Ordine Teutonico

L'Ordine del Santo Sepolcro, Templari, Ospitalieri, Cavalieri Teutonici, San Giacomo
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L'Ordine Teutonico (in latino Ordo Fratrum Domus Hospitalis Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem o Ordo Teutonicus; in tedesco Orden der Brüder vom Deutschen Haus St. Mariens in Jerusalem o Deutscher Orden; sigla O.T.) è un antico ordine monastico-militare e ospedaliero sorto in Terrasanta all'epoca della terza crociata (insieme a quelli gerosolimitano e del Tempio) ad opera di alcuni mercanti di Brema e Lubecca per assistere i pellegrini tedeschi.
Fino alla perdita di Acri nel 1291, il principale teatro di operazioni dei Cavalieri Teutonici rimase la Terrasanta. Tuttavia già a partire dal secondo decennio del XIII secolo operarono nell'Europa orientale, prima in Transilvania, per proteggere il Regno d'Ungheria dalle incursioni dei nomadi Cumani su richiesta di re Andrea II d'Ungheria, quindi sulla costa baltica, nella zona che si estendeva a nord-est dei territori polacchi. Contribuirono ad una vasta opera di conquista e cristianizzazione dei territori occupati da tribù baltiche, perlopiù pagane, iniziata già nel secolo precedente con le cosiddette Crociate del Nord.
Il loro dominio nella regione li portò successivamente allo scontro sia con i russi ortodossi di Pskov e Novgorod (la Battaglia del lago ghiacciato venne raffigurata, seppur con diverse imprecisioni e invenzioni storiche, nel film Aleksandr Nevskij) che con i polacco-lituani. Questi ultimi, guidati da re Ladislao II Jagellone, inflissero loro una dura sconfitta nella battaglia di Tannenberg (o Grunwald) il 15 luglio 1410. Alla fine della Guerra dei tredici anni, il secondo trattato di Thorn ridusse il dominio territoriale dell'Ordine alla sola Prussia Orientale (oltre ai vari possedimenti minori in territorio germanico) e allo status di vassallo della corona polacca.
Nel 1525 il trentasettesimo Grande Maestro dell'Ordine, Alberto di Hohenzollern-Ansbach, si convertì al luteranesimo e secolarizzò i possedimenti prussiani, assumendo il titolo di Duca di Prussia. Quanto sopravvisse dell'Ordine rimase in possesso di alcuni territori del Sacro Romano Impero e della Livonia, retta in maniera indipendente dal ramo livoniano, che nel 1561 fu a sua volta secolarizzata nel Ducato di Curlandia e Semigallia.
L'Ordine venne formalmente soppresso da Napoleone Bonaparte nel 1809 ma in seguito fu ripristinato dagli Asburgo. Venne riformato nel 1929 dalla Santa Sede che lo rese un ordine di canonici regolari per la cura d'anime e le opere di carità.

La fondazione e le crociate

Pare che l'origine dell'ordine risalga al 1099, quando un cavaliere tedesco ferito durante i combattimenti per la presa di Gerusalemme venne assistito e curato da una coppia di pellegrini tedeschi, presumibilmente mercanti, che decisero in seguito di dedicarsi, con il beneplacito del Patriarca di Gerusalemme, all'attività di ospitalità e assistenza dei pellegrini, fondando un piccolo ospedale dotato di foresteria ed una cappella dedicata alla Vergine Maria. L'ospedale andò distrutto nel 1187 con la caduta di Gerusalemme.
In seguito alla caduta della città fu indetta la terza crociata e il 1º settembre 1189 55 navi che trasportavano i cavalieri crociati tedeschi attraccarono ad Acri, una città portuale situata nella parte settentrionale dell'attuale stato di Israele. Alcuni di loro costruirono un ospedale da campo utilizzando una delle vele di una nave e si dedicarono alla cura dei feriti fino al loro rientro quando lasciarono l'ospedale a due religiosi tedeschi, ai quali nel tempo se ne aggiunsero altri, che lo ampliarono acquistando un terreno e costruendovi un edificio con annessa cappella e costituendo l'ordine dei "fratres domus hospitalis sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem".
Il 6 febbraio 1191 all'ordine venne concessa l'approvazione e la protezione del pontefice Clemente III. La regola seguita dagli appartenenti all'ordine era quella dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme. Il 21 dicembre del 1196 furono confermati all'ordine i possedimenti del tempo e futuri.
Nel 1197 avrebbe dovuto aver luogo una crociata guidata dall'imperatore Enrico VI. Quando questi morì, i cavalieri che lo avevano preceduto in Terra Santa rientrarono, ma prima del rientro decisero di trasformare l'ordine in un ordine cavalleresco con compiti di protezione dei pellegrini. L'attività religiosa proseguì seguendo la regola dei Giovanniti mentre quella militare adottò la regola dei Templari.
Papa Innocenzo III confermò la trasformazione il 19 febbraio del 1199 e ai religiosi venne assegnato il mantello bianco con croce nera. Nel 1221 papa Onorio III parificò l'Ordine Teutonico all'ordine dei Templari e a quello degli Ospitalieri.
In seguito a cospicue e ripetute donazioni l'ordine si diffuse molto rapidamente: dal Duecento al Trecento il numero delle commende (nome dato alle case dell'ordine) crebbe al ritmo di una ma spesso anche 3 o 4 all'anno; nel 1300 erano circa 300 diffuse in Terra Santa, Cipro, Grecia, Italia, Spagna, nel Sacro Romano Impero, nei Paesi Bassi e nell'area baltica.

La colonizzazione dell'Europa dell'Est

Nel 1191 l'Ordine abbandonò l'ultima roccaforte in Terra Santa e si mise alla ricerca di una collocazione in Europa. Nel 1211 Andrea II d'Ungheria offrì, in cambio di appoggio militare contro la popolazione nomade e pagana dei Cumani, il territorio del Burzenland in Transilvania (in tedesco Siebenbürgen). L'ordine istituì uno stato indipendente e iniziò un'intensa attività di colonizzazione ed evangelizzazione ma nel 1225 Andrea II, impaurito dalla nascita di uno stato entro il suo regno, scaccio l'ordine dall'Ungheria.
Il secondo tentativo di colonizzazione di un'area geografica fu più efficace; dopo alcuni falliti tentativi di conquista dei territori occupati dai Pruzzi, Corrado di Masovia chiese l'appoggio militare dell'Ordine offrendo in cambio dei territori. Hermann von Salza (Ermanno di Salza), gran maestro dell'Ordine teutonico, inviò quindi un distaccamento sulla Vistola nel 1229.
L'alimentazione dei militi dell'Ordine teutonico era costituita da latte, uova, una minestra di fiocchi d'avena e acqua. Chi aderiva non poteva far mostra del blasone, né cacciare (se non lupi e orsi). I castelli venivano eretti in pietra - e dal XIV secolo in mattoni - e questo fu di capitale importanza.[1] Importante era anche l'impiego della balestra e della catapulta, perché consentivano di difendersi con piccoli contingenti.
Memore della passata esperienza con il sovrano ungherese, il Gran Maestro dell'ordine Hermann von Salza si fece confermare i diritti sui territori conquistati tramite la bolla d'oro di Rimini emessa dall'imperatore Federico II e la bolla d'oro di Rieti emessa dal papa Gregorio IX. Entrambe garantivano che dopo la conquista e conversione religiosa dei territori baltici questi sarebbero stati assegnati all'Ordine, garantendo all'Ordine Teutonico la sovranità ed al suo Gran Maestro il rango di principe imperiale.
La campagna di appoggio al duca polacco cominciò nel 1226. Corrado, dopo lunga esitazione, tramite il contratto di Kruschwitz (1230) assegnò all'ordine la città e il territorio di Kulm (Chelmno).

Apogeo e decadenza

Negli anni trenta del Duecento, subito dopo l'annessione di Kulm, l'Ordine diede un forte impulso alla colonizzazione tedesca della Prussia Orientale (Marienwerder, Elbing ecc.), portando il cattolicesimo sempre più a Oriente ed assorbendo i Cavalieri di Portaspada (1237). In quegli stessi anni passarono definitivamente sotto il loro controllo parte della Livonia e della Lituania. Nel 1241 unirono le loro forze a quelle della Polonia nel tentativo di contrastare le orde mongole guidate da Batu Khan; la battaglia che ne seguì terminò con una sanguinosa disfatta per le forze della coalizione e lo stesso duca di Slesia Enrico perse la vita nello scontro, avvenuto a Liegnitz, nei pressi dell'attuale Wahlstadt. Nel 1242 la disfatta del Lago Peipus, presso Vybiti, subita dai cavalieri dell'Ordine da parte di Alexander Nevsky, principe di Novgorod, segna una battuta di arresto nella loro espansione verso est. La conquista di Königsberg (1255), sarà seguita nei decenni immediatamente successivi dall'occupazione dell'intera Prussia Orientale e di ampie zone della Pomerania. Nel 1309 la loro capitale fu trasferita a Marienburg, nei pressi della città di Danzica. L'apogeo della potenza dell'Ordine fu raggiunto nel corso del XIV secolo, allorché fu completata la conquista della Livonia (città di Narva e Reval) e furono annessi alcuni importanti nuclei urbani lituani, fra cui la città di Kaunas. Nel 1402 venne effettuata l'ultima importante annessione: il territorio imperiale della Neumark. Alla sua massima espansione l'Ordine possedeva un vasto stato sovrano che dalle rive della Vistola arrivava fino all'Estonia:
in Prussia (1230: Elbing (1212), Marienburg (1274), Braunsberg (1240), Marienwerden (1233), Koenigsbrg (1255), Wehlau, Tilsit, Allerstein (1348), Graudenz 1220), Insterburg (1336, Ermland (1243), Tannenberg, Luebau, Ruedau, Loechstadt, Fischhasen, Frauenberg;
in Samogizia (1384): Goldingen, Memel-Melzenburg (1252), cave d'ambra di Palmicken;
in Curlandia (1230): Riga (1201), Uxhuell, Kokenhausen, Jelgava, Rahden, Windau (1378), Mittau, Dunaburg;
in Livonia (1237): Dorpat (1224), Wenden, Lemsal, Wolmar, isola di Goetland (1398-1408), Libau (1263);
in Estonia (1346): Reval (1228-1237, 1346), Pernau (1250), Maholm, Narva, Wiek, isola Dagoe, isola Oesel (1227);
in Lituania (1398): Kauen (1362) Welun;
in Pomerelia (310): Danzica (1309), Oliwa, Dirschau, Konitz, Buelow, Schwetz, Pelplin, Stargad;
in Kulmerland (1328): Kulm (1226), Kulmsee (1251), Thorn (1328), Gollob, Wlaclaweck (1100)
in Neumark (1402): Kuestrin, Driesen.
Il 15 luglio del 1410 l'Ordine subì una memorabile sconfitta a Tannenberg, in Prussia orientale, ad opera di polacchi e lituani: da allora iniziò un rapido processo di decadenza, culminato con il trattato di Thorn (1466). Con tale accordo l'Ordine Teutonico riuscì a mantenere sotto il suo controllo i soli territori prussiani dovendo però riconoscere la sovranità nominale del re di Polonia su di essi. Si era definitivamente chiusa un'epoca.
Nel 1525 Alberto di Brandeburgo, gran maestro dal 1511, aderì alla Riforma ed attuò la secolarizzazione dei beni dell'Ordine: col trattato di Cracovia venne riconosciuto duca ereditario di Prussia, la quale passò così alla casa di Hohenzollern mettendo fine allo Stato Teutonico. Dopo tre secoli l' Ordine Teutonico perdeva la sua sovranità: al suo Gran Maestro restava la dignità di principe imperiale. Tuttavia all'ordine rimasero numerosi feudi imperiali e proprietà in Germania. Al Gran Maestro venne data la concessione imperiali di avere la dignità di principe-abate dell'impero con dignità cardinalizia e la precedenza su tutti i vescovi e abati.La sede dell'ordine fu trasferita a Mergentheim nel 1526, mente il Gran Maestro assunse come sua residenza il castello di Ellingen a nord di Weissenburg. Fu così riorganizzato in 12 province e baliaggi (Balleien) che si estendevano su tutti i feudi tedeschi:
Turingia con le tre commende di Zwaetzen, Lehesten, Liebstedt;
Austria con 10 commende e 7 parrocchie, avente il diritto di voto al Reichstag;
Assia, con sede a Magonze ed avente 6 commende;
Franconia con la sede dell'ordine ed avente 18 commende e 12 parrocchie ed il diritto di voto al Reichstag;
Coblenza comprendeva le commende provinciali di Colonia, Anversa, Coblenza, Muffendorf, Trar e Rheinberg, con diritto id voto al Reichstag;
Lorena con 6 commende e le tenute di Rachtig e Tammels;
Alsazia e Burgundia aveva 9 commende con sede principale ad Altshausen con diritto di voto al Reichstag;
"Adige e montagne" (an der Etsch und im Gebirge) con 5 commende e 5 parrocchie;
Utrecht, appartenente al ramo protestante dell'ordine (indipendente dal 1637);
Alten Biesen con sede a Liegi, avente 13 commende;
Sassonia con 5 commende
Westfalia con 6 commende e 3 parrocchie.
Anche l'ordine teutonico non fu risparmiato dalle secolarizzazioni napoleoniche. Ancora membro del Collegio die Principi, nel 1801 è depauperato di tutti i ricchi possessi posti sulla riva sinistra del Reno, perdendo così gran parte delle proprie rendite. Tuttavia, ricevette a compensazione vari capitoli, abbazie e conventi immediati in Austria e Svevia. I tentativi dell'ultimo Gran Maestro sovrano, Carlo Ludovico d'Austria, di acquistare la dignità di Grande Elettore sono vanificati con la dissoluzione dell'impero nel 1806; l'ordine fu definitivamente soppresso come entità politica nel 1809.

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Le origini dell'Ordine Teutonico

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L'Ordine di santa Maria dei tedeschi (“Ordo sanctae Mariae Teutonicorum”, oppure “Ordo Teutonicus”), chiamato in lingua tedesca “Deutsche Ritterorden” o semplicemente “Deutsche Orden”, ha delle origini tutt’altro che chiare.

Prima di divenire un Ordine monastico-cavalleresco, l'istituzione attraversò un lungo periodo di gestazione. Le sue origini risalgono, a quanto sembra, proprio al 1099, anno della presa di Gerusalemme.

È cosa certa che i tedeschi, come molti altri cristiani europei, sin dagli inizi del medioevo avevano l’abitudine di recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme, o per nave, imbarcandosi dai porti del sud dell’Italia, oppure via terra, attraversando tutta l’Europa sino a Costantinopoli e proseguendo poi attraverso l’Asia Minore e la Siria.

Entrambe le vie erano molto faticose e irte di pericoli, e molti pellegrini giungevano a destinazione, quando riuscivano ad arrivare vivi, in condizioni fisiche e sanitarie spesso precarie, a causa del clima, delle condizioni igieniche, delle epidemie e degli assalti di predoni o di gruppi islamici ostili.
I pellegrini tedeschi, che generalmente preferivano la pericolosa via terrestre per giungere in Terra Santa, oltre ad arrivare in Oriente in condizioni molto critiche, si trovavano in difficoltà anche per la lingua, da qui la necessità di creare un’istituzione caritativa che si occupasse di loro sul posto.

Le origini dell'istituzione caritativa sono avvolte nella leggenda: si narra che una coppia di pellegrini, probabilmente una coppia di coniugi, mercanti tedeschi provenienti da Brema o da Lubecca che si erano stabiliti in Terra Santa durante la conquista di Gerusalemme avvenuta nel 1099 da parte dei crociati, accolse nella sua dimora un cavaliere tedesco gravemente ferito durante i combattimenti e che giaceva privo di sensi in una delle vie della città vecchia, curandolo e riportandolo in salute.

In seguito, questi due pellegrini decisero di continuare stabilmente in quell'attività caritativa, mettendosi a disposizione dei connazionali che giungevano malati o feriti, ricevendo l'approvazione del Patriarca di Gerusalemme, Stefano. Nacque quindi un piccolo ospedale, affiancato da una foresteria, posti entrambi sotto la protezione della Vergine Maria, con lo scopo di dedicarsi in particolare all’accoglienza, alla cura e al sollievo dei pellegrini tedeschi.

Alla loro morte, avvenuta attorno al 1118, i due pellegrini lasciarono in eredità tutto il patrimonio a beneficio di quel piccolo ospedale, in cui nel frattempo avevano iniziato a prestare la loro opera dei frati. Questo ospedale prese il nome di “ospedale di Santa Maria dei tedeschi di Gerusalemme”.

Il 9 dicembre 1143, Papa Celestino II avrebbe posto questo ospedale sotto l'autorità dell'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni (l’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni fu fondato a Gerusalemme prima del 1070 dal mercante amalfitano, Mauro di Pantaleone, anch'esso con lo scopo di sovvenire i pellegrini in difficoltà e che, a partire dal 1137, su imitazione dei Templari, si era riorganizzato, senza mai trascurare l'attività caritativa, su base militare), stabilendo però che il piccolo Ospedale dovesse essere retto da un priore che sapesse il tedesco. Tale circostanza non risulta, tuttavia, direttamente documentata, ma è riferita come contenuta in un documento citato dal papa Gregorio IX nella bolla “Ex parte dilectorum” del 17 agosto 1229.

L’esistenza di tale ospedale è peraltro confermata da Jacques de Vitry, storico delle crociate e vescovo di San Giovanni d'Acri, nel primo volume della sua “Historia Orientalis seu Hierosolymitana” (un’importante testimonianza diretta delle condizioni della Terra Santa tra il XII ed il XIII secolo).

L’aggregazione agli Ospedalieri di San Giovanni fu giustificata dalla vocazione internazionale di questi ultimi, che divisi al loro interno in “nazioni” o “lingue”, apparivano un Ordine decisamente più cosmopolita, che non i Templari, che attingevano i loro cavalieri quasi esclusivamente ai territori francesi.

I fratelli dell’ospedale di Santa Maria dei Tedeschi nei primi anni della loro esistenza erano numericamente molto limitati rispetto agli Ospitalieri di San Giovanni ed ai Templari e la loro storia di quel periodo è sostanzialmente sconosciuta, anche se è presumibile che abbiano continuato a compiere il loro servizio assistenziale.

Se in un primo tempo la presenza tedesca in Terra Santa fu insignificante, la II crociata del 1147-1148, contribuì ad aumentare il flusso di pellegrini tedeschi in marcia per Gerusalemme. Numerosi pellegrini e crociati germanici giunsero in Palestina al seguito dell'imperatore Corrado III di Svevia. Tra gli altri, suo nipote Federico, il futuro Imperatore Barbarossa, il Vescovo Ottone di Frisinga, fratello dell'Imperatore, il Duca Enrico d'Austria, il margravio Herman di Baden.

Con la conquista di Gerusalemme da parte del Saladino, avvenuta il 30 settembre 1187, dopo la vittoria di Hattin, l’antico ospedale di Santa Maria fu distrutto costringendo i fratelli, così come gli Ospitalieri ed i Templari, ad abbandonare la città santa ed a rifugiarsi probabilmente in qualche centro costiero sotto controllo cristiano, luogo che peraltro rimane a noi sconosciuto in assenza di testimonianze storiche.

ull'onda della caduta di Gerusalemme, sotto il pontificato di Clemente III (1187-1191) fu organizzata la terza crociata (1189-1191) per liberare Gerusalemme dal dominio musulmano, cui parteciparono i sovrani più potenti della Cristianità.

Questa fu organizzata dall’imperatore Federico Barbarossa allora settantenne e fu la prima crociata prettamente tedesca, organizzata per essere il più glorioso trionfo mai raggiunto dalle armate dell’imperatore, cui peraltro si unirono anche i sovrani più potenti della Cristianità come il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone ed il re di Francia Filippo Augusto. Nell'autunno del 1189 l'esercito imperiale, che consisteva, stando alle cronache, di 60.000 cavalieri e 300.000 fanti, provenienti da tutti i territori dell'Impero ove numerosissimi erano i tedeschi, si mise in marcia.

L'imperatore Federico Barbarossa, aveva portato il suo esercito imperiale intatto attraverso i Balcani e in Asia Minore, aveva sgominato le forze turche che avevano bloccato la strada ad est del territorio da Costantinopoli per un secolo ed aveva attraversato i difficili valichi di montagna della Cilicia che portavano in Siria, dove il suo esercito avrebbe potuto facilmente passare in Terra Santa.

Era previsto che gli eserciti del Sacro Romano Impero, della Francia, dell'Inghilterra avrebbero utilizzato il nuovo percorso, così pure i rinforzi successivi, dopo che egli avrebbe condotto le forze cristiane in Terra Santa per la liberazione di Gerusalemme.

Purtroppo il 10 luglio 1190 l'anziano imperatore, stanco della marcia attraverso i monti e oppresso dalla calura, volle rinfrescarsi nel fiume Göksu, in Cilicia, ma, appesantito dalla sua stessa armatura e data anche l'età, non abbia resistito all'impeto della corrente. Il peso dell'armatura che indossava, anche se progettata per essere la più leggera possibile, fu tale comunque da trascinare con sé un uomo in salute in acque poco profonde.

Moltissimi dei suoi vassalli si affrettarono a ritornare in Germania, alcuni perché la loro presenza era necessaria per l’elezione del nuovo imperatore (il figlio di Federico Barbarossa, Enrico VI), altri perché si prevedeva una guerra civile in cui avrebbero potuto perdere le loro terre.

Quello che restava dell’ armata tedesca rischiò di sfaldarsi, ma restò unita solo grazie all’abilità del duca Federico V di Svevia, figlio del Barbarossa, il quale assunse il comando, conducendo i grandi nobili e prelati rimasti che onorarono i loro voti continuando il loro viaggio verso San Giovanni d'Acri (la antica Tolemaide) in Palestina, conquistata dal Saladino e assediata dagli eserciti crociati di Francia e Inghilterra, che in quel momento pativano sofferenze terribili per il caldo e per le malattie.

Nel frattempo era sbarcata un'altra spedizione formata da tedeschi, guidati da Adolfo di Holstein. Il gruppo rimase unito e riuscì a ricongiungersi anche con l’esercito del re Riccardo Cuor di Leone, anche lui giunto per via marittima.

Per i nuovi tedeschi arrivati, il tormento psicologico fu anche peggiore di quello fisico. Riccardo Cuor di Leone, il re inglese che guadagnava fama immortale a San Giovanni d'Acri, odiava qui vassalli di Hohenstaufen che avevano guidato suo cognato, il guelfo Enrico il Leone, in esilio sino a pochi anni prima ed ha raccolto ogni opportunità per insultarli o umiliarli. L'assedio di San Giovanni d'Acri si protrasse dall'agosto del 1189 fino al luglio del 1191 e fu causa di molti morti e feriti durante le fasi della lotta.

Il Re di Francia, Filippo Augusto, si ritirò in Francia, adirato per i ripetuti insulti subiti e, con lui, si ritirarono anche la maggior parte dei tedeschi, determinati a ottenere vendetta su Riccardo Cuor di Leone alla prima occasione. I nobili e prelati tedeschi, sia coloro che avevano servito a San Giovanni d'Acri che coloro che erano rimasti in Germania, restarono amaramente delusi dal risultato della loro grande spedizione: si sentivano di essere stati traditi da tutti: dagli Inglesi, dai Bizantini, dai Guelfi.

Durante le fasi della guerra, precisamente verso la metà del 1190, alcuni crociati tedeschi pensarono di organizzare una specie di ospedale da campo in soccorso dei crociati tedeschi feriti. Questo secondo ospedale venne costruito utilizzando il legname e le vele delle navi che erano servite ai crociati per arrivare in Terra Santa. La costruzione dell’ospedale fu un atto di disperazione basato non sulla mancanza di cavalieri, ma per la mancanza di cure mediche.

I tedeschi avevano già esperienza perché avevano già fondato un ospedale simile presso la chiesa della Vergine Maria di Gerusalemme. È presumibile che in tale ospedale da campo prestassero opera anche alcuni frati dell’antico ospedale di santa Maria di Gerusalemme.

L'esercito crociato che aveva assediato San Giovanni d'Acri nel 1190 era stato decimato dalle malattie. I crociati tedeschi non erano abituati al calore, l'acqua o il cibo locali e le loro condizioni sanitarie erano completamente insoddisfacenti. Impossibile a seppellire i morti correttamente; i corpi venivano gettati nel fossato di fronte alla Torre maledetta e venivano le macerie utilizzate per riempire; la puzza come una nebbia era diffusa in tutto il campo. Una volta presi dalla febbre, i soldati morivano come mosche, la loro agonia veniva aggravata da innumerevoli insetti che sciamavano sui loro corpi.

Le regolari unità ospedaliere, in particolare i Cavalieri di San Giovanni (meglio conosciuti come gli Ospitalieri), erano sovraccariche di lavoro e inoltre, favorivano i propri connazionali, i francesi e gli inglesi, mentre i tedeschi venivano abbandonati a se stessi.

Vedendo che la situazione era diventata intollerabile e che non si prevedeva la durata dell’assedio (l'assedio non mostrava alcun segno di finire presto, e non c’era stato alcun monarca tedesco che avesse chiesto che i suoi sudditi venissero curati meglio negli ospedali), un certo numero di crociati tedeschi, provenienti da Brema e da Lubecca, decise di fondare un ospedale per la cura che per i malati tedeschi.

I suoi fondatori, desiderosi di ripristinare la regola cristiana a Gerusalemme, adottarono il nome della città di Gerusalemme come parte del loro nome, insieme a quella della Vergine Maria, Patrona Principale dell'Ordine, prendendo il nome di “Ordine dei fratelli della Casa Ospedaliera di Santa Maria dei Tedeschi in Gerusalemme” (Ordo Fratrum Domus Hospitalis Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem). Le truppe imperiali, giunte a San Giovanni d'Acri e unitesi all’assedio nell’ottobre 1190, trovarono assistenza presso quell’ospedale da campo.

Questa iniziativa venne calorosamente assecondata dal più eminente della nobiltà tedesca presente in Terra Santa, il Duca Federico di Svevia, tanto che scrisse a suo fratello, l'imperatore Enrico VI e convinse all’idea anche il Patriarca di Gerusalemme, gli Ospitalieri ed i Templari.

Il Re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, concesse il privilegio ai crociati tedeschi, in caso di riconquista della città, di poter costruirne un ospedale in muratura al suo interno.
La nuova istituzione venne confermata dal Duca Federico di Svevia, il 19 novembre 1190. Federico diede all’ospedale anche un cappellano di nome Conrad e un intendente chiamato Burchard. Anche allora in Palestina erano tempi difficili e quindi c’era bisogno di qualcuno che difendesse l’ospedale e, per fare questo, furono chiamati alcuni cavalieri tedeschi. Questo fu l’inizio dell’Ordine Teutonico.

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Dopo la conquista di Acri, avvenuta l’11 luglio 1191, l'ospedale da campo dell'Ordine Teutonico costruito durante l’assedio di San Giovanni d’Acri, fu trasferito all'interno delle mura, in prossimità della torre di San Nicola, non lontano dalla residenza del Patriarca, diventando una struttura permanente.

I fratelli dell’Ordine Teutonico vennero incaricati a fare il lavoro nell'ospedale come gli Ospitalieri di San Giovanni e dovevano vivere sotto la regola dei Templari, anche se inizialmente subordinata al Maestro degli Ospitalieri. La nuova fondazione venne chiamata “Ordine dell’Ospedale di Santa Maria dei Tedeschi in Gerusalemme”. Il nome dato al nuovo Ordine implica una connessione con la precedente organizzazione ospedaliera, praticamente defunta, ma in realtà non sembra esservi stata una relazione diretta.

I membri del nuovo Ordine evitarono questo legame, per non restare per sempre sotto il controllo degli Ospitalieri, che detenevano i diritti di controllo rispetto al vecchio ospedale tedesco. Tuttavia, non sembra che abbiano scoraggiato i pellegrini ed i crociati dal credere che il loro Ordine aveva un più antico lignaggio. A quel tempo tutti valutavano favorevolmente la tradizione e l'antichità. Poiché molte case religiose amavano far risalire le loro origini ad un altra illustre fondazione, è facile capire che questo nuovo Ordine Ospitaliero era tentato di fare lo stesso.

Nel 1197, quando l’esercito tedesco venne in Terra Santa per una nuova crociata, trovò l'ospedale fiorente che rendeva un prezioso servizio ai suoi connazionali. Non solo i fratelli davano assistenza ad i malati, ma avevano creato ostelli per i nuovi arrivi ed offrivano denaro e cibo ai crociati tedeschi le cui risorse erano esaurite, o che erano stati derubati, o che avevano perso tutto in battaglia. Una parte significativa del nuovo contingente di crociati proveniva da Brema, portando nuovi doni per l’ospedale che avevano contribuito a fondare.

I pellegrini ed i crociati tedeschi ebbero occasione di osservare che un gran numero di Fratelli che erano addestrati come cavalieri crociati, erano stati convertiti alla vita religiosa e che l'Ordine Monastico aveva assunto funzioni simili a quelle dei Templari e degli Ospitalieri. Durante l’impero di Enrico VI (1190-1197), l’ospedale ricevette molte donazioni fondiarie, tanto da far sorgere nei confratelli il desiderio di ricevere il riconoscimento ufficiale della propria indipendenza. Tale riconoscimento si andò formalizzando negli anni tra il 1191 ed il 1199, periodo in cui l’ospedale divenne una non trascurabile potenza economica e militare, grazie all’appoggio ed alla protezione della casa imperiale e dei principi tedeschi.

L’Ordine Teutonico poteva disporre anche di un piccolo patrimonio che era stato loro concesso da Guido di Lusignano, re di Gerusalemme: in tutto 35 ettari di terra al di fuori delle mura della città, nei pressi del cimitero di San Nicola. Dal 1193 al 1197, le proprietà si ingrandirono, grazie alle concessioni di Enrico II di Champagne, re di Gerusalemme dal 1192. Il patrimonio si estese a Tiro e Jaffa.

Grazie all'intervento del nuovo imperatore, Enrico VI, Papa Celestino III (1191-1198) con un documento del 2 febbraio 1192, nominò ufficialmente frate Gerhard “maestro dell'ospedale dei tedeschi di Acri”, il che non significa ancora che quell’istituto fosse già diventato un Ordine indipendente.

A frate Gerhard succedette nel 1193 frate Heinrich che fino al 1194 mantenne il titolo di Priore e dal 1196 assunse quello di Precettore, sia per il riconoscimento ufficiale dell’Ordine da parte della Santa Sede, sia, probabilmente, anche a seguito della militarizzazione dell’Ordine.

Nel dicembre del 1196 Papa Celestino III confermò i beni dell'ospedale teutonico e li prese sotto la sua protezione, concedendo loro la parità dei diritti con quelli di una istituzione crociata: di esenzione dalla decima, autonomia finanziaria, libera elezione dei Maestri, diritto di dare sepoltura.

I tedeschi venuti a Acri nel 1197 decisero che il loro ospedale sarebbe stato di grande aiuto per i castelli a difesa della frontiera; pertanto chiesero al Papa Celestino III di riconoscerli come un Ordine Militare e nel 1998 il Papa rilasciò il nuovo Statuto che li riconosceva come tali. Una quarantina di Cavalieri vennero accolti nel nuovo Ordine da parte del re di Gerusalemme e di Federico di Svevia, che nominò il primo Gran Maestro nel nome del papa e dell'imperatore. I cavalieri della nuova confraternita dovevano essere tedeschi di nascita (anche se questa regola è stata occasionalmente trascurata), come unico requisito dell’Ordine crociato fondato in Terra Santa.

Essi provenivano principalmente dalle classi nobili o cavalleresche, anche se questo obbligo non venne inserito formalmente nella regola fino a molto più tardi. Il carattere tedesco che distingueva questo nuovo Ordine Ospedaliero e la tutela dell'Imperatore e dei nobili tedeschi, ha consentito che si affermasse gradualmente “de facto” l'indipendenza dall'Ordine di San Giovanni. Dal quel momento si venne a creare uno stretto collegamento tra l'Ordine Teutonico e il Sacro Impero Romano-germanico, collegamento che sarebbe saldamente durato per molto tempo.

Alla morte dell'imperatore Enrico VI, avvenuta nell'autunno del 1197, l'influenza politica dell'Ordine Teutonico era piuttosto limitata rispetto a quella dei Templari e degli Ospitalieri. Tuttavia il 19 Febbraio 1199 Papa Innocenzo III (1198-1216) confermò L'ordine Teutonico come un Ordine militare autonomo, stabilendone definitivamente lo Statuto.

Secondo le cronache del tempo, come la “Naratio de primordiis Ordinis Theutonici”, principi e nobili dell'Impero Romano fornirono ai Cavalieri Teutonici una parità di status con i Templari. Essi si incontrarono con i rappresentanti della Chiesa e della nobiltà della Terra Santa (il Patriarca di Gerusalemme, il re Enrico di Gerusalemme, l'arcivescovo di Nazareth, di Tiro e di Cesarea, i vescovi di Betlemme e di San Giovanni d'Acri, i Maestri dei Templari e degli Ospitalieri), nella casa dei Templari per determinare le fondamenta dell'Ordine Teutonico. Questo nuovo Ordine adottò sia la regola degli Ospitalieri (che si concentrava sul sollievo dei malati) che quella dei Templari (che insisteva sulla lotta per la religione).

La creazione dell'Ordine Teutonico mirò ad istituzionalizzare la presenza dei Cavalieri del Sacro Romano Impero in Terra Santa. Questa evoluzione doveva anche servire la causa del Papa, cercando di mobilitare forze nuove per difendere la terra dei crociati. A sua volta, l'imperatore vide che l'istituzione di questo Ordine poteva estendere la sua influenza nel Mediterraneo.

La creazione dell'Ordine Teutonico fu il risultato dell’interesse comune delle due grandi potenze, con il Papato, da un lato, che coglieva l'importanza che i cittadini dell'Impero potevano svolgere le Crociate; dall’altro lato con l’Imperatore, che così aveva una forza militare germanica nel Mediterraneo. Tutta la storia futura dell'Ordine sarà quella di un'istituzione dipendente sia dal potere imperiale che dal potere papale.

Tra il 1209 ed il 1210, l'Ordine Teutonico crebbe in modo significativo. Questa trasformazione fu in gran parte merito di Federico II di Hohenstaufen, re di Sicilia e Re di Roma, poi incoronato imperatore nel 1220. Nato da un matrimonio tra l'imperatore Enrico VI e Costanza, erede della corona di Sicilia, nel 1194, Federico affermò rapidamente la sua voglia di potere e, vedendo nei Cavalieri Teutonici degli eccellenti ausiliari dell'Impero, promosse la loro crescita, dando loro diritti importanti, come quello di poter ricevere dei beni facenti parte dei suoi domini. Da parte sua, il nuovo Papa Onorio III, successore di Innocenzo III nel 1216, vide l'Ordine Teutonico come un mezzo per estendere il suo potere in Terra Santa (Regno di Gerusalemme, Contea di Giaffa e Ascalona, Signorie di Cesarea, Nablus e Saint-Ambran).

Le tracce della formalizzazione dell’Ordine si ritrovano in diversi documenti dell’epoca:

- il 6 febbraio 1191 il Papa Clemente III (1187-1191) con la Bolla “Quotiens postulatur” conferma la rifondazione dell'ospedale come la "Fratrum Theutonicorum Ecclesiae S. Mariae Hiersolymitanae";

- con un documento del 2 febbraio 1192 Papa Celestino III (1191-1198), grazie all'intervento del nuovo imperatore Enrico VI, nominò frate Gerhard "maestro dell'ospedale dei tedeschi di Acri", il che fa pensare a un Ordine indipendente;

- nel 1193 troviamo tracce evidenti della militarizzazione dell'Ordine, poiché il Re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, a somiglianza di quanto già avvenuto per gli Ospedalieri ed i Templari, vende ai teutonici un quartiere della città di Acri, affidando loro il compito di difendere una fortificazione;

- il 21 dicembre 1196 il Papa Celestino III, con una bolla, sancisce l'esistenza dell'Ordine di S. Maria dei Tedeschi, come una comunità religiosa sottoposta alla regola di S. Agostino e direttamente sottomessa alla Santa Sede;

- nel 1198, un'altra fortificazione, quella della porta di San Nicola, la torre della Châtre e il barbacane detto del Re, vengono posti sotto la tutela dei monaci tedeschi;

- il 19 febbraio 1198 il Papa Innocenzo III (1198-1216) stabilì definitivamente lo statuto dell’Ordine Teutonico, assogettandolo alla regola degli Ospitalieri per quel che concerneva l'attività caritativa, mentre avrebbe seguito la regola dei Templari per quella militare. Frate Heinrich Walpot diviene, così, il primo Gran Maestro.

Per distinguere i Teutonici dagli altri due ordini diede loro uno stemma: una croce nera, anziché rossa come quella dei i Templari.
Questo stemma ha accompagnato la Germania per quasi otto secoli, pur con varie modifiche e interpretazioni, sotto i regimi e le ideologie che si sono succedute in tutto questo tempo.
Il loro manto azzurro, veniva indossato sopra una tunica bianca, una uniforme riconosciuta dal Patriarca di Gerusalemme e confermata dal Papa nel 1211.

La subordinazione al Maestro degli Ospitalieri venne confermata nella Bolla “Dilecti Filii” di Papa Gregorio IX del 12 gennaio 1240 indirizzata ai "Fratres hospitalis S. Mariae Theutonicorum in Accon".

Con lettera di patente del 20 agosto 1250, San Luigi IX, re di Francia, concesse i quattro gigli d'oro che decorano ciascuna estremità della Croce del Gran Maestro.

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Lo sviluppo dell'Ordine Teutonico

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Già dal momento della sua creazione, l'Ordine Teutonico si installò nel Mediterraneo, per sviluppare un entroterra capace di rifornire la sua organizzazione in Terra Santa. L'ordine ricevette beni e concessioni imperiali, e donazioni fatte dai Crociati e da altri.

Le ondate di cavalieri e pellegrini tedeschi che seguirono la Terza Crociata portarono notevoli ricchezze al nuovo ospedale tedesco così come nuove reclute. Ciò permise ai Cavalieri Teutonici di acquisire la Signoria che era stata di Joscelin de Courtenay, dove successivamente costruirono il castello di Montfort (perso nel 1271).

Mai numerosi in Terra Santa come gli Ospedalieri di San Giovanni o i Templari, i Cavalieri Teutonici diventarono comunque una forza formidabile anche se rimasero a Gerusalemme poco tempo, fino alla presa della città da parte del Saladino 1192, anche se mantennero la loro presenza in terra Santa. A quella data in Terra Santa i Teutonici possedevano, oltre alla sede principale di Acri, altre cinque case: a Gaza, a Giaffa, ad Ascalona, a Rama ed a Zamsi.

Nuovi possedimenti acquistando slancio e importanza. Nella prima metà del XIII secolo, i possedimenti dell'ordine in Grecia, Cipro, Armenia, Puglia, Sicilia, Italia centrale e settentrionale formano delle province, Baliaggi autonomi, guidati da un comandante responsabile nei confronti del Capitolo Generale.

Il successore di Heinrich Walpot, Otto von Kerpen, proveniva dalla Westfalia e il terzo Gran Maestro, Heinrich von Tunna (noto anche come Heinrich Bart), proveniva dalla Turingia, a dimostrazione dell'ampia diffusione dei primi cavalieri.
La quinta crociata (1218 - 1221) fece nascere un’alleanza di interessi tra il Papa e Federico II, che vide svolgersi le prime operazioni militari dei Cavalieri Teutoniche. Onorio IIIfece scrivere una notevole quantità di bolle e brevi per l'Ordine, il quale acquistò il suo status finale, simboleggiato dal diritto di indossare il mantello bianco, ornato da una croce. Da quel momento, i Cavalieri Teutonici dipesero direttamente dal Papa e solo lui poteva scomunicarli. Beneficiavano della protezione papale e imperiale, del diritto di rifugio, del diritto di costruire e possedere chiese.

Il più importante tra i primi Gran Maestri è stato il quarto, Herman von Salza (1209-1239). Proveniva da una nobile famiglia della Turingia e, attraverso la propria attività di diplomatico, rafforzò notevolmente il prestigio dell'Ordine. Le sue intercessioni nei conflitti tra il papa e l’imperatore gli valsero i favori di entrambi, aumentando espansione della ricchezza e dei possedimenti dei Cavalieri.

Hermann von Salza svolse un ruolo importante nello sviluppo dell'Ordine Teutonico. Arrivò in Terra Santa nel 1196, con l'esercito del conte di Turingia, fu eletto Maestro dell'Ordine tra giugno 1209 e ottobre 1210. All'inizio del suo mandato, fece una campagna per la parità di trattamento con i Templari e gli Ospitalieri e la conseguì nel 1217 dall'imperatore Federico II, e nel 1220 dal papa Onorio III. All'inizio dell'anno 1220, effettuò diversi viaggi diplomatici al servizio del papa e dell'imperatore, per convincere i principi tedeschi a partecipare alla crociata. Nel 1225, fu uno dei principali attori degli accordi tra Onorio III e Federico II che stabilivano la partenza per la crociata. Il 17 marzo 1229, l'imperatore fece il suo ingresso in Gerusalemme ed era a capo di un esercito italo-germanico, che comprendeva anche i Cavalieri Teutonici.

Durante il Magistero di Hermann von Salza, l'Ordine ha ricevuto almeno 32 conferme Papali o concessione di privilegi e ulteriori 13 conferme imperiali. Entro la prima metà del Magistero di Herman von Salza le proprietà dell’Ordine era estesa dalla Slovenia (Stiria), alla Sassonia, Turingia, Assia, Franconia, Baviera e Tirolo, con case a Praga e Vienna. C’erano anche avamposti nell'impero bizantino, in particolare in Grecia ed in Romania.

Hermann von Salza agì anche come intermediario nel matrimonio tra Federico II e la figlia del re di Gerusalemme, Giovanni di Brienne, che passò il suo titolo a Federico II nel 1223. Salza partecipò l'incoronazione del suo amico a Gerusalemme. Morì in Puglia, nel 1239, in uno dei possedimenti dell'ordine.

Alla sua morte le tenute dell’Ordine erano estese ai Paesi Bassi, nel nord ovest del Impero, nel sud-ovest della Francia, in Svizzera, nel sud della Spagna, in Sicilia e nella Prussia dell’est. Dal 1197 i Cavalieri Teutonici si stabilirono a Palermo e Barletta, due dei maggiori punti di partenza dei pellegrini verso la Palestina.

La scomparsa dei Cavalieri Teutonici dalla Terra Santa non pregiudicò il potere dell’Ordine, che aveva un patrimonio significativo in Germania, Austria, Belgio, Cipro, Spagna, Estonia, Francia, Grecia, Olanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Russia, Slovenia e Repubblica Ceca. I privilegi ottenuti dai papi e imperatori, tra il 1217 e 1221, garantirono all’Ordine la protezione e la sicurezza dei loro beni. Dopo la partenza dei Cavalieri Teutonici dalla Terra Santa, il Mediterraneo non venne abbandonato, ma per l'Ordine Teutonico diventò, a causa dell'occupazione della Prussia, una periferia secondaria.

La presenza in tutta l’Europa medievale, consentì all'Ordine di svolgere un ruolo significativo negli eventi politici locali. Nonostante la limitazione di appartenenza alla nobiltà tedesca e la poca diffusione della lingua tedesca, vennero costruiti molti conventi dell'Ordine in luoghi molto distanti dalla Germania.

In Terra Santa, i Cavalieri Teutonici poterono aumentare la loro attività grazie alle donazioni fatte dai Signori: ricevettero infatti una dozzina di case e molti terreni, in particolare nella zona di San Giovanni d'Acri, dove l’Ordine possedeva una torre presso le mura della città; altre proprietà erano Tiro ed inoltre, tra il 1206 ed il 1209, vennero costruite altre difese, tra cui due torri in Cesarea e altre tre a Tripoli.

Intorno al 1220, i Cavalieri Teutonici ottennero 44 campi e altri terreni agricoli nella zona del Castello di Re, a nord-est di San Giovanni d'Acri. In Terra Santa, sotto la Signoria di Joscelin, l'Ordine Teutonico iniziò la ricostruzione del castello di Montfort, che diventerà il gioiello dei suoi possedimenti. Il comandante del castello era anche il tesoriere dell'Ordine in Palestina. Gli anni 1250-1291 sono contrassegnati dalla lotta che i teutonici ingaggiarono per mantenere la Palestina. Nel 1244, i cristiani persero di nuovo Gerusalemme. Nel 1271, i Cavalieri Teutonici furono costretti ad abbandonare il castello di Montfort ai guerrieri musulmani. San Giovanni d'Acri, dove i Templari, i Teutonici e gli Ospitalieri combatterono come leoni, a sua volta cade maggio 1291.

La presenza dell'Ordine Teutonico nel Regno Armeno di Cilicia ed a Cipro

Nel XII secolo una parte importante del patrimonio dell'Ordine Teutonico in Oriente si sviluppò nel Regno Armeno di Cilicia ed a Cipro. Nel Regno Armeno di Cilicia le proprietà dell’Ordine Teutonico nel XII secolo erano intorno a Tarso e quindi si estesero nel 1236 ad Adana (Antiochia di Cilicia), dove l'ordine aveva un notevole patrimonio con tre monasteri, sei borghi e molti terreni. Il patrimonio scomparve alla fine del XIV secolo, a seguito delle invasioni musulmane.

Nell’isola di Cipro, l’Ordine Teutonico aveva proprietà a Nicosia, nella zona di San Giorgio in Lefkara e il casale di Klavdhia. Alla fine del XIII secolo la predominanza dei Templari e degli Ospitalieri nell'isola fu a scapito di quella dell’Ordine Teutonico.

La presenza dell'Ordine Teutonico in Grecia

Nel 1209, sull'onda della conquista di Costantinopoli a seguito della IV crociata, troviamo i Cavalieri Teutonici anche nel sud del Peloponneso. L'origine della Provincia Teutonica di Grecia risale alla Quarta Crociata, quella di Costantinopoli. L'Ordine Teutonico si stabilì nel 1204 nel Principato di Acaia, dove aveva ricevuto in dono una baronia, formata da quattro feudi situati nella parte orientale della Messenia vicino a Kalamata.

Nel XIV secolo, i Cavalieri Teutonici presero possesso del castello a ovest di Kalamata. Nel 1205, vista la stretta relazione tra l'Ordine Teutonico e la Repubblica di Venezia, i Cavalieri ottennero beni a Andravida, la capitale di Acaia. Tra questi era compreso l'ospedale di San Giovanni.

Alla fine del XIV secolo, la situazione politica in Grecia divenne sempre più complessa, intrecciando gli interessi di veneziani, bizantini, turchi e Ordine Teutonico. L'Ordine entrò in un gioco diplomatico complesso, dando sostegno a Pietro Bordo di San Superano, che divenne principe d'Acaia. La Provincia Teutonica Greca riuscì a resistere agli assalti dei Turchi fino al XVI secolo.

La presenza dell'Ordine Teutonico in Sicila

La Sicilia era stato governata dai Saraceni fino all'arrivo dei normanni sotto la famiglia Hauteville, ma il crollo di questa dinastia portò alla loro sostituzione con i tedeschi Hohenstaufen ed in questa regione, sotto Enrico VI, Hohenstaufen (grande protettore dell’Ordine, Imperatore della Casa di Svevia dal 1190 e Re di Sicilia dal 1194) e del suo successore Federico II, vennero costruiti diversi conventi ed ospedali dell’Ordine.

Osservando in Sicilia le proprietà dei tre grandi Ordini crociati nel periodo 1190-1220, si può notare che i Cavalieri Teutonici sono stati beneficiari di un maggior favore imperiale rispetto ai Templari o agli Ospitalieri. L’Ordine Teutonico acquisì proprietà sostanziose, tra cui cinque roccaforti nel 1219.

Il patrimonio era costituito da molte case e terreni agricoli a Palermo e nel territorio di altre città e villaggi siciliani, compreso una dozzina di feudi, dove l'estensione delle terre supera i 4.000 ettari. In Sicilia Cavalieri Teutonici erano numericamente pochi, tuttavia stabilirono una vasta rete di rapporti economici con le famiglie siciliane della classe media, così come con gli ebrei. Nell'area di Palermo l'Ordine possedeva ampi terreni agricoli trasformati in frutteti, oliveti e vigneti e, nella città, circa 200 case.

Dal 1197 i Cavalieri Teutonici si stabilirono a Palermo, fondando la Precettoria della Magione, il cui primo precettore fu frate Gerardo e, svolgendo il ruolo di garanti religiosi e militari allo stesso tempo dell’indissolubile unione tra l’Impero e la Corona di Sicilia, vi restarono fino al 1492.

Il primo ospedale Teutonico in Sicilia, quello di san Tommaso, è stato confermato dall’imperatore Enrico VI nel 1197 e, nello stesso anno, l'imperatore e l'imperatrice concessero ai Cavalieri il possesso della Chiesa della Santa Trinità a Palermo, il cui monastero divenne il centro della Provincia Teutonica e sede del Comandante Provinciale di Sicilia, il quale esercitava il potere su tutte le case della regione.

L'ospedale Teutonico di San Giovanni Battista venne fondato ad Agrigento, un altro, quello di Santa Maria dei Tedeschi, a Messina ed altri erano in costruzione a Polizzi, Noto e nei feudi della Gulfa, della Margana (dove è l'unico castello teutonico dell'isola) di Meselarmet e Risalaimi.

Nel corso del tempo, il Baliato Siciliano si emancipò dalla struttura dell’Ordine, pur restandogli fedele. I Ricavi dell’Ordine Teutonico in Sicilia, che in precedenza avevano alimentato la Terra Santa, vennero poi utilizzati per le necessità locali, quali il sostentamento di una dozzina di chiese e dell’ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi a Palermo.

La crisi economica che scosse la Sicilia nel XIV secolo, la guerra tra gli Angioini e Aragonesi e la peste ridussero significativamente le risorse economiche del Baliato. Dopo la partenza dei Grandi Maestri per Prussia nel 1309, il Mediterraneo non fu più una preoccupazione principale per l'Ordine ed il Baliato venne abbandonato a se stesso.

La presenza dell'Ordine Teutonico in Puglia

L'ordine si stabilì in Puglia nel 1197, in circostanze identiche a quelle della Sicilia, per soddisfare le esigenze economiche di Terra Santa. In Palestina i crociati dipendevano in larga misura sulle spedizioni di grano e di altre merci attraverso i porti di Puglia, dove inoltre si riunivano prima di imbarcarsi per la Terra Santa. Questo spiega perché gli ordini militari e religiosi avevano un notevole patrimonio in Puglia.

Durante la primavera e l'estate del 1197, l'imperatore Enrico VI di Hohenstaufen, leader carismatico della terza crociata, diede un impulso decisivo allo sviluppo dei Cavalieri Teutonici, fornendo beni importanti Italia, soprattutto nella città di Barletta. Questi beni furono il centro dei pellegrini e dei crociati germanici nel Mediterraneo. Anche altri ospedali tedeschi nel sud d'Italia furono ugualmente organizzati dai Cavalieri Teutonici e servirono sopratutto come base di rifornimenti e per la partenza per la Terra Santa.

Il cuore del Baliato di Puglia era costituito dalle tre città portuali più importanti di Puglia: Bari, Brindisi e Barletta. La principale area agricola di proprietà dell’Ordine Teutonico, si sviluppò intorno al monastero di San Leonardo di Siponto. Le terre teutoniche si estendevano anche a Corneto, Foggia, Belvedere, Ginosa ed Eboli.

I Cavalieri Teutonici sono menzionati nella città di Brindisi a partire dal 1190, quando erano ancora una confraternita, prima che, nel 1196, la volontà papale li trasformasse in un ordine vero e proprio. Una chiesa Santa Maria degli Alemanni dotata di ospedale sorse nel 1190 poco ad Oriente del castello svevo, per accudire i pellegrini e i crociati tedeschi di passaggio. Risulta già scomparsa agli inizi del ‘600.

Pochi anni dopo, l’imperatore Enrico VI di Svevia concesse all’Ordine nero-crociato il castrum di Mesagne, l’importante snodo che controllava la via Appia tra Oria e Brindisi. Federico II, nel 1229, incamerò tale castrum in cambio di rendite finanziarie. L’importante commenda di Brindisi sopravvisse sino alla metà del XV secolo, quando i fratelli dell’Ordine Teutonico furono costretti a lasciare il Mezzogiorno d’Italia.

La presenza dell'Ordine Teutonico a Roma e nel Centro Italia

Nel centro Italia, la rappresentanza dell’Ordine Teutonico spettava al Procuratore Generale dell'Ordine presso il Papa. La figura del Procuratore Generale fu creata nel XIII secolo, per difendere gli interessi del Gran Maestro presso la corte Papale. Il Procuratore Generale, per svolgere la sua politica, utilizzava il reddito derivante dalle proprietà dell'Ordine a Roma, nel Lazio ed in Toscana. In Toscana l'Ordine possedeva beni importanti quali le chiese, gli ospedali e terreni. Tuttavia il patrimonio dei Cavalieri teutonici nel centro Italia non è mai stato di un’importanza economica pari a quello della Sicilia o della Puglia.

Il Baliato di Lombardia si estendeva da Bolzano ai possedimenti del centro Italia; quindi ben al di là della sola Lombardia. Si trattava di una provincia con un patrimonio significativo. Tali beni trovavano la loro origine nelle relazioni dell’Ordine Teutonico con alcune grandi famiglie del Friuli di origini germaniche. I centri più importanti del Bailato erano a Precenicco, Padova, Bologna, Parma e Venezia.

Nel 1258, il Doge di Venezia concesse all’Ordine Teutonico la Chiesa di Santa Maria della Salute e l’annesso Monastero della Santissima Trinità, che divenne successivamente la sede del Gran Maestro dell’Ordine. A Bologna, i Cavalieri Teutonici acquisirono la chiesa di Santa Maria dei Tedeschi.

La presenza dell'Ordine Teutonico nel Sacro Romano Impero e in Francia

A partire dal 1199 l’Ordine Teutonico iniziò ad acquisire diversi possedimenti nel Sacro Romano Impero. L'ordine acquisì proprietà in Stiria (1199), nelle città di Halle (1200), a Bolzano (1202), a Reichenbach (1207) dove venne costruita la prima chiesa Teutonica, a Norimberga (1209), a Regensburg (1210), ad Altenburg (1214), a Koblenz (1216), a Colonia (1219), a Spire (1220), a Sachsenhausen (1221).

La gestione dei beni venne organizzata da Hermann von Salza nel corso del 1230, quando decise di delegare la gestione di tali beni a un altro ufficiale che venne nominato Maestro di Germania. Verso la fine del XIII secolo, il Maestro di Germania controllava un terzo dell'Ordine (Prussia e Livonia escluso). Egli gestiva i 12 Baliaggi o province in Germania, Austria, Olanda, nella Francia occidentale e il nord d'Italia, la Repubblica Ceca e Slovacchia.

Il cuore di beni germanici era a Sachsenhausen, un quartiere di Francoforte sul Meno, dove i Cavalieri Teutonici erano presenti già dal 1193. Altri centri di gravità del patrimonio dell’Ordine Teutonico erano in Turingia, Sassonia, sul medio e basso corso del Reno.

Al di fuori della Germania di oggi, uno dei più potenti Baliati era quello di Alsazia e Borgogna, che comprendeva anche commende Teutoniche in altri territori francesi: Orbec, Saint-Michel de l'Hermitage e Vaudeville. Il Baliato di Lorena aveva una commenda importante a Metz ed era proprietario di alcuni beni a Wissembourg. Nel sud della Francia le proprietà vennero in gran parte divise in Baliaggi, particolarmente presenti in Montpellier, con il lebbrosario di Saint-Martin, dotato di una cappella e l'ospedale di San Saverio.

L’Ordine Teutonico fin dal 1222 aveva un patrimonio in Boemia e Moravia, che diede vita nel 1233 al Baliato di Praga e Plzen. Il Baliato d’Austria si formò intorno a Graz e Vienna nel 1236. In Alto Adige nacque il Baliato di Bolzano, divenendo un luogo di passaggio per i tedeschi in viaggio in Italia. Nel corso del Trecento, i Baliati di Austria, Koblenz, Alsazia, Borgogna e Bolzano cominciarono a dipendere direttamente dal Gran Maestro. Al Maestro di Germania (divenuto Maestro di Germania e d’Italia) erano invece affidati i Baliati del Mediterraneo.

La presenza dell'Ordine Teutonico nella Penisola Iberica

Dopo aver partecipato alla Reconquista spagnola, i Cavalieri Teutonici ricevettero, in cambio per la loro assistenza, terreni e case a Siviglia e Cordoba nel 1236 e 1248. L'Ordine venne dotato di beni significativi in Castiglia e Leon nel 1258: a Benafarces, Greigos La Mota e Morales de Toro. La Mota, località situata tra Valladolid e Zamora, sulla strada di San Giacomo di Compostela, divenne il centro Teutonico della Spagna. Le proprietà in Castiglia e Leon, tuttavia, avevano uno scarso valore economico.

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La politica dei Cavalieri Teutonici

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La stretta striscia di terra che formava il regno crociato in Terra Santa era protetta da una serie di castelli, ma che questi erano presidiati solo debolmente. Molti crociati temevano che un improvviso attacco turco avrebbe potuto superare facilmente questi ostacoli e raggiungere l’Europa.

I cavalieri che avrebbero potuto proteggere i loro feudi erano troppo pochi per una efficace difesa ed i mercanti italiani (con la sola significativa classe borghese impegnata nella Chiesa occidentale) erano interamente occupati dalla necessità di pattugliare le vie marittime contro la pirateria musulmana e con la responsabilità di fornire le guarnigioni nei porti marittimi.

Di conseguenza, la difesa del regno crociato in Terra Santa era finito per essere il dovere degli ordini crociati, i Templari e gli Ospitalieri di San Giovanni, che avevano un formidabile reputazione come crudeli e implacabili guerrieri, ma il cui numero non erano sufficiente ad assolvere il loro compito. Inoltre, i due Ordini litigavano l'uno con l'altro, a scapito della crociata. Sappiamo poco dei primi decenni della storia dell'Ordine.

Nel 1200 il re di Gerusalemme Almarico II di Lusignano vendette loro alcuni terreni a nord di Acri. Oltre al loro ospedale in quella città, hanno avuto diverse case sparse vicino Giaffa, Ascalon e Gaza, e alcuni immobili a Cipro. Solo successivamente, dopo aver acquistato dalle figlie di Joscelin III di Odessa le terre che possedevano in Gerusalemme, l’Ordine Teutonico ebbe una significativa base territoriale in Terra Santa, ma questo fu contestato da dispute legali durate 24 anni.

Il sospetto e la gelosia verso l’Ordine, combinato con il loro prestigio e potere, rese difficile per questa nuova organizzazione il poter fissare saldamente un piede nel suolo della Palestina. Così piccoli sono stati i possedimenti dei Cavalieri Teutonici e così insignificanti sono stati loro contributi militari nei primi anni, che non sappiamo niente di più sui primi tre maestri se non i loro nomi.

Essi devono avere guadagnato una buona reputazione tra i crociati ed hanno avuto una serie di preziosi amici, perché l'Ordine è stato in grado di espandersi rapidamente dopo che, nel 1210, Hermann von Salza venne eletto a Gran Maestro. Questo uomo, brillante come è stato, avrebbe potuto fare ben poco se i suoi predecessori non gli avessero trasmesso una organizzazione ben funzionante, con una forte disciplina e un numero tale di cavalieri che erano necessari per proteggere le loro proprietà nei pressi di Acri.

I Cavalieri Teutonici preferirono stabilirsi nella campagna, dove il clima era più sano e non vi erano opportunità di cavalcare e di cacciare, campi e foraggio per i cavalli, ma adatta anche all’approvvigionamento di prodotti alimentari coltivati localmente e di vino. Nel 1220 avevano acquistato un castello in stato precario dalla famiglia Hennenberg e cominciarono a ripararlo, utilizzando i pedaggi di Acri per finanziare i lavori.

Chiamarono l'enorme fortezza Montfort e probabilmente sia il nome che l'architettura derivavano da un castello in Transilvania. In tedesco venne chiamato Starkenberg (montagna forte) ed era situato in una posizione molto difficile per assalto. Tuttavia il castello non era un formidabile difesa ed era probabilmente più noto per la sua bella casa e notevole vista sulle colline boscose da un lato ed la pianura di Acri dall’altra.

I terreni circostanti erano i più ricchi nel nord della Galilea ma il castello era troppo lontano per consentire alla guarnigione di soccorrere in maniera significativa gli agricoltori dai predoni. I Cavalieri Teutonici allargarono le fortificazioni nel 1227 e Federico II contribuì con denaro nel 1228. Un secondo castello fu costruito tre miglia più a sud, sempre arroccato su un costone roccioso. L'architettura delle due strutture era accuratamente tedesca, con poca influenza dei castelli vicini: un maschio che dominava e torri collegate da un muro a cortina.

A differenza dei Templari e degli Ospitalieri, i Cavalieri Teutonici seguirono in Terra Santa una politica di tolleranza nei confronti degli islamici, anche se erano ancora subalterni ai Templari ed a questi dovevano obbedienza quando c'era da combattere.

I Cavalieri Teutonici seppero distinguersi particolarmente durante le battaglie tanto che Herman von Salza fu decorato dal re di Gerusalemme con una croce d'oro, come il simbolo delle sue capacità, per aver ben condotto i Cavalieri durante l'assedio di Damietta nel 1219.

Ma per il Gran Maestro Herman von Salza i cristiani avrebbero potuto conservare una presenza in Palestina solo per via diplomatica, poiché, per quanto armati, erano in un numero molto piccolo in un territorio completamente mussulmano. In questa politica era in totale accordo con il nipote di Federico Barbarossa: Federico II Hohenstaufen, l’Imperatore del Sacro Romano Impero che nel 1227 era stato scomunicato da Gregorio IX perché, pur essendo partito per la Crociata, un’epidemia scoppiata sulle navi che lo trasportavano in Terra Santa lo costrinse al rientro.

La spedizione venne rinviata all’anno successivo, ma il Papa non volle credere alla buona fede dell’Imperatore e lo scomunicò. Era il 1228 e Federico II realizzò comunque la Crociata (passata alla storia come la "Crociata degli scomunicati") che si concluse dopo una lunga trattativa diplomatica, del tutto pacificamente e senza spargimento di sangue.

In questa crociata i Cavalieri Teutonici ebbero un ruolo maggiore dei Templari e degli Ospedalieri, che non vedevano di buon occhio l’Imperatore. Federico II, essendo a buon punto i negoziati segreti che aveva condotto anche tramite Herman von Salza con i sultani mediorientali, era partito quindi per la crociata nel giugno 1228.

Una volta giunto a san Giovanni d’Acri, Federico II intraprese una serie di falsi preparativi per dare l’impressione di voler portare la guerra all’Egitto, cercando di forzare la mano al sultano per costringerlo al compromesso.

La tattica riuscì pienamente, e nel febbraio 1229 l’imperatore recuperò, senza versare una goccia di sangue, territori e luoghi santi come Betlemme, Nazaret, la Galilea occidentale, la signoria di Toron, una parte di Sidone e soprattutto la città di Gerusalemme. La diplomazia aveva reso possibile ciò che fino a pochi anni prima era stato un sogno supportato solo dalla forza militare.

Si sancì così l’alleanza tra l’Ordine Teutonico e l’Imperatore, che si mostrò talmente riconoscente che decise di ricompensarli facendo loro dono del Castello di Toron, di alcuni territori nei dintorni di Sidone, del Maniero del Re situato all’interno delle mura di Gerusalemme ed, infine, del castello di Montfort, dove l’Ordine si insediò per circa 60 anni.

Con atto dell’Imperatore del 23 gennaio 1214, al Gran Maestro Herman von Salza ed ai suoi successori venne concesso l'accesso alla Corte Imperiale ed il godimento di un posto nella Dieta Imperiale con il rango di Principe. Inoltre Federico II gli assicurò il suo appoggio verso il Papa Onorio III affinchè concedesse ai Cavalieri Teutonici i privilegi a conferma della loro parità con gli altri due grandi Ordini crociati.

La riconoscenza dell’Ordine Teutonico fu dimostrata dal Gran Maestro Herman Von Salza che si adoprò presso la Santa Sede per far revocare la scomunica nei confronti dell’imperatore, cosa che avvenne nell’agosto del 1230.

Von Salza infatti, oltre ad essere consigliere di Federico II Hohenstaufen, era anche interlocutore privilegiato del Papa Onorio III e, forte di questa condizione, si fece promotore della riconciliazione tra Chiesa e Impero. Hermann von Salza aveva speranza di stabilire definitivamente il suo Ordine esclusivamente in Terra Santa, ma stima della situazione risultò completamente sbagliata.

Nel 1231 la maggior parte delle guarnigioni imperiali erano state scacciate e fu solo una questione di tempo fino a che Gerusalemme venne attaccata dai musulmani. La città cadde definitivamente nel 1244 e la Terra Santa era sulla difensiva, in attesa dell’inevitabile attacco che avreppe privato i cristiani delle loro ultime posizioni.

I Cavalieri Teutonici non abbandonarono i loro interessi nel Mediterraneo. I loro cavalieri erano più che mai necessari per fornire una guarnigione per Acri.
Ma Acri era un città portuale, calda, umida e affollata, non un luogo adatto per viverci anno dopo anno.

Una delle polemiche che perduravano all'interno dell’Ordine Teutonico era se le risorse dovevano essere concentrate a difendere la Terra Santa o utilizzate nel Baltico o impiegate a fornire servizi nel Sacro Romano Impero. I cavalieri in Terra Santa, custodivano gelosamente la loro preminenza, denunciando i Gran Maestri che trascorrevano troppo tempo "all'estero" (al di fuori della Terra Santa), o che si dedicavano alla causa Hohenstaufen; ben presto il Maestro tedesco, il Maestro di Prussia ed il Maestro di Livonia si dedicavano prevalentemente a difendere gli interessi dei cavalieri dei loro territori. Uno dopo l'altro i Gran Maestri subivano critiche e frustrazioni nel tentativo di conciliare le esigenze di potenza regionale e per evitare lo scandalo della divisione. Questo compito non era adatto ad un permaloso o impaziente.

Anche se persero il castello di Montfort nel 1271, i Cavalieri Teutonici mantenero un notevole vigore ad Acri fino 1291, quando anche questa città venne persa. Il Gran Maestro si ritirò a Venezia, dove poteva continuare a dirigere la crociata contro i musulmani. Solo nel 1309 si trasferì in Prussia e abbandonò la guerra in Oriente. Solo lentamente, pertanto, i Cavalieri Teutonici avevano spostato la loro attenzione e le loro risorse dalla Terra Santa alla nuova crociata nel Mar Baltico. Il loro impegno primario rimase a lungo a Gerusalemme e solo la perdita di Acri li obbligò a rinunciare a malincuore alla speranza di riconquistare la Città Santa. Malgrado comunque la politica di tolleranza dell’Ordine Teutonico nei confronti degli Islamici, l'Ordine dovette combattere varie battaglie: tra queste vanno ricordate la battaglia di Forbie-Gaza, avvenuta nel 1244 e quella di al-Mansūra (7^ crociata) del 1250.

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La battaglia di al-Mansura (1250)

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Cavalieri Teutonici si distinsero anche nella battaglia al-Mansura avvenuta dal 8 al 11 febbraio 1250, in occasione della Settima Crociata condotta dal re santo Luigi IX di Francia.

Nell’agosto del 1248 Luigi IX partì per la settima crociata. Disponeva di un esercito di circa 24.000 uomini composto da 3.000 cavalieri, 6.000 scudieri e sergenti a cavallo, 5.000 balestrieri e 10.000 fanti.

Il 4 giugno 1249 le galee misero l'ancora al largo di Damietta, sul delta del fiume Nilo. I cavalieri si avvicinarono alla riva con le scialuppe e immediatamente, mentre saltavano in acqua, subirono un primo assalto dai cavalieri egiziani, ma riuscirono a respingerli. Gli Egiziani attaccarono ancora a ondate successive, ma i cavalieri cristiani, finito di sbarcare, procedettero al contrattacco mettendo in fuga il nemico e prendendo possesso di Damietta.

Il sultano Ayyubide propose allora a Luigi IX di scambiare l'importante porto di Damietta con Gerusalemme (che per i musulmani, all'epoca, non aveva molta importanza e che gli Ayyubidi speravano di poter riconquistare in un futuro non troppo lontano).Ma la risposta di Luigi IX, forte della passata vittoria, fu di uno sdegnoso rifiuto.

Alla fine i crociati, ai quali ne frattempo si erano aggiunti gli anche i Templari, Gli Ospitalieri ed i Cavalieri Teutonici, erano rimasti bloccati a Damietta e quindi volevano tentare una sortita massiccia per sopraffare gli egiziani ayyubidi di al-Sālih Ayyūb.

Pierre Mauclerc, duca di Bretagna, consigliò a Luigi IX di attaccare Alessandria, ma alla fine prevalse la soluzione di attaccare direttamente il Cairo, anche grazie al fatto che erano arrivati dei rinforzi dall’Europa sotto il comando di Alfonso III di Poitiers, fratello di Luigi IX.

Nel dicembre del 1249, quindi i crociati cominciarono la marcia verso il Cairo ma, arrivati in prossimità del Nilo, trovarono che lo stesso era pattugliato da una flottiglia di barche cariche di arcieri mamelucchi e sulla riva opposta erano allineate le truppe del reggimento mamelucco Bahriyya, allora capitanate da un ufficiale mamelucco, Baybars al-Bunduqdārī. I cristiani eressero uno sbarramento, ma alla fine rimasero bloccati per due mesi, senza riuscire ad andare oltre. Finalmente, la mattina del 8 febbraio 1250, i crociati riuscirono a guadare il fiume.

L’avanguardia crociata, comandata da Roberto I Conte di Artois, dal Gran Maestro dei Templari Guglielmo de Sonnac e dal conte di Salisbury Guglielmo di Longespèe dopo aver guadato il Nilo, senza attendere la maggior parte degli alleati, attraversò senza quasi opposizione nemica il campo dei mamelucchi che indietreggiarono sin dentro le mura della città di al-Mansūra. Roberto I voleva continuare l’avanzata senza aspettare il grosso dell'esercito anche se Guglielmo de Sonnac e Guglielmo di Longespèe consigliavano cautela. Alla fine prevalse l’idea di Roberto. I crociati partirono all’attacco verso al-Mansūra. Ma i Saraceni li stavano attendendo.

Una volta che i cristiani erano entrati nelle mura della città furono chiuse le porte. I crociati erano impossibilitati nel manovrare i cavalli per le strette strade della città e, mentre erano intrappolati, i mamelucchi, al comando di Baybars al-Bunduqdārī, li trucidarono uno per uno. Nello scontro che ne seguì molti Crociati furono uccisi, compreso il loro comandante Roberto I e Guglielmo di Longespèe. I Templari, gli Ospitalieri ed i Cavalieri Teutonici persero 280 confratelli, solo in due riuscirono a salvarsi tra cui il Gran Maestro dei Templari Guglielmo de Sonnac, gravemente ferito ad un occhio.

Nel frattempo il grosso dell'esercito crociato, al comando di Alfonso III di Poitiers, era riuscito a sbarcare. Il 9 febbraio i crociati attaccarono. In un primo momento ebbero la meglio i crociati ma la superiorità numerica dell'esercito mamelucco al comando di Baybars, il quale aveva ricevuto i rinforzi dall'Emiro ayyubide Fakhr al-Dīn ibn al-Shaykh, finì per essere decisivo.

Una nuova battaglia si svolse ancora l’11 febbraio. L'esercito crociato fu quasi distrutto, tenne solo il nucleo centrale. Gualtiero di Chatillon aveva eretto una difesa. Quando i saraceni giunsero per attaccarlo, scagliarono il “fuoco greco” contro la barriera.

Carlo I d'Angiò, fratello di Luigi IX, fu accerchiato, la sera i mamelucchi raggiunsero la decisiva vittoria; rientrarono ad Al-Mansura lasciando centinaia di morti sul campo. Una tremenda epidemia di tifo si diffuse tra i superstiti; da tempo i rifornimenti erano impediti da un blocco. Il 5 aprile i crociati si ritirarono verso Damietta. Ma la cavalleria mamelucca li inseguì e li accerchiò. Anche se il re era gravemente ammalato, tentò di portare indietro la colonna ma era oramai moribondo e l'esercito, credendolo morto, si arrese.

I malati furono subito uccisi e per una settimana, ogni sera, 300 prigionieri vennero decapitati. Il re, catturato durante la ritirata, fu liberato il 6 maggio, solo dietro il pagamento dell'enorme somma di 800 mila bisanti d'oro, prestati dai cavalieri Templari. Alla fine di maggio tutti i Crociati di Francia, compreso il loro re, abbandonarono la Terra santa.

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La caduta di San Giovanni D'Acri (1291)

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Le schermaglie ripresero una decina d’anni dopo la battaglia di al-Mansūra; con i crociati che gradualmente si ritiravano dal Regno cristiano in Terra Santa, i Cavalieri Teutonici subirono enormi perdite nella battaglia di Sephet nel 1265, costringendoli a ritirarsi nel loro grande castello di Montfort. Anche dopo aver fatto la pace con i Templari e gli Ospitalieri (con i quali avevano spesso litigato durante il mezzo secolo precedente) loro non erano più capaci di sostenere la loro organizzazione in Terra Santa.

Dopo alterne vicende, le faide intestine e le divisioni interne ai ranghi cristiani, i conflitti tra i poteri ecclesiastici ed imperiali e l’anarchia che da questi fatti derivò, compromisero definitivamente la stabilità del regno latino d’oriente, portando ad una progressiva erosione dei territori conquistati da parte dei musulmani, erosione che culminò con l’assedio e la disperata, indomita difesa di San Giovanni d’Acri fino alla sua caduta, avvenuta il 18 maggio 1291.

In quell’occasione Templari, Cavalieri Teutonici ed Ospitalieri si ritrovarono un’ultima volta a combattere eroicamente fianco a fianco, difendendo strenuamente ogni metro della città contro l’invasore infedele e sacrificandosi in nome del voto di “difendere la fede cristiana contro tutti i nemici della Cristianità e della Chiesa”.

Furono più di trentamila i cristiani che trovarono la morte nel corso dei combattimenti e del saccheggio che seguì alla caduta della città. La caduta di Acri segnò la fine del dominio cristiano in Terra Santa e con questo la fine dell’illusione di poter creare un oriente cristiano. Nel 1291, in seguito alla perdita di Acri, i pochi superstiti dei vari Ordini militari presero la via dell’Europa.

Mentre Ospitalieri e Templari ripiegarono su Cipro, i Cavalieri Teutonici, dopo un breve periodo trascordo a Cipro, si mossero verso Venezia, dove avevano assunto un piccolo gruppo di Cavalieri italiani presso la loro Commanderia della Santa Trinità, che divenne temporaneamente la principale casa dell'Ordine.

Essi furono coloro che soffrirono meno per la caduta di Gerusalemme, in quanto già da tempo la loro presenza risultava molto più incisiva nelle Terre baltiche che in Terra santa. Il Gran Maestro Conrad von Feuchtwangen, ancor prima della sua elezione, era stato Maestro Provinciale di Prussia e di Livonia e quando avvenne la sua elezione ad Acri, era in grado di dimostrare ai Cavalieri le sue competenze militari apprese durante lotta ai pagani prussiani.

Le sue competenze si rivelarono insufficienti, egli si associò ai suoi confratelli peregrini e trascorse i suoi ultimi anni cercando di conciliare le differenze tra i comandanti provinciali, che anticiparono di anni le divisioni che sarebbero avvenute più tardi. Alla sua morte nel 1297 fu sostituito da Godfrey von Hohenlohe il cui Magistero fu segnato dai litigi tra i suoi subalterni, mentre la lotta contro i pagani si era estesa alla Lituania.

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L'Ordine Teutonico in Transilvania

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I Cumani

Cumani (tribù occidentale dei Kipchaki, noti anche in russo e ucraino come Polovtsy) erano una tribù nomade, composta da pastori e guerrieri dalle origini oscure, ma probabilmente legate ai turchi selgiuchidi che avevano già condotto varie invasioni nei territori della Moldavia e della Valacchia, portando continuamente guerra all’impero Bizantino e al principato di Kiev.

Erano un popolo pagano, con credenze religiose animiste, sciamaniche e mussulmane anche con commistioni sincretistiche tra loro. Vivevano in tende di feltro e mangiavano latte, formaggio e carne. Per armi usavano prevalentemente archi e frecce. In origine I Kipchaki occupavano un vasto territorio eurasiatico della steppa, che si estende dal lago di Aral al Mar Nero ed i Cumani popolavano le aree intorno al Mar Caspio.

Tra la fine dell’11° e l'inizio del 12° secolo furono coinvolti in vari conflitti con i Bizantini, con la Rus’ di Kiev, con gli Ungheresi e con i Peceneghi, alleandosi con l'una o l'altra parte in tempi diversi. Nel 1089 vennero sconfitti da Ladislao I d'Ungheria e, ancora una volta, nel 1203, da Vladimir Monomakh, principe della Rus' di Kiev.

Intorno al 1200, ad oriente dell'Ungheria, sotto il regno di Andrea II (1205-1235), la Transilvania (in tedesco Burzenland o Siebenbürgen), era semi abitata e continuamente devastata dalle incursioni dei nomadi Cumani. Nel secolo precedente avevano già invaso i territori della Moldavia e della Valacchia, oltre a saccheggiare continuamente l'Impero bizantino ed il Regno di Ungheria.

Scacciati dall'Ungheria nel corso del XII secolo dai Cavalieri Teutonici, saranno però i mongoli a decretarne il declino. Nel 1237 i Mongoli dell'Orda d'oro sottomisero tutte le tribù dei Cumani, mentre i loro territori divennero parte del Khanato dell'Orda d'oro.

Dopo l'invasione mongola dell’Ungheria nel 1246, il re Bela IV, invitò da 40 a 60 mila Cumani e piccoli gruppi di Iazigisi a tornare in Ungheria per stabilirsi nel Kunság, una zona tra Tibisco e Danubio nella Grande Pianura ungherese spopolata dalle invasioni mongole. In cambio per il servizio militare per il Re ungherese contro i Mongoli, i Cumani vennero autorizzati a mantenere i propri costumi etnici ma dovevano definitivamente convertire al cristianesimo; successivamente alcuni di loro divennero guerrieri mercenari per i Crociati e per i Bizantini. Dopo essersi stabiliti nel Kunság, i Cumani continuarono a praticare la pastorizia nomade, vivendo in tende di feltro. Ma già nel 14° secolo, i Cumani si erano stabiliti nei villaggi e, progressivamente, assimilarono gli usi ungheresi.

Ancora oggi, in Transilvania sono presenti gruppi dei loro discendenti. La memoria dei Cumani vive ancora oggi in Ungheria, dove le città di origine cumana si riconoscono da certi caratteri culturali propri.

I Cavalieri Teutonici nel Burzenland (1211-1225)

l regno ungherese si estendeva oltre la vasta pianura a sud delle montagne dei Carpazi e si estendeva in tutto il Danubio verso le colline che segnavano il confine con il regno di Serbia. Nella parte sud orientale del regno la ripida catena montuosa diveniva meno scoscesa diventando collina; questo territorio si chiamava Transilvania o, in lingua tedesca, Siebenbürgen. Questa regione non era mai stata completamente occupata dagli ungheresi che, essendo discendenti di nomadi, preferivano la pianura, ma era scarsamente popolata dai discendenti dei coloni romani della Dacia.

I passaggi servivano poco per il commercio, ma venivano utilizzati dai Cumani che dalla piana costiera si spostavano in Ungheria. Re Andrea cercò di arginare le invasioni insediando vassalli in quella regione, ma i nobili avevano guerrieri insufficienti per tenere il terreno sicuro dalle incursioni o preferivano una sicura e facile la vita all'interno del regno. Quando Re Andrea menzionò il problema al conte Hermann di Turingia, sembra probabile che quest’ultimo gli suggerisse che un Ordine Crociato, come quello dei Cavalieri Teutonici, avrebbe potuto proteggere la frontiera ungherese e dare possibilità al re di andare in crociata tranquillamente.

Anche se ci sono altri modi con i quali Re Andrea potrebbe aver sentito parlare di Hermann von Salza e del suo Ordine (sua moglie proveniva dal Tirolo, dove c’era una base dell’Ordine), sembra più che una coincidenza il fatto che re Andrea, solo poco dopo la firma del contratto di matrimonio con il conte Hermann di Turingia, gli abbia scritto chiedendogli di invitare il Cavalieri Teutonici a venire in Transilvania.

Re Andrea promise terre nella regione e le immunità da imposte e dazi; ciò implicava che l'Ordine avrebbe potuto portare con sé coloni e mantenersi con il loro affitto e lavoro, senza dover condividere i ricavi con il monarca. In effetti Andrea stava consegnandogli quel territorio della Transilvania chiamato Burzenland.

Il re mantenne per se il diritto di battere moneta ed il diritto ad ottenere la metà dell’oro o argento che poteva essere scoperto, ma rinunciò alle imposte e pedaggi ed alla sua autorità per stabilire mercati ed esercitare la giustizia. Questa sembrava essere un’offerta generosa, e poiché l'Ordine aveva poca esperienza in queste cose, il Maestro accettò l'invito sul presupposto che la buona volontà del re sarebbe continuata in futuro.

I Cavalieri Teutonici inviarono un contingente nella regione disabitata, costruirono una serie di fortificazioni in legno e terra e portarono dalla Germania contadini per coltivare la terra e pagare le imposte necessarie per l’alimentazione delle guarnigioni e costruire le fortificazioni. Solo dopo queste queste cose vennero fatte, si rese evidente che l'offerta presentata dal re era terribilmente vaga e imprecisa. In quel momento, tuttavia, poco si potva fare per cambiare le condizioni, perché il re era partito per la quinta crociata.

I Cavalieri Teutonici nel Buzenland

Il contingente di Cavalieri Teutonici in Ungheria non operò tranquillamente, semplicemente difendendo la frontiera dagli attacchi dei Cumani. I Cavalieri trovavano più facile occupare nuovi territori, premendo verso l'esterno contro i Cumani, perché i nomadi non avevano luoghi permanenti di resistenza.

Nel 1220 i Cavalieri Teutonici avevano costruito sette città e più precisamente Klausenburg (Cluj-Napoca), Kronstadt (Brasov), Hermannstadt (Sibiu), Schässburg (Sighisoara), Mediasch (Medias), Mühlbach (Sebez), Bistritz (Bistriza).

Attorno alla città Kronstadt, con una distanza di venti miglia l'uno dall'altro, vennero costruiti cinque castelli, alcuni in pietra, e vennero dati loro dei nomi che saranno successivamente dati anche ai castelli in Prussia: Marienburg, Schwarzenburg, Rosenau, e Kreuzburg. Questi divennero le basi per l'espansione nella praticamente disabitata terra dei Cumani, un’espansione che è andata avanti con sorprendente velocità.

Questo ha suscitato la gelosia e il sospetto della nobiltà e del clero ungheresi che in precedenza avevano mostrato poco interesse per la regione. Se i Cavalieri Teutonici avessero avuto a disposizione un altro decennio, probabilmente si sarebbero spinti verso il basso il Danubio, sino ad occupare tutti i territori in possesso dei nomadi Cumani che si erano spinti per tanto tempo in Ungheria e nel Regno latino di Costantinopoli. Avrebbero presidiato con i loro castelli la parte inferiore del bacino del Danubio e avrebbero riaperto la via di terra verso Costantinopoli che, nel corso degli ultimi decenni, era stata molto pericolosa per crociati che la attraversavano. Ma quel momento venne loro negato.

I Cavalieri Teutonici avevano ottenuto un grande successo così in fretta, infatti, che la nobiltà ungherese iniziò a dubitare che i Cumani fossero ancora un pericolo. I nobili ricordavano che quei selvatici cavalieri avevano battuto i bizantini, i re latini di Costantinopoli, e avevano invaso anche il proprio paese, ma questo oramai faceva parte del passato; ora sembrava che anche una manciata di cavalieri qualsiasi avrebbero potuto cacciare via i Cumani.

La nobiltà ungherese non capiva che solo la particolare organizzazione e la dedizione di un crociato rendeva possibile riuscire là dove gli altro avevano fallito. Da parte loro, i Cavalieri Teutonici fecero pochi sforzi per guadagnarsi amici tra i nobiltà ungherese. Avevano ignorato i diritti del vescovo locale, e rifiutavano di condividere le loro importanti conquiste con i nobili che avevano già precedenti diritti nella regione.

Era naturale che i Cavalieri Teutonici non volevano rinunciare a ciò che era stato conquistato dal loro lavoro e denaro, visto che si aveva bisogno di ogni parcella di terreno di quel paese per fornire risorse, prodotti alimentari e tasse e per le future campagne di guerra verso del Mar Nero.

Purtroppo nel Burzenland non c’erano uomini come Hermann von Salza, che sapeva fare amicizia e fugare i sospetti dei potenziali nemici; i Cavalieri Teutonici in Transilvania opervano con notevole autonomia e non si fecero molti amici. Il risultato fu un conflitto fatto di ambizioni e di amara gelosia.

Come la nobiltà ungherese era arrivata a pensare, il Re Andrea aveva incautamente invitato in un gruppo di intrusi che stavamo costruendo in modo così sicuro un principato all’interno della frontiera ungherese, che presto il re stesso non sarebbe stato in grado di controllarli. Accusarono l’Ordine Teutonico di aver superato il suo dovere di difendere il confine e che pianificava di diventare un regno all'interno del regno.

Hermann von Salza avrebbe potuto fare ben poco al riguardo, infatti era occupato a Damietta, dove da due anni i cristiani ed i musulmani lottavano disperatamente. Re Andrea nel frattempo era tornato in Ungheria amareggiato per le perdite e le spese sostenute per la sua crociata. La sua reputazione era caduta in disgrazia ed il suo paese aveva patito per l’assenza del suo governo.

Nel 1222 la nobiltà forzò il re ad emettere un documento chiamato Bolla d’Oro, che era molto simile a quello della Magna Charta che i baroni inglesi avevano estorto al loro re solo pochi anni prima e che venne chiamata la "Magna Charta d'Ungheria". Quando la nobiltà gli chiese che rivedesse le concessioni ai Teutonici, il re non era in condizione di rifiutare. Esaminò le denunce e concluse che l'Ordine aveva infatti superato il suo mandato, convenendo che dovevano essere effettuate alcune modifiche all’accordo, che alla fine si concluse con l'emissione di una nuova Carta, con più ampie clausole rispetto al precedente. Permise ai Cavalieri Teutonici di costruire castelli in pietra e, anche se la sua concessione vietava loro di assumere coloni ungheresi o rumeni, riconobbe implicitamente il loro diritto di portare contadini tedeschi.

Hermann von Salza utilizzò senza dubbio tutta la sua influenza con Papa Onorio III e il Conte Luigi di Turingia per rafforzare la soluzione del re per questo problema, ma non poteva influire verso l'atteggiamento della nobiltà ungherese e del principe Bela, loro alleato. Questi continuarono con le loro denunce riguardanti i Teutonici e sostenevano il vescovo nella sua ambizione di subordinare l'Ordine per alla sua regola.

Hermann von Salza era in Germania nel 1223 e nel 1224 per affari riguardanti l’impero, ma il suo pensiero andava verso la situazione in Ungheria. Pensava che il suo Ordine non avrebbe avuto problemi fino a quando il Re Andrea III era vivo, ma che poteva aspettarsi grandi difficoltà una volta che il principe Bela sarebbe salito al trono. Questo forse poteva essere evitato se l'Ordine avesse allentato i suoi legami con la corona.

Quando tornò in Italia Hermann von Salza parlò con Papa Onorio III del problema.
Di conseguenza il Papa prese le terre in Transilvania sotto la protezione papale e, in effetti, il Burzenland divenne feudo della Santa Sede. Ma questa azione fu un errore fatale. Al posto dei problemi in una data futura, Hermann von Salza ebbe a che fare con tutti essi in una sola volta. Il re Andrea ordinò ai Cavalieri Teutonici di lasciare immediatamente l’Ungheria. Non era disposto a vedere persa neanche una preziosa provincia, rubata al suo regno da un trucco. Il Papa intervenne come meglio potè ed Hermann von Salza provò a spiegare che l'atto era stato male interpretato, ma tutte queste spiegazioni non furono di alcuna utilità. La nobiltà ungherese aveva sollevato i suoi dubbi e ora il re era con loro.

Quando i Cavalieri Teutonici rifiutarono incautamente di lasciare il Burzenland senza una nuova udienza del Re, il principe Bela venne autorizzato a condurre un esercito contro di loro. L'Ordine venne ignominiosamente guidato fuori dalle sue terre ed espulso dal regno. Solo i contadini tedeschi ("Sassoni della Transilvania") rimasero, diventando un importante insediamento durato fino al 1945.

Gli ungheresi non sostituirono le guarnigioni Teutoniche o con un’adeguata protezione dagli attacchi dei Cumani, tanto che quei guerrieri della steppa recuperarono la fiducia in se stessi e la loro forza. Presto i Cumani tornarono ad essere ancora un pericolo per il regno.

L’espulsione dall’Ungheria scosse i Cavalieri Teutonici nelle sue fondamenta. Molti uomini avevano dato la loro vita, e molto denaro era stato raccolto con difficoltà per costruire le fortificazioni e rendere sicuri i nuovi insediamenti; questi sforzi erano andati persi e la reputazione dell’Ordine era stata macchiata. Nel recente passato avevano ricevuto molti doni provenienti dall'imperatore e da principi: tenute a Bari, Palermo, Halle, e Praga. Quanti potenziali donatori avrebbero considerato le storie che si sentivano e poi fatto le loro donazioni altrove?

La risposta non è stata affatto certa, anche se l'esempio del tirolese Conte di Lengmoos fu incoraggiante: nel mezzo della polemica che aveva coinvolto l'Ordine, portò in dono tutte le sue terre. Tale cavaliere era un esempio vivente del problema che l'Ordine aveva fronte. Si poteva prosperare soprattutto nelle regioni germaniche, ottenendondo reclute e donazioni da parte delle famiglie nobili e borghesi, ma in quel momento non c’era alcun motivo per operare in quelle zone.

Per avere uno scopo di esistenza i Cavalieri Teutonici dovevano lottare contro gli infedeli o pagani, ma quelli potevano essere trovati soltanto alle frontiere degli Stati non-tedeschi. Purtroppo, la nobiltà e la gente di quegli Stati spesso aveva poco in comune con i membri dell'Ordine Teutonico, perciò era piuttosto l'ostilità che la simpatia la naturale attitudine verso i crociati.

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La conquista della Curlandia (1242-1267)

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Già nel 1201 iniziarono le battaglie dei pagani di Curlandia contro i crociati, attaccando ripetutamente Riga nel 1201 e 1210, tuttavia il Vescovo Albrecht von Buxthoeven considerava la Curlandia tributaria di Valdemar II di Danimarca e non avviò la campagna su vasta scala. Nel 1230, solo dopo la sua morte, i crociati conclusero un trattato di pace, con una contea nel nord-est della Curlandia.

Dopo la sconfitta degli Estoni, la crociata si spostò contro i pagani della Curlandia che vivevano a sud e ad ovest del fiume Daugava e confinanti con la Samogitia. Nel 1242, sotto la guida del comandante dell’Ordine di Livonia Andrew di Groningen, i crociati iniziarono la conquista militare. Sconfissero i pagani spingendosi fino a Embūte, vicino al confine con la Samogitia, dove era la principale fortezza fondata nel distretto di Kuldiga. Papa Innocenzo IV nel 1245 assegnò all’Ordine di Livonia due terzi della Curlandia appena conquistata, assegnandone l’altro terzo al Vescovado di Curlandia.

Nella battaglia di Durbe, accaduta nel 1260, le forze unite dei Samogitiani e degli abitanti della Culandia sopraffecero le forze unite dell’Ordine di Livonia e quello Teutonico.

I crociati infine soggiogarono la Curlandia nel 1267 e conclusero il trattato di pace che stabiliva gli obblighi ed i diritti dei rivali sconfitti. La parte meridionale del territorio (Ceklis e Megava), rimasta in conquistata, venne unita al Granducato di Lituania.

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La conquista della Semigallia (1265-1290)

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La conquista delle contee della Semigallia iniziò nel 1219 quando i crociati, partendo da Riga, occuparono Mezotne, il principale porto sul Lielupe navigabile, dove fondarono il Vescovado di Semigallia.

Dopo diverse infruttuose campagne contro il duca pagano di Semigallia, Viestards ed i suoi alleati della Samogitia, la Curia romana nel 1251 decise di abolire il Vescovado di Semigallia e divise i suoi territori tra il Vescovado di Riga e l'Ordine di Livonia.

Nel 1265 a Jelgava, sul fiume di Lielupe, venne costruito un castello di pietra che diventò la principale base militare per le crociate contro i pagani della Semigallia. Nel 1271 fu conquistata la fortezza di Tervete, ma i pagani nel 1279, incitati dal Duca Nameisis, si ribellarono quando, nella battaglia di Aizkraukle, sconfisse le forze dell’Ordine Livoniano.

Le forze della Semigallia, guidate dal Duca Nameisis, attaccarono invano Riga nel 1280; in tutta risposta circa 14.000 crociati assediarono il castello di Turaida nel 1281. Per conquistare le restanti fortezze pagane, Villekin di Endorpe, comandante dell'Ordine, nel 1287 costruì il castello di Heiligenberg proprio accanto al castello di Tērvete.

Nel 1287 i pagani di Semigallia fecero un altro tentativo per conquistare Riga, ma senza successo. Durante la loro ritirata, i cavalieri dell’Ordine Livoniano attaccarono, ma furono sconfitti nella battaglia di Garoza dove il Maestro dell’Ordine Villken von Endorp e almeno 35 cavalieri persero la vita. Il comandante dell’Ordine Livoniano, Cuno di Haciginstein, organizzò l'ultima campagna contro i Semigalliani nel 1289 e 1290; le fortezze di Dobele, Rakte e Sidarbe vennero conquistate.

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