Regno di Inghilterra

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Veldriss
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Edoardo I d'Inghilterra

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Edoardo Plantageneto, conosciuto anche come Longshanks ("Gambelunghe") e (come si legge nella sua lapide, scritta in latino) martello degli Scoti, epiteto che ottenne per aver conquistato il Galles e mantenuto la Scozia sotto la dominazione inglese (Westminster, 17 giugno 1239 – Burgh by Sands, 7 luglio 1307), fu re d'Inghilterra e duca d'Aquitania dal 1272 al 1307.
Era figlio del re d'Inghilterra e duca d'Aquitania, Enrico III, e di Eleonora di Provenza.

Biografia
Edoardo nacque a Westminster il 17 o 18 giugno del 1239 e regnò per circa trentacinque anni, salendo sul trono d'Inghilterra il 21 novembre del 1272, dopo la morte del padre, re Enrico III.

Gli anni giovanili e le Crociate
Dopo che suo padre Enrico III disconobbe nel 1264 gli statuti di Oxford e Simone V di Montfort stava preparando la guerra per risolvere le profonde divergenze tra baroni e casa reale, Edoardo si procurò il sostegno delle marche del Galles. Dopo la vittoria, riportata a Lewes il 14 maggio 1264, Simone assunse il governo del regno e il 20 gennaio 1265 convocò il parlamento che decretò senza l'assenso del re.
Mentre Simone V si occupava del Galles, il principe Edoardo prese l'iniziativa e si impossessò di Gloucester; allora Simone chiese l'aiuto del figlio, Simone VI di Montfort, che si mise in marcia con le sue truppe, ma a Kenilworth, prima di ricongiungersi al padre, fu sconfitto da Edoardo, che il 4 agosto sconfisse e uccise Simone V a Evesham. Dopodiché la guerra continuò sino a che la rivolta, sconfitta, terminò ma solo nel 1267. Ai baroni ribelli furono confiscate le proprietà ma fu loro permesso di riacquistarle in misura proporzionale alla gravità delle loro colpe, da determinarsi in giudizio.
Nel 1269 il cardinal Ottobono, legato papale, giunse in Inghilterra e chiese al principe Edoardo ed a suo fratello Edmondo di partecipare all'ottava crociata a fianco di Luigi IX di Francia.
Per finanziare la crociata, Edoardo dovette prendere in prestito una notevole somma di denaro da Luigi IX e dagli ebrei d'Inghilterra. Egli condusse una piccola forza in guerra: forse 230 cavalieri, molti dei quali erano amici e parenti.
L'obiettivo originale della crociata era quello di spezzare l'assedio posto alla fortezza cristiana di San Giovanni d'Acri, ma Luigi era stato deviato a Tunisi, dove morì di malattia prima dell'arrivo di Edoardo. La maggior parte dei francesi tornò a casa, ma un piccolo numero di loro si unì a Edoardo, che decise di partecipare alla Nona crociata. Dopo una breve sosta a Cipro, Edoardo arrivò ad Acri con 13 navi. Ad Acri Edoardo tentò abboccamenti con i Mongoli per creare un'alleanza contro il sultano mamelucco Baybars, ma le incursioni mongole in Palestina ebbero pochi risultati.
Nel 1271 Ugo III di Cipro arrivò con un contingente di cavalieri. Ciò imbaldanzì Edoardo, che fece una scorreria contro la città di Qaqun, (l'odierna Tulkarm, che si trova tra le città di Nablus e Netanya). Subito dopo stipulò una pace decennale con Baybars. Più o meno in questo stesso periodo Edoardo subì un tentativo di assassinio, mancato per poco. Edoardo lasciò la Terra Santa alla volta dell'Inghilterra nel 1272.
In generale, la crociata di Edoardo fu poco significativa e l'unico risultato ottenuto fu una tregua di dieci anni per la città di Acri. Tuttavia, la partecipazione a questa spedizione accrebbe molto la sua fama. Secondo alcuni storici, nel costruire alcuni castelli nel Galles, come quello di Caernarfon, Edoardo si sarebbe ispirato a quelli incontrati durante la crociata.

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Operazioni di Edoardo I, durante la nona crociata.

Re d'Inghilterra
Edoardo, che rientrava dalla Terra Santa, fu raggiunto dalla notizia della morte del padre, re Enrico III, avvenuta, il 16 novembre del 1272, a Londra, in Inghilterra; con lo stesso messaggio, una lettera, che portava i sigilli dei sedici dei più grandi feudatari inglesi, gli comunicava che i suoi vassalli gli avevano prestato giuramento di fedeltà nonostante la sua assenza (Edoardo era stato pienamente riconosciuto re d'Inghilterra, prima dell'incoronazione). Nel passare, durante il rientro in patria, presso Forlì, trovò questa città assalita da un esercito di bolognesi: Edoardo, dimostrando così le sue doti di re, tentò, con parziale successo, di rappacificare le due parti.
Rientrato in Inghilterra, Edoardo fu incoronato, il 19 agosto 1274.
Edoardo, come duca d'Aquitania, col trattato di Amiens, del 1279, dal re di Francia Filippo III l'Ardito, ottenne la città d'Agen e la regione circostante ed inoltre il riconoscimento alla moglie di Edoardo, Eleonora di Castiglia il diritto a succedere alla madre nella contea di Ponthieu.
Dopo che il re d'Aragona, Pietro III, era morto, l'11 novembre 1285 e gli erano successi i figli, Alfonso, in Aragona e Giacomo, in Sicilia, Edoardo I e sua figlia, Eleonora, moglie di Alfonso III si adoperarono affinché il re di Napoli, Carlo lo Zoppo, tenuto prigioniero in Aragona fosse liberato. Dopo che un primo accordo, preso ad Oléron, nel 1287, fu bocciato dal Papa Niccolò IV, il 27 ottobre 1288 a Canfranc, nel nord dell'Aragona, fu trovato l'accordo e Carlo II venne liberato.

Guerre contro i gallesi
Uno dei suoi primi successi fu la conquista del Galles. Edoardo si rifiutò di riconoscere la validità del Trattato di Montgomery, che, stipulato da suo padre nel 1267, aveva dato molti territori e il titolo di Principe di Galles a Llywelyn ap Gruffydd, che in cambio aveva però reso omaggio al sovrano inglese, riconoscendolo come signore.
Nel 1275, pirati pagati da Edoardo intercettarono una nave che trasportava Eleonora, unica figlia di Simone V di Montfort, la quale stava andando dalla Francia (dove la sua famiglia viveva in esilio) al Galles per sposarsi con Llywelyn. Il matrimonio era stato organizzato precedentemente, quando un'alleanza con Simon de Montfort era politicamente conveniente. Comunque Llywelyn voleva sposare la ragazza con l'intento di provocare Edoardo. Una volta avutala in suo possesso, il sovrano inglese la fece imprigionare nel castello di Windsor.
Dopo che Llywelyn ebbe ripetutamente rifiutato di rendere omaggio a Edoardo nel 1274 – 1275, Edoardo marciò con un'armata contro il principe gallese nel 1276-1277. Llywelyn, dopo questa campagna, dovette rendere omaggio al re inglese e cedere alcuni territori. Edoardo gli permise di mantenere il titolo di Principe del Galles e di sposare Eleonora.
Dafydd, fratello di Llywelyn (che era stato per breve tempo alleato degli inglesi), dette il via a una ribellione nel 1282. Llywelyn morì nel corso di una scaramuccia. Edoardo spazzò via gli ultimi residui di resistenza, catturando, torturando brutalmente e uccidendo Dafydd nel 1283. Il Galles fu annesso all'Inghilterra con lo Statuto di Rhuddlan (1284) e la guerra terminò nel 1285. Per consolidare le sue conquiste cominciò a costruire una linea di massicci castelli di pietra, che circondavano il principato, tra i quali il castello di Caernarfon.
Infine, nel 1301, Edoardo concesse al suo primogenito il titolo di Principe del Galles. Da quel momento tutti i primogeniti dei vari sovrani inglesi ebbero questo titolo.

Guerre scozzesi
Edoardo rivolse poi la sua attenzione alla Scozia e il 10 maggio del 1291 i nobili scozzesi riconobbero la sua autorità. Aveva progettato di far sposare suo figlio con la regina bambina Margherita di Scozia, ma quando questa morì, i nobili scozzesi decisero che sarebbe stato il sovrano inglese a scegliere il successore tra i vari pretendenti. Edoardo optò per John Balliol, nella speranza che assecondasse la sua ansia di imporre il suo dominio sulla Scozia. Edoardo convocò Balliol, che gli rese omaggio a Westminster nel 1293. Il sovrano inglese fece capire chiaramente che si aspettava da lui un supporto finanziario e militare per la guerra alla Francia. Ciò però, era troppo per Balliol, che, nel 1295, strinse un patto di alleanza con la Francia, rafforzato dal fidanzamento del suo erede, Edoardo Balliol con la figlia di Carlo di Valois, il fratello del re di Francia, Filippo IV il Bello. Edoardo considerò quest'alleanza una slealtà e invitò John Balliol a Berwick-upon-Tweed, nel 1296, a rispondere della propria condotta. Balliol non si presentò, ma preparò un esercito per invadere l'Inghilterra.
Raccolta una gigantesca armata, Edoardo devastò Berwick-upon-Tweed massacrandone gli abitanti e poi marciò su Dunbar ed Edimburgo. La pietra del destino fu rimossa dal palazzo di Scone e portata all'abbazia di Westminster. In 5 mesi gli scozzesi furono sconfitti, Balliol deposto e annesse il regno di Scozia: a tutti i lord di Scozia fu chiesto di giurare fedeltà ad Edoardo, che regnò sulla Scozia come fosse una provincia, attraverso dei viceré, ma questa posizione fu difficile da mantenere, la guerra continuò a covare sotto la cenere ed ogni tanto esplodeva.
L'opposizione si fece sempre più forte obbligando Edoardo a intervenire di continuo (un cronista scrisse che, come la tela di Penelope, ogni inverno distruggeva il lavoro dell'estate). Poi Edoardo fece giustiziare il simbolo di questa ribellione, William Wallace (23 agosto del 1305), che nel 1298 era stato sconfitto nella battaglia di Falkirk, dopo che, nel 1297, aveva ottenuto una grande vittoria nella Battaglia di Stirling Bridge. Comunque, Edoardo non riuscì a portare a termine la completa sottomissione della Scozia, perché morì mentre stava conducendo un'altra spedizione contro la Scozia.

Governo e legge sotto Edoardo I
A differenza del padre Enrico III, Edoardo si interessò molto delle questioni di governo e fece un certo numero di riforme per salvaguardare i diritti reali e migliorare le leggi e l'amministrazione; convocò il primo parlamento, nel 1275, e con gli statuti di Westminster e poi di Gloucester si confermarono i privilegi legalizzati, ma si abolirono gli altri, salvo quelli che risalivano molto indietro nel tempo (incoronazione di Riccardo), oppure quelli per cui era stata pagata un'adeguata ammenda.
Accrebbe l'autorità centrale, secondo la tendenza che si stava sviluppando presso i monarchi del tempo e dovette combattere l'eccessiva ingerenza della chiesa, divenuta troppo potente al tempo del regno di suo padre. Nel 1297, per il mancato pagamento di una tassa imposta dal parlamento, Edoardo mise fuori legge tutto il clero e ne confiscò i feudi secolari.
In Guascogna, cercò di dare vita ad una amministrazione efficiente e gradita al popolo concesse diversi favori, soprattutto alla città di Bordeaux, avocando però a sé la nomina del sindaco e pretendendo un giuramento di fedeltà.
Negli ultimi anni del suo regno, creò uno speciale tipo di commissioni giuridiche itineranti (trailbaston commissions), che, secondo alcuni storici, sarebbero state istituite per combattere il disordine e la violenza crescenti.
Inoltre Edoardo riorganizzò l'esercito, da esercito feudale lo trasformò in un esercito di volontari assoldati, aumentando notevolmente la potenza inglese.
Infine, nel 1303, Edoardo promulgò la Charta Mercatoria che, in cambio della promessa di pagare ulteriori tasse sulle merci importate o esportate, concedeva ampi privilegi ai mercanti stranieri; tali privilegi furono sfruttati soprattutto dai mercanti della Hansa, mentre i mercanti inglesi si opposero fermamente a tale norma.

Edoardo I e gli Ebrei
Per finanziare la conquista del Galles, Edoardo tassò gli usurai ebrei, già impoveriti per la politica di sfruttamento seguita da suo padre, Enrico III e da suo nonno, Giovanni Senza Terra. Ben presto, costoro si trovarono nell'impossibilità di far fronte alle esose richieste del re, che li fece accusare di slealtà. Già sottoposti a delle restrizioni sui mestieri che potevano svolgere, con limitazioni alla loro libertà di movimento, anche perché ormai i banchieri stranieri avevano cominciato a rendere gli stessi servizi che prima avevano reso gli ebrei indispensabili questi ultimi videro abolita la possibilità di prestare il denaro Edoardo, nel 1275, emise lo Statutum de Judaismo o Statuto di Jewry, dove per rendere possibile la vita degli ebrei, Edoardo decise di ridurre le restrizioni e permetteva loro di esercitare altri mestieri come il commercio o l'agricoltura.
L'esperimento non ebbe successo, anche perché agli ebrei non venne garantita la sicurezza del possesso dei terreni e non potevano essere accettati nelle corporazioni dei commercianti, per cui una buona parte di loro tornò all'usura e allora Edoardo decretò che tutti gli usurai ebrei dovessero portare sui vestiti una stella gialla, così da essere identificabili da tutti. Nel corso di questa persecuzione, Edoardo fece arrestare tutti i capi delle famiglie ebree. Trecento di loro furono portati alla Torre di Londra e giustiziati, mentre gli altri furono uccisi nelle loro case. Nel 1290, il re bandì tutti gli ebrei dal paese.

Ultimi anni di regno e morte di Edoardo I
Dato che i rapporti tra la Francia e l'Inghilterra non erano più molto buoni e le scaramucce tra marinai anglo-guasconi e francesi (normandi) erano giunte ad un notevole livello, il re di Francia, Filippo IV il Bello, nel 1294, convocò Edoardo, il suo vassallo, davanti al parlamento di Parigi; Edoardo inviò il fratello, Edmondo che raggiunse un accordo amichevole: durante l'inchiesta, per quaranta giorni, le più importanti fortezze della Guascogna sarebbero passate in mano francese. Ma allo scadere del termine previsto, non solo le fortezze non furono restituite, ma il ducato venne confiscato poiché Edoardo fu considerato contumace; quindi per difendere il ducato, Edoardo fu costretto a fare guerra alla Francia.
Edoardo, con la diplomazia e soprattutto col denaro, convinse i conti di Gheldria, Brabante, Olanda e Fiandre ad abbracciare la sua causa ed inoltre, il 24 agosto dello stesso anno, a Norimberga, strinse un'alleanza col Re dei Romani, Adolfo di Nassau, contro il re di Francia, Filippo IV il Bello. Adolfo per muovere guerra alla Francia ottenne un aiuto di 100.000 marchi e nel 1295 inviò la dichiarazione di guerra. Filippo IV il Bello però fece pressioni su papa Bonifacio VIII, perché frenasse Adolfo, e soprattutto sul rivale di Adolfo per il Sacro Romano Impero, Alberto I d'Asburgo, che portò ad un esaurimento delle operazioni belliche della coalizione antifrancese, mentre in Guienna la guerra volgeva a favore delle forze francesi, guidate da Roberto II d'Artois.
L'assassinio del conte Fiorenzo V d'Olanda, nel giugno del 1296, permise a Edoardo di intervenire a favore del figlio di quest'ultimo, Giovanni I d'Olanda, che divenne suo genero, nel gennaio 1297 ed infine Edoardo, nello stesso 1297, attraversò la Manica per unire le sue truppe a quelle del conte delle Fiandre, Guido di Dampierre, ma Roberto II d'Artois batté gli anglo-fiamminghi, il 13 agosto 1297, nella battaglia di Furnes, e, in poco tempo, occupò tutta la contea, ad eccezione di Gand, dove si erano rinchiusi Edoardo e Guido. In ottobre fu proclamata una tregua, a Vyve-Saint-Bavon, e iniziarono le trattative di pace, che portarono, nel 1298, a combinare i matrimoni di Edoardo con Margherita di Francia, sorella di Filippo IV il Bello, mentre la figlia di Filippo, Isabella di Francia avrebbe sposato il figlio ed erede di Edoardo I, Edoardo (il futuro Edoardo II); nel 1299, ci fu il matrimonio tra Edoardo I e Margherita e finalmente la pace definitiva fu firmata a Parigi, nel 1303.
Nel 1301, l'erede al trono, Edoardo, era stato fatto conte di Chester e principe di Galles e poi dopo essere caduto in disgrazia, nel 1305, fu, nel 1306, investito cavaliere e duca d'Aquitania. Morì, infatti, per una forte broncopolmonite nel 1307 a Burgh by Sands nel Cumberland, sul confine scozzese, mentre si apprestava a muovere guerra agli scozzesi guidati da Robert the Bruce. Contrariamente alle sue volontà, fu sepolto nell'abbazia di Westminster. Sul trono salì il figlio Edoardo II d'Inghilterra.

Carattere di Edoardo
Il carattere di Edoardo era molto diverso da quello del padre, che regnò utilizzando la politica del compromesso con i suoi avversari. Edoardo I dette prova di grande capacità militare quando sconfisse nella battaglia di Evesham (1265) Simone V di Montfort, quinto Earl (conte) di Leicester, e i baroni da lui guidati. È passato alla storia per la ferocia con cui fu solito trattare ribelli e rivali. Perseguitò spietatamente i membri sopravviventi della famiglia del de Montfort, suoi cugini, e sagacemente i familiari di de Montfort, che, prima della sconfitta, aveva bloccato con le armi Edoardo nel castello di Wallingford e in quello di Kenilworth.
Dalle descrizioni che ci hanno lasciato i suoi contemporanei sappiamo che da giovane fu un ragazzo gracile, di salute cagionevole, crescendo però divenne molto più robusto, abbastanza da guadagnarsi fama d'abile guerriero. Durante le cerimonie Edoardo indossava vesti sontuose ed eleganti, ma abitualmente era solito vestire abiti molto semplici.

Matrimoni e discendenza
Edoardo si sposò due volte: nel 1254 con Eleonora di Castiglia, figlia del re di Castiglia, Ferdinando III il Santo e di Giovanna di Dammartin, Contessa di Ponthieu. Edoardo ed Eleonora ebbero 16 figli:
Bianca (Bordeaux maggio 1255), nata morta;
Caterina (ca. giugno 1264-5 settembre 1264), sepolta nell'Abbazia di Westminster;
Giovanna (gennaio 1265-7 settembre 1265), sepolta nell'Abbazia di Westminster;
Giovanni (13 luglio 1266-3 agosto 1271), sepolto nell'Abbazia di Westminster;
Enrico (ca. 6 maggio 1268-16 ottobre 1274);
Eleonora (18 giugno 1269-29 agosto 1298), sposò il re d'Aragona, Alfonso III (1265-1291), e poi sposò il conte Enrico III di Bar;
Giuliana (Palestina 28 maggio 1271-Palestina 5 settembre 1271);
Giovanna d'Acri (Acri aprile 1272-Suffolk 7 aprile 1307). Sposò, in prime nozze, Gilberto di Clare, VII conte di Gloucester, ed in seconde nozze Rodolfo Morthermer, 1º Barone di Monthermer;
Alfonso, conte di Chester, (Bayonne 24 novembre 1273-Windsor 19 agosto 1284), sepolto nell'Abbazia di Westminster;
Margherita (Windsor 15 marzo 1275-Belgio, dopo il 1318). Sposò Giovanni II del Brabante;
Berengaria (1º maggio 1276-ca. 27 giugno 1278), sepolta nell'Abbazia di Westminster;
Isabella (gennaio 1278), visse pochi giorni;
Maria Plantageneta (11 marzo 1279-29 maggio 1332), suora ad Amesbury, Wiltshire;
Guglielmo (1280 oppure 1281), visse pochi giorni;
Elisabetta (Rhuddlan 7 agosto 1282-Essex 5 maggio 1316). Sposò, in prime nozze Giovanni I, Conte d'Olanda, ed in seconde nozze Humphrey de Bohun, 4º conte di Hereford e 3º conte di Essex;
Edoardo, noto anche come Edoardo di Caernarvon (25 aprile 1284-21 settembre 1327). Sposò Isabella di Francia.
Rimasto vedovo, nel 1290, Edoardo, nel 1299, sposò, in seconde nozze, la diciassettenne Margherita di Francia, chiamata "Perla di Francia" dai sudditi inglesi, figlia di Filippo III l'Ardito e Maria di Brabante da cui ebbe tre figli:
Tommaso di Brotherton (1300 – 1338), conte di Norfolk;
Edmondo di Woodstock (1301 – 1330), conte di Kent;
Eleonora, nata a Winchester il 4 maggio 1306, morta a Amesbury nel 1311.

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Riccardo di Cornovaglia

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Riccardo di Cornovaglia e di Poitou (Winchester, 5 gennaio 1209 – Berkhamsted, 2 aprile 1272) fu Rex Romanorum dal 1257 al 1272.
Era figlio del Re d'Inghilterra Giovanni Senzaterra (John Lackland, 1166 – 1216) e di Isabella d'Angoulême (1186 – 1246), e nipote di Eleonora d'Aquitania.

Vita
Era il fratello minore di Enrico III d'Inghilterra e sin da giovane fece esperienza in campo militare, con una spedizione in Guascogna negli anni dal 1225 al 1227, e nel 1240 prese parte a ad una spedizione in Terrasanta. Secondo figlio di Giovanni SenzaTerra, era stato nominato Conte di Cornovaglia dal fratello Enrico III d'Inghilterra in occasione del suo sedicesimo compleanno facendolo diventare uno degli uomini più ricchi del paese. Benché, nel corso degli anni, dovesse esercitare la reggenza per ben tre volte, per i primi anni del regno del fratello Riccardo si ribellò diverse volte, poiché la sua posizione di secondogenito lo poneva molto vicino alla corona. Nel marzo del 1231 si sposò con Isabella di Pembroke, il matrimonio che era inviso a suo fratello perché la famiglia della donna gli era avversa, da essa ebbe quattro figli, di cui solo uno sopravvisse fino all'età adulta, nel 1240 Isabella morì di parto lasciandolo vedovo. Riccardo di Cornovaglia, nel 1235, era diventato cognato di Federico II dopo che quest'ultimo ne aveva sposato la sorella Isabella d'Inghilterra. Riccardo intraprese anche un tentativo di pacificazione tra Federico II e papa Gregorio IX. Grazie alla sua vicinanza al re Enrico III d'Inghilterra, e al suo talento nell'amministrazione, Riccardo riuscì a controllare la gestione dei fondi destinati alle crociate e poco dopo la sua vedovanza partì egli stesso per la Terra Santa dove non combatté occupandosi prevalentemente di negoziare il rilascio degli ostaggi e di ricostuire la città di Ascalona che era stata distrutta dal Saladino. Al suo ritorno, nel 1242, suo fratello Enrico III d'Inghilterra e sua moglie pensarono di trovargli una moglie che, portandogli nuove terre, doveva presumibilmente distrarlo da ulteriori mire sul trono per altro già protetto dalla nascita di un figlio maschio. La scelta cadde sulla sorella della regina Sancha di Provenza che Riccardo sposò, si dice ammaliato dalla sua bellezza, nella cattedrale di Westminster nel novembre 1243: furono genitori di Edmondo di Cornovaglia. Papa Innocenzo IV gli offrì, nel 1252/53 il Regno di Sicilia, che però Riccardo dovette rifiutare perché non disponeva di appoggi sufficienti.
Alla morte di Guglielmo II d'Olanda, il collegio elettorale del Sacro Romano Impero non riuscì a raggiungere un accordo, e vennero eletti due Re: Alfonso X di Castiglia, e, appunto, Riccardo di Cornovaglia, sostenuto dai principi elettori di Colonia, Magonza e del Palatinato. Riccardo fu incoronato Re ad Aquisgrana, ma, come il suo avversario, non riuscì ad imporsi. Trascorse in Germania solo brevi periodi, l'ultimo dei quali nel 1269. Rodolfo I del Sacro Romano Impero, che gli succedette l'anno successivo alla sua morte (Alfonso aveva abdicato dal trono di Germania tre mesi dopo la morte di Riccardo) mise fine all'interregno, mentre i sette principi elettori si affermavano come gli autentici signori territoriali e elettori del sovrano. Sul fronte personale Riccardo rimase di nuovo vedovo nel 1261 e nove anni dopo si risposò con Beatrice di Falkenburg (lei era sedicenne e lui sessanta), nel 1264 combatté al fianco del fratello contro una rivolta dei baroni e soprattutto contro Guido di Montofort che aveva assassinato suo figlio.
Nel 1271 fu colpito da un ictus che lo privò della parola e lo rese paralitico nella parte destra del corpo, morì il 2 aprile 1272 e venne sepolto accanto alla seconda moglie e al figlio nell'abbazia di Hailes che lui stesso aveva fondato. La sua terza moglie gli sopravvisse di poco e morì a venticinque anni nel 1277.
Restaurò ed ampliò il castello di Wallingford che era di sua proprietà.

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Enrico di Cornovaglia

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Enrico di Cornovaglia, in inglese Enrico d'Allemagna per le relazioni con la Germania del padre (1235 – Viterbo, 13 marzo 1271), era figlio di Riccardo di Cornovaglia, Re dei Romani, e nipote del Re Enrico III d'Inghilterra.

« Lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola »
(Dante Alighieri, Inferno XII, 120)

Come cugino sia di Enrico III che di Simone V di Montfort, si ritrovò suo malgrado immischiato nella Seconda guerra dei baroni. Si schierò con i realisti e fu tra i prigionieri fatti a Lewes nel 1264, ma venne in seguito rilasciato.
Nel 1268 gli fu chiesto di andare dalla Sicilia, dove si trovava, in missione in Guascogna per pacificare la regione che viveva in una sorta di anarchia. Partì con Filippo III di Francia e Carlo d'Angiò al seguito del corteo funebre che riportava in Francia i resti di Luigi IX, morto da crociato in Tunisia.
Il 13 marzo del 1271, durante una lunga sosta del corteo a Viterbo, mentre stava assistendo alla messa nella chiesa di San Silvestro, venne improvvisamente raggiunto dai cugini Guido e Simone di Montfort il giovane, i quali desideravano vendicarsi su di lui dell'affronto subito dal re d'Inghilterra Enrico III, che aveva ucciso loro sia il padre che il fratello nella battaglia di Evesham, mutilando successivamente i loro cadaveri. Enrico fu brutalmente ucciso con ferite da spada mentre cercava di rifugiarsi sull'altare, in un delitto che provocò anche alcune vittime innocenti (i due chierici che assistevano il celebrante) e che, per l'efferatezza e per la profanazione del luogo sacro, destò molto scalpore in tutta Europa, anche perché proprio in quei giorni si stava ancora svolgendo a Viterbo il celebre, lunghissimo conclave che portò all'elezione di Gregorio X dopo ben 1006 giorni di Sede vacante. Dante Alighieri riprese l'episodio con una parafrasi per indicare Guido di Montfort tra gli omicidi. Egli parla del cuore di Enrico riprendendo una trattazione di Giovanni Villani, come esso fosse ancora sul Tamigi, e sul quale colasse (l'espressione è ambigua e può significare sia che il cuore è venerato, sia che non è ancora vendicato, perché il Montfort non fu mai punito per quell'omicidio). Infatti il Re d'Inghilterra avrebbe ottenuto il cuore del cugino da Filippo III di Francia, che aveva portato via da Viterbo i resti di Enrico, e l'avrebbe quindi messo in un'urna dorata su una colonna del Ponte di Londra.

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Giovanna d'Acri

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Giovanna Plantageneta o Giovanna d'Acri. Joan in inglese Juana in spagnolo e asturiano, Joana in galiziano, in portoghese, in catalano e in basco, Chuana in aragonese, Ieanne in francese e Johanna in tedesco e in fiammingo (Acri, primavera 1272 – Clare, 23 aprile 1307) principessa d'Inghilterra fu contessa consorte di Hertford e di Gloucester, dal 1290 alla sua morte.

Origine
Fu figlia settimogenita del re d'Inghilterra e duca d'Aquitania, Edoardo I e di Eleonora di Castiglia a sua volta figlia del re di Castiglia e León, Ferdinando III il Santo e di Giovanna di Dammartin.

Biografia
I continuatori della cronaca del monaco, Fiorenzo di Worcester, menzionano la nascita di Giovanna (filiam…Johannam), ad Acri, nel 1272, figlia della regina Eleonora (Alienor uxor domini Eadwardi).
Giovanna venne fidanzata, ancora bambina, tra il 1277 ed il 1278, con Hartmann d'Asburgo (1263-1281), figlio dell'imperatore, Rodolfo I e di Gertrude [Anna] von Hohenberg [Zollern], (ed il matrimonio fu programmato, per l'8 settembre 1278, a Londra; poi fu però rimandato.
Giovanna, ottenuta la dispensa papale nel 1289, sposò, nell'abbazia di Westminster, il 30 aprile 1290, Gilberto di Clare, VI conte di Gloucester e V conte di Herford. Il matrimonio è menzionato dai continuatori della cronaca del monaco, Fiorenzo di Worcester (ultimo die mensis Aprilis apud Westmonasterium di Gilbertus de Clare comes Gloverniæ e dominam Johannam dicta de Acra…filium regis Angliæ). Anche gli Annals of Dunstable riportano l'avvenimento (Edwardus rex…Johannam filiam suam secundo genitam sposò Gilberto comiti Gloverniæ).
Nel 1295, rimasta vedova, continuò a usare i titoli del marito in nome del figlio minorenne, Gilberto.
Gli stessi Annals of Dunstable riportano che, nel 1296 o all'inizio del 1297, si sposò segretamente con un membro della famiglia del suo primo marito, Rodolfo di Morthermer (1261-1325). Il re, ancora all'oscuro del matrimonio della figlia, il 16 marzo 1297, la promise in sposa ad Amedeo V di Savoia, conte di Savoia e d'Aosta e Moriana. Venuto a conoscenza del matrimonio segreto, Edoardo I, il 3 luglio di quell'anno, confiscò a Giovanna tutti i suoi possedimenti, mentre il marito, Rodolfo venne arrestato e imprigionato a Bristol; il 2 agosto perdonò Giovanna e scarcerò Rodolfo, che poté usare i titoli della moglie.
Giovanna morì, forse a causa di un parto, il 26 aprile 1307, a soli 35 anni, a Clare, Suffolk e il suo corpo fu inumato, a Clare, nella chiesa del monastero dei frati agostiniani.

Figli
Ebbe quattro figli dal matrimonio con Gilberto de Clare:
Gilberto de Clare (Cardiff 3 aprile 1312- 1312), inumato a Tewkesbury
Eleonora de Clare (1292-1337), che nel 1306 sposò in prime nozze Ugo Despenser il giovane e rimasta vedova si risposò con Guglielmo la Zouche, figlio di Roberto Mortimer del Richard's Castle.
Margherita di Clare (1293-1342), che, nel 1309, sposò il conte di Cornovaglia, Pietro Gaveston e dopo la sua decapitazione nel 1317, si risposò, in seconde nozze, con Ugo de Audley, I conte di Gloucester (circa 1289- 10 novembre 1347).
Elisabetta di Clare (Tewkesbury, 1295-1360), che, nel 1308, sposò, in prime nozze, Giovanni de Burgh (circa 1290-1313), figlio di Riccardo de Burgh, II conte dell'Ulster, nel 1316, in seconde nozze, Tebaldo di Verdon, ed in terze nozze, nel 1317, Ruggero Damory (?-13/14 marzo 1322).
Altri quattro figli li ebbe dal matrimonio con Rodolfo:
Maria di Monthermer (1298-dopo il 1371), che il 4 novembre 1307, sposò Duncan IV conte di Fife, figlio di Duncan Macduff e della moglie, Giovanna di Clare
Giovanna di Monthermer (1299- ?) che fu suora nell'abbazia di Amesbury, Wiltshire.
Tommaso di Monthermer (1301- battaglia di Sluis, Fiandre, 24 giugno 1340), che successe al padre, nel 1325, come signore di Monthermer e nello stesso periodo sposò la vedova del signore di Teyes, Margherita, che gli diede una figlia (Margherita di Monthermer, 1329- 1395, che successe al padre come baronessa di Monthermer e nel 1343, sposò Giovanni di Montagu, circa 1330-1390, figlio di Guglielmo di Montagu
Edoardo di Monthermer (circa 1304- 1340), fu convocato al parlamento, nel 1337, come signore di Monthermer

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Guy de Beauchamp, X conte di Warwick

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Guy de Beauchamp, X conte di Warwick (1272(circa) – 12 agosto 1315), grande magnate inglese, servì fedelmente Edoardo I d'Inghilterra, ma quando suo figlio, Edoardo II d'Inghilterra si legò troppo saldamente a Pietro Gaveston si allontanò dalla corte e fu uno dei principali artefici dell'esilio del favorito del re. Uomo erudito e colto era immensamente ricco secondo solo a Tommaso Plantageneto.

La famiglia d'origine e la discendenza
Guy de Beauchamp nacque intorno al 1272 da William de Beauchamp, IX conte di Warwick (1238 circa - 1298) e di Maud FitzJohn (morta il 16 o 18 aprile 1301). Suo nonno da parte di madre era John FitzGeoffrey (1205 circa - 23 novembre 1258) Gran giustiziere d'Irlanda che ottenne da Enrico III d'Inghilterra la firma delle Disposizioni di Oxford. Suo padre William era stato il primo Beauchamp a diventare conte di Warwick, poiché suo zio era morto senza eredi il titolo era stato ereditato da lui, così quando divenne padre nel 1272 chiamò suo figlio Guy, in onore del leggendario Guy di Warwick. Da ragazzo Guy contrasse matrimonio con Isabella di Clare, figlia di Gilberto di Clare, VII conte di Gloucester e VI conte di Hertford, ma il matrimonio venne annullato, o forse non venne mai nemmeno celebrato e nel 1309 si risposò con Alice de Toeni.

Dalla moglie Guy ebbe sette figli:
Thomas de Beauchamp, XI conte di Warwick (14 febbraio 1313 o 1314 - 13 novembre 1369), sposò Katherine Mortimer, figlia di Ruggero Mortimer, I conte di March
John de Beauchamp, I barone Beauchamp (1315 - 2 dicembre 1360)
Elisabeth de Beauchamp (1316 circa - 1359)
Maud de Beauchamp (morta nel 1366 circa)
Isabella de Beauchamp
Emma de Beauchamp
Lucia de Beauchamp

Al servizio di Edoardo I
Nella Pasqua del 1298 Guy venne creato cavaliere da Edoardo I d'Inghilterra, poco dopo andò a combattere alla Battaglia di Falkirk dove trovò modo di distinguersi tanto che il re lo ricompensò con una rendita annuale. Poco dopo, poiché suo padre era morto, Guy andò a rendere omaggio al re ed il 5 settembre 1298 venne creato ufficialmente conte di Warwick formalizzando la successione. Il suo servizio al re non venne mai meno, l'8 settembre 1299 era presente al secondo matrimonio del sovrano con Margherita di Francia, nel 1301 si occupò per conto del re del rilascio di Giovanni di Scozia che si trovava da qualche anno sotto la custodia di Papa Bonifacio VIIIe nel 1304 partecipò alla Battaglia di Stirling Bridge. Tale fedeltà venne ben ricompensata, nel 1307, attingendo alle proprietà confiscate all'esiliato sovrano scozzese, Edoardo I d'Inghilterra donò a Guy un maniero nella conte di Durham, ed il 7 luglio dello stesso anno, assieme a Tommaso Plantageneto e ad Enrico de Lacy, Conte di Lincoln, fu presente alla sua morte avvenuta nel Cumberland e portò le spade cerimoniali durante l'incoronazione di Edoardo II il 25 febbraio 1308.

Contro Pietro Gaveston e contro Edoardo II
Prima della sua morte Edoardo I d'Inghilterra aveva esiliato il favorito del figlio, Pietro Gaveston e Guy era fra coloro che dovevano prevenirne il ritorno. Tuttavia Edoardo II d'Inghilterra non solo lo richiamò, ma gli donò anche il titolo di conte di Cornovaglia e Beauchamp fu l'unico a rifiutarsi di riconoscere tale provvedimento adottando sin dall'inizio un atteggiamento ostile verso il re, almeno in questo frangente. Gaveston era considerato una specie di "nuovo ricco", di umili origini era stato affiancato al re dal padre che sperava in una benefica influenza da parte di questo giovanotto intelligente e capace. La vicinanza al principe aveva però montato la testa a Gaveston che si era inimicato i nobili con la propria arroganza ed ambizione e non ultima la sua sfrontatezza, dava infatti ai Pari nomignoli ridicoli, quello che aveva affibbiato a Beauchamp era "Il cane nero di Arden". Nel 1308 un documento scritto dai nobili costrinse il re a separarsi di nuovo dal suo favorito, il nuovo esilio durò meno di un anno e ben presto l'irritazione nobiliare crebbe ancora di più. La rabbia nasceva anche dalla scelta di Edoardo II d'Inghilterra di abbandonare la campagna di conquista della Scozia, decisione che esponeva le regioni di confine a pericolose e frequenti incursioni da parte degli scozzesi e Guy era personalmente interessato a questo avendo delle proprietà proprio lassù. Nel 1310 il re proibì ai nobili di presentarsi armati al Parlamento, questi però non obbedirono e in una seduta del marzo 1310 costrinsero il re a sottoscrivere un documento ricordato come le Ordinanze del 1311 che conteneva provvedimenti volti a limitare il potere regio. I capi della sommossa nobiliare erano Robert Winchelsey, arcicescovo di Canterbury dalla parte del clero e Beauchamp, Tommaso Plantageneto ed Enrico de Lacy, Conte di Lincoln da quella dei nobili. Lincoln era il più anziano ed esperto, il Plantageneto, genero del precedente, era il più ricco ed influente oltre ad essere il cugino del re, mentre Beauchamp, indicato come il leader, era sicuramente il più agguerrito. Le Ordinanze limitavano la libertà finanziaria del re, il suo diritto a nominare ministri e chiedevano l'esilio di Gaveston condannandolo alla scomunica in caso di rientro.

Co-autore della morte di Pietro Gaveston
Il suo terzo ed ultimo confino fu anche il più breve, meno di due mesi dopo lui ed Edoardo II d'Inghilterra erano ancora insieme. La scomunica, come anticipato, venne pronunciata dall'arcivescovo di Canterbury e la società nobiliare insorse di nuovo. Tommaso Plantageneto aveva ereditato i beni del suocero e si pose alla testa della rivolta, molti baroni cercarono di acciuffare Gaveston mentre lasciava York insieme al re. Gaveston si rifugiò nel castello di Scarborough, ma alla fine si arrese ad Aymer de Valence, II conte di Pembroke con l'accordo che gli sarebbe stata garantita l'incolumità. Il conte di Pembroke portò il prigioniero a Deddington, tuttavia mentre era assente, il 10 giugno 1312, Beauchamp lo prese e lo portò al castello di Warwick, qui alla presenza sua, di Tommaso Plantageneto ed altri fu condannato alla morte per decapitazione ed il 19 giugno a Blacklow Hill, sulle terre del Plantageneto, venne giustiziato. Secondo le cronache, quattro calzolai che trovarono il corpo lo portarono da Beauchamp che si rifiutò di prendersene carico e gli ordinò di riportarlo là dove era stato trovato. Il corpo di Gaveston trovò la pace solo nel 1315 quando il re lo fece seppellire a Kings Langley. Il modo in cui i nobili si erano occupati di Gaveston suscitò parecchie proteste e non furono pochi quelli che accordarono le proprie simpatie al re, non ultimo il conte di Pembroke infuriato perché i loro atti lo avevano fatto venir meno alla promessa fatta danneggiando così la sua reputazione ed il suo onore di cavaliere. Edoardo II d'Inghilterra giurò vendetta, ma la sua difficile posizione in contrapposizione alle ricchezze ed all'influenza dei nobili gli rese impossibile muoversi tempestivamente. Alla fine non fece molto e perdonò i ribelli, incredibilmente però il re uscì rafforzato da questi eventi, mentre il Plantageneto e Beauchamp persero influenza. Nel 1314 le cose cambiarono ancora, il sovrano aveva deciso di riprendere la campagna di Scozia, i due conti rifiutarono di partecipare e non presero quindi parte alla sonora sconfitta inglese alla Battaglia di Bannockburn il 24 giugno. Fu qui che il re indebolì di nuovo la propria posizione e fu costretto, di nuovo, a riconfermare le Ordinanze.

La morte e dopo la morte
Beauchamp comunque non poté godere a lungo del proprio rinnovato trionfo, morì infatti, si dice avvelenato, il 12 agosto 1315. Alla sua morte Guy era un uomo molto ricco e le sue proprietà vennero prese dalla corona che le spezzettò in oltre diciannove contee fra Inghilterra, Galles e Scozia, l'erede era Tommaso de Beauchamp, XI conte di Warwick che però non entrò in possesso delle terre e del titolo fino al 1326; sia lui che il fratello Giovanni de Beauchamp, Barone di Beaucamp, combatterono in Francia e vennero insigniti dell'Ordine della Giarrettiera. Benché oggi sia per lo più visto come uno degli autori della sommaria esecuzione di Gaveston, i contemporanei lo consideravano diversamente, era un uomo saggio, colto, istruito, che possedeva tanti libri quanti ne donava alle chiese. Dopo la sua morte fu Tommaso Plantageneto a prendere le redini e il potere e le sue azioni portarono ad anni di profonda instabilità nel paese finché lui stesso non venne giustiziato nel 1322.

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Pietro Gaveston

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Pietro Gaveston, I conte di Cornovaglia (1284 circa – Warwick, 19 giugno 1312), è noto per essere stato il favorito di Edoardo II d'Inghilterra.

Nascita e primi anni a corte
Pietro Gaveston era il figlio di un cavaliere guascone che, grazie al proprio matrimonio e alle proprie abilità militari era entrato al servizio di Edoardo I d'Inghilterra e vi rimase fino alla morte avvenuta intorno al 1302. Della vita di Pietro durante l'infanzia si sa poco, sia lui che il re Edoardo II d'Inghilterra hanno sempre sostenuto di essere coetanei, motivo per cui si colloca la sua nascita attorno al 1284, l'anno di quella del re. Pietro compì il suo primo viaggio in Inghilterra nel 1297 al seguito del padre che si era liberato dalla prigionia francese (Edoardo I d'Inghilterra lo aveva offerto come ostaggio al re francese nel 1294). In un secondo viaggio avvenuto nel 1300 Pietro venne assegnato alla corte del principe Edoardo, suo padre sperava infatti che avesse una benefica influenza sul figlio grazie alla propria, precoce, abilità, combattiva. Già solo sei anni dopo, però, il rapporto fra Gaveston e re Edoardo I d'Inghilterra andava deteriorandosi, nel 1306 era stato creato cavaliere insieme al principe e tuttavia, lui con altri ventidue cavalieri disertarono un combattimento contro gli scozzesi per andare a un torneo. Gaveston e gli altri vennero imprigionati, ma grazie alla regina Margherita di Francia vennero rilasciati nel gennaio 1307. Tuttavia il re non intendeva lasciarlo a corte, ordinò a Gaveston di partire entro il 30 aprile, pare che questa decisione derivasse dalla richiesta del principe di donare a Gaveston la contea del Poitou di cui Edoardo II d'Inghilterra era titolare. Gaveston partì nonostante le proteste del principe che non lo lasciò comunque andare a mani vuote, lo rifornì infatti di denaro, cavalli e vestiti costosi. La separazione fu breve, il 7 luglio 1307 il re moriva, entro agosto Gaveston era di ritorno ed il 6 dello stesso mese Edoardo II d'Inghilterra lo nominò conte di Cornovaglia.

Gli onori ed il secondo esilio
La decisione del re creò sconcerto, l'idea di elevare fra i Pari d'Inghilterra un uomo di origini modeste con un titolo che, per di più, era stato riservato dal precedente sovrano ad uno dei figli avuti dalla seconda moglie Margherita di Francia era considerata bizzarra. Per altro il titolo di conte della Cornovaglia portava con sé un grande numero di possedimenti e di terre che avrebbero innalzato enormemente le finanze di Gaveston senza contare il potere che ne poteva ricavare. Tuttavia nessuno protestò apertamente e per rafforzare ulteriormente la posizione del proprio protetto Edoardo II d'Inghilterra gli procurò un vantaggioso matrimonio con Margaret de Clare(1293-1342) sorella del conte di Gloucester, importante membro della nobiltà britannica.
I malumori della nobiltà tuttavia iniziarono presto, nel 1308 il re andò in Francia per sposare Isabella di Francia e lasciò Gaveston come reggente, altra scelta strana poiché la reggenza solitamente veniva lasciata a un parente stretto ed, esclusi i fratelli ancora piccoli, c'erano comunque molti cugini a lui vicini che si sarebbero aspettati di essere scelti. L'arroganza di Gaveston fece salire l'ira dei nobili che, nel gennaio 1308 sottoscrissero un documento dove si parlava di come l'onore della corona venisse macchiato e di quanto il popolo si sentisse oppresso, benché non si facesse mai il nome di Gaveston furono in molti a leggerlo fra le righe ed il Parlamento stesso iniziò a fare pressioni perché venisse di nuovo esiliato. Alle pressioni interne si aggiunsero quelle esterne, Filippo IV di Francia fece giungere in Inghilterra la propria indignazione per il trattamento riservato alla figlia, smaccatamente ignorata in favore di Gaveston, alla fine il re dovette cedere e il 18 maggio 1308 Gaveston fu esiliato per la seconda volta.

La guerra contro Gaveston ed il re da parte dei nobili e la morte
L'esilio non fece diminuire il potere di Gaveston, benché avesse perduto il contado della Cornovaglia (era una delle conseguenze dell'esilio), il re provvide ad assegnarli proprietà per 3.000 sterline in Guascogna ed altrettante in Inghilterra, in aggiunta venne nominato Luogotenente d'Irlanda con la condizione che avrebbe dovuto rispondere soltanto al re delle proprie azioni, un modo del re per dimostrare il proprio potere e per mitigare l'umiliazione dell'esilio. L'Irlanda era peraltro una provincia riottosa e, a parte lo smaccato favoritismo dimostrato dal re, Gaveston fu in effetti in grado di fronteggiare la situazione domando le rivolte e fortificando le città e i presidi più deboli. Nel mentre il re, approfittando dell'assenza di Gaveston, ricuciva i rapporti con i nobili e concesse nuove leggi che offrivano maggiori libertà alla nobiltà, grazie a tutto questo, nel 1309 il parlamento revocò l'esilio di Gaveston. La pace durò poco, Gaveston iniziò a sbandierare la propria stretta relazione con il re ed a prendersi gioco dei nobili affibbiando loro nomignoli offensivi e trattandoli con disprezzo, a ciò forse si potrebbe aggiungere il risentimento derivato dalla riacquisizione di Gaveston del contado di Cornovaglia. Il risultato fu che, nel 1311 diversi nobili compilarono un documento dove, fra le altre cose, si chiedeva al re di ridimensionare il potere di Gaveston e di non porre in essere guerre senza il consenso dei nobili. La nobiltà in quel periodo era frustrata dalla crescente tassazione che doveva finanziare la guerra contro la Scozia, tuttavia il conflitto non produceva effetti evidenti, anzi gli scozzesi avevano messo a segno diverse battaglie. Quando Edoardo II d'Inghilterra partì per la guerra all'inizio del 1311 solo Gaveston e pochi altri erano con lui, la missione fu fallimentare con una decisiva disfatta degli inglesi e di Gaveston in particolare che aveva comandato diverse truppe contro Roxburgh e Perth. In quel periodo il cugino di Edoardo II d'Inghilterra, Tommaso Plantageneto, vide aumentare la propria influenza grazie alla morte del suocero che apparteneva alla corrente dei moderati, Tommaso appoggiava i nobili ribelli e capeggiò la loro rivolta rifiutando ogni proposta di mediazione da parte del re che si era offerto di approvare ogni proposta scritta nel documento che avevano prodotto a patto che salvassero Gaveston dall'esilio. La risposta fu negativa e il re dovette arrendersi, il 3 novembre 1311 Gaveston lasciò di nuovo il paese. Due mesi dopo però tornò indietro, forse spinto dalla nascita di un figlio, il re decise che l'esilio era illegale e ridiede a Gaveston tutte le sue proprietà, per i nobili fu troppo e dichiararono guerra al re ed al suo favorito. I nobili, guidati da Tommaso Plantageneto, inseguirono i due in ogni angolo del regno dando loro la caccia ed assediando ogni fortezza in cui si rifugiarono, i tentativi di Gaveston di asserragliarsi entro qualche castello furono vani e nel maggio del 1312 si arrese dopo che alcuni nobili avevano assediato il castello di Scarborough entro cui si era rifugiato. Nel tempo della prigionia gli fu concesso di vedere la moglie finché, il 19 giugno 1312 dinnanzi ai nobili, fra cui spiccava Tommaso Plantageneto suo fiero avversario, venne condotto a Blacklow Hill dove fu trafitto e decapitato da due gallesi.

Il corpo di Gaveston venne sepolto cristianamente soltanto il 2 gennaio 1315, con la revoca della scomunica da parte del pontefice. Benché Edoardo II fosse furente e addolorato per la morte del proprio favorito, non poté fare molto: la guerra e la fuga lo avevano lasciato sprovvisto di beni e cavalli che erano rimasti in altre residenze e questo lo mise alla mercé dei nobili, che lo obbligarono a sottoscrivere ogni clausola del documento e a giurare di non perseguirli per la morte del suo favorito.


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Henry de Percy, I barone Percy

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Henry de Percy, I barone Percy (Sussex, 25 marzo 1273 – ottobre 1314), figlio di Henry de Percy ed Eleonora de Warenne, nipote a sua volta di Guglielmo il Maresciallo.

La famiglia
Henry Percy nacque nel 1273, suo padre, Henry Percy, era morto sette mesi prima e poiché gli altri due suoi fratelli erano periti nell'infanzia e i fratelli del padre erano deceduti, Henry salvò la linea famigliare dall'estinzione. Suo nonno da parte di madre era il potente Giovanni de Warenne, VI conte di Surrey, mentre la nonna era Alice di Lusignano. Nel 1293 fu abbastanza grande per ereditare le proprietà paterne di Sussex e Yorkshire e l'anno seguente si sposò con Eleonora FitzAlan(1284 - 1328), figlia di Riccardo FitzAlan, VIII conte di Arundel (3 febbraio 1266 o 1267 - 9 marzo 1301 o 1302). Successivamente provvide a cambiare lo stemma di famiglia adottando un leone blu su sfondo d'oro, così da riunire in un solo simbolo sia quello dei Warenne, il leone blu, che quello degli Arundel, lo sfondo dorato richiamando così l'attenzione sul legame con la famiglia reale che gli veniva dalla nonna Alice di Lusignano. Sempre nel 1293 venne chiamato a combattere in Francia, ma presto il re Edoardo I d'Inghilterra lo richiamò perché andasse in Galles a sedare una ribellione vivendo così la sua prima vera esperienza militare.

La guerra di Scozia
Nel 1295 Henry viene mandato al nord, in Scozia, assieme al nonno Giovanni de Warenne, VI conte di Surrey, re Edoardo voleva la guerra con gli scozzesi e per ottenerla non esitò ad umiliare il loro re, Guglielmo I di Scozia, così da far accendere la scintilla. L'anno prima il re Filippo IV di Francia si era preso l'Aquitania ed Edoardo era stato costretto ad una tregua con gli scozzesi per non trovarsi due fronti aperti, la pace temporanea era stata mediata da de Warenne che era il genero del sovrano scozzese. Nel 1296 le cose però erano cambiate ed Edoardo era pronto a combattere, in marzo l'esercito regio circondò l'importante porto scozzese di Berwick-upon-Tweed e il 30 dello stesso mese Henry venne nominato cavaliere. Lo stesso giorno la città venne presa e il re, che si dice fosse stato provocato dagli abitanti, ordinò che l'intera popolazione senza distinzione di sesso o di età, venisse passata per le armi, le cronache riportano di migliaia di esecuzioni. Henry venne spedito dal nonno, insieme ad altri nobili minori, circa 30 miglia a nord verso Dunbar. Quando lo scontro con gli scozzesi venne vinto e gli inglesi ebbero preso il castello il re si unì ai nobili vittoriosi, l'avanzata inglese sembrava inarrestabile e in pochi mesi l'intera Scozia venne conquistata. Guglielmo I di Scozia venne forzato all'abdicazione e Giovanni de Warenne, VI conte di Surrey fu messo a capo della regione, come se fosse una qualunque provincia del regno. Durante la guerra Henry aveva dimostrato il proprio valore e venne ricompensato con il governo del Cumberland, di Galloway e dell'Ayrshire, mentre re Edoardo tornava a pensare alla Francia, altro fronte di pace assai precaria. Nell'estate del 1297 la Scozia si infiammò nuovamente, sotto la guida William Wallace, Robert Bruce ed altri, fra cui William Douglas e Andrew Murray gli scozzesi insorsero uccidendo lo sceriffo inglese di Lark. Henry, unitamente ad altri nobili, cercò di sedare la rivolta, approfittando del fatto che Wallace fosse nella Scozia centrale riuscirono a ottenere una sorta di sottomissione dopo una battaglia ad Irvine, all'estremo sud del paese. Intanto de Warenne andava alla caccia di Wallace e lo trovò nei pressi di Stirling, la Battaglia di Stirling Bridge che seguì fu una totale disfatta per gli inglesi, i rinforzi non poterono fare alcunché e l'esercito inglese venne spazzato via dai ribelli, ancora peggio gli inglesi vennero spediti fuori dai confini scozzesi, mentre Wallace e i suoi uomini facevano continue incursioni nel nord dell'Inghilterra accarezzando il progetto di invaderla. Nella primavera del 1298 Edoardo tornò in patria dalla Francia e reclutò un esercito piuttosto corposo e marciò verso la Scozia, ne nacque la Battaglia di Falkirk che vide gli inglesi vittoriosi. Anche Henry de Percy era presente come veterano nella cavalleria mobile.

Negoziatore, soldato e proprietario terriero
Nel 1299 Henry raccolse ancora i frutti della propria fedeltà al re, Edoardo infatti gli donò parecchie terre che erano appartenute al ribelle Ingram Balliol, alcune di esse erano in Scozia, questo forse anche allo scopo di mantenere alto il suo interesse circa la conquista della regione. Henry venne anche nominato pari del regno e come tale convocato in Parlamento e poté così fregiarsi del titolo di Barone. Negli anni seguenti Percy passò diverso tempo a combattere scaramucce di confine ed azioni di guerriglia scozzesi o a compierle lui stesso per mantenere od ampliare i propri confini. Nel 1301 era nel suo castello nello Yorkshire dove probabilmente viveva la moglie, tre anni dopo, in estate, andò con il re all'attacco della città di Dunfermline, in quel periodo Robert Bruce, che si era già schierato con o contro gli inglesi diverse volte, si arrese al re e quando fu preso il castello di Stirling, nella primavera del 1304, la Scozia era del tutto conquistata. Nel settembre del 1305 fu convocato il Parlamento inglese insieme a quello scozzese così da trovare un accordo sull'unificazione dei due stati, Henry Percy fu uno dei principali negoziatori inglesi e Robert Bruce lo era per gli scozzesi, ma il nobile stava già tramando per ridare la libertà al proprio paese. Questa libertà Bruce se la riprese il 25 marzo 1306, giorno in cui venne incoronato re di Scozia, presso l'abbazia di Scone. Henry fu incaricato dal re di sovrintendere al nord dell'Inghilterra ed al sud della Scozia soffocando le ribellioni senza pietà, lo scontro diretto con Bruce lo vide vincitore, ma quegli erano solo i primi momenti di una guerriglia lunga e sanguinosa che vide gli inglesi, sì proprietari dei castelli scozzesi, ma con continui agguati e rappresaglie, anche in patria, da parte dei ribelli.

Edoardo II e Pietro Gaveston
Re Edoardo I d'Inghilterra morì il 7 luglio 1307 mentre preparava l'ennesima campagna scozzese, morente chiese ai baroni di dare il trono al figlio Edoardo II d'Inghilterra e di far restare in esilio Pietro Gaveston, favorito del principe che era stato bandito dal re. Per Henry la morte di Edoardo fu una grave perdita, era proprietario di numerose terre al di qua ed al di là del confine che erano costate lunghi anni di guerra e che ancora non erano sicure ed il nuovo re non aveva nessun interesse a continuare la conquista scozzese. Edoardo II d'Inghilterra richiamò subito Gaveston e lo creò conte di Cornovaglia, un titolo molto prestigioso, e poco dopo congedò Henry ed altri comandanti militari che erano stati fedeli al padre, dopo di che, nell'agosto del 1307 lui stesso lasciò la Scozia. La debole politica di Edoardo II facilitò la resurrezione militare di Robert Bruce che, riunito un esercito, conquistò in pochi mesi la Scozia orientale entro la fine del 1307, nell'agosto successivo presero l'Argyll ed il Northumberland. Henry fu richiamato in servizio, ma benché fosse in grado di mantenere il controllo dei castelli, non aveva le possibilità di controllare l'intero territorio. Nel febbraio del 1308 Henry andò a Londra per assistere all'incoronazione di Edoardo II d'Inghilterra, la cerimonia venne ritardata di una settimana a causa della preoccupazione francese dettata dal fatto che il preferisse la compagnia di Gaveston a quella della giovane moglie Isabella di Francia. Durante la cerimonia Gaveston ebbe la precedenza su tutti gli altri conti, al banchetto vestì abiti degni di un re e fu lui e non la regina a sedere accanto al nuovo sovrano. L'incidente diplomatico con i francesi venne evitato, così come la reazione violenta dei conti, ma, alla convocazione parlamentare avvenuta in primavera, i baroni chiesero di nuovo l'esilio per il favorito, giustificando la loro richiesta sulla differenza fra la Fedeltà al Re e la Fedeltà alla Corona. La risposta di Edoardo fu semplice, Gaveston venne nominato Luogotenente d'Irlanda ed Henry Percy fu uno dei testimoni. Tuttavia nel 1308 Edoardo venne costretto a cedere e Gaveston venne nuovamente esiliato.

La guerra contro Gaveston
Fin dall'estate successiva il re maneggio per far tornare il favorito in patria, ma Henry in quel periodo era occupato in altre faccende, stava infatti acquistando la tenuta di Alnwick con il relativo castello. Sul fronte politico intanto Gaveston peggiorava la sua posizione, il suo principale oppositore era Tommaso Plantageneto uomo potente ed imparentato con il re, i due avevano infatti in comune il bis-nonno Enrico III d'Inghilterra, e Gaveston non si fece scrupolo ad insultarlo pubblicamente. Nel 1310 il Parlamento obbligò il re ad accettare l'elezione di ventuno Lord Ordainers che governassero il paese, quando in giugno il re ordinò una campagna contro la Scozia Henry si presentò a combattere, ma molti altri nobili rifiutarono di presentarsi. Dall'altra parte Robert Bruce sembrava rifuggire la guerra aperta preferendo invece la guerriglia, ugualmente devastante, ed i rapporti fra Edoardo ed i nobili andarono via via peggiorando. Nel maggio del 1311 Gaveston ordinò ad Henry di tenere la città di Perth per l'estate con duecento cavalieri e senza fanteria, un'impresa pericolosa considerando che l'esercito del re si stava ritirando verso l'Inghilterra. Percy comunque riuscì a cavarsela ed in ottobre era a Londra, una volta di più i nobili costrinsero Gaveston all'esilio nelle Fiandre, ma in gennaio era già ritornato a York con la moglie incinta ed i beni restituiti. Ad Henry venne ordinato di lasciare il castello di Scarborough, nello Yorkshire che venne dato a Gaveston, e gli eventi iniziarono a precipitare. In aprile il sovrano e Gaveston vennero costretti a fuggire da Newcastle per l'arrivo dell'esercito guidato da Tommaso Plantageneto, Percy ed altri nobili e dovettero riparare a Scarborough. Per la fretta lasciarono indietro la moglie di Gaveston, Margaret de Clare ed il figlio in fasce oltre ad un numero assai consistente di beni e preziosi. Il castello di Scarborough venne preso d'assedio da numerosi nobili e dopo un mese Gaveston fu catturato e giustiziato il 19 giugno 1312.

La breve prigionia e la morte
Il re cercò vendetta per la sorte del proprio favorito e per dare un esempio si scagliò contro uno dei meno potenti fra tutti i baroni, confiscò i beni di Percy e lo fece imprigionare il 28 luglio del 1312. I nobili fecero della sua liberazione uno dei punti principali del loro accordo con il re, al fine di evitare la guerra civile, e nel gennaio 1313 fu liberato e gli furono restituiti i propri beni. Anche il recuperò dei soldi, infatti riprese possesso dell'enorme tesoro di Gaveston. Nel 1314 Edoardo chiamò una nuova campagna contro gli scozzesi che culminò nel disastro della Battaglia di Bannockburn, Henry rifiutò di parteciparvi asserendo che, secondo le Ordinanze del 1311, la richiesta avrebbe dovuto essere ratificata dal Parlamento. Percy rimase così ad Alnwick a proteggere le proprie terre dalle incursioni scozzesi, dopo la disfatta gli venne chiesto di recarsi a Newcastle per preparare una difesa d'emergenza contro l'avanzata dell'esercito di Bruce. Il re scozzese preferì non fare azioni belliche su grande scala, ma piccole scorribande allo scopo di raccimolare denaro. Henry Percy morì poco dopo, alla metà di ottobre del 1314.
Dalla moglie Eleonora FitzAlan ebbe:
Henry de Percy, II barone Percy (1299 - 1352)
William de Percy (morto nel 1355)

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Eleonora Plantageneto

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Eleonora d'Inghilterra (Gloucester, 1215 – Montargis, 13 aprile 1275) fu la quinta (e ultima) figlia di Giovanni Senza Terra e di Isabella d'Angoulême.

Biografia
Quando nacque la Magna Charta era stata appena firmata ed i francesi erano alle porte del regno, questo turbolento periodo portò con sé anche la morte di re Giovanni Senza Terra che spirò nel 1216, quando Eleonora aveva appena un anno. Quando compì dieci anni venne sposata a Guglielmo il Maresciallo, II conte di Pembroke, l'uomo, allora sui trentacinque anni, era il figlio del precedente conte che aveva aiutato Enrico III, fratello di Eleonora, ad insediarsi sul trono. Il matrimonio durò circa sette anni e meno che ventenne Elenora si trovò vedova, poco dopo pronunciò un voto di castità dinnanzi all'Arcivescovo di Canterbury. Sette anni più tardi, nel 1238 incontrò e sposò segretamente Simone V di Montfort, sesto conte di Leicester, il suo precedente voto di castità poteva inficiare le nozze così suo marito fece un pellegrinaggio a Roma per chiedere la dispensa papale. Con il secondo marito Eleonora ebbe sette figli. Rimase di nuovo vedova nel 1268 e si spense nel 1278.

Discendenza
Simone di Montfort ed Eleonora di Leicester ebbero sette figli, molti dei quali furono di per sè persone influenti[1]
Enrico di Montfort (1238 – 1265)
Simone VI di Montfort (1240 – 1271)
Amaury di Montfort, canonico di York (1242/1243 – 1300)
Guido di Montfort, Conte di Nola[2]
Giovanna di Montfort (nata e morta a Bordeaux tra il 1248 ed il 1251).
Riccardo de Montfort († 1266 ?).
Eleonora di Montfort (1252–1282), andata sposa a Llywelyn ap Gruffudd, Principe di Galles.

http://it.wikipedia.org/wiki/Eleonora_Plantageneto
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Hugh de Courtenay, I conte di Devon

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Hugh de Courtenay, I conte di Devon (14 settembre 1275(o 1276) – Exeter, 23 dicembre 1340), figlio di Hugh de Courtenay (25 marzo 1248 o 1249 - Devon 28 febbraio 1291 o 1292) e di Eleanor Despenser. Per parte di madre discendeva dalla famiglia dei de Redvers, primi detentori del titolo di conte di Devon.

Le origini
Hugh de Courtenay nacque nel settembre del 1275 o 1276 da Hugh de Courtenay e da Eleanor Despenser, appartenente alla famiglia dei Despenser favorita di re Edoardo II d'Inghilterra. Della sua infanzia non si sa molto se non che, il 28 febbraio 1292, più o meno all'epoca del suo matrimonio con Agnes St. John entrò in possesso della proprietà di Okehampton e delle terre dei de Redvers che non erano ancora state confiscate dalla corona. In questo modo ereditò anche il titolo di Conte di Devon, anche se poi gli venne formalmente riconosciuto solo attorno al 1333.

Al servizio del re la campagna di Scozia
Il 20 giugno 1297 Hugh rese omaggio ad Edoardo che gli riconobbe un proprio stallaggio, in quel periodo il re stava predisponendo una spedizione in Scozia ed è possibile che quel dono fosse un riconoscimento per le capacità militari di Hugh. In luglio gli inglesi ebbero una schiacciante vittoria sugli scozzesi ad Irvine, ma dall'anno successivo la sorte mutò grazie alle campagne condotte da William Wallace. Nel 1298 venne convocato in Parlamento e vi rimase durante il regno di Edoardo I d'Inghilterra, del figlio Edoardo II d'Inghilterra e del nipote Edoardo III d'Inghilterra, diventando uno dei più importanti nobili del paese. Nel luglio del 1300 Hugh si unì al re nell'assedio al castello scozzese di Caerlaverock, nonostante non fosse stato presente alla Battaglia di Stirling Bridge avvenuta l'11 settembre 1297 Hugh si dimostrò sempre un soldato capace e assolutamente fedele alla corona inglese. Una volta vinto l'assedio di Caerlaverock Edoardo si convinse a voler arrivare fino alle terre di Robert Bruce per devastarle, nell'avanzata però le truppe si dispersero e solo una parte proseguì verso nord. In quel momento Hugh era con il re che si era appena insediato all'abbazia di Sweetheart, in Scozia, per ricevere l'arcivescovo di Canterbury che veniva con una missiva di Papa Bonifacio VIII che pregava di cessare le ostilità. Una simile richiesta non poteva venire ignorata e vennero dichiarati sei mesi di tregua, in settembre le truppe vennero congedate e poiché la scarsità di denaro era stata una delle cause del fallimento dell'impresa il Parlamento venne convocato per il gennaio del 1301.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Hugh_de_Co ... e_di_Devon
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Robert de Ferrers, VI conte di Derby

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Robert de Ferrers, VI conte di Derby (Derbyshire, 1239 – 27 aprile 1279 (poco prima)), figlio di Guglielmo di Ferrers, V conte di Derby e di Margaret de Quincy (nata attorno al 1218).

Le origini e l'acquisizione del titolo
Robert de Ferres nacque nel 1239 nel Derbyshire, da parte di madre era bis-nipote di Saer de Quincy, uno dei baroni che si ribellò contro Giovanni d'Inghilterra per la Magna Charta e sempre dal lato materno era imparentato con Dervorguilla di Galloway, madre di Giovanni di Scozia. La sua famiglia paterna era di origini francesi, tanto che il cognome deriva dal loro paese di provenienza, Ferrières-Saint-Hilaire, in Normandia, dal quale erano partiti al seguito di Guglielmo il Conquistatore.
Nel 1249 sposò Maria di Lusignano, allora di sette anni, figlia di Ugo X di Lusignano nell'Abbazia di Westminster, nel 1254 rimase orfano di padre ed ereditò il titolo diventando VI conte di Derby, diventando anche guardiano dell'allora principe Edoardo I d'Inghilterra.
Quando divenne maggiorenne nel 1260 ereditò formalmente titolo e proprietà che comprendevano terre nel Derbyshire, Staffordshire e Nottinghamshire, in aggiunta ad una porzione di Lancashire che derivava dalle proprietà di Ranulph de Blondeville, la cui sorella aveva sposato il nonno di Robert, questo insieme di terre faceva di lui un uomo assai ricco e potente.
La sua eredità tuttavia venne ben presto intaccata, un terzo dovette andare a sua madre come pensione vedovile, un'altra parte consistente veniva reclamata dai creditori per un debito di 8.000£ che aveva contratto suo padre, per pagare il quale Robert si rivolse ai banchieri ebrei di Worcester, ed infine vi era una parte da dare a suo fratello ed alla di lui moglie. Tolto tutto questo sembrò che a Robert rimanesse poco più che la dote della moglie.

La ribellione
A differenza dei suoi predecessori Robert dimostrò di avere un carattere violento ed impetuoso, imprevedibile ed apparentemente incapace di sofisticazioni politiche. Nei primi anni si disinteressò alquanto della politica, preso com'era dai problemi interni alla propria famiglia, ma aveva di certo famigliarità con quanto andava accadendo sulla scena nazionale grazie alla propria amicizia con Riccardo de Clare, VI conte di Gloucester e con Simone V di Montfort.
Nel 1263 Montfort tornò in Inghilterra e si ribellò contro Enrico III d'Inghilterra dando il via alla Seconda guerra dei baroni, Robert si schierò con lui e in maggio aveva preso i castelli di Skenfrith, Grosmont e Whitecastle che appartenevano al principe Edoardo I d'Inghilterra. Le dichiarazioni di Luigi IX di Francia secondo le quali le Disposizioni di Oxford erano illegali non portarono altro che ulteriore agitazione.
Nel febbraio del 1264 Robert attaccò Worcester saccheggiando il quartiere ebraico e le case private, danneggiando le terre della corona dei dintorni, approfittò della situazione per far sparire i documenti che registravano i prestiti che doveva ai banchieri ebrei apportando un significativo miglioramento alla sua situazione finanziaria. Fatto ciò si riunì con Montfort al castello di Gloucester, dove seppe che Edoardo I d'Inghilterra era scappato dalla sua prigionia al maniero grazie ad una tregua che aveva stretto con il figlio di Simone V di Montfort, Enrico di Montfort. Il dispetto che Robert mostrò in quell'occasione da motivo di supporre che l'astio che covava verso i reali andasse al di là della semplice lotta politica. Il motivo potrebbe risalire alla questione sorta circa la proprietà della famiglia Ferrers sul castello di Peverl nel Derbyshire. Questo maniero apparteneva alla stirpe dei Peverl di cui faceva parte Margaret Peverl (circa 1114 - 1141 circa), che aveva sposato Robert de Ferrers, II conte di Derby (1090 circa - 1162). Re Giovanni d'Inghilterra ne aveva affidato l'amministrazione al nonno di Robert, il quarto conte, ma Enrico III d'Inghilterra l'aveva poi revocata nel 1222 e l'aveva successivamente affidata al figlio Edoardo.
La fuga permise al principe Edoardo di attaccare il castello di Northampton, dove il fratello di Robert ed altri nobili furono presi prigionieri, successivamente il principe si diresse su Tutbury Castle, dove Robert era nato, radendolo al suolo nel marzo del 1264. Quando in maggio vi fu la Battaglia di Lewes, in cui furono catturati il re, suo figlio e suo fratello Riccardo di Cornovaglia Robert non partecipò, ma non si esentò dal trarre profitto dalla sconfitta reale. Approfittando della situazione de Ferrers si prese non solo il castello di Pevererl, ma anche diversi altri manieri nello Yorkshire e nel Derbyshire.
La vittoria a Lewes fece di Simone V di Montfort il signore d'Inghilterra e in tale veste indisse le elezioni per eleggere i membri del parlamento, alcuni baroni tuttavia decisero di ritirarsi, giudicando il progetto di Montfort troppo ambizioso. Tuttavia Montforto continuò il suo progetto e seguitò a trattare con Edoardo I d'Inghilterra per discutere del prezzo da pagare per la liberazione sua, del padre e dello zio. Una delle condizioni poste era che il principe rinunciasse a una buona parte delle sue terre, terre che, però, erano già finite nelle mani di Robert, questo mise lui e Montfort uno contro l'altro, tanto che quest'ultimo convocò de Ferrers alla seduta del Parlamento del gennaio 1265 intimandogli di cedere il castello di Peverl e imprigionandolo poi nella Torre di Londra.

Un'altra ribellione
Nei mesi seguenti Montfort perse via via i propri sostenitori, alla fine, Edoardo scappò dalla propria prigionia a Kenilworth grazie all'aiuto di Riccardo de Clare, VI conte di Gloucester, in agosto seguì la Battaglia di Evesham, Montfort venne ucciso e il potere regio ristabilito.
Anche Robert venne liberato, il re comprese che il denaro e la potenza militare del conte di Derby poteva venire utile e dietro il pagamento di un'ammenda lo lasciò andare, de Ferrers però non sembrò pago della propria buona sorte e si ribellò di nuovo. Nel 1266 si unì a un gruppo di vecchi sostenitori di Montfort per tentare un nuovo rovesciamento del trono, la sorte però non fu loro amica e dopo alcune brevi battaglie i ribelli vennero sconfitti e catturati, chi riuscì a sopravvivere si rifugiò nei boschi come un qualsiasi fuorilegge. Nel 1268 Robert venne scoperto e catturato, non si sa venne tradito o se fosse vulnerabile per via di un attacco di gotta, malattia che lo affliggeva spesso, e venne imprigionato al castello di Windsor dove rimase fino al 1269 con l'accusa di alto tradimento.
Pur nella difficoltà Robert si appellò a un documento sottoscritto fra il principe Edoardo I d'Inghilterra ed i baroni al tempo di Evesham, secondo il quale avrebbe potuto reclamare le proprie terre pagando una multa pari a sette volte il loro valore annuale. Robert venne rilasciato e le sue proprietà gli furono restituite, anche se per questo contrasse un debito di 50.000£ con il principe in persona.
La possibilità che reperisse tale somma era remota, tuttavia Edmondo il Gobbo, figlio di Enrico III d'Inghilterra ed altri nobili, erano decisi a tenere per se stessi le proprietà di de Ferrers, lo catturarono e lo costrinsero a passare tutte le sue tenute a dodici prestanome, Robert venne tenuto prigioniero fino al 9 luglio 1269.
De Ferrers passò i seguenti dieci anni a tentare di rimettere insieme le proprie ricchezze, sia per via legale che per via militare e sempre con poco o nullo successo, tanto che alla sua morte della grandezza della famiglia era rimasto ben poco.
Fra il 1266 ed il 1269 era morta Maria di Lusignano, la sua prima moglie, senza lasciargli figli, il 26 giugno del 1269 contrasse un altro matrimonio con Eleonora de Brewes, imparentata con l'importante famiglia dei de Bohun, non avendo più terre sue andò a vivere in quelle che facevano parte della dote della moglie, nel Northamptonshire, insieme ebbero due figli:
Giovanni de Ferrers, I Barone Ferrers di Chartley (Cardiff 20 giugno 1271 - Guascogna 1324)
Eleonora de Ferrers
Robert de Ferrers morì poco prima del 27 aprile 1279, mentre sua moglie Eleonora spirò il 20 febbraio del 1313 o 1314.

http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_de_ ... e_di_Derby
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