra la testa e la spalla, sul fianco, tra le gambe.
Un vero esempio di virtuosismo è poi la resa del morbido panneggio, delicatamente trasparente. Dopo secoli di aspri colori pastosi Cimabue fu quindi il primo a stendere morbide sfumature.

La Maestà del Louvre
Cimabue anche nell'iconografia tradizionale della Madonna col bambino stabilì un nuovo canone con il quale si dovettero confrontare i pittori successivi, soprattutto Giotto.
Verso il 1280 eseguì la Madonna con il Bambino o Maestà del Louvre, proveniente dalla chiesa di San Francesco a Pisa. In questa opera è amplificata la maestosità, tramite un più ampio campo attorno alla Madonna (si pensi alla Madonna del Bordone di Coppo di Marcovaldo), e migliore è la resa naturalistica, pur senza concessioni al sentimentalismo (Madonna e bambino non si guardano e le loro mani non si toccano). Il trono è disegnato con un'assonometria intuitiva e quindi collocato precisamente nello spazio, anche se gli angeli sono disposti ritmicamente attorno alla divinità secondo precisi schemi di ritmo e simmetria, senza interesse ad una reale disposizione nello spazio, infatti levitano l'uno sopra l'altro (non l'uno dietro l'altro). Molto fine è il modo con cui i panneggi avvolgono il corpo delle figure, soprattutto della Madonna, che crea un realistico volume fisico. Non vi è usata l'agemina (le striature dorate).
Questa pala ebbe un'eco immediata, ripresa per esempio verso il 1285 dal senese Duccio di Buoninsegna, nella sua aristocratica Madonna Rucellai - opera per lungo tempo erroneamente attribuita allo stesso Cimabue -, già in Santa Maria Novella e oggi agli Uffizi.

Anni '80 del Duecento
In questo periodo vengono collocate una serie di opere in varie collocazioni, nelle quali inizia a farsi viva anche l'eco dell'influenza dell'allievo Giotto. La Flagellazione della Collezione Frick, i mosaici per il battistero fiorentino, molto rimaneggiati, la Maestà di Santa Maria dei Servi a Bologna e la Madonna della Pinacoteca di Castelfiorentino, forse in collaborazione con Giotto. Opera di bottega, leggermente posteriore, è forse la Maestà con i santi Francesco e Domenico della Collezione Contini Bonacossi a Firenze.

Le opere di Assisi
Sotto il papato di Niccolò IV (1288-1292), primo papa francescano, Cimabue lavorò ad Assisi. L'arrivo di Cimabue ad Assisi segnò l'ingresso nella prestigiosa commissione papale di artisti fiorentini e la scelta del maestro fu dettata quasi certamente dalla fama che aveva acquistato a Roma nel 1272, anche se non sono conosciute opere di Cimabue del periodo romano.
Nel transetto destro della basilica inferiore affrescò la Madonna col Bambino in trono, quattro angeli e san Francesco, dipinto palesemente decurtato dal lato sinistro dove si suppone fosse presente un Sant'Antonio di Padova a pendant del Poverello d'Assisi. L'affresco, infatti fu incorniciato alcuni decenni dopo dai maestri giotteschi che affrescarono il resto del transetto. L'opera è stata oggetto di pesanti ridipinture avvenute in epoca più tarda. Il San Francesco che vi compare è simile a quello ritratto in una tavola conservata nel Museo di Santa Maria degli Angeli.
L'autenticità di quest'ultima tavola (riconosciuta dal Longhi) è stata oggetto di accese controversie probabilmente anche a causa dalle sue peculiarità tecniche. In particolare essa è priva del consueto strato preparatorio in gesso, né ha camottatura. Procedimenti preparatori, specie il primo, pressoché immancabili nella pittura medievale su tavola. Sulla base di queste circostanze vi è chi ha ipotizzato possa addirittura trattarsi di un falso moderno. Da ultimo tuttavia ha conciliato l'autenticità della tavola con queste eccezioni tecniche Luciano Bellosi (2004), assumendo che il dipinto in questione sia stato originariamente creato per essere posto sul primo sepolcro di Francesco, destinazione che avrebbe reso incongrua la consueta preparazione della tavola.
Fu forse proprio per l'alta qualità pittorica dei dipinti della Basilica inferiore che Cimabue fu chiamato a realizzare le pitture nell'abside e nel transetto della basilica superiore di San Francesco, negli stessi anni in cui forse maestranze romane cominciavano ad affrescare la parte superiore della navata.
È difficile avere un'idea degli affreschi assisiati di Cimabue e della sua bottega, perché oggi sono i più danneggiati della basilica Superiore, avendo subìto un processo di ossidazione della biacca (bianco di piombo) che ha reso i toni chiari scuri (per cui sembra di essere di fronte a un negativo fotografico).
Il complesso ciclo pittorico comprende: La scena più interessante è quella della Crocifissione nel transetto sinistro, dove le numerose figure in basso con i loro gesti straziati fanno convergere le linee di forza verso il crocifisso, attorno al quale si dispiega un seguito di angeli. La drammaticità quasi patetica della rappresentazione viene considerato il punto di arrivo della riflessione francescana sul tema della Croce in senso drammatico.

La Maestà di Santa Trinità
Nella chiesa di Santa Trinita a Firenze era conservata un'altra Maestà di Cimabue, ora conservata agli Uffizi, della quale non si conosce la data, ma che viene attribuita a un momento più tardo, tra il 1290 e il 1300. La principale novità di questa pala è il maggior senso tridimensionale del trono di Maria, che crea un vero e proprio palcoscenico al di sotto del quale si apre un loggiato che per un effetto illusionistico appare al centro come un'esedra: qui trovano posto i busti di Geremia, Abramo, Davide e Isaia che sembrano affacciarsi in uno spazio realisticamente definito. Più tendenti alla disposizione in profondità sono anche le figure degli angeli ai lati del trono.
Le espressioni sono anche più dolci, come nel mosaico del Duomo di Pisa, per cui si pensa che sia verosimile collocare l'opera in un periodo in cui Giotto era già attivo e le sue novità influenzavano anche il maestro.

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Architettura gotica

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L'architettura gotica è quella fase dell'architettura europea caratterizzata da particolari forme strutturali ed espressive, in un periodo compreso fra la metà del XII secolo e, in alcune aree europee, i primi decenni del XVI secolo.

Periodizzazioni e diffusione
L'architettura gotica continentale viene suddivisa in diverse fasi:
Protogotico
Gotico classico
Gotico radiante
Tardo gotico

Esistono inoltre diverse varietà nazionali e anche regionali dell'architettura gotica:
Gotico francese (in particolare le grandi cattedrali)
Gotico brabantino
Gotico inglese
Gotico italiano
Gotico tedesco nei territori del Sacro Romano Impero e nell'Europa centrale
Gotico spagnolo e portoghese
Gotico baltico (architettura in mattoni dell'Europa settentrionale)
Gotico degli stati crociati (in Siria, Libano, Israele, Rodi e isole della Grecia)

Ognuna di queste varietà nazionali presenta caratteristiche particolari e fasi proprie, talvolta ben distinte (come ad esempio il gotico inglese), sebbene sia possibile identificare gli influssi reciproci delle varie componenti regionali. Fra tutte queste varietà la più importante è senza dubbio quella francese, poiché l'architettura gotica dei diversi paesi europei può essere vista come il recepimento, spesso estremamente originale, degli stimoli provenienti dal nuovo linguaggio formatosi verso la metà del XII secolo nell'Ile de France.

Origine e sviluppo
Diversamente da quanto avvenne per l'architettura romanica, policentrica e senza che si possa ritenere una regione europea come più rappresentativa, è invece quasi possibile identificare una località e un "padre" dell'architettura gotica. La ricostruzione del coro dell'abbazia di Saint Denis, vicino a Parigi, nell'anno 1144 per opera dell'abate Suger, è infatti generalmente considerata come la data di inizio di questo stile, che da lì a poco si diffonderà prima nelle diocesi dell'Ile de France e poi nel resto della Francia, in Inghilterra, nell'Impero e nel resto d'Europa, incontrando resistenze significative solo in Italia. Uno stile consapevolmente diverso da quella precedente, caratterizzato dall'uso intensivo di tecniche costruttive già note (come l'arco a sesto acuto e la volta a crociera), ma in un sistema coerente e logico e con nuovi obiettivi estetici e simbolici.

Proporzioni dell'architettura gotica: architettura e musica
L'estetica medievale, che trova nell'architettura gotica una delle sue maggiori realizzazioni, ha nella matematica e nella geometria la sua fondazione. Le proporzioni dell'edificio sacro non sono casuali e non sono nemmeno determinate dalla ricerca di effetti spettacolari, ma derivano da una visione dell'arte come scienza, cioè come speculazione teorica, nella ricerca dei rapporti geometrici che stanno alla base del cosmo e che sono ritenuti di origine divina. Si tratta degli stessi rapporti che governano il mondo della musica, le cui regole armoniche non sono fatti meramente naturali, ma riflessi delle armonie celesti. I primi edifici gotici sono costruiti in base a rapporti numerici analoghi agli intervalli perfetti dell'armonia musicale, cioè ottava, quinta e quarta e unisono, come nel rapporto fra le dimensioni della campata o del transetto rispetto alla navata. In questo modo l'edificio sacro viene ad avere gli stessi rapporti armonici che ha il creato e la musica, poiché è Dio, il grande architetto dell'universo, ad avere stabilito in principio queste divine proporzioni, decifrabili dal libro della natura e anche dal libro della rivelazione. Lo stesso tempio di Salomone, stando alla descrizione che ne fa la Scrittura, ha delle proporzioni numeriche perfette.
Sant'Agostino, nel trattato De Musica, enuncia questa estetica come riflesso delle perfezioni divine che hanno nella musica (e nella armonia musicale) la sua espressione più compiuta. L'architettura, la più astratta delle arti e basata, come l'armonia musicale, dalla consonanza delle varie parti e costruita come sviluppo e fioritura di figure geometriche perfette, è la forma d'arte maggiore che permette un contatto diretto con Dio, perché condivide le stesse regole che ha seguito il creatore quando diede forma all'universo. In un certo senso si può affermare che in occidente l'architettura ha lo stesso ruolo di tramite che in oriente hanno le icone, ma mentre l'immagine si ferma al sensibile e all'apparente, nell'architettura si va oltre, potendo cogliere l'essenza divina attraverso l'intelletto, poiché Dio ha creato ogni cosa come numero, peso e misura, come riportato nel libro della Sapienza di Salomone. Questo spiega anche l'avversione per le immagini sensibili in Sant'Agostino e anche nei teologi medievali, in particolare in Bernardo da Chiaravalle, il quale proibì ogni forma di arte figurativa nelle chiese del suo ordine cistercense promuovendo, per gli edifici di questo ordine monastico, una architettura pura e silenziosa, dove le pietre - finemente squadrate e lavorate - e le stereometrie degli spazi geometricamente perfetti erano più eloquenti riguardo ai misteri divini delle ridicole difformità o delle grossolane raffigurazioni che adornavano le chiese romaniche.

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Innovazioni tecniche
La novità più originale dell'architettura gotica è la scomparsa delle spesse masse murarie tipiche del romanico: il peso della struttura non veniva più assorbito dalle pareti, ma veniva distribuito su pilastri all'interno e nel perimetro, coadiuvati da strutture secondarie come archi rampanti e contrafforti. Lo svuotamento della parete dai carichi permise la realizzazione di pareti di luce, coperte da magnifiche vetrate, alle quali corrispondeva fuori un complesso reticolo di elementi portanti.
A partire dai soli pilastri a fascio si dipana un sistema di contrafforti ben più ampio e diversificato di quello romanico: gli archi rampanti, i pinnacoli, i piloni esterni, gli archi di scarico sono tutti elementi strutturali, che contengono e indirizzano al suolo le spinte laterali della copertura, con conseguente alleggerimento delle murature di riempimento, che presentano un numero maggiore di aperture.
Ma la straordinaria capacità degli architetti gotici non si esaurisce nella nuova struttura statica messa a punto: gli edifici, svuotati dal limite delle pareti in muratura, poterono svilupparsi in uno slancio verticale, arrivando a toccare altezze ai limiti delle possibilità della statica. La cattedrale più alta costruita è quella di Beauvais le cui volte raggiungono un'altezza di ben 48,5 metri (la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi ne misura che 33). Questa caratteristica non fu una novità assoluta e si sviluppò probabilmente da chiese con verticalità preminente già nell'epoca romanica, in Normandia e in Inghilterra (che all'epoca formavano un'unità politica comune). Strumenti essenziali per questo sviluppo "aereo" furono:
l'uso massiccio dell'arco a sesto acuto (di origine sasanide e islamica, in uso già in epoca romanica, per esempio in Borgogna), che permette di scaricare il peso sui piedritti generando minori spinte laterali rispetto ad un arco a tutto sesto;
la volta a crociera ogivale, che può creare anche campate rettangolari invece di quadrate;
gli archi rampanti innestati su contrafforti esterni, che ingabbiano la costruzione disponendosi dinamicamente attorno a navate ed absidi.

In Inghilterra si ebbe in seguito un ulteriore sviluppo della volta a crociera con la volta a sei spicchi e poi a raggiera o a ventaglio: tutte soluzioni che permettevano una migliore distribuzione del peso a favore di una maggiore altezza.
Ciò che rende affascinante l'architettura gotica è la stretta corrispondenza fra idee estetiche e innovazioni tecnologiche. L'obiettivo di rendere gli interni degli edifici sacri luminosi e ampi è raggiunto grazie all'utilizzo, sempre più perfezionato e rivoluzionario, dei principi costruttivi della volta a crociera e dell'arco acuto. L'integrazione di queste due tecniche permetterà la costruzione di flessibili campate rettangolari (non più soggette alla limitazione dell'impiego della forma quadrata come in età romanica) e la costituzione di organismi architettonici puntiformi, senza cioè che il muro abbia più funzioni portanti, svolte unicamente dai pilastri, riservando ai muri esterni una mera funzione di tamponamento. L'assenza di carico da parte della volta sui muri perimetrali, assorbito dai pilastri e dai contrafforti esterni, permetterà la sostituzione della pietra del muro col vetro delle finestre, che raggiungeranno dimensioni mai viste prima. Tutto il sistema di spinte e controspinte generato dalle volte a crociera e dai contrafforti, realizzati con pinnacoli e archi rampanti spostati all'esterno, costituirà un altro capitolo dell'estetica gotica, strettamente legata ad un pragmatismo strutturale che affascinerà gli ingegneri del ferro e dei nuovi materiali del XIX secolo.

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Cattedrali gotiche francesi

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Le cattedrali gotiche francesi sono un insieme di chiese cattedrali in stile gotico, che sorsero in Francia a partire dalla seconda metà del XII secolo. Le principali di esse erano già edificate, o in corso di edificazione, agli inizi del XIII secolo.

Contesto storico
Le grandi cattedrali gotiche sorsero nel periodo nel quale il regno dei Capetingi si affermava su tutta la Francia a partire dall'Île-de-France, dove la pace e la sicurezza ripristinate nella prima metà del XII secolo avevano portato prosperità. Con il progressivo ingrandimento dei domini capetingi nuove cattedrali vennero iniziate anche nei territori via via annessi.
Le risorse per la costruzione di queste grandi opere architettoniche derivavano principalmente dalle offerte dei fedeli, in denaro o in manodopera, con il contributo di somme tratte dalle rendite vescovili. A volte i fondi erano insufficienti, con conseguenti rallentamenti o sospensioni dei lavori. La durata della costruzione di molte cattedrali fu infatti piuttosto lunga: 50 anni per quella di Chartres, 60 per Amiens, 80 per Parigi, 90 per Reims, 100 per Bourges, mentre la cattedrale di Beauvais non venne mai del tutto completata.

Elenco di cattedrali e grandi chiese gotiche francesi
Elenco delle cattedrali e delle grandi chiese gotiche costruite in Francia nel XII e XIII secolo, in ordine per anno di inizio dei lavori.
Chiesa abbaziale di Saint-Denis a Parigi (1135-1136).
Cattedrale di Saint-Étienne di Sens (1143)
Cattedrale di Notre-Dame di Noyon (1150).
Cattedrale di San Mamete di Langres (coro 1150 circa).
Cattedrale di Notre-Dame di Senlis (1151 o 1153).
Cattedrale di Notre-Dame di Laon (1150-1155).
Cattedrale di Notre-Dame di Parigi (1163).
Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio di Soissons (1176)
Cattedrale di Notre-Dame di Bayeux (1180)
Cattedrale di Notre-Dame di Chartres (dopo il 1194)
Cattedrale di Santo Stefano di Bourges (1195).
Cattedrale di Santo Stefano di Meaux (fine del XII secolo).
Cattedrale di Notre-Dame de l'Assomption di Rouen (navata, dopo il 1200)
Cattedrale di Notre-Dame di Reims (1211).
Cattedrale di Saint-Cyr-et-Sainte-Julitte di Nevers (dopo il 1212)
Cattedrale di Saint-Étienne di Auxerre (1215).
Cattedrale di Saint-Julien di Le Mans (coro, 1217).
Cattedrale di Notre-Dame di Amiens (1220).
Cattedrale di Santo Stefano di Metz (1220)
Cattedrale di Saint-Pierre di Beauvais (1225).
Cattedrale di Notre-Dame di Strasburgo (navata gotica, 1225)
Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Troyes (1228).
Cattedrale di Saint-Étienne di Châlons-en-Champagne (dopo il 1230).
Cattedrale di Saint-Gatien di Tours (coro, 1236).
Cattedrale di Notre-Dame-de-l'Assomption di Clermont-Ferrand (1248).
Cattedrale di Notre-Dame di Évreux (ricostruzione del 1250 circa)
Cattedrale di Saint-André di Bordeaux (trasformazione della navata, metà del XIII secolo).
Cattedrale di Sainte-Marie di Bayonne (coro, 1258).
Basilica di Saint-Nazaire di Carcassonne (coro e transetto 1267)
Cattedrale di Saint-Étienne di Limoges (1273).
Cattedrale di Saint-Étienne di Tolosa (coro, 1273).
Cattedrale di Notre-Dame di Rodez (coro, 1277)
Cattedrale di Saint-Just di Narbona (1286).

Architetti e cantieri
Gli architetti erano scelti tra gli scalpellini ed erano coadiuvati da un mastro muratore, un mastro carpentiere, un mastro fabbro, un mastro idraulico, un mastro scultore e un mastro vetraio. Tutti questi artigiani si formavano con un apprendistato di più anni e con viaggi in diversi cantieri, dove potevano osservare le novità del mestiere[1].
L'architetto presentava al vescovo e al capitolo della cattedrale una pianta e un modello della chiesa e se questi venivano approvati dirigeva i lavori, controllando il taglio della pietra e la scultura, organizzando il cantiere, fornendo disegni dei partiti decorativi e delle iconografie e scegliendo i materiali. Gli veniva affiancato un canonico come amministratore, con il compito di tenere i conti, contrattare gli acquisti e pagare quanto dovuto a lui, ai suoi collaboratori e agli operai.
Il lavoro procedeva con il tracciamento della pianta, lo scavo delle fondazioni, la cerimonia della posa della prima pietra e l'elevazione dei muri, la copertura a volta e infine con la sistemazione di statue e bassorilievi. La vecchia chiesa doveva essere preservata per la continuazione del culto e veniva distrutta solo quando la nuova cattedrale poteva ospitare un altare dove potesse essere svolto.
La lunga durata dei cantieri e vari motivi contingenti potevano determinare la necessità di variazioni di pianta, o deviazioni di asse, o diversità nelle misure delle larghezze delle navate o dell'altezza dei supporti, senza eccessive preoccupazioni di simmetria.
Venivano applicate nella costruzione formule geometriche tramandate ai propri figli o apprendisti, che determinavano le proporzioni dell'opera, in continua evoluzione sulla base delle esperienze precedenti
Gli architetti godevano di alta considerazione. Soprattutto a partire dal XIII secolo molti di essi hanno lasciato traccia dei loro nomi in iscrizioni all'interno dell'edificio:
Jean de Chelles a Parigi (1258);
Pierre de Chelles, Jean Ravy e suo nipole Jean le Bouteiller, nella recinzione del coro della medesima chiesa, nella prima metà del XIV secolo;
Robert de Luzarche, Pierre e Renaud de Cormont nella cattedrale di Amiens;
Jean d'Orbais, Jean le Loup, Gaucher de Reims, Bernard de Soissons e Robert de Coucy nella cattedrale di Reims;
Jean des Champs a Clermont-Ferrand;
Hugues Libergier a Reims (chiesa di Saint-Nicaise);
Jean Vast nella cattedrale di Beauvais;
Di altri conosciamo le opere grazie alle iscrizioni tombali, come per Pierre de Montreuil (morto nel 1267).

Caratteristiche costruttive e architettoniche
Le cattedrali gotiche sono caratterizzate dall'impiego sistematico dell'arco a sesto acuto e della volta a crociera gotica, che veniva contraffortata prima da tratti di muro sporgenti e poi da archi rampanti. La loro adozione e la loro evoluzione fu determinata dalla ricerca di un sempre maggiore slancio verso l'alto e di illuminazione naturale per l'interno.
La volta a crociera gotica copriva campate a pianta quadrata o rettangolare ed era caratterizzata dalle costolature diagonali a sesto acuto, che erano le prime ad essere poste in opera. Successivamente si costruivano i quattro compartimenti della volta, nei quali le pietre venivano disposte parallelamente a queste linee. Le costolature diagonali funzionavano come una sorta di centina permanente e alla funzione di rinforzo aggiunsero un ruolo decorativo: sottolineate da modanature prolungavano le linee delle sottili colonnine che componevano i pilastri fino alla sommità e sottolineavano in tal modo lo slancio verso l'alto. Tutto il peso della volta si scaricava sui quattro angoli, ma, a differenza della volta a crociera tradizionale, lo spessore della muratura di copertura poteva essere diminuito (in genere 25-35 cm), alleggerendo la struttura.
Un rinforzo delle linee di forza della volta era già comparso nell'architettura romanica, nelle chiese della Lombardia e della Francia sud-occidentale tra la fine dell'XI e gli inizi del XII secolo. Le prime volte con costolature diagonali erano state impiegate nelle chiese romaniche normanne in Inghilterra (cattedrale di Durham, iniziata nel 1093, cattedrale di Winchester, iniziata nel 1079) e in Normandia, ma ancora con archi a tutto sesto.
Nell'Île-de-France, a partire dal secondo quarto del XII secolo, comparve la volta impostata su costolature a sesto acuto, che diminuiva considerevolmente le spinte laterali. Negli esempi più antichi (cattedrale di Beauvais, iniziata nel 1120, chiesa abbaziale di Morienval), le costolature erano parte integrante della muratura della volta, mentre in seguito divennero indipendenti.
L'arco a sesto acuto, era stato già adottato in alcune chiese romaniche della prima metà del XII secolo, soprattutto in Borgogna ed ebbe altezze sempre maggiori tra la fine del XII e il XIII secolo. Progressivamente venne utilizzato anche dove la sua funzione strutturale non era necessaria, per le arcate decorative delle finestre o delle facciate.
Il peso della volta era sostenuto da pilastri relativamente sottili, ma le spinte laterali dovevano essere contenute da contrafforti sporgenti, in quanto per consentire la presenza di finestre alte ad illuminare la navata centrale, le navate laterali e il triforio non erano sufficienti a contenerle. Verso la fine del XII secolo ai contrafforti pieni si sostituirono gli archi rampanti (Notre-Dame di Parigi dopo il 1180, cattedrale di Chartres, dopo l'incendio del 1194). La loro introduzione permise di sopprimere il triforio, aumentando ulteriormente la superficie delle finestre alte.
L'evoluzione è in direzione di chiese con navate sempre più alte, coperte da volte sempre più leggere e illuminate da finestre sempre più alte.

Pianta
La pianta elaborata per le chiese romaniche, con tre navate, ampio transetto e coro con deambulatorio e con cappelle disposte a raggiera, venne adottata anche per le cattedrali e le grandi chiese gotiche.
Nel primo coro della cattedrale di Laon e nel coro di Notre-Dame di Parigi mancavano le cappelle del deambulatorio. In seguito queste vennero in genere realizzate contigue tra loro e con la cappella posta sull'asse centrale, per lo più dedicata alla Vergine, di dimensioni maggiori.
Nella Francia occidentale e soprattutto meridionale sono presenti cattedrali a navata unica, con contrafforti interni, tra i quali sono ricavate le cappelle laterali. Cappelle laterali comparvero anche nelle chiese a tre navate: costruite tra i pilastri esterni a cui poggiano gli archi rampanti, erano affidate a confraternite, associazioni di mestieri, grandi famiglie, ed erano dedicate a santi particolarmente venerati.
Delle torri erano erette ai lati della facciata e a volte anche ai lati delle facciate secondarie del transetto (cattedrali di Laon, di Chartres, di Reims).

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Elevazione
La muratura veniva realizzata con blocchi di pietra ben squadrati e in genere era ricoperta all'interno da un intonaco sul quale erano incisi finti giunti tra i blocchi. A volte erano presenti delle catene metalliche destinate a rinforzare le strutture.
All'interno le navate sono separate da grandi archi, sostenuti da pilastri polilobati. Un'alternanza tra pilastri e colonne si ritrova solo negli esempi più antichi (cattedrali di Senlis e di Noyon e ultime campate della cattedrale di Laon).
Al di sopra delle arcate la tribuna inizialmente presente (XII secolo) venne in seguito rimpiazzata dal triforio (XIII secolo), realizzato nello spessore del muro e aperto sulla navata centrale o mediante una serie continua di arcate (cattedrali di Chartres e di Reims), ovvero con arcate inserite a gruppi in un arco maggiore (cattedrale di Amiens). Nel secondo quarto del secolo la galleria si apre verso l'esterno e tutto lo spazio della parete viene ad essere occupato da finestre altissime, rese possibili dalle volte a crociera che riportano le spinte ai quattro angoli.
Le volte sono sorrette da pilastri costituiti da un insieme di sottili colonne che salgono senza interruzioni fino all'imposta della volta, dove si trasformano nelle nervature di questa, accentuando lo slancio verticale.

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Decorazione

Scultura
Lo stile delle sculture si libera dagli schemi tradizionali e viene creato un nuovo repertorio decorativo basato sull'osservazione degli elementi della natura (foglie, fiori e frutti), mentre spariscono gli animali mostruosi del repertorio romanico.
I capitelli perdono di importanza, per evitare che interrompano lo slancio verticale delle sottili colonne che formano i pilastri e proseguono ininterrotte nelle nervature della volta.
Il corpo umano acquista proporzioni e atteggiamenti più naturali e più distesi, e nei portali le sculture coi loro volumi prendono il posto delle colonne. Le forme, inizialmente limitate da quelle del blocco di partenza, adattate all'architettura, si fanno via via più libere.
I temi iconografici, destinati a trasmettere l'insegnamento religioso, si fissano: il Giudizio universale rappresentato nelle lunette dei portali su più registri sovrapposti, la Vergine con il Bambino in maestà e le scene della vita del Cristo o della Vergine. A questi temi si aggiungono quelli del sapere medioevale: le occupazioni dei mesi o le scienze del Trivio e del Quadrivio.
Sia le sculture che le decorazioni erano in origine completate con la pittura e la doratura.
Gli scultori lavoravano a partire dalle indicazioni degli architetti e dei mastri, a loro volta concordate con i canonici, sulla base di disegni. Non firmano le loro opere e non ne sono tramandati i nomi. Spesso ogni cantiere ha le proprie tradizioni e possono lavorarvi scultori più o meno avanzati senza che ci sia rottura dell'uniformità dell'insieme.

Vetrate
Le grandi finestre delle cattedrali gotiche avevano vetrate colorate nelle quali si narravano storie bibliche e le vite dei santi. Le vetrate erano realizzate con un mosaico di pezzetti di vetro colorato sopra i quali erano dipinti i particolari, uniti da piombi. Il vetro colorato era ottenuto mescolando ossidi diversi alla pasta in fusione.

Note
L'architetto Villard de Honnecourt nel XIII secolo, ha lasciato un quaderno di viaggio giunto fino a noi, nel quale aveva annotato e disegnato macchinari atti a facilitare il lavoro, e particolari architettonici che lo avevano colpito nei vari cantieri visitati.
L'altezza della navata centrale raggiunse i 30 m con la cattedrale di Sens, 32,50 m con quella di Parigi, 34,65 m a Chartres, 37 m a Bourges, 38 m a Reims, 42 m ad Amiens e 48 m a Beauvais.

http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrali ... e_francesi
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Cattedrale di Notre-Dame

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La cattedrale di Notre-Dame di Parigi, spesso chiamata semplicemente Notre-Dame (ovvero "Nostra Signora", in riferimento alla Madonna) è la cattedrale cattolica dell'arcidiocesi di Parigi e Basilica minore dal 1805.
In base alla Legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905, Notre-Dame è proprietà dello Stato francese, come tutte le altre cattedrali fatte costruire dal Regno di Francia, ma il suo utilizzo è assegnato alla Chiesa cattolica.
Ubicata nella parte orientale dell'Île de la Cité, nel cuore della capitale francese, nella piazza omonima, Notre-Dame rappresenta una delle costruzioni gotiche più celebri del mondo ed uno dei monumenti più visitati di Parigi.

Storia

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1250 - metà del XIV secolo
In quel periodo gli architetti si accorsero che i due portali del transetto, realizzati in stile romanico, si accostavano male allo stile gotico dell'intera cattedrale. La ricostruzione dei due portali laterali e degli altri particolari romanici fu autorizzata dal vescovo Renaud de Corbeil ed ultimata nel 1268.
L'architetto Jean de Chelles procedette all'allungamento del transetto, dapprima verso la facciata nord ed in seguito verso quella meridionale. Egli curò quindi la ricostruzione del "portale del chiostro" con il relativo rosone, ed avviò parte del "portale di Santo Stefano", posto sul lato sud. In seguito alla sua morte, nel 1267, il lavoro fu ultimato da Pierre de Montreuil, già architetto della Sainte-Chapelle.
Egli si preoccupò inoltre di avviare il consolidamento degli archi rampanti attorno al coro, che manifestavano segni di cedimento, dovuti all'imponente struttura da reggere.
Gli archi furono completati da Jean Ravy, che estese l'opera di rafforzamento all'intero coro ed alle facciate laterali; una volta ultimati avevano, ed hanno tuttora, un'apertura di 15 metri. Intorno alla metà del XIII secolo furono aggiunte una serie di cappelle alla navata e, tra il 1296 ed il 1330, all'abside ad opera di Pierre de Chelles, Jean Ravhoey e Raymond du Temple.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale ... e_(Parigi)
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Cattedrale di Notre-Dame (Chartres)

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La cattedrale Notre-Dame de Chartres, chiesa cattedrale consacrata alla Vergine (Notre-Dame), sita a Chartres nel nordovest della Francia (a 95 Km a sud-ovest di Parigi), è il più celebre monumento della cittadina ed è considerata uno degli edifici religiosi più importanti del mondo ed uno dei più perfetti edifici gotici. Il fattore decisivo che la fa prevalere tra le altre cattedrali francesi è il suo buono stato di conservazione, specialmente delle sculture e delle vetrate.
La figura più importante nella storia di questa diocesi fu il vescovo Fulberto, teologo scolastico riconosciuto in tutta Europa, che cominciò nell'XI secolo la costruzione della cattedrale sull'area precedentemente occupata da un antico santuario pagano.
L'edificio costruito da Fulberto fu distrutto nel 1194 a causa di un incendio ed immediatamente si cominciarono i lavori di ricostruzione, che durarono circa 60 anni. L'aggiunta più importante è la torre a nordest, la Clocher Neuf, conclusa nel 1513.
L'interno, alto 37 m, si caratterizza per l'armonia e l'eleganza delle proporzioni. La facciata occidentale, chiamata Portale Reale, è particolarmente importante per una serie di sculture della metà del XII secolo; il portale principale contiene un magnifico rilievo di Gesù Cristo glorificato; quella del transetto meridionale (costruito negli anni 1224-1250) si organizza attorno a delle immagini del Nuovo Testamento riguardanti il Giudizio Universale, mentre il portale opposto, situato al lato nord, è dedicato all'Antico Testamento e alla venuta di Cristo ed è famoso per il gruppo scultoreo dedicato alla Creazione.
Questa cattedrale si riconosce facilmente a causa della grande differenza tra le sue due torri:
la torre sud è dotata di una base tipicamente gotica e sormontata da una guglia molto semplice;
la torre nord, costruita in epoca più tarda e di architettura più complessa.
Grande luogo di pellegrinaggi, questa cattedrale e le sue torri dominano la città di Chartres e la piana della Beauce circostante. Esse si vedono da molte decine di chilometri di distanza.

Storia
Enrico IV fu l'unico re di Francia consacrato in questa cattedrale e non a Reims secondo la tradizione.
Parigi era in effetti retta dai cattolici, che si opponevano al re a causa della sua religione protestante. In quest'occasione il monarca avrebbe pronunciato la celebre frase: «Parigi vale bene una messa». Egli si convertì al cattolicesimo e fu consacrato re di Francia; da allora i protestanti si arresero progressivamente.

Costruzione
La cattedrale è stata costruita da operai specializzati, chiamati compagnons, riuniti in confraternite. In questo periodo, esistevano tre confraternite: i Bambini di Padre Soubise, i Bambini del Maestro Jacques, e i Bambini di Salomone legati all'Ordine del Tempio. Questi ultimi hanno lasciato incisi, sulle pietre o sulle travi, dei segni che sono le loro firme.
Le tracce principali dei piani costruttivi, basate sul sistema di numerazione duodecimale, furono messe in pratica direttamente dagli operai grazie alla corda a tredici nodi, uno degli strumenti dei compagnons.

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Vetrate
La cattedrale di Chartres possiede ad oggi le vetrate più importanti risalenti al XIII secolo, che presentano un colore blu inimitabile. Comprese le rosette, le 176 vetrate coprono una superficie di 2600 m². Raffigurano principalmente santi e personaggi biblici: Noè, Giuseppe, il buon samaritano, il figliol prodigo, ma anche episodi della leggenda aurea di Jacopo da Varazze.

Il Labirinto
Il labirinto di Chartres, opera del XII secolo, è una figura geometrica circolare inscritta in larghezza sul pavimento della navata centrale. Rappresenta un percorso continuo lungo 261,5 m che va dall'esterno all'interno del cerchio, con una successione di curve e archi di cerchio concentrici. Una delle sue particolarità è che i percorsi, sia dal centro che dal perimetro, presentano la stessa successione di curve e archi.
Alcuni pensano che il labirinto rappresenti un cammino simbolico che porta l'uomo dalla terra a Dio e il centro della figura rappresenta appunto la città di Dio, altri pensano (seguendo la corrente catara) che sia un Sancta Sanctorum, un percorso che ti permette il cammino interiore per giungere a Dio attraverso la preghiera che culmina proprio nella rosa a sei petali che alcuni credono essere l'emblema della preghiera del Padre nostro. Il percorso del labirinto non consiste solo nell'andare verso il centro, ma anche a ripartire da lì. Il pellegrino è invitato a seguire la linea tracciata davanti a lui, in modo da salire verso il coro della cattedrale, verso oriente, cioè la luce (evitando così un viaggio, spesso pericoloso, verso i luoghi di pellegrinaggio).

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http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_Chartres
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Architettura: appunti

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ARCHITETTURA

Strutture basilicali: Le grandi strutture basilicali, che proseguivano la tradizione nata con la prima basilica cristiana, avevano tetti di legno.

Strutture di mattoni: Per le volte e le strutture cilindriche usate nelle chiese medievali era necessaria la tecnica di disposizione dei mattoni per creare strutture senza angolosità.

Volte romaniche: Le chiese romaniche sostenevano enormi volte a botte, che richiedevano il rinforzo dei muri portanti per evitare la spinta laterale verso l'esterno.

Strutture cilindriche: I castelli e le chiese divennero più aggraziati ed efficaci con l'introduzione di strutture cilindriche come le torri rotonde e le cupole.

Contrafforti gotici: Le costruzioni gotiche, soprattutto nell'ultima fase, sono caratterizzate dalla leggerezza e dagli spazi svettanti. L'introduzione di un sistema di archi rampanti rese possibile ridurre la superficie dei muri diminuendone la funzione strutturale.

Costruzione di strade: Una tradizione dei tempi romani che venne reintrodotta in quest'epoca. La costruzione di una rete di strade era un passo molto importante per aumentare le comunicazioni e il commercio in tutte le aree.

Costruzione di grandi navi: Una tecnica di costruzione navale che permetteva di produrre navi molto grandi. Poteva essere usata per costruire navi di tipi molto diversi, dalla cocca olandese alla galea veneziana.
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Edifici: appunti

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Banchina da pesca: La banchina da pesca significava pesca, imballaggio e distribuzione di pesce su larga scala. I proventi della pesca e delle attività collegate avevano un effetto molto benefico sull'economia della provincia.

Porto civile: Il porto civile era un prerequisito per l'esportazione su vasta scala dei beni finiti che migliorava l'economia della provincia. Rendeva anche possibile trasportare unità militari via mare.

Porto navale: Il porto navale era un ingrandimento della sua versione civile. Non solo permetteva di effettuare nuovi avanzamenti, ma aumentava anche la possibilità di trasportare grandi unità via mare.

Grande cantiere navale: Il grande cantiere navale era un'espansione del cantiere più piccolo. Non solo permetteva di effettuare nuovi avanzamenti, ma aumentava anche la possibilità di trasportare gli eserciti via mare.

Segheria: La segheria era un luogo predisposto al taglio degli alberi. Dai tronchi venivano prodotte anche tavole, migliorando notevolmente l'economia della provincia e accelerando la costruzione degli edifici pubblici.

Selvicoltura: La selvicoltura era una procedura istituzionalizzata di ricerca, taglio e ripopolamento degli alberi. Portava grossi benefici all'economia dell'alta e bassa società.

Fucina: La fucina era fondamentale per la produzione sia degli strumenti agricoli che delle armi. Migliorava tutti i settori dell'economia.

Armeria: L'armeria era fondamentale per produrre sia le corazze che gli strumenti tecnicamente complessi come l'equipaggiamento da assedio e le balestre. Migliorava tutti i settori dell'economia.

Miniera: Le miniere erano vecchie come l'umanità, ma venivano ancora modificate per aumentare e migliorare la produzione dei minerali. Erano necessarie per la fabbricazione di tutti gli strumenti produttivi e apportavano grandi ricchezze ai loro proprietari.

Miniera migliorata: La miniera migliorata era una grande impresa, che utilizzava la potenza dell'acqua per trasportare in superficie il minerale e rimuovere l'acqua in eccesso dai pozzi.

Mulino ad acqua: Era formato da una ruota dotata di pale immerse in un fiume veloce, la cui corrente faceva funzionare il mulino. Il mulino poteva così macinare i semi e trasformarli in farina senza bisogno di un faticoso lavoro manuale. Era molto redditizio.

Mulino a vento: Era formato da una ruota dotata di vele per permettere al vento di far funzionare il mulino. Il mulino poteva così macinare i semi e trasformarli in farina senza bisogno di un faticoso lavoro manuale. Era molto redditizio.

Caseificio: Questo processo risaliva ai giorni in cui l'umanità iniziava a dedicarsi all'allevamento; in quell'epoca, però, il processo di trasformazione del latte in formaggio divenne proto-industriale e rese possibili grossi guadagni. Il formaggio non solo era nutriente ma si conservava anche più a lungo del latte.

Distilleria: Era l'utilizzo su larga scala delle tecniche di fermentazione e distillazione per produrre grandi quantità di birra scura e chiara, vino, sidro e liquore.

Tintura: Questa tecnica rendeva possibile colorare il tessuto su vasta scala. Fu il primo passo che portò alla produzione di vestiti fuori delle mura domestiche.

Vetreria: I soffiatori producevano vetro basandosi su un modello predisegnato; ciò portò alla commercializzazione degli articoli di vetro.

Filatoio: Era il luogo in cui il cotone e la lana venivano trasformati in abiti e arazzi. Tale produzione era più efficiente e remunerativa di quella casalinga.

Fabbrica di tegole: Qui molti operai producevano tegole mettendo il materiale negli stampi. Era un sistema di fabbricazione molto efficiente e aumentò notevolmente la produzione di tegole, che divennero rapidamente un materiale da costruzione dominante.

Prestadenaro: In origine il denaro veniva prestato a coloro che ne avevano un disperato bisogno e mai per essere investito nella produzione. Poiché ai cristiani era proibita l'usura, solo gli ebrei potevano prestare denaro. Questa situazione cambiò con il tempo, perché l'aumentata efficienza nella produzione e lo scambio di grandi quantità di beni aumentarono la necessità di utilizzare il denaro e non il baratto. Il prestito divenne dunque molto importante per il commercio e questo, insieme a un minore controllo della chiesa, rese i prestiti e le attività bancarie parti più accettabili della vita sociale.
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Infrastrutture religiose: appunti

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Monastero: Era un ordine di monaci o suore che lavoravano e pregavano insieme. Si separavano dalla vita secolare per tentare di avvicinarsi a Dio e di concentrarsi su quelle che consideravano virtù importanti.

Chiesa: La chiesa era il luogo di culto e di riunione nei villaggi e nelle piccole città. Era il primo edificio a essere costruito in una città, circondato dalle case e dai negozi. Era anche il luogo dove la gente si radunava per socializzare.

Grande chiesa: Una grande chiesa era il luogo di culto delle città e dei borghi cristiani. Era anche un segno che la città si stava espandendo e guadagnando importanza. Serviva anche da base dei vescovi nelle diocesi meno importanti e prestigiose.

Duomi: Un duomo era un luogo di culto cristiano abbastanza prestigioso da avere come tetto una volta decorata. Era un segno di grande prestigio e ricchezza sia per la città che per le altre diocesi.

Cattedrale: Una cattedrale era un luogo di culto cristiano, con enormi dimensioni e prestigio. Era un monumentale lavoro di architettura, ingegneria e arte e veniva costruita solo nelle più importanti città europee.
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Infrastrutture: appunti

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Teatro: Le sue radici possono essere trovate nell'antica Grecia, ma le commedie e i drammi degli antichi non erano molto comuni nel medioevo. Venivano invece rappresentati i miracoli nelle chiese e, più tardi, nelle vie delle città su piattaforme apposite. Più avanti il teatro venne preso in mano da professionisti che offrivano rappresentazioni con un contenuto più profano. Nel tardo medioevo vennero eretti edifici speciali progettati appositamente, i teatri; si stabilì così una tradizione che sarebbe stata perfezionata al tempo di Shakespeare.

Grande palazzo: Il palazzo era un grande edificio riccamente elaborato dove risiedevano il governante e la sua corte; naturalmente era il luogo più importante del reame, poiché era qui che venivano prese le più importanti decisioni politiche.

Rete stradale: Era una rete di poche strade costruite spesso sopra le antiche strade romane che attraversavano l'Europa. Aumentava la velocità degli spostamenti e accelerava notevolmente il commercio.

Rete stradale estesa: Era un'estensione della rete stradale con innesti a strade secondarie che collegavano anche i più piccoli villaggi della provincia. Aumentava ulteriormente la velocità degli spostamenti ed estendeva notevolmente il commercio.

Posta reale: La posta reale era un'istituzione di messi a cavallo che viaggiavano per tutto il dominio con ordini e informazioni da parte del governante e della sua amministrazione. Quest'istituzione aumentava notevolmente la capacità del governante di controllare le sue terre e i suoi sottoposti.

Corte di giustizia: Era un tribunale permanente che gestiva lo svolgimento degli affari legislativi. Promuoveva molto efficacemente la giustizia e affermò una tradizione legislativa fra gli amministratori.
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L'ARTE GOTICA

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101. L'ARTE GOTICA

L’arte del popoli europei del tardo Medioevo è caratterizzata dallo stile gotico e fra queste arti primeggia l'architettura sacra e profana.
Lo stile gotico si è sviluppato gradatamente dallo stile romanico per Il desiderio di ottenere una maggior Ubertà di forme architettoniche. Ciò che fece raggiungere questo Intento fu l’introduzione dell'arco a sesto acuto che si poteva secondo il bisogno costruire più meno slanciato e quindi in confronto al sistema di volta quadrata esclusivamente impiegato nello stile romanico consentiva di dare la massima varietà di forme alla copertura dell'edificio.

Le sezioni della volta della navata centrale poterono ora assumere invece della figura quadrata la figura rettangolare pur mantenendosi in linea con le corrispondenti sezioni quadrate delle navate laterali, cosicchè un solo pilastro da un lato e dall'altro bastava a sorreggere il triplice ordine di volte. A meglio garantire la solidità delle volle servirono forti costoloni trasversali lungo la linea di separazione fra un compartimento e l'altro della volta ed altri più leggeri diagonali assicurati al punto di incrocio da un anello di pietra che fungeva da chiave di volta. Inoltre pilastri esterni coronati da guglie e contrafforti interni rinforzano il muro maestro della chiesa nei punti ove sopporta il peso e contengono la spinta laterale delle volte della navata centrale.
La caratteristica pertanto dell'architettura gotica sta nella combinazione del sistema di volte a sesto acuto con un perfezionato sistema di sopporti che tende ad esonerare i muri maestri dalla funzione di sorreggere il tetto, facendone convergere il peso tutto su contrafforti e pilastri.
I massicci muri maestri dell'architettura romanica spariscono insieme con la pesantezza di stile ad essi inerente; l'edificio che era tutto d'un pezzo per così dire, si snoda; l'occhio non vede che sostegni verticali, pilastri come fasci di pertiche di svariatissimo disegno poggianti su basamenti poligonali, dai quali si svincolano in alto svelte arcate a sesto acuto che elegantemente si inchinano l'una verso l'altra.
Le pareti tra i pilastri, esonerate dal peso del tetto, lasciano spazio per ampie finestre anch'esse a sesto acuto, separate da pilastrini a fasci e da riquadri, e coronate da ogivali traforati e frontoni acuminati.
Un altro mutamento arrecato dal nuovo stile è che la volta della navata centrale si prolunga nel coro che assume forma poligonale, e le navate laterali girano attorno al coro, spesso con l'aggiunta di una collana di cappelle. Sparisce quindi l'abside dell'antica forma semicircolare che costituiva un'appendice all'edificio con un sistema di volta a parte, sparisce pure la cripta e per conseguenza non é più necessario elevare il livello del pavimento del coro, di modo che la prospettiva non resta turbata da nessuna parte.

La navata trasversale é per lo più fiancheggiata da due navate laterali e l'edificio nel senso longitudinale presenta tre o cinque navate. Sulla facciata della navata principale opposta al coro ed ai due capi della navata trasversale si elevano sontuosi portali, fiancheggiati anch'essi da pilastri e guglie e coronati da frontoni triangolari adorni di copiosi bassorilievi; sul portale principale si apre la caratteristica finestra a rosone. Le torri infine, di figura quadrangolare, si ergono a più ripiani, dalla cui massa emerge una pleiade di guglie. L'ultimo piano della torre é ottagonale; la corona il così detto «elmo» (cupola) del pari ottagonale ed a piramide slanciata, tutto a riquadri traforati, che termina in un pinnacolo.

Nelle torri che così si spingono arditamente verso il cielo culmina una tendenza che é caratteristica in generale dell'architettura gotica; quella di preferire nel disegno complessivo dell'edificio come nella configurazione dei particolari lo slancio in senso verticale; si tende per così dire a smaterializzare la massa, ad idealizzarla, a spingere con la sua suggestione in alto il cuore dei fedeli.

(Il Duomo di Colonia, una delle più belle e più grandi creazioni del gotico, fu dal maestro Gerhard messa la prima pietra il 15 agosto 1248. L'interno composto da 5 navate misura m.144 x 45 x 43). I lavori procedettero lentissimi. La parte absidale fu consacrata nel 1322, tutto il resto rimase incompiuto e nel 1560 il cantiere veniva chiuso. I lavori furono ripresi nell'842 e il 15 ottobre 1880 Guglielmo I inaugurava la cattedrale. La facciata, le 2 torri, alte m. 156 sono appunto del secolo XIX).

L'architettura gotica si sviluppò prima che altrove in Francia e più precisamente nell'lsle de France e nelle regioni adiacenti, benchè i prodromi originari dell'avvento di questo etile vadano ricercati in Borgogna ed in Normandia, nelle cui popolazioni era tuttora rappresentato in proporzione notevole l'elemento germanico. Alcune chiese del XII secolo, come la cattedrale di Noyon, quella di St. Rémy a Reims e di Notre-Dame a Chalons segnando la fase di transizione, dalla vecchia alla nuova architettura.

È invece già un'opera distile prettamente gotico la chiesa di S. Dionigi a Parigi, il sepolcreto del re di Francia, nella trasformazione che le fece subire l'abate Sugerio, il ministro del re Luigi VI e Luigi VII; essa venne consacrata nel 1114. Un vero gioiello dell'architettura gotica francese é poi la e santa cappella di re Luigi IX edificata un secolo più tardi nella corte del palazzo di giustizia. Essa consta di una cripta a triplice navata e di una cappella superiore riccamente decorata, che si distingue così per la massima eleganza delle proporzioni come per la splendida ornamentazione e l'armonia del colori. SI aggiungano numerose cattedrali nelle maggiori città di provincia: quelle di Soissons, Chartres, Lemans che presentano tuttora delle mescolanze di elementi di architettura romanica o per lo meno ricordano Il vecchio stile; di puro stile gotico sono invece le cattedrali di Reims (dal 1213) e di Amiens (dal 1218); nel mezzogiorno questa architettura é degnamente rappresentata fra altro dalle cattedrali di Narbona, Beziera e Clermont.

Il XIII secolo, cui appartengono tutte queste cattedrali oltre ad una quantità di altre chiese minori, cappelle e sale di capitoli, che, come la piccola cappella del castello di S. Germain-en-Laye, contengono splendide applicazioni dello stile gotico alla costruzione di edifici più semplici, segna l'apogeo dell'architettura gotica francese; esso é già superato al principio del XIV secolo: una certa esagerazione denunzia allora già la decadenza. Le chiese vengono progettate di proporzioni troppo colossali, perché, dato il tempo lunghissimo richiesto dalla loro costruzione, questa possa riuscire armonica in tutte le sue parti. Prevale inoltre sempre più una tendenza all'artificioso, le forme delle volte diventano sempre più fantastiche, gli ornamenti sempre più arbitrari; l'ornato a trifoglio dei trafori si stempera nell'informe ornato così detto a fiamme; il vero e proprio genio della concezione organica in tutti i suoi particolari é spento.
Ma nel frattempo il nuovo stile architettonico si era dalla sua patria d'origine diffuso in tutto l'occidente. Nelle regioni della penisola iberica strappate ai seguaci del profeta sorsero nel tempo delle chiese gotiche, sostanzialmente ispirate ai modelli francesi, come quella di S. Maria de Regia a Leon, la cattedrale di Burgos e la cattedrale di Toledo fondata neI 1227 sul luogo ove sorgeva una moschea. Nel regno di Aragona venne nel XIII secolo iniziata a Barcellona la costruzione di una cattedrale gotica, e verso la stessa epoca ne sorse una dello stesso stile anche in Portogallo a Lisbona.
Notevole é in tutte queste chiese il tipo di cappelle la cui costruzione spesso diversifica dai modelli francesi.

Nelle Fiandre si incontrano chiese gotiche di gran pregio soltanto nel XIV e XV secolo, come S. Gudula a Bruxelles, S. Rombout a Mecheln e l'imponente duomo di Antwerpen a sette navate, la cui edificazione cominciò verso il 1350 e non fu completato che nell'anno della protesta di Lutero.

Un architetto francese, Guglielmo di Sens, importò poi l'architettura gotica anche in Inghilterra. Egli portò a termine, negli anni dal 1177 al 1185, in questo stile il duomo di Canterbury, la città di S. Tommaso, che era stato iniziato in stile romanico; comincia insomma l'invasione in Inghilterra dell'architettura gotica. Anche qui si nota l'influenza dei modelli francesi, che é massima nella costruzione dell'abbazia di Westminster il sepolcreto dei re inglesi, della seconda metà del XIII secolo.
Tuttavia l'architettura gotica inglese conserva pure un considerevole grado di indipendenza che si manifesta nella forma rettilinea della base del coro, nella decorazione più scarsa e nel minore sviluppo dato al sistema dei sostegni a pilastri con una corrispondente persistenza nella costruzione di muri massicci: l’interno delle chiese non ha quella stessa tendenza allo slancio in senso verticale che si nota nelle chiese francesi e che abbiamo visto essere la caratteristica dello stile gotico; il loro profilo é più pronunziato nel senso longitudinale che non In Francia ed é minore la differenza di altezza della volta 1rala navata centrale e le navate laterali. Spesso vi si vede persistere Il soffitto di legno della vecchia architettura anglo-normanna, il quale talora, come in S. Stefano a Norwik, é con molta abilità artistica destinato a servire da armatura di sostegno del tetto; ciò influisce altresì sulla configurazione della volta che assume la forma di stella o di rete in confronto alla volta a croce dell'architettura gotica del continente.
Caratteristico finalmente dell’Inghilterra é il coronamento a merli di molte cattedrali. Dato tutto ciò noi possiamo dire che esiste uno stile nazionale Inglese anche nel campo dello stile gotico; ad esso appartiene ad es. già la cattedrale di Sallsbury, la cui costruzione venne iniziata nel 1220, poco più tardi sorse la cattedrale di Llncoln con una facciata più pesante.
Nel XIV secolo la decorazione diviene più ricca anche in Inghilterra, come dimostrano la cattedrale di York, e meglio ancora quella di Lichfield; ma nel XV secolo col così detto stile perpendicolare si ritorna alle linee rette ed ai coronamenti orizzontali. La linea retta cerca di predominare dappertutto; all'arco a sesto acuto poi si sostituisce ben presto l'arco detto alla Tudor, i cui due lati sono costituiti da due segmenti di circolo che si incontrano all'apice e raffigurano così lo spaccato di una carena di nave rovesciata.

In questa forma, in cui é tipica la cattedrale di Winchester, lo stile gotico si è perpetuato in Inghilterra più a lungo che in ogni altro paese.
Per farsi però una idea conveniente del fine gusto decorativo degli architetti inglesi e della varietà della loro inventiva, talora invero alquanto artificiosa, nella costruzione delle volte, occorre guardare più che alle grandi cattedrali, alle sale dei capitoli di queste cattedrali ed alle minori cappelle. All'ultimo periodo dell'architettura gotica appartiene la cappella di Enrico lii nell'abbazia di Westminster, la cui volta a ventaglio a mala pena ricorda ancora la volta a croce dello stile gotico.

Ma, a parte la Francia, il paese in cui lo stile gotico ebbe le più svariate espressioni è la Germania, dove esso fece la sua prima apparizione al principio del XIII secolo. Uno dei saggi più antichi di questa architettura ci offre la ricostruzione del duomo di Magdeburgo iniziata nel 1208; l'immigrazione dello stile gotico dalla Francia fu in questo caso dovuta secondo ogni apparenza al nuovo arcivescovo Alberto I (dal 1205) che aveva fatto i suoi studi a Parigi. Il coro del nuovo duomo ebbe la forma poligonale e la corona di cappelle che si vede nelle cattedrali francesi del periodo gotico più progredito; cosa che non c'era ad esempio ancora in Germania. Analogamente andarono le cose per la cattedrale di Halberstadt. Era stata cominciata nel 1181 in stile romanico; ma nella ricostruzione del corpo longitudinale dell'edificio cui si arrivò solo nel 1239, si ricorse al nuovo stile, auspice il preposto Giovanni Semeca, che aveva lui pure studiato a Parigi.

Non di meno denunzia le influenze francesi, a prescindere da altre chiese tedesche, il duomo di Colonia; il suo coro é una imitazione fedele del coro della cattedrale di Amiens, anzi il disegno fondamentale é quasi identico. Ma se, come si vede dagli esempi citati, l'architettura gotica tedesca non può negare le sue origini francesi, non si deve perciò parlare di una mera imitazione; tuttavia gli architetti tedeschi rifecero quasi ex novo il sistema giunto dall'estero, riportandosi alle sue caratteristiche fondamentali e liberandolo da molte appendici che ne celavano la linea, lo condussero ad un grado massimo di intima armonia e di purezza; tuttavia nella loro opera si osserva una certa ragionata sobrietà ed una corretta monotonia che attesta più' il freddo calcolo che la genialità artistica.
L'esempio classico dello stile gotico puro in Germania è la chiesa dell'ordine teutonico dedicata a S. Elisabetta a Marburgo nell'Assia; essa, iniziata nel 1235, ci offre il più antico modello di una chiesa gotica con le navate di uguale altezza: Questa chiesa presenta una grande semplicità di struttura; tutto é organizzato per soddisfare al puro necessario.
Assai più sontuosi edifici sono poi le tre grandi cattedrali renane di Strasburgo, Friburgo e Colonia, cui si contrappongono nelle regioni danubiane il duomo di Regensburg, il duomo di Ulm e la chiesa di S. Stefano a Vienna. Fra i primi il duomo di Friburgo ed il duomo di Strasburgo presentano tuttora elementi della vecchia architettura romanica, con grandissima prevalenza però degli elementi di stile gotico; invece il duomo di Colonia é completamente distile gotico.

L'invasione di quest'ultimo é particolarmente visibile nella cattedrale di Strasburgo, la quale in genere reca le tracce di tutte le fasi di sviluppo dell'architettura gotica in Germania, dai suoi primi inizi alla sua decadenza ed alla sua definitiva degenerazione. La costruzione risale sino al principio dell'XI secolo, epoca dalla quale provengono tuttora le piante della cripta e del coro. Ma un rifacimento, cui fu dapprima assoggettata la navata trasversale (dal 1176), mostra già l'invasione del nuovo stile, il cui trionfo é netto quando, verso il 1230 si passa a metter mano alla navata longitudinale.
Quest'ultima venne edificata in stile gotico puro e la sua costruzione durò sino al 1275; a datare poi dal 1277 cominciò a sorgere la grandiosa facciata, l'opera immortale dell'architetto Erwin, il quale però chiuse gli occhi prima di vederla finita (1318). Il compimento della facciata si ebbe nel 1339; l'ultimo dei suoi tre ripiani, ed anche meglio le parti più elevate della torre settentrionale, l'unica che sia stata effettivamente edificata delle due torri che erano in progetto, presentano già le forme dell'architettura gotica. Nel 1439 poi il duomo era in sostanza già completato al punto in cui lo possiamo vedere oggi.

Ma il massimo edificio sacro di stile gotico della Germania é il duomo di Colonia, iniziato dall'arcivescovo Corrado di Hochstaden nel 1248, dopo che un incendio aveva distrutto il vecchio duomo. La sua costruzione fece alcuni progressi solamente verso la fine del XIII secolo sotto la direzione dell'architetto Arnoldo (1295-1301) e di figlio Giovanni (m. nel 1330); sotto quest'ultimo poté nel 1322 essere consacrato il coro, dopo di che si pose mano alla navata trasversale ed alla navata longitudinale. Sembra che anche il progetto di quest'ultima derivi da Giovanni; certo é che nelle forme di questa parte del duomo, studiate accuratamente in ogni linea e, malgrado la grande ricchezza di motivi, mantenute rigorosamente in armonia con lo stile, l'architettura gotica tedesca raggiunge l'apogeo del suo sviluppo.

Anche alla torre meridionale del duomo si lavorò nel XIV secolo; nel 1437 poi la sua costruzione era giunta al terzo ripiano. Ma dopo l'opera colossale progredì sempre più lentamente. La religiosità medioevale cominciò ad attenuarsi, e già si annunziava l'avvento di una nuova era meno propizia alla prosecuzione di una simile impresa. Anche le inimicizie raramente sopite tra l'arcivescovo e l'orgogliosa borghesia della ricca città ostacolarono l'avanzamento della costruzione, la quale finalmente, dopo che verso il 1500 era stata edificata la volta della navata laterale settentrionale del corpo principale della chiesa, rimase interrotta del tutto . Finito completamente non era allora che il coro, di forma esagonale circondato da sei cappelle poligonali.

Soltanto la nuova moda che nel XIX secolo ebbe lo stile gotico, specialmente in Germania (dove lo si considerò erroneamente come un vero e proprio stile spiccatamente nazionale) permise, come é noto, la ripresa della costruzione, che dal 1842 al 1880 venne proseguita e portata a compimento in base ai disegni originari.
La chiesa é a cinque navate con due torri sulla facciata; il corpo trasversale del fabbricato, a tre navate, taglia il corpo longitudinale quasi nel mezzo, in modo che sei gioghi di quest’ultimo restano dalla parte dell'ingresso e cinque dalla parte dei coro. L’aspetto esteriore dell'edificio con la sua duplice fila di guglie altissime sopraelevate l'una all'altra é di una insuperabile grandiosità.

L'iniziativa di queste costruzioni nel periodo più antico dell'architettura gotica proviene esclusivamente dal clero; a Marburgo dall'Ordine Teutonico, a Magdeburgo, Colonia, ecc. dai vescovi. Invece i dirigenti e gli esecutori della parte artistica dell'opera sono tutti laici. Ciò si spiega per i dirigenti considerando che lo stile gotico per la sua stessa natura esige sin dall'inizio della costruzione una organica visione dell'obiettivo finale cui va preordinata, una perizia non comune nel disegno, una conoscenza profonda delle leggi architettoniche, ed una continua, minuta, intensa sorveglianza del lavoro; in altri termini, chi dirige la costruzione non può non essere un tecnico, un architetto di non comune valore.

Ma le cose non variano molto neppure per quel che concerne il personale esecutivo adibito al lavoro; anche da esso lo stile gotico con la sua ricca ornamentazione costruttiva esige grande abilità tecnica ed una quantità di conoscenze d'arte applicata, persino di geometria pratica, che l'operaio non può acquistare se non con un lungo ed esclusivo tirocinio nei lavori di costruzione. Si formò pertanto una speciale classe di artigiani che, secondo l'uso medioevale, si organizzarono in corporazioni con proprie leggi e statuti. Queste corporazioni presero il nome di «Bauhutten» (lett. cantieri) dai padiglioni in legname che si erigevano accanto ad ogni edificio da costruire per collocarvi le officine e i laboratori, farvi in genere i preparativi dell'opera e prendervi gli accordi necessari.

Il personale di lavoro si suddivideva in maestri, sostituti (Parlier), lavoranti ed apprendisti. Il maestro è il capo del cantiere e viene assoldato da chi fa costruire l'edificio; allorché egli assumeva il primo lavoro per proprio conto, due maestri di già provata esperienza dovevano portarsi garanti della sua capacità. Il sostituto era scelto dal maestro d'accordo con altri maestri e sostituti tra i lavoranti più anziani; egli era il soprintendente immediato dei lavoranti ed apprendisti e sostituiva il maestro in sua assenza.
L'apprendista doveva fare un tirocinio di cinque anni, dopo i quali veniva promosso a lavorante e doveva per un anno andare in giro a prestare la sua opera con l'obbligo di lavorare per lo meno in tre luoghi diversi.

Le corporazioni di cui parliamo cominciarono a sorgere in Francia, ma ebbero maggiore sviluppo in Germania, dove godette della massima considerazione sopra tutto l'opera del duomo di Colonia. Nel XV secolo le corporazioni tedesche si consorziarono e tennero a Kegensburg il primo congresso generale (1459) per regolare i rapporti corporativi interni e per sollecitare la concessione di una serie di diritti e di privilegi, fra altro ad es. il diritto dei maestri di esercitare una giurisdizione speciale sui propri dipendenti.
Nacquero in questo modo i cosiddetti "liberi muratori".


In ogni regione si ebbe una corporazione principale cui le altre minori erano subordinate; tali fra altro le corporazioni di Strasburgo, Vienna e Colonia, e nella Svizzera quella di Berna e più tardi quella di Zurigo.

Tutte queste corporazioni erano gelosamente chiuse agli estranei: i loro membri dovevano assumere con giuramento l'obbligo di tenere rigorosamente celati agli estranei i sistemi di costruzione, i precetti e le regole d'arte che a grado a grado venivano formulate e codificate. Tra loro i soci avevano speciali segni di riconoscimento mediante parole d'ordine o il modo di salutarsi e di stringersi la mano.
Usi analoghi noi li incontriamo anche presso altre corporazioni d'arte del Medioevo; e quindi non é detto che l'ordine dei frammassoni, per quanto i suoi simboli rispondano alle idee del fabbricare ed edificare, sia derivato dalle dette corporazioni di maestri muratori, come é stato spesso asserito ma non dimostrato mai in maniera convincente.

Su questi soggetti esenti da tasse e vessazioni "liberi muratori", spiega Luigi Firpo, illustre docente universitario torinese scomparso da qualche anno: "Scolpire nel sasso, a piè d'opera, i conci, i capitelli, le nervature di una cattedrale gotica, issarli con semplici paranchi ad altezze vertiginose, collocarli con giunzioni perfette, comportava conoscenze matematiche complesse e formule gelosamente riservate. Disciplinare e coordinare migliaia di manovali inesperti, trasmettere ordini e istruzioni a parlanti lingue diverse, sviluppò un linguaggio di segni gestuali, una simbologia. Gli adepti usarono tra loro termini gergali, si riconobbero mediante segni distintivi, e costituirono una sorta di fraternità sovranazionale, aperta al reciproco aiuto e vincolata alla tutela dei segreti dell'arte da solenni cerimonie di iniziazione. A sua volta, questa scandiva i gradi di una conseguita professionalità nei tre livelli dell'apprendista, del compagno e del maestro: la cerimonia coronava il lungo tirocinio di un reale apprendimento, che non trasmetteva soltanto nozioni tecniche, ma regole etiche severe di morigeratezza, onestà scrupolosa e devozione pia. Il giuramento sulla Bibbia ne costituiva la sanzione suprema".
Secondo Firpo, le elezioni dal basso dei capi furono suggerite dai modelli offerti dalle comunità monastiche e dai capitoli delle cattedrali, mentre l'autogoverno fu consentito dalla sovranazionalità: già nel 1110 Bonifacio IV concesse privilegi, autonomia e libera circolazione al di sopra di ogni frontiera. Il sorgere degli Stati nazionali, racconta ancora Firpo, la progressiva liberalizzazione dei mestieri, il declino del gotico internazionale, l'estenuarsi dell'architettura religiosa nei Paesi protestanti misero in crisi le antiche corporazioni dei costruttori di cattedrali, che sopravvissero come tutrici di interessi locali, si aprirono ad aggregazioni di estranei all'arte e ricercarono influenti protettori. Dissociati dal segreto professionale, riti e simboli si esaurirono nel cerimoniale e nelle artificiose interpretazioni esoteriche: l'iniziazione graduale divenne misterica, non più tecnica, e gli strumenti dell'arte - il grembiule di cuoio, la squadra, il compasso - apparvero emblemi astratti, carichi di opinabili significati arcani. Era questa insomma la cosiddetta “Massoneria”.

Con l'andar del tempo l'iniziativa delle costruzioni cessa di essere monopolio del clero ed anzi passa in prevalenza ai principi ed alle città. In Germania l'architettura gotica recensita è in sostanza opera della borghesia. La precedono tuttavia ancora i due popolari ordini mendicanti, per lo più domiciliati nelle città: i domenicani ed i francescani. Le loro chiese sono edificate essenzialmente agli scopi della predicazione; sono vasti ambienti abbastanza disadorni adatti ad accogliere numerosi ascoltatori, con esili pilastri collocati a considerevole distanza gli uni dagli altri, ariosi e luminosi.
La chiesa medioevale tagliata per l'esercizio del rito si trasforma così in chiesa di predicazione per le grandi masse popolari, si fa ragione così alle nuove esigenze del culto e le idee mutate sono rispecchiate dagli stessi edifici. Su queste chiese si modellano in seguito le chiese parrocchiali e, salvo alcune modifiche, anche le chiese erette dalle città, come il duomo (Munster) di Ulm (odierna Ulma), il quale, cominciato nel 1377, segna l'apogeo del progresso dell'architettura gotica borghese della Germania meridionale. La costruzione, la cui storia è lunga e complessa, fu portata a termine duecento anni dopo, nel 1530. Superato per grandezza solo dal duomo di Colonia.

Questa chiesa manca di navata trasversale ed il coro ha la stessa larghezza della navata centrale; essa ricorda la forma dell'antica abside. Tanto più grandioso spicca il corpo longitudinale del fabbricato; questo dapprima era costruito su tre navate, con la navata centrale alta il doppio delle navate laterali. In seguito però per assicurare la stabilità dell'edificio ciascuna delle navate laterali al principio del XVI secolo fu divisa in due mediante una fila di colonne di sostegno, di modo che la chiesa divenne a cinque navate invece che a tre, con una navata centrale molto ampia. Da questa stessa navata centrale, si sviluppa la facciata (cosa Insolita) e si erge la grandiosa torre, splendidamente decorata, ma rimasta incompiuta per oltre mezzo millennio, fino al secolo scorso. Con i suoi 161 metri di altezza è la più alta torre di una chiesa del mondo.

Carattere borghese anche più pronunziato hanno le chiese della Germania settentrionale che furono costruite in mattoni. Il massiccio domina all'interno e nella costruzione del muri esterni, più scarso è il numero del pilastri come pure delle guglie e delle decorazioni in pietra traforata: i pilastri sono per lo più ottagonali e poco profilati. Invece le volte sono notevolmente alte, leggere e di forme non vincolate ad un sistema; a scopi ornamentali si adibiscono decorazioni plastiche e mattoni smaltati a colori. La decorazione plastica permette di imitare la pietra scolpita a mano e le sue applicazioni ricoprono come un leggero reticolato le pareti.

Soprattutto nelle città anseatiche e nella Prussia orientale la costruzione in mattoni assunse un grande sviluppo. Le città anseatiche presero a modello la chiesa di S. Maria a Lubecca. Questa fu cominciata nel 1276 e nelle linee fondamentali si attiene ancora allo stile delle cattedrali francesi, ma nei particolari e specialmente nelle torri manifesta quella semplicità e sobrietà che caratterizza le costruzioni nordiche in mattoni. Del resto queste chiese gotiche della Germania settentrionale accolgono anche degli elementi di stile romanico, ed in queste regioni inoltre i confini tra architettura sacra e profana vanno spesso confusi.

In Italia l'architettura gotica non ebbe uno sviluppo ed un tipo nazionale specifico, perché lo impedirono le troppo radicate tradizioni dell'antichità. Ma anche l'Italia non poté sottrarsi alla tendenza generale dell'epoca: lo stile gotico penetrò anche qui, nel senso che vi penetrò la costruzione ad archi a sesto acuto, mentre non si nota la stessa propensione al verticalismo; l'interno delle chiese presenta in generale ambienti più larghi che alti, le volte sono semplici, la facciata é spesso priva di veri e propri ornamenti; perfino la torre non é incorporata all'edificio, ma di solito si ha un campanile esterno isolato dal resto della costruzione.
In ordine di tempo la prima chiesa gotica italiana è quella di S. Francesco ad Assisi; seguono la chiesa di Santa Maria dei Frari e di San Giovanni e Paolo a Venezia; di S. Francesco a Bologna, di Santa Croce e Santa Maria Nuova a Firenze, nonché l'unica chiesa gotica di Roma: la chiesa dei domenicani in Santa Maria sopra Minerva.

L'apogeo però dell'architettura gotica sacra in Italia é rappresentato dalle splendide cattedrali di Firenze, Siena ed Orvieto. Il duomo di Firenze, la cui costruzione cominciò nel 1296 e per un certo tempo fu diretta da Giotto, si distingue per la mole ed ampiezza insolita in Italia; le cattedrali di Siena e di Orvieto, molto somiglianti l’una all'altra, hanno entrambe le facciate sontuosamente decorate; il duomo senese fu edificato da Niccola Pisano, il figlio del fondatore dell'ornamento plastico italiano.

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Degna di molto rilievo è in Italia l'architettura gotica profana con le sue porte e finestre a sesto acuto, coi suoi sporti graziosi e coi suoi ambienti interni coperti da volte gotiche sostenuta da svelti pilastri. Più che in ogni altra città si trova a tale riguardo Venezia con gli splendidi palazzi dalle sue antiche famiglie patrizie e col superbo palazzo dei Dogi. Ma non sempre è un gotico puro, l'arte prima bizantina e poi araba ha avuto una forte influenza.

In Toscana, dove predomina il materiale da costruzione rustico, cioè la pietra non scalpellata, gli edifici – sia i palazzi nobiliari, sia i palazzi municipali hanno un aspetto di castelli soprattutto quando, come spesso avviene, sono coronati da torri e merli (come il Palazzo Pubblico di Siena); più graziosa é l'architettura profana in Lombardia dove si usò il mattone come materiale da costruzione.

Fra gli edifici profani della Germania primeggia la Marienburg, il palladio dell'Ordine Teutonico In Prussia; essa ci presenta il felice connubio della forza nordica con la grazia meridionale.
Mentre in Francia Carlo V cominciò la trasformazione in palazzo reale della vecchia e tetra fortezza del Louvre secondo il gusto progredito dei suoi tempi; ma il più bell'edificio go6co profano della Francia medioevale é la casa edificatasi a Bourges verso il 1450 dal ricco mercante Jacques Coeur, il consigliere di re Carlo VII.

L’Inghilterra poi presenta un considerevole numero di castelli del tardo Medioevo; il centro del castello inglese é il vasto porticato; caratteristico è pure il soffitto di legno tradizionale in Inghilterra, il quale in seguito si trasforma speso in una artistica armatura sospesa.
Ma le più notevoli creazioni dell'architettura gotica profana si hanno nel Medioevo dove predomina la borghesia, sopra tutto nelle città tedesche e fiamminghe con i loro stupendi palazzi municipali, i palazzi delle corporazioni, i mercati coperti, nei quali molto più che nelle chiese trovò espressione l'orgoglio della borghesia arricchita.
A tale riguardo stanno in prima linea i monumenti delle città fiamminghe, come il municipio di Ypres (un tempo bazar di stoffe), coronato di merli e dominato dal Beffroi, ed i superbi palazzi municipali di Bruges, Gand, Oudenaarde, Lovanio e quell'Incanto ancora oggi incontaminato che è Bruxelles. Una piazza che è un bomboniera.
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Anche la scultura e la pittura subirono le influenze del predominio dello stile gotico. La prima trovò un vasto campo di attività nelle centinaia e centinaia di statue che l'architettura gotica reclama, nonché nei bassorilievi che coronano i portali, nei fregi, ecc., ed esteriormente assunse un enorme sviluppo, ma a prezzo del sacrificio della propria indipendenza alle esigenze del nuovo stile architettonico.
Mentre già accennava a progredire verso la naturalezza delle forme e dell'espressione, dovette tornare alla stilizzazione, adattarsi alle imposizioni dell'architettura. Le figure bisogna che si adattino ora a seguire la curva dell'arco a sesto acuto, e quindi assumono una posizione forzata, curva, contorta, e si abbassano in sostanza a servire da semplice ornamento decorativo dell'architettura.

Le teste poi, alquanto inclinate, hanno una espressione uniforme e convenzionale, per lo più con una lieve tendenza al sorriso, che molto spesso é una vera stonatura e che talora, portato all'esagerazione, fa l'effetto di una caricatura. Completamente schematici sono i panneggiamenti delle vesti che vengono modellati come cosa a sé con fini ornamentali, senza alcun riguardo alle forme ed agli atteggiamenti del corpo.

In generale poi l'enorme produzione (ad esempio sulla cattedrale di Amiens si possono contare 2500 figure) é a discapito della qualità delle singole opere che assumono un carattere piuttosto dozzinale, da mano d'opera comune.
Tuttavia anche qui si ebbe un certo progresso, consistente nel fatto che, pur non abbandonando il tipo delle sculture, si cominciò a mettere in relazione le varie figure fra di loro, e così dove l'architettura lascia spazio sufficiente noi vediamo (come nei bassorilievi delle cattedrali di Amiens, Reims e Burges) sorgere gruppi di figure piene di vita e nelle posizioni ed atteggiamenti naturali. In Germania meritano a tal riguardo di essere rilevate le sculture della chiesa di S. Maria a Treveri e quelle affini della chiesa di Wimpfen e del duomo di Friburgo.

Ma nessun'altra città tedesca può gareggiare in quest'epoca per lo sviluppo copioso, vario e costante dell'ornamento plastico con Norimberga, e per quanto le sue sculture non abbiano un valore artistico superiore alle migliori opere d'altra località, tuttavia in nessun'altra città si osserva come qui una progressiva evoluzione tanto sensibile, una così continua preparazione dell'avvento della rinascenza.
Del resto é principalmente nei monumenti sepolcrali che la scultura dell'epoca si è segnalata; così in Francia nelle tombe dei re a S. Dionigi. In Germania specialmente l'Alsazia possiede bei monumenti sepolcrali; anche in quelli degli arcivescovi di Magonza che si vedono nel duomo della città si può osservare il progresso della scultura in fatto di naturalezza ed originalità; fra gli altri monumenti di questo genere ricorderemo infine la tomba di re Rodolfo I nel duomo di Speyer, quella di sua moglie Anna a Basilea, quella del vescovo Corrado di Lichtenberg (m. nel 1299) nel duomo di Strasburgo.

Il massimo grado di naturalezza nelle produzioni della plastica transalpina del tardo Medioevo si riscontra alla corte di Borgogna, dove il duca Filippo sulla fine del XIV secolo radunò i più famosi scultori francesi e fiamminghi. Primeggia fra costoro Claus Sluter, l'autore del monumento del duca Filippo e della fontana del Mosé a Digione, decorata di figure arditamente animate.

La pittura, cui lo stile gotico aveva sottratto i larghi riquadri anteriormente disponibili sulle pareti delle chiese, trovò un certo compenso nella decorazione delle finestre gotiche, le quali vennero coperte di figure a colori; in una maniera più antica si trattò di grandi figure dipinte a mo' di statue l'una accanto all'altra sulle vetrate; in una maniera più recente le vetrate furono istoriate mediante medaglioni rappresentanti piccole scene bibliche o leggendarie. Malgrado il limitato numero di gradazioni di colori di cui si valse quest'arte seppe creare delle decorazioni di grande effetto per lo splendore e l'armonia dei colori. Anche in quest'arte primeggiò la Francia; ma neppure la Germania può dirsi sia rimasta addietro in fatto di vetrate artistiche; ricordiamo quelle del coro del duomo di Colonia, del duomo di Strasburgo, della chiesa di S. Caterina ad Oppenheim; tutte poi sono superate per l'armonia dei colori e per la sontuosità dell'incorniciatura architettonica dalle famose finestre di Konigsfelden in Argovia che vennero alla luce dopo la metà del XIV.

Accanto alla decorazione delle vetrate fiorì anche l'arte di decorare i manoscritti con graziose miniature a colori; specialmente in Francia essa fu portata ad un alto grado di perfezione durante il periodo relativamente pacifico del regno di Carlo V.

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"da http://cronologia.leonardo.it/umanita/papato/cap101.htm"
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