Le guerre veneziano-genovesi

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Veldriss
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Le guerre veneziano-genovesi

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LOTTA PER LA SUPREMAZIA STRATEGICA
Le guerre veneziano-genovesi
di Nicola Zotti http://www.warfare.it

La Quarta crociata aveva sancito la supremazia di Venezia sui mari del Levante a spese dell'Impero bizantino. Un altro soggetto emergente, però, era stato fortemente danneggiato dal prepotente espansionismo veneziano, la repubblica di Genova, che era rimasta esclusa dalla spartizione dei possedimenti nel neo costituito Impero Latino.

Genova, come Venezia, era una repubblica governata da un'oligarchia di nobili. E come Venezia, era diventata una grande potenza mediterranea con le Crociate, in virtù dell'intensificarsi dei traffici sulle rotte marittime.

Genova fu subito molto attiva nell'approfittare delle occasioni di sviluppo e di espansione.

In meno di due secoli, da insignificante comune di 4.000 anime, la sua influenza crebbe fino a coprire i margini del mondo conosciuto con fondaci e vere e proprie occupazioni territoriali frutto dell'intraprendenza di singole famiglie di armatori e commercianti: empori genovesi arrivavano a Nord fino a Bruges in Belgio, a Est raggiungevano la Crimea, che venne in parte occupata, a Sud punteggiavano gli stati Crociati e la costa del Nord Africa, sull'Atlantico vi erano fondaci genovesi a Lisbona e a Porto. A questo dobbiamo aggiungere l'occupazione di isole greche e turche, della Corsica e di parte della Sardegna, e rapporti commerciali e diplomatici con le maggiori potenze dell'epoca: dalla Francia, all'Ungheria, ai Tartari.

Genova, tuttavia, fu anche caratterizzata da forti tensioni politiche interne, che nel confronto con Venezia si rivelarono un grave elemento di debolezza.

La scintilla del conflitto tra le due repubbliche, che sarebbe durato oltre un secolo, scoppiò in Terrasanta ad Acri, dove la difficile convivenza tra genovesi e veneziani sfociò in guerra aperta.

Acri, il più importante fondaco in terrasanta, era stato per anni teatro di scontri aperti tra genovesi e veneziani. Le risse presto si trasformarono in assalti reciproci ai quartieri, seguiti da vere e proprie stragi. L'ultima, nel 1256, provocò una escalation e nel 1258 Genova si presentò ad Acri con una flotta, guidata da Rosso della Turca, forte di ben 50 galee. La flotta veneziana comandata da Lorenzo Tiepolo, pur in inferiorità numerica, uscì dal porto accettando la battaglia e vincendola.

Durante la prima guerra tra Genova e Venezia, destinata a durare dal 1256 al 1270, la flotta veneziana dimostrò la propria supremazia, persino quando inferiore numericamente, come nel 1263 a Settepozzi, in Grecia, e a Trapani, in Sicilia.

I genovesi, però, contrattaccarono con astuzia, colpendo Venezia in quanto aveva di più caro, il proprio commercio, catturando i convogli mercantili veneziani.

La Serenissima rispose con altrettanta lungimiranza, escogitando il sistema della Muda, un convoglio pesantemente scortato, che dopo un primo insuccesso ad opera dell'ammiraglio genovese Simone Grillo, si rivelò efficacissimo.

Durante la seconda guerra veneziano-genovese (1294-1299) il conflitto tornò a divampare là dove era la sua origine prima, a Costantinopoli, con scontri tra le rispettive colonie e persino all'interno delle stesse mura della città.

La guerra, però, ben presto si trasferì nella sua sede più naturale, il mare. E fu proprio durante la battaglia dell'isola di Curzola, nel 1298 in Dalmazia, che Marco Polo venne preso prigioniero dai genovesi, dandogli così il tempo per dettare a Rustichello da Pisa "il Milione", con il racconto del suo viaggio in Cina.

In cinquant'anni di precaria pace, le due repubbliche non avevano risolto la loro disputa, ma avevano tanto ampliato la propria influenza da riuscire a trasformarla in una guerra "mediterranea": con Venezia si schierarono infatti Pisa, Bisanzio e il regno di Aragona.

La flotta alleata si scontrò con i genovesi alla battaglia del Bosforo, nel 1352, ma le perdite da entrambe le parti furono così elevate che nessuno poté dichiararsi vincitore. Quando Paganino Doria sconfisse i veneziani a Navarino (Grecia), furono ii veneziani a chiedere la pace.

Il Mediterraneo, però, era diventato troppo piccolo per ospitare contemporaneamente due ambizioni tanto grandi e conti si tirarono con la guerra di Chioggia (1379-80) per la prima volta in Italia i veneziani impiegarono l'artiglieria.

I cannoni d'assedio risultarono a tal punto decisivi che in tutta Europa fu finalmente chiaro come queste armi dovessero essere utilizzate. Così Francesco Guicciardini ricorda nella sua "Storia d'Italia" l'introduzione dell'artiglieria «Questa peste, trovata molt'anni innanzi in Germania, fu condotta la prima volta in Italia da' Veneziani nella guerra, che circa l'anno della nostra salute mille trecent'ottanta ebbero i Genovesi con loro».
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