Corona di Castiglia e Leon

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Ferdinando IV di Castiglia

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Ferdinando Sanchez, detto il Convocato (el Emplazado). Fernando o Fernán in spagnolo, in asturiano, in aragonese e in basco, Fernando o Fernão in portoghese e in galiziano e Ferran in catalano. Fredinandus in latino (Siviglia, 6 dicembre 1285 – Jaén, 7 settembre 1312), fu re di Castiglia e León dal 1295 al 1312.

Origine
Figlio maschio primoogenito del re di Castiglia e León, Sancho IV e di Maria di Molina, figlia di Alfonso di Molina (figlio del re del León, Alfonso IX e della regina di Castiglia, Berenguela) e della sua terza moglie, Mayor Téllez di Meneses.

Biografia
Nel Chronicon Domini Joannis Emmanuelis viene riportata, nel dicembre del 1285, la nascita di Ferdinando (Rex Dns Fernandus, filius Regis Dni Sancii, in Hispali).
Nel corso del 1294 Ferdinando fu fidanzato prima con Margherita di Francia (1288- novembre 1294) e poi in novembre con Bianca di Francia (1290-1295), entrambe figlie del re di Francia, Filippo IV il Bello e di Giovanna I di Navarra.
Nel 1295, alla morte del padre, divenne re a soli nove anni di età e fu incoronato col nome di Ferdinando IV e Maria di Molina, quale tutrice, venne nominata reggente assieme a Enrico di Castiglia[1]. Fu un periodo estremamente difficile, la giovane età poneva il re in condizioni di grande debolezza di fronte alle rivendicazioni di altri due pretendenti: lo zio, il principe Giovanni, che si appropriò del regno di León, e, soprattutto il cugino, Alfonso de la Cerda, successore designato dal nonno Alfonso X, al quale Sancho IV aveva usurpato il trono.
Il pretendente alla corona di Castiglia, Alfonso de la Cerda, che dal 1276 si era rifugiato in Aragona e, nel 1288, a Jaca era stato proclamato re di Castiglia da Alfonso III di Aragona, fece le sue richieste sempre più pressanti, con l'appoggio del re d'Aragona, Giacomo II, cognato di Ferdinando, che, dopo la morte del suocero, aveva rinviato in Castiglia la moglie, Isabella di Castiglia.
Sfruttando questa situazione di incertezza e approfittando della giovane età del nuovo re di Castiglia, il re del Portogallo, Dionigi dichiarò guerra alla Castiglia, che si affrettò a restituire le città di Serpa e Moura ed inoltre a cedere al Portogallo le città di Aroche ed Aracena.
L'anno seguente Dionigi invase ed annesse il distretto di Ribacôa (oggi comprende i municipi di Almeida, Figueira de Castelo Rodrigo, Pinhel e Sabugal), compreso tra i fiumi Côa e Duero.
Nel 1297, fu siglato il trattato di Alcañices, dove Dionigi e la reggente Maria con Ferdinando IV, riconosciuto il Ribacôa al Portogallo sancivano una pace della durata di quarant'anni, che prevedeva amicizia e mutua difesa.
Ferdinando IV salvò il trono solo grazie all'abilità con la quale la regina madre seppe mediare tra le varie forze in campo, alternando le concessioni tra nobiltà, clero e comuni, mantenendo un difficile equilibrio, appoggiandosi ora all'una ora all'altra fazione.
Comunque, nonostante che, secondo la Chronicon Domini Joannis Emmanuelis, nel 1297, il re d'Aragona, Giacomo II, attaccasse la Castiglia e occupasse il regno di Murcia, sempre, secondo la Chronicon Domini Joannis Emmanuelis, la reggente, Maria di Molina, riuscì ad avere ragione dei ribelli, guidati da Diego [V] de Haro e appoggiati da Dionigi del Portogallo.
Nel 1300, il re di Aragona, Giacomo II, attaccò ancora la Murcia per riprendersi i territori che spettavano all'Aragona, secondo il trattato di Almizra del 1244 tra Giacomo I di Aragona e Alfonso X di Castiglia che confermava il trattato, del 1179, siglato tra Alfonso VIII di Castiglia ed Alfonso II d'Aragona, a Cazorla.
Nel 1301, dopo aver visto convalidato il matrimonio dei suoi genitori, dato che aveva raggiunto la maggior età, Ferdinando IV fu dichiarato maggiorenne e mentre la madre, Maria, si ritirava a vita privata, anche perché i rapporti coll'ingrato figlio non furono dei migliori, la tutela dello zio Enrico si protrasse sino al febbraio dell'anno dopo.
Nel 1301 anche lo zio, il principe Giovanni, rinunciò alle sue pretese sul regno di León, in cambio di cospicue donazioni.
Nel 1302, a Valladolid, Ferdinando IV sposò Costanza del Portogallo, figlia di Dionigi del Portogallo e di Isabella di Aragona, figlia del re di Aragona Pietro III di Aragona e della regina Costanza di Sicilia.
Nel 1304 Giacomo II ed il re di Castiglia, Ferdinando IV trovarono un accordo che portava il confine sul corso del rio Segura, conosciuto come Sentencia Arbitral de Torrellas, confermato l'anno seguente (1305) col trattato di Elche, dove la Murcia veniva confermata alla Castiglia, mentre le città di Orihuela, Elche, Caudete, Elda et Alicante, passavano al regno di Valencia, che faceva parte della corona d'Aragona, mentre Cartagena veniva restituita alla Castiglia.
Col trattato di Torrellas, fu anche concordato che Alfonso de la Cerda rinunciava a tutti i suoi diritti sul trono di Castiglia in cambio delle signorie di Alba, Béjar e Gibraleón.
Fatta la pace con l'Aragona si dedicò alla guerra contro i Mori del regno di Granada. Nel 1309, Giacomo II di Aragona, a seguito dell'armonia ritrovata con la Castiglia, andò in aiuto di Ferdinando IV, per la conquista, di Gibilterra (che però, nel 1333, fu nuovamente perduta), a cui parteciparono anche truppe portoghesi.
Conquistata Gibilterra, nel 1309, pose l'assedio ad Algeciras e mentre stava pianificando l'assalto a quest'ultima città di improvvisamente lo sorprese la morte, nel settembre del 1312. Gli successe il figlio Alfonso, di pochi mesi, e sua madre, Maria di Molina fu nominata tutrice, assieme al figlio, Pietro,del nipotino, e dovette assumere nuovamente la reggenza che tenne sino alla sua morte avvenuta a Valladolid nel 1321.

Discendenza
Ferdinando e Costanzas ebbero tre figli:
Eleonora di Castiglia, (1307-1359), promessa sposa, nel 1319, del principe Giacomo d'Aragona, il quale però si ritirò in monastero e nel 1329 si sposò col re d'Aragona Alfonso IV il Benigno
Constanza di Castiglia (1308-1310)[8]. Secondo i Reali di Castiglia, si sarebbe chiamata Maria e sarebbe vissuta più a lungo, tanto che nell'ottobre 1334, avrebbe ricevuto la dispensa papale per potersi fidanzare con Giovanni Plantageneto (25 agosto 1316 – 13 settembre 1336), conte di Cornovaglia, figlio del re d'Inghilterra, Edoardo II e di Isabella di Francia.
Alfonso XI di Castiglia il Giusto (1311-1350), re di Castiglia e León

http://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_IV_di_Castiglia
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Federico di Castiglia

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Federico di Castiglia (Guadalajara, 1223 – Burgos, 1277) fu un principe castigliano.

Biografia
Era figlio del re Ferdinando III di Castiglia e Beatrice di Svevia.
Partecipò col padre e i fratelli al progetto della Reconquista.
Nel 1240 venne mandato dal padre presso la corte di Federico II di Svevia per chiedere ed ottenere l'eredità di sua madre Beatrice, morta nel 1235.
Federico rimase presso la corte dell'imperatore diversi anni partecipando alle azioni militari intraprese contro le città lombarde e il papato.
Mentre si trovava in Italia, sposò Beatrice di Malaspina, figlia dei marchesi di Malaspina da cui ebbe una figlia[1]:
Beatrice (1242-1277), che sposò Alfonso Téllez de Meneses e poi Simone Rodríguez de los Cameros.
Da donna ignota ebbe inoltre due figli illegittimi:
Alfonso (1260-1298), nato in Italia e tornato col padre in Castiglia nel 1272 dove sposò Maria Ramirez de Queixial;
Federico (dopo il 1260-?).
Nel 1245 fece ritorno in Castiglia per prestare aiuto a suo padre impegnato nell'assedio di Jaén, che capitolò l'anno dopo.
Per la rinuncia ai suoi diritti sull'eredità materna, Federico ottenne nel 1248 numerosi possedimenti terrieri in Andalusia: Sanlúcar di Albaída, Gelves, Gizirat, Abualhinar, Alpechin, Cambullón, Brenes, Riazuela e La Algeba[1].
Nel 1257 cercò di ottenere la mano della principessa Cristina di Norvegia, figlia del re Haakon IV di Norvegia, che poi sposò Filippo di Castiglia.
A causa di conflitti con suo fratello Alfonso X di Castiglia, succeduto a loro padre, Federico raggiunse l'altro fratello Enrico messosi al servizio del re di Tunisi. Federico divenne anch'egli mercenario e rimase presso il re diversi anni.
In seguito si recò in Italia mettendosi al servizio di Manfredi di Sicilia, figlio illegittimo di Federico II. Dopo la disfatta nella battaglia di Benevento contro Carlo I d'Angiò, Federico tornò nuovamente al servizio del re di Tunisi. A costui chiese aiuto Corradino di Svevia per cacciare gli angioni ed riprendere il trono siciliano che fu dei suoi avi.
Anche questa seconda missione siciliana si tramutò in disfatta con l'uccisione in seguito alla battaglia di Tagliacozzo del pretendente svevo.
Per non essere fatto anch'egli prigioniero, Federico si rifugiò di nuovo in Tunisia ma stavolta dovette lasciarla per sempre in seguito al patto di alleanza suggellato tra Carlo d'Angiò e il re di Tunisi.
Nel 1271 iniziò il viaggio di ritorno definitivo in Castiglia dove fece pace col re Alfonso il quale dapprima lo aveva privato delle sue proprietà nel 1269 e nel 1272 le restituì al fratello. Ivi non partecipò attivamente alla rivolta della nobiltà contro il re scoppiata nel 1272 ma appoggiò gli insorti. Durante la riunione delle Cortes a Burgos nel 1274 Federico, appoggiato dalla nobiltà, propose al fratello di nominare suo erede Sancho al posto di Alfonso de la Cerda ma il re si rifiutò.
Nel 1274 sposò Caterina figlia di Niceforo Comneno, Despota di Epiro da cui non ebbe figli[2]. Numerosi figli illegittimi ebbe da diverse amanti incontrate durante i continui viaggi.
Secondo gli Annali toledani[3] accusato di cospirazione ai danni della corona, Alfonso, malato di malaria e continuamente minacciato dalle ribellioni dei nobili, condannò a morte Federico e un suo figlio nel 1277.

http://it.wikipedia.org/wiki/Federico_di_Castiglia
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Manuele di Castiglia

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Manuele Giovanni di Castiglia (Carrión de los Condes, 1234 – Peñafiel, 25 dicembre 1283) fu un principe castigliano, signore di Villena, Escalona e Peñafiel.

Biografia
Era figlio del re Ferdinando III di Castiglia e Beatrice di Svevia.
Nel 1259 si recò a Roma da papa Alessandro IV come ambasciatore del fratello Alfonso X di Castiglia. La sua missione consisteva nel cercare l'appoggio del papa riguardo all'intento di Alfonso di divenire Imperatore del Sacro Romano Impero.
Nel 1260 sposò a Soria Costanza d'Aragona dalla quale ebbe due figli:
Alfonso
Violante che sposò Alfonso, figlio del re Alfonso III del Portogallo.
Dopo la morte di Costanza sposò Beatrice di Savoia, figlia di Amedeo IV di Savoia, dalla quale ebbe un solo figlio:
Giovanni Manuele (5 maggio 1282 – 13 giugno 1348), che ereditò i titoli del padre.
Ebbe inoltre alcuni figli illegittimi:
Sancho Manuel (1283 - 1345);
Fernando Manuel;
Enrique Manuel;
Blanca Manuel.
Il 25 aprile 1262 Alfonso X gli diede le città di Elche, Crevillente, Aspe, Elda, e la Valle.
Durante la rivolta dei nobili aragonesi nel 1272 contro il fratello Alfonso X, aiutò il re a negoziare con i ribelli e gli consigliò di trovare un accordo con loro.
Nel 1275 morì l'Infante Ferdinando de la Cerda, erede di Alfonso X. Iniziò quindi una disputa sulla nomina del nuovo erede al trono. Manuele fece di nuovo consigliere del fratello suggerendo suo figlio Sancho.
Nel 1277 pronunciò la sentenza di condanna a morte nei confronti del fratello Federico, re di aver organizzato un complotto contro Alfonso X.
Partecipò all'Assemblea di Valladolid, tenutasi il 20 aprile 1282, durante la quale Sancho si autoproclamò re.

http://it.wikipedia.org/wiki/Manuele_di_Castiglia
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Pay Gómez Chariño

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Pay Gómez Chariño de Sotomayor, o Pai Gomes Chariño de Soutomaior (1225 ca. – 1295), è stato un poeta e nobiluomo galiziano trovatore. Primo signore di Rianjo e Adelantado mayor del Regno di Galizia, fu una figura politica della corona di Castiglia e un singolare trovatore in lingua galiziana.
Nel suo sepolcro, a Pontevedra, si legge il nome di Payo Guomez Charino, ma nei suoi testi appaiono diversi nomi, come Pae Gomez Charinho, Paay Gomez Charinho, Pae Gomez o Pay Gomez.

Figura politica
Nacque probabilmente nel 1225 nella città di Pontevedra da una famiglia della nobiltà della Galizia sud-occidentale. Si sposò con María Xiráldez Maldonado, con la quale ebbe un figlio, Álvar Páez Maldonado. Si traseferì a Rianxo allorché divenne signore di questo paese. Già da giovanissimo, a venticinque anni, brillava per le sue doti militari nel mare. Si distinse a capo della flotta che conquistò la capitale musulmana di Siviglia per il regno di Castiglia risalendo il Guadalquivir (1248). Anni dopo, nel 1284, il re Alfonso X lo nominò ammiraglio. Nel1292 svolse l'incarico di adelantado mayor del Regno di Galizia al servizio del monarca Sancho IV. Alla morte di questi, Don Juan de la Cerda pretese la corona dei regni di Siviglia, Galizia e León, lasciando María de Molina come reggente di Castiglia e Toledo. Il principale sostenitore di questa pretesa in Galizia fu Juan Alfonso di Albuquerque che Paio Gómez Chariño arrivò a fare prigioniero. Venne assassinato da suo nipote Rui Pérez Tenorio nel 1295, nei pressi della Ciudad Rodrigo, nell'attuale provincia di Salamanca. Il suo maestoso sepolcro si trova nella chiesa di San Francesco di Pontevedra.

Poeta
Gli si attribuiscono 28 composizioni tra cantigas de amor e cantigas de amigo. Ci resta della sua opera solo una cantiga de escarnio. Nelle sue poesie amorose introduce la tematica marinara. È un esponente della perfezione tecnica ed estetica a cui pervenne il canzoniere galiziano nel XIII secolo.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Pay_G%C3%B ... ari%C3%B1o
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Berengaria di Castiglia

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Berengaria di Castiglia (Siviglia, 1253 – Guadalajara, 1300) fu una principessa castigliana.

Biografia
Era figlia del re Alfonso X di Castiglia e della principessa Violante d'Aragona.
Le Cortes riunitesi a Toledo nel 1254 la riconobbero erede al trono di Castiglia. In Castiglia infatti non vigeva la legge salica.
Le trattative matrimoniali coinvolsero Berengaria già in tenera età: suo padre pensò di darla in sposa al figlio del re Luigi IX di Francia, il delfino Luigi Capeto. Il fidanzamento non venne sciolto nemmeno quando Alfonso ebbe l'insperato figlio maschio Ferdinando nato il 23 ottobre 1255.
Il fidanzamento venne sciolto per la morte del delfino nel 1260.
Pervenne molti anni dopo a Berengaria la proposta di matrimonio del sultano d'Egitto ma l'infanta, fervente cattolica, rifiutò di sposare un mussulmano e preferì abbracciare la vita monastica: entrò nel Monastero di Santa María la Real de Las Huelgas a Burgos.
Nelle sue volontà testamentarie scritte pochi mesi prima della sua morte, Alfonso X dedicò alcune clausole alla sua primogenita assegnandole alcune rendite e confermandole il possesso della signoria di Guadalajara.
A Guadalajara Berengaria fondò il convento di Santa Chiara de Toro.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Berengaria_di_Castiglia
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