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Veldriss
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Varnerio di Oberwesel

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Varnerio di Oberwesel o di Womrath o di Bacharach (in ted. Werner von Oberwesel; 1271 – 1287) è un santo tedesco della Chiesa cattolica vissuto nel XIII secolo. Secondo la leggenda, fu uno dei martiri cristiani uccisi dagli ebrei nel Medioevo, come Guglielmo di Norwich, Andrea di Rinn e Simonino di Trento.

Biografia
Originario di Womrath, in Renania, il giovane Varnerio proveniva da una famiglia povera di vignaioli, ed andò a lavorare da una famiglia ebraica di viticoltori di Oberwesel, diocesi di Treviri.
Nel 1287, all'età di sedici anni, il "buon" Varnerio venne ritrovato ucciso vicino a Bacharach, appeso a una colonna a testa in giù e svenato. Il fatto costituirebbe un omicidio rituale compiuto durante il Giovedì santo dagli ebrei del luogo.
Pare infatti che il fanciullo fu attirato in casa dagli ebrei, per i quali doveva togliere della terra da un piano seminterrato. Varnerio sarebbe stato torturato a morte e il suo sangue sarebbe servito agli ebrei per i loro riti della Pesach. Secondo altre fonti, fu gettato nel Reno[1].
L'uccisione del giovane renano, scatenò la violenta reazione dei cristiani in tutta la regione ai danni delle comunità ebraiche. Solo in Bacharach furono uccisi 26 ebrei[1]. Gli ebrei si rivolsero al re Rodolfo I, il quale convinto della infondatezza delle accuse, impose una multa agli assassini degli ebrei e ordinò di bruciare il cadavere di Varniero, per prevenire ogni ulteriore culto.
Tuttavia, quest'ultima istruzione del sovrano germanico non venne seguita dalla popolazione locale, e nel 1289 a Bacharach, fu avviata la costruzione di una cappella in onore al giovane martire renano (Wernerkappelle). L'edificio rimase incompleto, e il suo progetto di ampliamento a chiesa venne perso dopo il 1338, anno in cui probabilmente fu confiscato al vescovo Baldovino di Lussemburgo.
Un secondo luogo dedicato al culto del giovane Varniero venne edificato all'interno dell'ospedale di Oberwesel, situato a circa 7 km a valle.
Recenti studi si sono orientati verso l'ipotesi che Varnerio fu vittima di un reato sessuale.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Varnerio_di_Oberwesel
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Monaldo da Ancona

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Monaldo da Ancona (Ancona, XIII secolo – Arzenga, 15 marzo 1288) è stato un religioso italiano, frate francescano e missionario, martire in Armenia. È venerato come santo dalla Chiesa armena e come beato dalla Chiesa cattolica.

Biografia
Fu martirizzato insieme a Francesco da Petriolo e ad Antonio Cantoni da Milano, entrambi servi di Dio. Sul martirio di questi tre frati francescani, che nel territorio armeno si curarono di predicare il cristianesimo tra i fedeli musulmani, esiste una relazione di Carlino de' Grimaldi, il guardiano di Trebisonda.
Secondo quanto riportato, i tre frati parlavano alla folla il giorno di venerdì nella città di Arzenga (odierna Erzincan) e ogni settimana le loro argomentazioni si facevano sempre più convincenti tanto da turbare la popolazione. Venne quindi convocato il consiglio degli anziani e degli iman e questo decise di metterli a morte per aver insultato il loro profeta e la loro legge.
Durante la predicazione del venerdì della terza settimana di Quaresima, (15 marzo 1288, anche se altri ritengono sia l'anno 1318), vennero arrestati e portati nella piazza della città. Un saraceno che, mosso dalla compassione aveva cercato di difenderli, fu ucciso all'istante. Confessarono nuovamente in piazza, davanti al tribunale, la loro fede in Cristo. Allora i musulmani presenti si adirarono e sfoderarono le spade contro di loro, amputando loro gli arti, mentre essi affidavano la loro anima nelle mani di Dio. Infine furono decapitati. I corpi vennero abbandonati in piazza e poi gettati in campagna, perché fossero sbranati dalle bestie, gli arti e le teste furono appesi alle porte e alle mura della città, sotto la sorveglianza dei soldati. Un sacerdote armeno riuscì a ricomporre alcuni resti e a dar loro un'onorata sepoltura.
Si racconta che sopra la loro tomba un cieco riacquistò la vista.
Il 28 aprile dello stesso anno si fece la traslazione delle reliquie. La venerazione degli armeni verso questi martiri era tanta che il patriarca li iscrisse nel catalogo dei santi armeni, imponendo il digiuno durante la vigilia del giorno del martirio.

http://it.wikipedia.org/wiki/Monaldo_da_Ancona
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Patriarcato ecumenico di Costantinopoli

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Il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli è una delle cinque sedi principali della chiesa cristiana, stabilite definitivamente dal concilio di Calcedonia del 451. In ordine di gerarchia, il patriarcato di Costantinopoli è il secondo dopo Roma, e precede Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.

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Prerogative
Il Patriarca di Costantinopoli è il primo in onore tra i vescovi ortodossi (primus inter pares), ha il compito di presiedere ogni concilio di vescovi e ha le funzioni di principale portavoce della comunione ortodossa. Non ha giurisdizione sopra gli altri patriarchi e le chiese autocefale della comunità ortodossa orientale.

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I tentativi di riunificazione
Nel 1204, la Quarta Crociata conquistò Costantinopoli, stabilendovi un Impero Latino. Nell'organizzazione del nuovo Stato venne istituita la carica di Patriarca latino di Costantinopoli, per guidare il numeroso clero cattolico affluito al seguito dei conquistatori e sostituire il vecchio patriarcato ortodosso, sopravvissuto nei residui territori bizantini. Il patriarca Giovanni X di Costantinopoli dovette quindi abbandonare la città, ritirandosi in esilio in Tracia, al seguito dell'imperatore Alessio V, ritirandosi quindi nel 1206 a Nicea, presso la corte di Teodoro I Lascaris, che venne incoronato Imperatore di Nicea.
Nel 1215 il Concilio Lateranense IV riconobbe al patriarca latino i diritti dell'antica sede patriarcale costantinopolitana, ma già nel 1261, il debole Stato latino venne cancellato, con la riconquista della città in mani bizantine: il patriarcato greco venne ristabilito nella sua originaria sede ed i rivali latini dovettero lasciare la città per l'Italia.
Quando nel 1416 divenne patriarca Giuseppe II l'impero versava in una situazione disperata, stretto d'assedio com'era dai Turchi ottomani. Nel 1437 il patriarca partì dunque in scorta all'imperatore Giovanni VIII Paleologo, ad altri ventitré vescovi, tra cui l'arcivescovo di Nicea Basilio Bessarione e ad uno stuolo di studiosi e teologi alla volta dell'Italia, per prendere parte al Concilio di Ferrara. La necessità di aiuto contro il nemico turco imponeva infatti il superamento dello scisma del 1054. Tra i maggiori oppositori figurava il Bessarione, ma quando nel 1439 i padri conciliari si spostarono da Ferrara, aprendo il Concilio di Firenze, l'arcivescovo niceno si spostò su posizioni unioniste. Il patriarca morì prima della conclusione dei lavori, che vennero dunque proseguiti dal Bessarione. Il 6 luglio, infine, per volontà dell'Imperatore e di papa Eugenio IV venne solennemente proclamato il decreto d'unione tra la Chiesa Greca e la Chiesa Cattolica.
Al loro ritorno a Costantinopoli, però, l'Imperatore ed i vescovi trovarono un clima ostile tra la popolazione ed il clero, in particolare i monaci, tanto che una parte di quelli che avevano firmato il decreto dell'unione ora l'abbandonano e che l'unione non divenne mai effettiva.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Patriarca_ ... antinopoli
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Gregorio II di Cipro

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Gregorio II di Cipro (lingua greca Γρηγόριος ο Κύπριος; Lapithos, 1241 – 1289) è stato un arcivescovo ortodosso bizantino, patriarca di Costantinopoli dal 1283 al 1289.

Biografia
Il suo nome era originariamente Giorgio. I suoi genitori erano appartenenti alla borghesia ma di nobili origini. Egli si spostò prima a Nicosia mentre adolescente stava provvedendo alla sua educazione. Non soddisfatto dei suoi insegnanti di greco, divenne allievo in una scuola dove si insegnava in lingua latina (visto che a quel tempo Cipro era uno Stato crociato ovvero Regno di Cipro). Egli incontrò difficoltà a imparare il latino e così poté avere solo una conoscenza superficiale della Logica di Aristotele.
Ancora determinato ad ottenere una buona educazione, si imbarcò su una nave per Tolemaide, Palestina, dove giunse dopo tre giorni. Da lì si recò ad Anaea in Asia Minore e, infine giunse a Efeso. Aveva sentito molto parlare dello studioso Niceforo Blemmide, ma ne rimase deluso e si trasferì a Nicea dove studiò con Giorgio Acropolite. Con la riconquista di Costantinopoli da parte delle forze di Nicea nel 1261, si trasferì lì. Più tardi divenne insegnante, e fra i suoi allievi ebbe Niceforo Cumno.
Divenne patriarca ortodosso nel 1283. La chiesa cattolica e quella ortodossa avevano proclamato la loro unione nel 1274 nel Secondo Concilio di Lione, motivate ​​più dalla politica dell'imperatore che da argomenti teologici. Gregorio, contrariamente al suo predecessore, rifiutò di accettare l'inserimento di Filioque aggiunta al Credo di Nicea dai cattolici romani. Gregorio parlò di una manifestazione eterna dello Spirito Santo per mezzo del Figlio. La formula di Gregorio venne considerata una "risposta" ortodosso al filioque, anche se non aveva lo status di dottrina ortodossa ufficiale. La concezione di Trinita di Gregorio venne approvata dal consiglio di Blacherne nel 1285.
Egli scrisse una raccolta di proverbi e un'autobiografia. Morì nel 1289.

http://it.wikipedia.org/wiki/Gregorio_II_Cyprius
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Atanasio I

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Atanasio I (Adrianopoli, 1230 – Costantinopoli, 28 ottobre 1310) è stato un arcivescovo ortodosso bizantino, Patriarca ecumenico di Costantinopoli dal 1289 al 1293 e poi dal 1303 al 1309.

Biografia
Scelto dall'Imperatore Andronico II Paleologo (1282-1328) come nuovo Patriarca, egli si oppose all'unione tra la Chiesa di Roma e la Chiesa d'Oriente e mise in atto una serie di riforme ecclesiastiche che gli causarono l'antipatia del clero. Dimessosi nel 1293, fu ristabilito in seno al Patriarcato nel 1303 grazie al supporto popolare di cui godeva. Nel 1309 tuttavia la fazione clericale degli Unionisti lo costrinse al ritiro e poco tempo dopo, nel 1310, Atanasio I morì.

http://it.wikipedia.org/wiki/Atanasio_I
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Giacomo Papocchi

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Beato Giacomo Papocchi (Montieri, 1213 – 28 dicembre 1289) è stato un religioso eremita italiano.

Biografia
Giacomo Papocchi, "onorificentia populi nostri", come definito in antiche iscrizioni, nacque a Montieri, in provincia di Grosseto, nel 1213. In età giovanile prestò la sua opera nelle argentiere locali proprietà dei vescovi volterrani. Fu accusato di furto di argento lavorato nelle locali fonderie; secondo la giustizia dell'epoca, allora amministrata dai senesi, subentrati al Vescovo nella amministrazione locale, argentiere comprese, fu condannato all'atroce pena della mutilazione della mano destra, nonché del piede sinistro, trovandosi così ridotto all'inabilità.
Il triste evento, fu per lui l'occasione di riscoprire la fede, un po' accantonata in epoca giovanile.
Egli chiese al vescovo diocesano l'autorizzazione a farsi "immurare", cioè a vivere in rigorosa clausura, in una piccola cella adiacente la chiesa di San Giacomo Apostolo, sotto la giurisdizione religiosa dei monaci dell'antica abbazia di San Galgano.
Sottoposto a prove diaboliche, raggiunse tuttavia vette di alto misticismo; visioni e miracoli costellarono la sua vita, tanto che il suo culto è pervenuto ininterrotto fino ai giorni nostri. Narrano gli antichi biografi che egli, dalla sua cella, attraverso lo spesso muro che lo separava dalla adiacente chiesa, riuscisse a vedere il sacerdote celebrante la Messa all'altare della chiesa stessa. Ancora nelle antiche biografie si legge che nel beato Giacomo il desiderio dell'Eucarestia era tale che, nei giorni imminenti la morte non essendo il sacerdote potuto salire a celebrarare la santa Messa alla chiesa di San Giacomo Apostolo a causa di un'abbondante nevicata, Gesù stesso, "sacerdote e vittima al tempo stesso" , come si canta in un antico inno, scese a comunicarlo.
Morì ricco di meriti, veneratissimo dal suo popolo, il 28 dicembre del 1289.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Papocchi
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Pietro Pascasio

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Pietro Pascasio, in spagnolo Pedro Pascual (Valencia, 1227 – Granada, 1300), fu un religioso e sacerdote mercedario spagnolo che divenne vescovo e morì martire. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia
Di lingua mozarabica, nacque a Valencia sotto il regime musulmano degli Almohadi. Si trasferì a Parigi nel 1241 per frequentare l'Università, poco prima che la città di Valencia cadesse nelle mani di Giacomo I d'Aragona. Fu compagno di studi di san Bonaventura e di san Tommaso. Si addottorò nel 1249 e venne ordinato sacerdote. Probabilmente divenne canonico presso la Cattedrale di Santa Maria a Valencia prima del 1250, quando si trasferì a Roma entrando qui nell'Ordine mercedario.
Tornato in Spagna, divenne tutore di Sancho, figlio di Giacomo I d'Aragona, divenuto nel 1266, a soli 16 anni di età, arcivescovo di Toledo ed al quale fece anche da assistente.
Divenne presto un predicatore famoso, percorse Spagna, Portogallo e Italia predicando.
Recatosi a Roma, nel 1296 venne consacrato vescovo da papa Bonifacio VIII e da questi nominato vescovo di Jaén.
Rientrato in Spagna si preoccupò di rimettere in sesto la sua diocesi, la cui titolarità era vacante ormai da sei anni, ma nel 1297 fu catturato dai musulmani di Moley Mahomed, califfo di Granada, che lo trasportarono come schiavo in quella città. Essendo Moley Mahomed tributario del re di Castiglia, Pietro godette di una certa libertà nel muoversi a confortare gli schiavi ed a sostenere i cristiani liberi. Per ben due volte il denaro raccolto nella sua diocesi e destinato alla sua liberazione venne da lui devoluto alla liberazione di donne e bambini catturati dai mori. Durante questo periodo di semilibertà ebbe anche la possibilità di scrivere opere teologiche. Tuttavia i mori, irritati dal suo proselitismo e dalle conversioni che provocava negli stessi musulmani, lo gettarono in prigione ed il 6 dicembre 1300 lo decapitarono.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Pascasio
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POTENTI ABATI

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LE VIE DELLA FEDE: CATALOGNA

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"Articolo estrapolato dalla rivista MEDIOEVO - novembre 2010"

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DOSSIER: L'OSSESSIONE DEI SETTE PECCATI

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"Articolo estrapolato dalla rivista MEDIOEVO - agosto 2011"

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