Gli schiltron scozzesi

Armi, armature, tattiche, formazioni, logistica e altro ancora...
Rispondi
Avatar utente
Veldriss
"IL CREATORE"
"IL CREATORE"
Messaggi: 5345
Iscritto il: 21 ottobre 2008, 10:55
Località: Sovere (BG)
Contatta:

Gli schiltron scozzesi

Messaggio da leggere da Veldriss »

Tratto da "Le grandi battaglie del Medioevo" di Andrea Fedriani.

La storia militare di ogni epoca ha prodotto più di una celebre formazione di picchieri, capace di serrare i ranghi e utilizzare le lunghe lance sia in difesa che in offesa. Le introdussero i greci e i macedoni, con le loro falangi, e ne conclusero l’esistenza, oltre due millenni dopo, gli spagnoli, con i loro tercios. Nell’età medievale, i primi a riutilizzare una disposizione tattica del genere furono gli scozzesi i quali, istituzionalmente carenti in fatto di cavalleria, dovettero trarre il massimo delle potenzialità disponibili dalla fanteria.
Ne scaturirono delle formazioni con un alto livello di disciplina, in grado di mantenere i ranghi molto serrati anche sotto la pressione avversaria, dette schiltron. Esse erano costituite da fanti armati per lo più alla leggera, che si disponevano a cuneo utilizzando le lunghe lance per tenere a distanza gli assalti avversari, anche della cavalleria, e per sfondare gli schieramenti nemici, grazie alla maggior forza d’urto determinata dalla grande concentrazione di forze in un’area relativamente ristretta.
L’unico modo per minarne la coesione era di utilizzare gli arcieri per aprire dei vuoti nelle loro file e, se lo capì subito Edoardo I a Falkirk, suo figlio Edoardo II non ne tenne conto a Bannockburn. Edoardo III perfezionò la tattica del nonno, rinunciando quasi del tutto alla forza d’urto costituita dalla cavalleria e optando per un atteggiamento difensivo degli uomini d’armi; una tattica simile costringeva gli schiltron ad un più innaturale ruolo offensivo, che si affievoliva man mano che le frecce decimavano i loro componenti.

L’elemento caratteristico di un fante scozzese era senza dubbio la lancia, lunga ben tre metri e mezzo, sulla quale si infrangevano gli assalti dei cavalieri avversari. Il soldato faceva affidamento soprattutto sulla protezione offertagli dall’appartenenza a una formazione molto coesa; pertanto, non disponeva di armamento difensivo molto robusto, peraltro troppo costoso per combattenti di bassa estrazione e non sovvenzionati dalla corona o dai baroni.
L’elmo era del vecchio tipo normanno, a segmenti e a piastre, di forma conica, al massimo con un paranaso; lo scudo, di legno, era relativamente piccolo e rotondo; lungo il corpo, sopra la rozza tunica corta, era presente un farsetto di cuoio rinforzato con anelli di ferro. Qualcuno usava cucirsi addosso delle catene, creando così una sorta di cotta di ferro fatta in casa che lo proteggeva dai colpi avversari. L’equipaggiamento era completato da un paio di pantaloni e dagli stivali, con cinghie avvolte lungo gli stinchi. Nel corpo a corpo, i fanti scozzesi si valevano di un’ascia dal manico lungo: «Avevano asce ai loro fianchi e portavano lance nelle loro mani», afferma la Vita di Edoardo Secondo.
Rispondi