Corona di Castiglia e Leon

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Veldriss
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Pietro di Castiglia

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Pietro di Castiglia (Siviglia, 1260 – Ledesma, 20 ottobre 1283) fu un principe castigliano e signore di Ledesma, Alba de Tormes, Salvatierra, Galisteo e Miranda.

Biografia
Era figlio del re Alfonso X di Castiglia e della principessa Violante d'Aragona e fratello gemello di Giovanni.
Durante l'assedio di Algeciras nel 1278 il re lo mise a capo delle truppe di terra; venne tuttavia affiancato nel suo ruolo da Alfonso Fernández di Castiglia, figlio naturale di Alfonso X avente maggiore esperienza in campo militare.
Nel 1279 Pietro ricevette dal padre la città e la provincia di Cordova.
Il 7 febbraio 1281 sposò Margherita di Narbone, figlia del visconte Aimery IV di Narbona, dalla quale ebbe un figlio: Sancho (1283-1312), erede del padre.
Ebbe anche un figlio naturale da una dama rimasta sconosciuta, llamado Sancho Pére.
Alla morte di suo fratello Ferdinando de la Cerda, erede al trono, prese le parti di Sancho IV di Castiglia. Per essersi sollevato contro il re venne da questi diseredato e dichiarato incapace a succedere al trono di Castiglia.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_di_Castiglia
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Maria di Molina

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Maria di Molina detta la Grande. Maria anche in aragonese, in catalano, in portoghese, in basco, in tedesco e in fiammingo, María in spagnolo, in galiziano, in asturiano, Mary in inglese e Marie in francese (1264 – Valladolid, 1 luglio 1321) fu regina consorte di Castiglia e León dal 1284 al 1295, poi reggente per il figlio Ferdinando IV (1295-1301) e per il nipote Alfonso XI (1312-1321).

Origine
Figlia di Alfonso di Molina (figlio del re del León, Alfonso IX e della regina di Castiglia, Berenguela) e della sua terza moglie, Mayor Téllez di Meneses.

Biografia
Secondo il Chronicon de Cardeña Sancho IV (El Rey D. Sancho) sposò Maria, figlia di Alfonso di Molina (la Reyna Doña Maria…fija del Infant D. Alfonso…de Molina…hermano del Rey D. Ferrando); infatti Maria si sposò, nel 1282, nella cattedrale di Toledo, col futuro re di Castiglia, Sancho, figlio maschio secondogenito del re di Castiglia e León, Alfonso X il Saggio e di Violante d'Aragona (1236-1301), figlia del re d'Aragona, Giacomo I il Conquistatore e della principessa ungherese Violante.
Questo matrimonio, per la legge canonica, non era valido per evidenti vincoli di parentela (il nonno di Sancho, Ferdinando III ed il padre di Maria, Alfonso di Molina erano fratelli; Maria non si diede per vinta sino a che nel 1301, sei anni dopo la morte di Sancho, papa Bonifacio VIII legittimò l'unione matrimoniale).
Maria comunque, poco tempo dopo, nel 1284, ricevette in dote Valladolid, Toro, Écija, Zafra e Astudillo.
Alla morte di Alfonso X il Saggio (1284), Sancho si proclamò re di Castiglia e di León, in aperto contrasto con la volontà del vecchio re che aveva designato come erede il figlio maggiore del suo primogenito Ferdinando de la Cerda (morto nel 1275), Alfonso de la Cerda; Sancho IV aveva usurpato il trono. al nipote e questo fatto diede origine a un aspro periodo di lotte interne tra il nuovo re e la fazione vicina al legittimo erede, capeggiata dallo zio di Sancho, don Giovanni.
Il pretendente alla corona di Castiglia, Alfonso, che dal 1276 si era rifugiato in Aragona e, nel 1288, a Jaca era stato proclamato re di Castiglia da Alfonso III di Aragona, con l'appoggio dei suoi sostenitori castigliani, iniziò una guerra civile che portò anche i due regni di Castiglia e di Aragona ad una guerra di frontiera, con battaglie nell'aprile e luglio del 1289, settembre del 1290 e febbraio del 1291.
Comunque, anche per il fatto che dopo la morte di Alfonso III di Aragona, nel 1291, i rapporti tra Sancho IV ed il nuovo re d'Aragona, Giacomo II, migliorarono e la guerra di confine cessò e Sancho ebbe la meglio sui nemici interni e regnò sino alla sua morte che sopraggiunse nel 1295.

Il figlio di Sancho e Maria, Ferdinando, di circa dieci anni, nello stesso anno (1295), fu incoronato col nome di Ferdinando IV e Maria, quale tutrice, venne nominata reggente del regno, coadiuvata dal prozio, Enrico.
Il pretendente alla corona di Castiglia, Alfonso de la Cerda fece le sue richieste sempre più pressanti, con l'appoggio del re d'Aragona, Giacomo II.
Sfruttando questa situazione di incertezza e approfittando della giovane età del nuovo re di Castiglia, il re del Portogallo, Dionigi dichiarò guerra alla Castiglia, che si affrettò a restituire le città di Serpa e Moura ed inoltre a cedere al Portogallo le città di Aroche ed Aracena.
L'anno seguente Dionigi invase ed annesse il distretto di Ribacôa (oggi comprende i municipi di Almeida, Figueira de Castelo Rodrigo, Pinhel e Sabugal), compreso tra i fiumi Côa e Duero.
Nel 1297, fu siglato il trattato di Alcañices, dove Dionigi e la reggente Maria con Ferdinando IV, riconosciuto il Ribacôa al Portogallo sancivano una pace della durata di quarant'anni, che prevedeva amicizia e mutua difesa.
Nel 1301, dopo aver visto convalidato il suo matrimonio con Sancho IV, dato che il figlio Ferdinando IV aveva raggiunto la maggior età, Maria si ritirò a vita privata, anche perché i rapporti coll'ingrato (la madre gli aveva salvato il trono) figlio non furono dei migliori.
Nel 1312, però alla morte del figlio Ferdinando, Maria, assieme al figlio, Pietro[6], fu nominata tutrice del nipotino, di pochi mesi, Alfonso, e dovette assumere nuovamente la reggenza che tenne sino alla sua morte avvenuta a Valladolid nel 1321.
Maria fu tumulata a Valladolid, nel monastero de las Huelgas Reales.

Figli
Maria a Sancho diede sette figli:
Isabella di Castiglia (1283-1328), sposò nel 1291 il re d'Aragona, Giacomo II il Giusto
Ferdinando detto l'Emplaçat (il Convocato) (1285-1312), re di Castiglia e León
Alfonso di Castiglia (Valladolid, 1286-Valladolid, 1291), fu fidanzato, nel 1291, con Giovanna Núñez di Lara (1286-1351), figlia del signore di Lara e di Biscaglia, Giovanni Núñez
Enrico di Castiglia (Vitoria, 1288-1299)
Pietro di Castiglia (Valladolid, 1290- ucciso durante la battaglia di Vega di Granada, 25 giugno 1319), signore di Cameros, Almazán, Berlanga, Monteagudo e Cifuentes. Poi maggiordomo di suo fratello, il re Ferdinando IV, dal 25 febbraio 1310 al 29 gennaio 1311. Nel dicembre del 1311, a Calatayud, sposò Maria d'Aragona (1299-1327), figlia del re della corona d'Aragona, Giacomo II. Nel 1312 fu nominato tutore del nipote, Alfonso XI e fu reggente di Castiglia sino alla morte avvenuta per mano dei Mori. Pietro da Maria ebbe una figlia:
Bianca di Castiglia (ca. 1315-Burgos 1375), che, nel 1325, sposò l'erede al trono del Portogallo, Pietro; il matrimonio non fu mai consumato e, nel 1330, fu annullato. Nel 1331, Bianca divenne badessa del monastero di Santa María la Real de Las Huelgas, a Burgos, dove morì.
Filippo di Castiglia (Siviglia, 1292- Madrid, 1327), signore di Cabrera e Ribera, divenne molto ricco. Nel 1315 circa, sposò sua cugina Margherita de la Cerda, figlia d'Alfonso de la Cerda, da cui non ebbe figli. Dal 1319 al 1325 fu reggente di Castiglia e dal 27 dicembre 1325 al 6 gennaio 1327 fu maggiordomo di suo nipote, Alfonso XI, a cui si ribellò e dopo due mesi circa morì.
Beatrice di Castiglia (Toro, 1293- Lisbona, 25 ottobre 1359), sposò nel 1309 il re del Portogallo Alfonso IV del Portogallo.

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Violante di Castiglia

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Violante di Castiglia (1265 – 30 gennaio 1308) fu una principessa castigliana e signora di Biscaglia.

Biografia
Era figlia del re Alfonso X di Castiglia e della principessa Violante d'Aragona.
Durante l'alleanza tra suo padre e il re di Navarra Enrico I, venne deciso di rafforzare i legami tra i due Paesi attraverso un matrimonio. Fu così che Violante venne promessa in sposa a Teobaldo, unico figlio maschio del re di Navarra. Le nozze però non vennero mai celebrate in quanto il principino morì nel 1273 in seguito ad una caduta.
Qualche anno dopo venne data in sposa a Diego López V d'Haro, appartenente ad una delle famiglie più influenti della Castiglia, i de Haro. Le nozze vennero celebrate nel 1282.
Violante diede al marito quattro figli:
Lope Díaz de Haro (1285-1322), signore di Orduña e Valmaseda morto senza eredi;
Fernando Díaz de Haro, erede del fratello delle signorie di Orduña e Valmaseda, sposò nel 1315 la principessa Maria del portogallo nipote di Alfonso III del Portogallo;
Pedro López de Haro, che morì bambino;
María Díaz de Haro, signora di Tordehumos e moglie di Juan Núñez II de Lara.

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Giacomo di Castiglia

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Giacomo di Castiglia (1267 – Orgaz, 9 agosto 1284) fu un principe castigliano, signore di Cameros e re di Murcia.

Biografia
Era figlio del re Alfonso X di Castiglia e della principessa Violante d'Aragona.
Il 17 febbraio 1281 fu nominato cavaliere dal padre a Burgos e con i fratelli Giovanni e Pietro di Castiglia giurò fedeltà alla corona.
Ricevette nel 1277 la signoria di Cameros da suo padre, dopo l'esecuzione capitale del precedente signore Simon Ruiz avvenuta insieme all'infante Federico di Castiglia, zio paterno di Giacomo.
Quando la guerra civile iniziò nel regno di Castiglia e Leon tra Alfonso X il Saggio e il figlio Sancho Giacomo prese dapprima le parti del fratello maggiore ma nel marzo 1283 tornò al servizio di suo padre.
Nel 1283 in collaborazione con Juan Alfonso de Haro fomentò la rivolta delle città di Soria e Agreda contro suo fratello l'Infante Sancio che aveva temporaneamente preso il trono di loro padre. Alfonso X, come ricompensa per il servizio prestato ancora una volta, diede a Giacomo per testamento il regno di Murcia, a condizione che si considerasse vassallo del regno di Castiglia e Leon. Giacomo però morì prima di entrarne in possesso nel 1284.

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Alfonso di Molina

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Alfonso di Leon (1202 – Salamanca, 1272) fu un principe della Castiglia e del León divenuto in seguito Signore di Molina.

Biografia
Era figlio del re di León Alfonso IX e della seconda moglie Berenguela I, regina di Castiglia. In seguito il matrimonio della coppia venne annullato su decisione di papa Innocenzo III per consanguineità dei coniugi.
Nel 1217 suo fratello Ferdinando divenne re di Castiglia in seguito all'abdicazione di Berenguela.
Nel 1222 ottenne la mano della nobile ereditiera Mafalda de Molina e Mesa, figlia di Gonzalo de Lara. Nel 1240 divenne signore di Molina. Dalla moglie ebbe due figli:
Ferdinando (1242-1271);
Bianca (1243-Molina, 1293), che sposò Alfonso Nino di Castiglia.
Dopo la morte di Mafalda nel 1242, Alfonso sposò nel 1244 Teresa Gonzalez de Lara, appartenente sempre alla famiglia de Lara per non perdere il controllo sulle terre della defunta moglie. Da Teresa ebbe un'altra figlia:
Giovanna (1246-1281), andata sposa a Lope Diaz de Haro.
Nel 1246 rimase vedovo per la seconda volta e quello stesso anno sposò la nobile ereditiera Mayor, signora di Montealegre e Tiedra e figlia di Alfonso Tellez de Meneses. Da questo terzo matrimonio ebbe altri tre figli:
Alfonso (?-1314), che ereditò le terre della madre;
Maria Alfonsa (1260-Valladolid, 1321) che sposò il re Sancho IV di Castiglia.

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Filippo di Castiglia

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Filippo di Castiglia (1231 – 28 novembre 1274) fu un principe ed arcivescovo castigliano.

Biografia
Era figlio del re Ferdinando III di Castiglia e Beatrice di Svevia.
Fu avviato dal padre alla carriera ecclesiastica e la sua formazione venne affidata a Rodrigo Jimenez de Rada. Si recò poi all'Università di Parigi per completare gli studi seguendo le lezioni di Sant'Alberto Magno.
Divenne Abate di Castrojeriz e di Valladolid nel 1243, vescovo di Osma nel 1245 e arcivescovo di Siviglia nel 1251 per nomina del papa Innocenzo IV.
Nel 1258 ebbe però il permesso di abbandonare la vita ecclesiastica e sposare la principessa Cristina, figlia del re Haakon IV di Norvegia. Il matrimonio venne celebrato nell'aprile 1258 a Valladolid e durò fino alla morte di Cristina avvenuta nel 1262.
Un paio di anni dopo sposò Ines Rodríguez Girón, figlia di Rodrigo González Girón e morta nel 1265. Nel 1269 si sposò per la terza volta con Leonora Rodríguez de Castro, figlia di Rodrigo Ponce de Castro, da cui ebbe un figlio morto giovane, Filippo.
Filippo ebbe anche tre figli illegittimi da alcune amanti rimaste senza nome:
Fernando (?-morto dopo 1284);
Alfonso (1263-1284);
Beatrice (prima del 1273-?).
Prese parte alla congiura ordita dai nobili aragonesi contro il re Alfonso X, fratello di Filippo. Una volta scoperto il progetto di ucciderlo però Alfonso si mostrò magnanimo cercando un dialogo con i ribelli.

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Ferdinando de la Cerda

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Ferdinando Alfonso detto de La Cerda (questo soprannome deriva dal fatto di esser nato con del pelo nel petto, simile a delle setole di una scrofa, cerda in spagnolo. Il suo soprannome fu assunto come cognome dai suoi discendenti. Fernando o Fernán in spagnolo, in asturiano, in aragonese e in basco, Fernando o Fernão in portoghese e in galiziano e Ferran in catalano. Ferdinandus in latino (Valladolid, 23 ottobre 1255 – Ciudad Real, 25 luglio 1275) fu erede del regno e reggente di Castiglia e León (1274-1275).

Origine
Figlio maschio primogenito del re di Castiglia e León e anche Re dei Romani (imperatore, non ancora incoronato del Sacro Romano Impero Germanico), Alfonso X il Saggio e di Violante d'Aragona (1236-1301), figlia del re d'Aragona, Giacomo I e della principessa ungherese Violante.

Biografia
Gli Annali toledani riportano la data di nascita di Ferdinando (Dñs Fernandus, filius Regis Alfonsi).
Il 30 novembre 1268, a Burgos, secondo il Chronicon de Cardeña si sposarono Infant D. Ferrando con Doña Blanca fija del Rey de Francia Ferdinando e Bianca di Francia (1253-1322), figlia del re di Francia, Luigi IX, e di Margherita di Provenza, figlia di Raimondo Berengario IV di Provenza e di Beatrice di Savoia, dopo che era stato formalizzato un contratto di matrimonio, il 28 settembre 1266, a Saint-Germain-en-Laye tra (Donum Fernandum primogenitum Domini…Alfonsi…Electi in Regem Romanorum necnon et Castellæ, Toleti, Legionis, Galeciæ, Sibil. Cordub. Murc. Giem. et Alguarb. Regis e Dominum Ludovicum …Regem Franciæ…dominam Blancham filiam suam).
Nel periodo giovanile Ferdinando partecipò a tutte la campagne militari del padre e dal 19 dicembre 1270 al 14 marzo 1272, fu maggiordomo del re suo padre.
Nel 1274, dato che il padre cercava di difendere il titolo di re dei Romani e farsi incoronare imperatore del Sacro Romano Impero, nominò Ferdinando reggente del trono di Castiglia; mentre il padre si trovava in Provenza a trattare con Papa Gregorio X, nel 1275 le truppe dei Merinidi, dopo aver conquistato il Maghreb, ed essere sbarcati sulle coste andaluse attaccarono il regno di Castiglia; Ferdinando, in assenza del re, si mise alla testa dell'esercito e si diresse a sud, per far fronte all'invasore.
Prima ancora di scontrarsi coi musulmani però Ferdinando, come riportato dagli Annali toledani e anche dalle Chronicon de Cardeña, Chronicon Domini Joannis Emmanuelis e la Cronaca di Guglielmo di Nangis, trovò la morte, a causa di una forte febbre, e suo fratello Sancho gli subentrò alla testa delle truppe riportando la vittoria.
Il corpo di Ferdinando fu riportato a Burgos, dove fu inumato nel Monastero de las Huelgas.
La morte di Ferdinando creò un problema di successione, perché Alfonso X, ignorando i diritti dei figlioli di Ferdinando, nominò nuovo erede al trono il figlio maschio secondogenito, Sancho.
La vedova di Ferdinando, Bianca di Francia, dopo la morte del marito, fu addirittura imprigionata, mentre i due figli, Alfonso e Ferdinando, furono protetti solo dalla nonna paterna, Violante.
Ma quando Alfonso X propose a Sancho di creare per Alfonso de la Cerda un piccolo regno, nella città di Jaén, Sancho si ribellò al padre ed iniziò una guerra civile che si concluse, nel 1282, con la sua parziale vittoria; e nonostante che l'8 novembre 1282 fosse stato diseredato dal padre, alla morte di Alfonso, gli successe sul trono.

Discendenza
Ferdinando e Bianca ebbero due figli:
Alfonso de la Cerda (1271-1327), noto anche come Alfonso il Diseredato, che per circa vent'anni si batté per far valere i suoi diritti sul trono di Castiglia.
Ferdinando (1272-1333), sposò, nel 1308, Giovanna Núñez di Lara (1286-1351), detta la Palomilla figlia di Giovanni Núñez di Lara, detta il Gordo, signore di Lara e sovrano di Biscaglia e di Teresa Álvarez de Azagra Signora di Albarracín. Giovanna, dal 1303, era vedova del prozio di Ferdinando, Enrico (1230-1303), detto Il Senatore, figlio di Ferdinando III di Castiglia, e nel 1315, alla morte del fratello, divenne signora di Lara, Lerma, Villafranca, Dueñas, Fuente-Empudia, Torrelobatón e Herrera, e Signora sovrana di Biscaglia. Ferdinando, dopo che il fratello Alfonso, nel 1304, aveva rinunciato ai suoi diritti al trono di Castiglia, si schierò tra i sostenitori di Maria di Molina, tutrice prima del figlio, Ferdinando IV di Castiglia e poi del nipote, Alfonso XI di Castiglia il Giusto, e, nel 1320, divenne primo maggiordomo del regno. Dall'unione di Ferdinando e Giovanna nacquero quattro figli:
Bianca (1311-1347), che nel gennaio del 1329, sposò lo scrittore e uomo politico, Giovanni Emanuele di Castiglia (1282-1348), figlio del principe Manuele Fernandez (figlio di Ferdinando III di Castiglia)
Giovanni (1314-1350), signore di Lara dal 1322, fu primo alfiere di Alfonso XI di Castiglia il Giusto, dal 1328 al 1332. Sposatosi, nel 1331, con Maria Diaz de Haro, Signora sovrana di Biscaglia, anche lei discendente da Alfonso X di Castiglia. Giovanni si ribellò ad Alfonso XI di Castiglia, che lo sconfisse e lo perdonò ridandogli l'incarico di primo alfiere, dal 1336 al 1350; ma dopo la morte di quest'ultimo cercò di proteggere, senza successo[8], l'amante di lui, Eleonora di Guzmán, dal nuovo re, Pietro I di Castiglia. Giovanni morì di peste. Giovanni da Maria ebbe quattro figli, mentre altri due, illegittimi, li ebbe da Mayor de Leguizamón:
Giovanna (1333-1359), che dopo la morte (1352) del fratello, Nuño, divenne signora di Lara e Signora sovrana di Biscaglia e nel 1353, sposò Tello di Castiglia (1337-1370), signore di Aguilar de Campos, figlio illegittimo di Alfonso XI di Castiglia e di Eleonora di Guzmán, quindi fratellastro di Pietro I di Castiglia. Giovanna fu assassinata per ordine di Pietro I
Isabella (1335-1361), che, nel 1354, sposò il principe di Aragona, Giovanni (ca. 1330–1358), figlio di Alfonso IV di Aragona e di Eleonora di Castiglia che fu assassinato per ordine di suo cugino, il re di Castiglia, Pietro il Crudele. Dopo la morte (1359) della sorella, Giovanna, divenne signora di Lara e Signora sovrana di Biscaglia, ma fu imprigionata dal re Pietro I, prima a Castrojeriz e poi a Jerez, dove divise la cella con la regina di Castiglia, Bianca di Borbone, che il re Pietro I aveva fatto incarcerare. Isabella fu avvelenata, in prigione, molto probabilmente per ordine di Pietro I
Lope (1337- prima del 1350)
Nuño (1348- ca. 1352), signore di Lara e Signore sovrano di Biscaglia, dalla morte del padre (1350)
Pietro, illegittimo, (1348- 1384), Conte di Mayorga, Signore di Castroverde, che sposò, a Lisbona nel 1384, Beatrice de Castro, figlia del conestabile del Portogallo, Alvaro de Castro
Diego, illegittimo
Margherita (1317-ca. 1373), suora a Calaruega, che fu dama d'onore al matrimonio di Pietro I di Castiglia e Bianca di Borbone
Maria (1319-13 marzo 1375), che sposò, nel 1335, il figlio di Luigi di Francia e di Margherita d'Artois (figlia di Filippo d'Artois e Bianca di Bretagna), Carlo d'Evreux (1305- 1336), conte di Étampes, poi rimasta vedova, nel 1336, in seconde nozze, il conte di Alençon, Carlo II (1296-ca. 1346), figlio di Carlo di Francia, conte di Valois, e di Margherita d'Angiò.

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Alfonso X di Castiglia

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Alfonso Fernández, detto il Saggio (Toledo, 23 novembre 1221 – Siviglia, 4 aprile 1284), re di Castiglia e León (1252-1284).

Origine
Figlio primogenito del re di Castiglia e León, Ferdinando III il Santo e di Elisabetta Hohenstaufen (detta Beatrice di Svevia alla corte di Castiglia) figlia del duca di Svevia e re di Germania, Filippo di Svevia (1179-1208, figlio del Barbarossa) e di Irene Angelo (1181-1208, figlia dell'imperatore di Costantinopoli, Isacco II di Bisanzio) e, rimasta orfana, educata alla corte del cugino, il re di Sicilia e imperatore, Federico II.

Biografia
Secondo gli Annali toledani Alfonso nacque il 23 novembre 1221 (el Infant D. Alfonso, fillo del Rey D. Fernando de Castiella… e… de la Reyna doña Beatriz, filla del Emperador de Alemaña).
Dopo che Tebaldo I di Navarra, nel 1234, era divenuto re di Navarra, suo padre cercò di combinare il matrimonio di Alfonso con la figlia di Tebaldo, Bianca di Navarra, ma la cosa non andò a buon fine così come le mire della Castiglia sulla Navarra.
Tra il 1240 ed il 1250, assieme al padre conquistò diverse piazzeforti andaluse che si trovavano in mano ai musulmani, quali Murcia, Alicante e Cadice.
Nel corso del 1242, fu alfiere reale di suo padre
In quello stesso periodo, Alfonso ebbe diverse amanti, prima, tra il 1240 ed il 1241, fu la figlia illegittima di suo nonno, Alfonso IX di León, Maria Alfonso di León (1222- dopo il 1252), che era la vedova di Alvaro Fernandez di Lara e che dopo la relazione con Alfonso sposò Suero Arias de Valladares[3]; poi, tra il 1242 ed il 1243, fu la figlia del signore di Villada, Elvira Rodriguez di Villada (?- dopo il 1283), che dopo la relazione con Alfonso sposò Gonzalo Moran il vecchio; quindi, tra il 1243 ed il 1248, fu la figlia del signore di Vecilla, Guglielmo Perez de Guzman e di María González Girón, Maior Guillen de Guzman (1225-1267), signora di Alcocer, Salmerón, Viana e Azañón[1] e altre due amanti di cui non si conosce né il nome, né gli ascendenti.
Il 29 gennaio 1249, Alfonso si sposò con Violante d'Aragona (1236-1301), figlia del Re di Aragona, Conte di Barcellona e delle altre contee catalane, re di Valencia e di Maiorca, signore di Montpellier e Carladès, Giacomo I il Conquistatore e della principessa ungherese Violante, figlia del re di Ungheria, Andrea II e della principessa di Costantinopoli, Iolanda de Courtenay.
Nel 1252, alla morte del padre, gli subentrò sul trono col nome di Alfonso X, Re di Castiglia, León, Galizia, Toledo, Badajoz, Cordoba, Murcia, Jaén e Siviglia.
Dopo essere salito sul trono del regno di Castiglia Alfonso X invase il Portogallo nel 1253 e si appropriò della regione dell'Algarve.
Il re del Portogallo, Alfonso III, cedette ma, pur essendo ancora sposato con Matilde II di Boulogne, riuscì ad ottenere la mano della figlia illegittima di Alfonso X, Beatrice, con la clausola che quando il primo figlio della coppia avrebbe compiuto sette anni, l'Algarve sarebbe tornato al Portogallo.
Nel 1263, non senza alcune resistenze (forse perché l'erede era il terzogenito e aveva solo due anni), Alfonso X di Castiglia consegnò l'Algarve all'erede, il principe Dionigi, a condizione che Alfonso III del Portogallo lo avesse seguito in battaglia con cinquanta lancieri.
Nello stesso anno 1263, dopo che la contessa di Boulogne, Matilde era morta nel 1262, il papa Urbano IV convalidò il matrimonio tra Alfonso e Beatrice.
Dopo aver reclamato il ducato di Guascogna (su cui il regno di Castiglia avanzava pretese dal tempo del matrimonio di Alfonso VIII di Castiglia con la figlia del re d'Inghilterra, Enrico II e della duchessa di Aquitania, Eleonora d'Aquitania, Leonora d'Aquitania, duchessa di Guascogna) e aver stretto un'alleanza, in chiave anti-inglese, col visconte di Bearn, Gastone VII, il 22 aprile del 1254, Alfonso, stipulò un trattato di alleanza col re d'Inghilterra e duca di Aquitania, Enrico III, appoggiandolo nella guerra contro il re di Francia, Luigi il Santo.
Il 18 ottobre dello stesso anno, nel Monastero di Santa María la Real de Las Huelgas Burgos, furono celebrate le nozze della sorellastra di Alfonso, Eleonora di Castiglia, col figlio di Enrico III—ed erede al trono—Edoardo. Con queste nozze Alfonso X rinunciava definitivamente al ducato di Guascogna.
Nel 1254, dopo la morte dell'imperatore, Corrado IV, reclamò, senza successo, il ducato di Svevia per diritto materno, pur avendo avuto l'appoggio di papa Alessandro IV, che il 3 febbraio 1255, aveva scritto una lettera alla nobiltà sveva.
Nel 1254 Alfonso dotò la scuola di Salamanca, Estudio General del Reino de León, fondata tra il 1218 ed il 1220 da suo nonno, Alfonso IX, a cui suo padre, Ferdinando III di Castiglia, aveva dato impulso, di un documento regolare che attribuiva allo scholasticus della cattedrale il diritto di promuovere gli studenti e di esercitare su di essi un'ampia giurisdizione.
Il papa Alessandro IV, nel 1255, concesse all'università di Salamanca vari privilegi, tra cui quello che i suoi laureati potevano insegnare dovunque, tranne che a Parigi e a Bologna; con questo documento papale, Salamanca era riconosciuta Università internazionale.
Nel 1256, essendo rimasta vacante la corona imperiale alla morte di Guglielmo II d'Olanda, Alfonso X—in quanto discendente, da parte di madre, della famiglia Hohenstaufen—fu uno dei pretendenti, cercando appoggio presso il re di Francia e in Provenza.
Nel 1257, coi voti dei grandi elettori di Treviri, Sassonia e Brandeburgo (l'appoggio del Brandeburgo fu ottenuto anche con il fidanzamento della figlia legittima Beatrice con Giovanni di Brandeburgo, il più vecchio dei figli del margravio), a Francoforte, il 1º aprile 1257, fu eletto Re dei Romani (imperatore del Sacro Romano Impero) in contrapposizione a Riccardo di Cornovaglia, che era stato sostenuto dai principi elettori di Colonia, Magonza e del Palatinato, mentre il settimo elettore, il re di Boemia, Ottocaro II, diede appoggio, in tempi diversi, ad ambedue i pretendenti.
Entrambi avevano pagato l'elezione, ma mentre Riccardo si recò più volte in Germania a far valere il suo titolo (il 17 maggio 1257 fu incoronato re dei Romani ad Aquisgrana), Alfonso, che ambiva all'Italia, non poté recarsi né in Germania né in Italia, per i problemi che aveva in Castiglia; si alleò con Ezzelino da Romano e i ghibellini, giocandosi le iniziali simpatie che il papa Alessandro IV aveva per lui. Anche quando la decisione di scegliere il re dei Romani fu rimessa al papa, questi la rinviò senza decidere, così come i suoi successori, Urbano IV e Clemente IV.
Questa politica ad inseguire il titolo imperiale portò alla rovina le finanze della Castiglia tanto da portare i suoi fratelli, Enrico e Filippo a ribellarsi alla sua autorità e fomentare una guerra civile che durò tre anni (1271-1274).
Anche quando il suo rivale morì, nel 1272, i principi elettori, escludendo dalla riunione di Francoforte del 1273 il re di Boemia Ottocaro II, che continuava ad appoggiare Alfonso, procedettero all'elezione a re dei Romani di Rodolfo d'Asburgo; papa Gregorio X, accettando questa nuova elezione, rifiutò di confermare l'elezione di Alfonso, dichiarandolo decaduto e ponendo così termine al periodo definito il Grande Interregno.
Alfonso però non si arrese, e, dopo aver inviato truppe castigliane in aiuto del suo vicario in Italia, il marchese del Monferrato, Guglielmo VII (succeduto come vicario ad Ezzelino dopo il 1259), che si opponeva ai guelfi della Lombardia appoggiati dal re di Sicilia, Carlo I d'Angiò, nel 1275, cercò di raggiungere il suo vicario e genero Gugliemo VII (nel 1271, aveva sposata la figlia legittima di Alfonso, Beatrice), e porsi quindi alla testa dei suoi alleati ghibellini del Piemonte e della Lombardia, per combattere contro Carlo I d'Angiò; ma fu fermato in Provenza dal papa Gregorio X, che, dopo lunghe trattative, in agosto riuscì a ottenere da Alfonso la rinuncia al titolo di re dei Romani.
Nel 1273, Alfonso X il Saggio diede vita alla Mesta castigliana, un'associazione che raggruppava circa tremila grandi e piccoli proprietari di greggi di pecore di tutta la Castiglia, che si riunivano tre volte l'anno, in cui le donne avevano pari diritti degli uomini e dove si stabilivano i doveri ed i diritti dei pastori, che nelle transumanze erano avversati dai contadini sulle cui terre passavano le greggi.
La Mesta divenne col tempo tanto potente che alla fine del Medioevo dominava l'organizzazione economica della Castiglia, rivelandosi alla fine fatale per l'agricoltura della nazione castigliana.
Nel 1275 l'erede al trono, il primogenito maschio Ferdinando, morì mentre combatteva contro i Mori di Granada, nella battaglia di Écija. Alfonso X, ignorando i diritti dei figlioletti di Ferdinando, nominò nuovo erede al trono il figlio maschio secondogenito, Sancho IV.
La vedova, Bianca di Francia, figlia del re di Francia, Luigi IX il Santo e i due figli, Alfonso e Ferdinando, furono, come narra Guglielmo di Nangis, «lasciati privi di ogni umano conforto».
Allora, mentre la vedova di Ferdinando, Bianca di Francia, chiedeva aiuto al fratello, il re di Francia, Filippo III l'Ardito, che inviò ambasciatori per protestare e nello stesso tempo, per invadere la Castiglia, mise insieme un esercito (che in Castiglia non arrivò mai, fermandosi a Pau), la moglie di Alfonso, Violante intervenne, lasciò il marito e la Castiglia, per raggiungere l'Aragona coi nipoti, i figli di Ferdinando, Alfonso e Ferdinando e sollecitare suo fratello il re d'Aragona, Pietro III, affinché proteggesse e custodisse in Aragona, nella fortezza di Játiva gli infanti de la Cerda, Alfonso e Ferdinando.
Quando Alfonso X propose a Sancho di creare un piccolo regno nella città di Jaén, per Alfonso de la Cerda, Sancho si ribellò al padre e iniziò una guerra civile che relegò Alfonso nel sud del regno di Castiglia, in Murcia e parte dell'Andalusia, la zona di Siviglia; non ostante la vittoria (Sancho si autoproclamò re di fronte alle Cortes di Valladolid), Sancho, l'8 novembre 1282, fu sconfessato e diseredato da Alfonso X, che nominò erede al trono di Castiglia, Alfonso de la Cerda[3], mentre erede del regno di León era il figlio, Giovanni.

Attività culturale
La grandezza di Alfonso X consistette soprattutto nella sua attività culturale. A ragione è considerato il fondatore della prosa letteraria castigliana. Cercò di riunire tutto il sapere della sua epoca nella lingua corrente parlata dai suoi sudditi. Fondò la Scuola di traduttori di Toledo in cui saggi musulmani ed ebrei traducevano in castigliano le opere antiche arabe ed ebraiche; di grande importanza fu la traduzione dall'ebraico di molte versioni ebraiche delle opere arabe.
La sua opera scientifica, storica e letteraria fu fondamentale: ricordiamo in particolare il suo contributo all'astronomia con le Tavole alfonsine. Per di più, promosse la redazione e pubblicazione di una serie di testi autorevoli sui vari campi della cultura artistica e scientifica. Fu inoltre un eccellente poeta in lingua galiziana e persino autore di uno dei primi trattati sugli scacchi.
La sua attività sul terreno giuridico fu fondamentale per quanto riguarda la nazionalizzazione e statalizzazione del diritto vigente: fece tradurre in castigliano il Liber Iudiciorum del re visigoto Reccesvindo, ottenendo così il Fuero Juzgo; promosse poi la redazione di un Fuero Real (raccolta di consuetudini applicate su tutto il regno, a cui vengono apportate modifiche tratte dal diritto romano e da quello canonico) realizzato nel periodo 1252-1255.
Infine ad Alfonso fu dovuta la compilazione del Libro de las leges, noto nel XIV secolo come Siete Partidas (o Leges de Partidas o Partidas). I giuristi che compilarono tra il 1256 ed il 1265—sotto la supervisione del re—le Partidas, attinsero a tre categorie di fonti:
- le consuetudini e i fueros di Castiglia e León, compresi i Fuero Juzgo, i Fuero Real ed i fueros di Cuenca e Cordova
- il diritto canonico approvato
- gli scritti dei giuristi romani inclusi nel Digesto e le opere dei giuristi italiani che trattavano del diritto giustinianeo.
La Siete Partidas possono essere considerate un compendio dei diritti, romano e canonico, modificato in alcuni particolari dai giuristi di Alfonso per adattarlo alla situazione del regno di Castiglia e León, che anche se non soppiantarono del tutto i fueros municipali, il Fuero Juzgo, ed il Fuero Real, furono sempre più utilizzati da avvocati e studenti ed alla fine furono adottate come pratica giudiziaria dalle cortes. Da notare che nel codice Siete Partidas era prevista anche la punizione della stregoneria (quindi vi era da parte dei giuristi una credulità nel potere delle arti magiche); infatti per coloro che invocavano gli spiriti maligni o facevano immagini di cera di altre persone, allo scopo di far loro del male, venivano puniti con la morte, mentre coloro che ricorrevano ad incantesimi per fini buoni, ottenendo buoni risultati erano considerati meritevoli di una ricompensa.
Alfonso realizzò anche la prima riforma ortografica del castigliano, lingua che rese ufficiale nel suo regno, a scapito del latino; infatti fece tradurre in castigliano il codice reale, Siete Partidas e nelle procedure giudiziarie sostituì il latino col castigliano.
Nonostante la corte di Alfonso fosse un centro di cultura ebraica, sia scientifica, sia letteraria, su pressione della Chiesa e del Papa la politica di restrizioni verso gli ebrei fu intensificata ed anche se non si raggiunsero gli eccessi di altri Stati europei i decreti restrittivi della Chiesa ebbero un riflesso anche sul diritto civile. Infatti, anche nelle sue Siete Partidas, Alfonso sottopose gli ebrei alle più minute e mortificanti restrizioni.
Gli ebrei, che furono costretti a vivere in quartieri speciali, aljama, in cui godevano di notevole autonomia, dedicandosi soprattutto al commercio e all'artigianato, si distinsero nelle professioni mediche e finanziarie ed avevano in mano l'appalto delle imposte.
Durante il regno di Alfonso, nonostante le restrizioni, la Castiglia fu un'isola di tranquillità per gli ebrei, dove, pur con qualche occasionale violenza, i massacri non furono mai una regola.

Morte
Alfonso X morì, il 4 aprile 1284, a Siviglia, dove fu inumato nella cattedrale di Santa Maria. Secondo lo storico Szabolcs de Vajay, le viscere di Alfonso furono inumate nella cattedrale (la mesquita fu trasformata in cattedrale nel 1291) di Murcia.
Nonostante fosse stato diseredato, il figlio Sancho gli succedette come Sancho IV, detronizzando i legittimi eredi, il nipote, Alfonso de la Cerda, per il regno di Castiglia ed il fratello Giovanni per il regno di León.

Discendenza
Alfonso da Violante ebbe undici figli:
Berengaria (Siviglia, ottobre/novembre 1253 - Guadalajara, 1300), erede al trono dal maggio all'ottobre 1255. Fidanzata nello stesso anno al figlio ed erede di Luigi IX di Francia, Luigi Capeto, che morì, nel 1260. Dopo la morte del fidanzato entrò nel convento di Las Huelgas, dove risulta che vivesse ancora nel 1284. Fondò il monastero
Beatrice (novembre/dicembre 1254- dopo il 1280), fu prima fidanzata con Giovanni di Brandeburgo, nel 1271, sposò il marchese del Monferrato, Guglielmo VII
Ferdinando (Valladolid, 23 ottobre 1255- Ciudad Real, 25 luglio 1275), sposò Bianca di Francia, figlia de Luigi IX di Francia, che gli diede due figli, gli infanti de La Cerda, Fernando e Alfonso, Morì combattendo i Mori
Sancho (Valladolid, 12 maggio 1258- Toledo, 25 aprile 1295), re di Castiglia e León
Costanza (1259 - 23 luglio 1280), suora a Las Huelgas
Pietro (Siviglia 1260-Ledesma, 20 ottobre 1283), signore di Ledesma, che sposò Margherita di Narbona da cui ebbe un figlio.
Giovanni (1260 - Provincia di Granada, 25 giugno 1319), gemello di Pietro, signore di Valencia de Campos, capostipite del cognome Valencia
Isabella (1263-1264), morta giovane
Violante (1265-1308), sposò Diego Lopéz V de Haro, signore di Biscaglia
Giacomo (1266 - 9 agosto 1284), signore di Los Cameros
Leonora (circa 1268-1275).
Alfonso ebbe anche 5 figli illegittimi. Da Maria Alfonso di León ebbe una figlia:
Berenguela (ca.1241-?), che sposò Pedro Nunez de Guzman (?-dopo il 1264), figlio di Guglielmo Perez de Guzman e di Elvira Rodríguez.
Da Elvira Rodriguez di Villada ebbe un figlio:
Alfonso Fernández di Castiglia, detto el Niño (1243-1281), che sposò Bianca Alfonso de Molina (1243-Molina 1292) Signora di Molina e Mesa, figlia del principe del León Alfonso Signore di Molina e di Mafalda González da cui ebbe due figli:
Isabella Alfonso di Molina (?-5 dicembre 1292), che, nel 1290 sposò Giovanni Núñez di Lara ([1282]-Burgos dopo il 16 settembre 1315), Signore di Lara e Albarracín, figlio di Giovanni Núñez di Lara e Teresa Álvarez de Azagra Signora di Albarracín
Mafalda Alfonso di Molina (-morta giovane).


Beatrice di Castiglia, regina del Portogallo, consorte del re Alfonso III
Da María Guillén de Guzmán ebbe tre figli[9]:
Beatrice Alfonso (1242- 27 ottobre 1303), sposata col re del Portogallo Alfonso III nel 1253, e madre del re del Portogallo, Dionigi I il Giusto
Urraca Alfonso di Castiglia (?-dopo il 1280), che sposò Álvaro Pérez de Guzmán, figlio di Nuno Guillén de Guzmán e Teresa Álvarez de Manzandeo
Martino Alfonso, abate a Valladolid

http://it.wikipedia.org/wiki/Alfonso_X_di_Castiglia
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Sancho IV di Castiglia

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Sancho Alfonso, detto l'Ardito (el Bravo). Sancho anche in spagnolo, in asturiano, in aragonese, in portoghese e in galiziano, e anche in inglese, in tedesco e in fiammingo, Sanç in catalano, Antso in basco e Sanche in francese (Valladolid, 12 maggio 1258 – Toledo, 25 aprile 1295), fu re di Castiglia e León (1284-1295).

Origine
Figlio maschio secondogenito del re di Castiglia e León e anche Re dei Romani (imperatore, non ancora incoronato del Sacro Romano Impero Germanico), Alfonso X il Saggio e di Violante d'Aragona (1236-1301), figlia del re d'Aragona, Giacomo I e della principessa ungherese Violante.

Biografia
Secondo il Chronicon de Cardeña Sancho (Infant D. Sancho) era figlio del re Alfonso X (Rey D. Alfonso). Inoltre Sancho è citato in un documento del 9 luglio 1258, assieme alla madre ed al fratello Ferdinando, dove il re Alfonso X con (la Reyna donna Yolant mi mujer et con nuestro ffijo el Infante don Ferrando primero et yeredero e con nuestro ffijo el Inffante don Sancho) garantiva i diritti alla chiesa di Valladolid.
Il 6 febbraio 1270, alla presenza di due testimoni (domino Lop…domino de Biscaia, Didaco Lopi de Haro) tra Alfonso X (Alfonso…regi Castellæ et dominæ Violant reginæ Castellæ…uxori) e Gastone VII (domini Gastonis…vicecomitis Bearnensis) fu ratificato il contratto di fidanzamento di Sancho (infanti domino Sancio filio) e (Guillelmam filiam) Gugliema di Béarn (1255-1309), figlia del visconte di Béarn, Gastone VII e della contessa di Bigorre, Amata di Marsan.
Mentre il padre si trovava in Provenza a trattare con il papa Gregorio X, nel 1275, le truppe dei Merinidi, dopo aver conquistato il Maghreb, sbarcarono sulle coste andaluse, per l'invasione dell'Andalusia. Suo fratello, Ferdinando, reggente del regno, in assenza del re, si mise alla testa dell'esercito per far fronte alle truppe di invasione.
Prima ancora di scontrarsi coi musulmani però Ferdinando, come riportato dagli Annali toledani e anche dalle Chronicon de Cardeña, Chronicon Domini Joannis Emmanuelis e la Cronaca di Guglielmo di Nangis, trovò la morte, a causa di una forte febbre e Sancho gli subentrò alla testa delle truppe e riportò la vittoria sull'esercito invasore.
I nobili di Castiglia dopo la battaglia nominarono Sancho erede al trono, ignorando che l'erede deceduto, Ferdinando, aveva due figli, e le Cortes, riunite a Segovia, nel 1276, confermarono Sancho erede al trono.
Alfonso X, ignorando i diritti dei figlioletti di Ferdinando, accettò la decisione e nominò nuovo erede al trono il figlio maschio secondogenito, Sancho, che dal 1276 al 7 luglio 1277, fu maggiordomo del re suo padre.
La vedova di Ferdinando, Bianca di Francia, dopo la decisione delle Cortes, fu addirittura imprigionata, mentre i due figli, Alfonso e Ferdinando, come narra Guglielmo di Nangis, furono protetti solo dalla nonna paterna, Violante.
Bianca chiese aiuto al fratello, il re di Francia, Filippo III l'Ardito, che inviò ambasciatori per protestare e nello stesso tempo, per invadere la Castiglia, mise insieme un esercito che in Castiglia non arrivò mai, infatti si fermò a Pau.
Nel frattempo, mentre Bianca riparava in Francia, la madre di Sancho, Violante d'Aragona, aveva fatto mettere al sicuro i due nipotini, Alfonso e Ferdinando, in Aragona presso il fratello Pietro III, che li custodì nella fortezza di Játiva.
E quando Alfonso X propose a Sancho di creare per Alfonso de la Cerda un piccolo regno, nella città di Jaén, Sancho, appoggiato dal fratello Giovanni, si ribellò al padre ed iniziò una guerra civile che relegò Alfonso nel sud del regno di Castiglia, in Murcia e parte dell'Andalusia, la zona di Siviglia, che si concluse, nel 1282, con una parziale vittoria di Sancho che, nonostante l'8 novembre 1282 fosse stato diseredato dal padre, si autoproclamò re di Castiglia, con l'approvazione delle Cortes, riunite a Valladolid.
Nel luglio del 1282, nella cattedrale di Toledo, Sancho si sposò con Maria di Molina (1264-1321), figlia di Alfonso di Molina, figlio del re del León, Alfonso IX e della regina di Castiglia, Berenguela.
Questo matrimonio, per la legge canonica, non era valido per evidenti vincoli di parentela (il nonno di Sancho, Ferdinando III ed il padre di Maria, Alfonso di Molina erano fratelli; Maria non si diede per vinta sino a che, nel 1301, sei anni dopo la morte di Sancho, papa Bonifacio VIII legittimò l'unione matrimoniale).
Nonostante le continue dispute col padre, alla morte di Alfonso, nel 1284, gli successe sul trono, come Sancho IV. Sancho si proclamò re di Castiglia e di León, in aperto contrasto con la volontà del vecchio re che aveva designato come erede di Castiglia il figlio maggiore del suo primogenito Ferdinando, Alfonso de la Cerda, ed erede del León il figlio Giovanni, quindi usurpando il trono ad entrambi. Questo diede origine a un aspro periodo di lotte interne tra il nuovo re e la fazione vicina al legittimo erede, capeggiata dallo zio di Sancho, don Giovanni, affiancato dal signore della Biscaglia, Lope Díaz III de Haro e sostenuta dagli Aragonesi, che dal 1285, avevano un nuovo re, Alfonso III.
Sancho ne uscì vittorioso e lo zio Giovanni fu imprigionato, Lope Díaz III de Haro giustiziato, così come parecchi partigiani degli infanti de la Cerda, furono passati con le armi a Badajoz, a Talavera, a Ávila ed a Toledo.
Nel settembre del 1288, a Jaca, Alfonso III di Aragona, organizzò la proclamazione di Alfonso de la Cerda a re di Castiglia, che portò i due regni di Castiglia e di Aragona ad una guerra di frontiera, con battaglie nell'aprile e luglio del 1289, settembre del 1290 e febbraio del 1291.
Negli stessi anni, Sancho dovette respingere il contrattacco dei musulmani di al-Andalus, dopo lo sbarco dei Merinidi, capeggiati da Abū Yūsuf Ya'qūb, che erano stati chiamati da suo zio Giovanni, nuovamente ribellatosi a Sancho.
Misero l'assedio a Tarifa, strenuamente difesa da Guzmán el Bueno, che riuscì a fare desistere i Merinidi, che si dovettero ritirare e rientrare in Marocco. Anche lo zio Giovanni depose le armi.
L'avvento al trono di Aragona di Giacomo II segnò un riavvicinamento tra i regni di Castiglia ed Aragona che sembrò poter cancellare definitivamente le rivendicazioni degli infanti de la Cerda, che però risorgeranno intatte dopo l'improvvisa morte, il 25 aprile 1295, a Toledo, del re di Castiglia, Sancho IV, che lasciava il trono delle mani del figlio Ferdinando di soli nove anni.
Sancho fu inumato a Toledo, nella cattedrale di santa Maria.
Una nota è d'obbligo per inquadrare il personaggio: il figlio di Alfonso X il Saggio, considerato il fondatore della prosa letteraria castigliana, che riunì tutto il sapere della sua epoca nella lingua corrente parlata dai suoi sudditi e che fondò la Scuola di traduttori di Toledo, Sancho IV el Bravo non sapeva né leggere né scrivere.

Discendenza
Sancho e Maria ebbero sette figli:
Isabella di Castiglia (1283-1328), sposò nel 1291 il re d'Aragona, Giacomo II il Giusto
Ferdinando detto l'Emplaçat (il Convocato) (1285-1312), re di Castiglia e León
Alfonso di Castiglia (Valladolid, 1286-Valladolid, 1291), fu fidanzato, nel 1291, con Giovanna Núñez di Lara (1286-1351), figlia del signore di Lara e di Biscaglia, Giovanni Núñez
Enrico di Castiglia (Vitoria, 1288-1299)
Pietro di Castiglia (Valladolid, 1290- ucciso durante la battaglia di Vega di Granada, 25 giugno 1319), signore di Cameros, Almazán, Berlanga, Monteagudo e Cifuentes.
Filippo di Castiglia (Siviglia, 1292- Madrid, 1327), signore di Cabrera e Ribera, divenne molto ricco. Nel 1315 circa, sposò sua cugina Margherita de la Cerda, figlia d'Alfonso de la Cerda, da cui non ebbe figli. Dal 1319 al 1325 fu reggente di Castiglia e dal 27 dicembre 1325 al 6 gennaio 1327 fu maggiordomo di suo nipote, Alfonso XI, a cui si ribellò e dopo due mesi circa morì.
Beatrice di Castiglia (Toro, 1293- Lisbona, 25 ottobre 1359), sposò nel 1309 il re del Portogallo Alfonso IV del Portogallo.
Sancho ebbe tre figli illegittimi da tre diverse amanti. Da Maria Alfonso de Meneses ebbe una figlia:
Violante Sanchez (1280-1326), che sposò Fernando Rodriguez di Castro
da Maria Perez ebbe un figlio:
Alfonso Sanchez che sposò Maria Diaz de Haro
da una terza amante di cui non si conosce né il nome né gli ascendenti, ebbe una figlia:
Teresa Sanchez che sposò prima Rodrigo Gil di Villalobos e poi Giovanni Alfonso di Meneses

http://it.wikipedia.org/wiki/Sancho_IV_di_Castiglia
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