MEZZI DI ASSEDIO

Armi, armature, tattiche, formazioni, logistica e altro ancora...
Paciughina
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MEZZI DI ASSEDIO

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CATAPULTA

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Una catapulta è una macchina da assedio che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento, duecento e più libbre e i proiettili di ferro e di piombo. Fra due montanti verticali, era disposta orizzontalmente una matassa attorcigliata, in mezzo alla quale era piazzata l'estremità di un braccio di legno. L'altro capo del braccio era terminato da una specie di cucchiara in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo, che formavano una vera e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente. Per far agire la macchina, si abbassava il braccio orizzontalmente, piazzando il proiettile nella cucchiara e poi lo si liberava per mezzo dello scatto. Il braccio ritornava con forza e scagliava il proiettile, che continuando il movimento ricevuto dall'impulso, abbandonava il braccio e descriveva una parabola. Il nome deriva dal greco "kata pelta", ovvero "attraverso lo scudo": il pelta è il piccolo scudo di legno e cuoio della fanteria leggera greca. Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi capaci di trapassare le corazze meno robuste. Con il tempo il termine è passato ad indicare una qualsiasi macchina che scaglia un oggetto, ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale, il cui nome specifico è onagro.
Le catapulte venivano solitamente assemblate sul luogo dell'assedio, e gli eserciti portavano con loro pochi o nessun pezzo di tale macchina, in quanto il legno era solitamente disponibile sul posto.

I tipi di catapulta in uso nel Medioevo, insieme alla petriera, che non è altro che l'antica balista romana modificata, sono il trabucco e il mangano, entrambi medievali, che usano la gravità: nel caso del trabucco grazie a un pesantissimo contrappeso e la trazione umana, tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente, nel caso del mangano. I proiettili, a seconda del peso del contrappeso e del numero degli addetti alle corde, andava da poche decine di chili fino a ben oltre la tonnellata (il record è di quasi 1500 chili nel caso dei proiettili lanciati dai trabucchi veneziani nell'assedio di Zara). Nel caso del trabucco, il contrappeso in caduta spinge verso il basso un'estremità del braccio, mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata all'altra estremità, essenzialmente come una fionda collegata ad una gigantesca altalena. La gittata di queste macchine (a seconda del peso del proiettile) era di circa 300-400 metri per la balista romana, 200-600 metri nel caso dell'onagro, 100 - 300 metri per la petriera.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Catapulta
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TRABUCCO

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Schema di funzionamento del trabucco
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Il trabucco (o trabocco) è una macchina d'assedio di grandissime dimensioni. Può essere considerato una sorta di catapulta, limitata però dalle sue dimensioni e dalla posizione fissa. Inoltre rinuncia alla propulsione elastica del proietto per utilizzare invece il principio della leva; si tratta infatti di un'applicazione pratica del principio della leva svantaggiosa di primo genere. Utilizzato esclusivamente negli assedi, era la più grande arma a tiro indiretto a disposizione degli eserciti medioevali.

Si pensa che il trabucco sia stato inventato in Europa nel XI-XII secolo. Durante le Crociate questa macchina da lancio fu adottata anche dagli islamici, i quali di norma prima si avvalevano invece dei mangani. In Oriente il trabucco fu a lungo sconosciuto, anche da parte degli stessi cinesi. Difatti nel lungo assedio di Xiangyang, dal 1267 al 1273, gli eserciti mongoli, che si avvalevano di ingegneri e addetti cinesi per la costruzione e l'utilizzo delle macchine d'assedio, non riuscendo ad abbattere le possenti mura della città convocarono da Abagha, Ilkhan (Persia) gli esperti iracheni Ismail e Al al-Din, che costruirono appunto dei trabucchi, macchine mai viste allora in Oriente sia per gittata che per peso dei proietti lanciati. Le mura furono abbattute e la città conquistata. Alcuni trabucchi, come quelli dei Veneziani, potevano lanciare palle di pietra pesanti anche 15 quintali.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Trabucco_(arma)
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POLVERE DA SPARO

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L'uso bellico della polvere da sparo è una tecnica militare comunemente associata allo sviluppo di armi da fuoco adatte all'uso sui campi di battaglia, anche se in realtà la scoperta e l'utilizzo della polvere nera in oriente è di diversi secoli precedente la diffusione di massa.
Inizialmente utilizzata a fini ricreativi, la polvere da sparo venne usata diffusamente sin dal XII secolo, durante la Dinastia Song, per la costruzione di armi in forma di primitivi protorazzi o frecce incendiarie ed esplosive.[1]
Queste armi da fuoco, che inizialmente comprendevano frecce propulse a razzo, razzi con catene chiodate e pentole esplosive, ed in seguito arrivarono a comprendere veri e propri cannoni e pezzi di artiglieria, furono usati dai difensori cinesi durante le invasioni mongole, e contribuirono in modo determinante alla difesa dell'impero. In seguito, i Mongoli acquisirono alcune rudimentali tecniche legate a queste armi, e le portarono con sé nella loro marcia verso l'Europa e il Medio Oriente durante il XIII secolo.

Le più antiche applicazioni militari di queste composizioni esplosive con la polvere da sparo sono i "cannoni a mano" usati per la prima volta dagli egiziani per respingere i mongoli alla battaglia di Ain Jalut nel 1260 ed ancora nel 1304. C'erano quattro diverse composizioni di polvere da sparo usate nei cannoni in battaglia, e la più esplosiva (74% salnitro, 11% zolfo, 15% carbonio) era vicina alla composizione ideale.

La scoperta della polvere da sparo fu probabilmente il risultato di secoli di esperimenti alchemici.Il nitrato di potassio era conosciuto dai cinesi fin dal I secolo ed esistono prove del suo uso e di quello dello zolfo in numerose ricette medicinali. L'impulso per lo sviluppo della polvere da sparo in Cina fu dato dalle continue invasioni delle tribù stanziate sui confini. In un diverso sviluppo in Europa, Ruggero Bacone inventò la polvere da sparo a metà del XIII secolo, anche se non era particolarmente efficace. Il composto di questa polvere variava a seconda del periodo, e non comprese l'uso di nitrato di potassio, zolfo e carbone prima del XVII secolo.

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Ultima modifica di Paciughina il 6 febbraio 2010, 17:26, modificato 1 volta in totale.
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MANGANELLA

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La manganella (termine derivato dal greco-latino manganon, che significa "macchina da guerra"[1][2]) era un tipo di catapulta o una macchina da assedio usata durante il Medioevo per lanciare proiettili contro le mura di un castello.

Il significato esatto del termine è controverso, e sono state avanzate numerose ipotesi. Potrebbe essere stato il nome dell'artiglieria a contrappeso (trabucco), forse di quella con contrappeso fisso, o un particolare tipo di struttura.[3][4] Il termine arabo manajaniq deriva dalla stessa parola, e fa riferimento a vari tipi di trabucco. È anche possibile che facesse riferimento a più di un tipo di arma, usate in tempi e luoghi differenti, o che fosse un termine generico.
Nella dialettica moderna "manganella" viene usato come nome della forma medievale di onagro, anche se ci sono poche prove storiche che lo certifichino. La manganella aveva una precisione minore rispetto al trabucco (introdotto più tardi, poco prima della scoperta e dell'uso estensivo della polvere da sparo). La manganella lanciava proiettili con una traiettoria più bassa e con una velocità maggiore rispetto al trabucco, con l'obbiettivo di sfondare le mura piuttosto che di scavalcarle. Era adatta soprattutto per i campi di battaglia.
Le manganelle lanciavano proiettili pesanti appoggiati in un contenitore a forma di mezza palla posizionato al termine del braccio. Questo contenitore poteva lanciare più pietre di una fionda, il che la rendeva diversa dell'onagro. La fionda fu sostituita con un contenitore per ottenere più forza di fuoco. In combattimento le manganelle lanciavano rocce, oggetti incendiati (vasi pieni di materiale infiammabile che creavano una palla di fuoco al momento dell'impatto), o qualsiasi altra cosa fosse al momento disponibile. Tra i proiettili più atipici vi erano anche i morti, spesso parzialmente decomposti, carcasse di animali o persone, usati per intimidire, demoralizzare e spargere malattie tra gli assediati. Questa tattica si è spesso dimostrata valida. La mancanza di cibo, spesso di bassa qualità o marcio, unito agli angusti spazi abitabili, alla scarsa igiene ed alle infestazioni di vermi fornivano lo scenario ideale per lo sviluppo delle epidemie. Si potrebbe notare che il ruolo principale delle manganelle in battaglia, soprattutto durante il medioevo, era di colpire le mura di castelli e città e le infrastrutture, non di uccidere o demoralizzare le truppe. LA sua scarsa precisione, unita alla violenza di lancio, la rendevano adatta per colpire grandi obbiettivi statici, quali edifici e mura.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Manganella
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MANGANO

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Il mangano è un'arma da lancio medievale, simile a una catapulta o ad un trabucco, costituita da un'asta imperniata su un supporto. A una delle estremità era fissata la fionda che doveva ospitare il proiettile (poteva essere un cesto ottenuto incrociando corde oppure in modo analogo realizzato in cuoio). All'altra estremità erano fissate delle corde per la trazione.
La differenza tra il trabucco e il mangano sta nella trazione: il mangano sfrutta la forza umana (attraverso le corde) mentre il trabucco sfrutta un peso basculante. Il mangano in termini di gittata e peso del proiettile fu superato agli inizi del XIII secolo dal trabucco, il quale, tuttavia, per essere utilizzato aveva bisogno di un maggior numero di uomini specializzati.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Mangano
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PETRIERA

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La petriera, chiamata anche petriere, petriero o cannone petriero (dal latino petra, "pietra"), è pezzo di artiglieria, in uso fino all'Ottocento.
Era un mortaio di grosso calibro, configurato per il lancio di pietre. Poteva essere ad avancarica o a retrocarica; era montato anche su imbarcazioni da guerra.

La versione in uso nell'età moderna aveva un omonimo medievale, «una grande fionda con un lungo braccio imperniato in cima ad un palo conficcato nel terreno e qualche uomo che tirasse delle corde per far ruotare il braccio» – in pratica, un pezzo di artiglieria simile al trabucco, come quest'ultimo costruito in legno, ma di minori dimensioni.
Relativamente a questo tipo di petriera, abbiamo notizie di una sua origine cinese, intorno al VI secolo d.C.; lo strumento giunse quindi in Europa verso il IX secolo, per il tramite di Arabi e Bizantini, e si diffuse nella zona mediterranea nel XII secolo per rimanervi in uso per parecchi secoli.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Petriera
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BALISTA e Oxybele

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Balista
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La balista (latino ballista, a sua volta derivato dal greco ballistēs, da ballo "tirare" meglio "lanciare") è una grande macchina d'assedio inventata dai Greci e usata soprattutto dai Romani. Lanciava grandi dardi o pietre sferiche singolarmente o per piccoli gruppi, secondo il tipo di modello.
È considerata l'arma più complessa costruita prima della rivoluzione industriale[senza fonte] e l'unica arma pre-industriale ad essere stata progettata scientificamente.
In generale la balista si costruiva in legno, con qualche parte costruita o almeno rivestita di metallo e venivano utilizzate corde o tendini di animali come tensori.
In origine le baliste funzionavano a tensione, in seguito il meccanismo divenne torsionale.
La balista fu senza ombra di dubbio l'arma da lancio a lungo raggio più utilizzata e meglio progettata del periodo classico ed alto medievale. Il suo utilizzo è, tuttavia, cessato verso il tardo medioevo a causa degli alti costi per costruirla, arrivando a preferire macchine meno costose.

La scarsità di tecnici nel periodo medievale fece si che fosse molto difficile riprodurre il meccanismo di torsione usato nelle baliste greco-romane. Per questo motivo, ci fu un'involuzione e molto spesso le baliste impiegate in guerra funzionavavo a tensione. Erano assai simili (se non identiche) agli oxybeles siracusiani (VEDI SOTTO), tuttavia il nome "balista" continò ad essere usato e il termine oggigiorno serve per intendere entrambe le tipologie. Talvolta, la facilità di realizzazione del sistema tensionale fece si che questo venisse impiegato anche sugli onagri; di conseguenza il termine "catapulta" decadde come veniva realmente inteso, andando ad indicare dal medioevo ad oggi qualsiasi tipo di arma che scaglia un oggetto che non sia una balista. La balista proseguì il suo impiego sul campo di battaglia, affiancata da altre armi d'assedio come onagri, mangani, trabucchi. Tuttavia non si trattava di un largo impiego come in età romana.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Balista


Oxybele
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L'oxybele (greco: Οξυβόλος, letteralmente "sparatore di proiettili") era un'arma utilizzata dagli antichi greci a partire dal 375 a.C.. Si trattava in pratica di una versione ampliata del gastraphetes, un arco piazzato su una base fissa con un sistema di armamento. Fu soppiantato in seguito dalla balista. La differenza tra questi due è l'uso della forza di torsione nella balista.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Oxybele
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ARIETE

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L'ariete è un'arma da assedio. Veniva utilizzata per sfondare le porte di accesso delle fortezze e dei castelli, o le mura quando non erano particolarmente spesse, praticandovi delle brecce. Probabilmente inventata dagli Assiri nel IX-VIII secolo a.C., fu utilizzata per la prima volta in occidente dagli spartani nel 427 a.C. durante l'assedio di Platea.

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Costruzione
Quest'arma è costituita essenzialmente da una grossa trave, solitamente ricavata dal fusto di un albero, con una estremità rinforzata da una calotta di metallo. La calotta spesso aveva la forma di una testa di ariete, da cui il nome della macchina.

Utilizzo
L'ariete veniva utilizzato facendo cozzare la testa della macchina con forza e ripetutamente contro il bersaglio fino a distruggerlo. La spinta veniva inizialmente prodotta da soldati che correvano sorreggendo sulle braccia il tronco facendo in modo di farlo impattare con la maggior violenza possibile. In seguito, con l'aumentare dello spessore delle mura e dei portali, fu necessario inserire l'ariete in una struttura munita di ruote e sospenderlo con funi per conferirgli la massima forza dinamica e aumentarne la potenza distruttiva. In questo modo si otteneva il movimento del tronco facendolo oscillare per farlo sbattere sul bersaglio, ed era facilitata la possibilità di replicare i colpi fino allo sfondamento dell'ostacolo.
Per proteggere i soldati addetti all'ariete dagli attacchi avversari sia in fase di avvicinamento alla fortezza, sia durante tutta la fase di sfondamento, l'ariete venne, in seguito, protetto da una struttura in legno tale da coprirlo integralmente ad eccezione di un foro dal quale usciva la trave per colpire. Il rivestimento veniva poi imbottito di pelli umide o lamine di metallo, così da proteggere l'arma dai fuochi con i quali i difensori tentavano di incendiarla. Da ciò deriva il nome di ariete testuginaria, termine usato dai romani. I romani a volte lo fissavano alla base di torri mobili per impegnare il nemico alla base e all'apice delle mura.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Ariete_(arma)
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Torre d'assedio

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La Torre d'assedio o Torre mobile colpivano sicuramente per la loro imponenza e la loro altezza, superiore a quella delle mura della città assediata. Di importanza fondamentale, per i costruttori delle torri mobili, era conoscere l'altezza delle fortificazioni avversarie nella maniera più accurata possibile.

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Struttura
Le torri d'assedio erano in legno, trainate da buoi e con alcune pareti rivestite con pelli per proteggersi dai dardi nemici. All'interno vi erano diversi piani collegati tra loro con delle scale. In cima vi era un "ponte levatoio" che permetteva l'accesso sulle mura. Avevano base quadrata e per fare in modo che fossero sufficientemente stabili, non solo si restringevano in altezza, ma l'area della piattaforma superiore era pari ad 1/5 della base. Potevano raggiungere altezze considerevoli, come accadde durante le campagne di Alessandro Magno dove una di queste raggiunse la misura di ben 120 cubiti pari a 53 metri. In epoca romana sappiamo che a Masada nel 74 ne fu costruita una di 60 cubiti, pari a circa 26 metri munita anche di catapulte, baliste ed un grande ariete.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Torre_d%27assedio
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Scala d'assedio

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La scala d'assedio fu il primo strumento d'assedio utilizzato fin dall'antichità. Le scale costituirono certamente il più facile metodo per scalare le mura nemiche, come testimoniato anche all'epoca dell'antico Egitto e degli Assiri. La scala era ovviamente proporzionata all'altezza del muro. Non doveva ovviamente essere né troppo lunga, né troppo corta, per evitare nel primo caso di non poter raggiungere il parapetto nemico, nel secondo di essere facilmente respinta dai difensori della città assediata. Il loro utilizzo continuò anche durante il periodo ellenico, romano e medioevale. Polibio scriveva, descrivendo gli assedi durante la seconda guerra punica:

« Per quanto riguarda la corretta misura delle scale, il metodo di calcolo è il seguente: se da un complice viene fornita l'altezza delle mura, risulta evidente quale dovrà essere la corretta misura delle scale; se infatti l'altezza del muro è ad esempio 10 (di una data unità di misura), le scale dovranno avere una lunghezza di 12 abbondante (di quella stessa misura). Per ottenere poi la giusta inclinazione della scala, per coloro che vi salgono, questa dovrà avere la base ad una distanza dalle mura pari alla metà della loro lunghezza (pari a 6 unità di misura), perché una maggiore distanza dal muro ne compromette la resistenza quando la scala è affollata dai soldati che vi si arrampicano, mentre una maggior vicinanza alla perpendicolare, la rende insicura per chi vi sale. Quando non sia possibile misurare un muro o avvicinarsi per farlo, occorre come riferimento considerare da una certa distanza l'altezza di un qualsiasi oggetto che si innalza perpendicolarmente su una superficie piana ed il metodo per calcolarla è facie per coloro che conoscono bene la matematica. Qui è ancora una volta evidente che coloro si occupano dei piani militari e degli assedi alle città, dove mirano al successo, devono aver studiato geometria... per quanto serve ad avere un'idea dei principi della proporzione e della teoria delle figure simili. »
(Polibio, Storie, IX, 19, 5-9; 20, 1.)

Secondo invece Apollodoro di Damasco, architetto dell'epoca di Traiano ed Adriano, le scale dovevano oltrepassare il bordo del muro di tre piedi (quasi un metro),[1] che tradotto in termini matematici dal Cascarino (nel suo recentissimo studio del 2008) equivaleva a dire: L = 1,15 * H + 3, dove L=lunghezza scala e H=altezza delle mura. Il materiale, sempre secondo Apollodoro, doveva essere di frassino, faggio, olmo o altro, purché leggero, ma resistente. Potevano essere componibili con ogni sezione non più lunga di 12 piedi, dove i montanti della seconda scala andavano inseriti in quelli della prima, quelli della terza tra quelli della seconda e così via. Le estremità inferiori andavano poi fissate ad una trave circolare lunga 15 piedi, fissata al suolo di fronte alle mura avversarie per evitare scivolamenti e sollevare la scala con corde e funi, nel modo più veloce possibile.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Scala_d%27assedio
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