Repubblica di Genova

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Veldriss
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Lanterna di Genova

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La Lanterna di Genova (o semplicemente "Lanterna", in genovese a Lanterna de Zena o a Lanterna) è il faro portuale del capoluogo della Liguria, la città un tempo definita la Superba o Dominante dei mari.

Oltre che strumento indispensabile alla navigazione notturna delle navi in entrata ed uscita dal porto, la Lanterna è anche il monumento simbolo cittadino, quasi un totem alla genovesità, e come tale fa parte della storia della città.

La Lanterna nel Medioevo
La prima torre, secondo alcune fonti non ufficiali, risale all'epoca medioevale (1128) ed era caratterizzata da una struttura architettonica formata da tre tronchi merlati sovrapposti. Purtroppo non si hanno riscontri ufficiali poiché i documenti del secolo XI, le prime cronache e gli atti ufficiali del nascente comune genovese forniscono dati sicuri sulla torre di segnalazione, ma non la sua data esatta di costruzione. Alla sommità venivano accesi, allo scopo di segnalare i legni di avvicinamento, fasci di steli secchi di erica ("brugo") o di ginestra ("brusca") allo scopo di segnalare le navi in avvicinamento, i cui padroni dovevano pagare una tassa "pro igne facendo in capite fari" al momento dell'approdo. La torre sorgeva lungo la strada di collegamento tra Genova ed il ponente, la cosiddetta Via di Francia, che costeggiava l'arco portuale ed il Promontorio, sull’ultima propaggine della costa di Sampierdarena, allora luogo di villeggiatura, su cui si affacciavano numerosi palazzi e ville nobiliari. All'epoca la strada era probabilmente a picco sul mare e passava a mare del faro; le rappresentazioni grafiche della strada la descrivono invece in una veste più recente, sicuramente non anteriore al XVII secolo, passante all'interno del faro attraverso la cosiddetta "tagliata", una profonda trincea scavata a monte della Lanterna.

A livello urbanistico la Lanterna era in quel periodo quindi relativamente lontana dalla città, e solo nel XVII secolo venne inglobata nella cosiddetta Cerchia Seicentesca, la poderosa cerchia di mura lunga quasi diciannove chilometri attorno alla città, quasi interamente esistente ancora ai nostri giorni.

La torre diventò protagonista della guerra tra Guelfi e Ghibellini, quando venne danneggiata da questi ultimi che tentarono di far scendere i guelfi che vi si erano rifugiati all'interno.

https://it.wikipedia.org/wiki/Lanterna_di_Genova
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Ugolino e Vadino Vivaldi

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I fratelli Ugolino e Vadino (o Guido) Vivaldi (...) furono due navigatori genovesi del XIII secolo.

Dopo la caduta di San Giovanni d'Acri e delle ultime piazzeforti cristiane in Medioriente le vie terrestri per il commercio delle spezie erano divenute impraticabili e si avvertiva l'esigenza di aprire una via commerciale alternativa. Diversi mercanti e patrizi genovesi, tra cui Tedisio Doria finanziarono dunque una spedizione che avrebbe dovuto giungere "ad partes Indiae per mare oceanum" ("all'India attraverso il mare").

Intendevano arrivare in India circumnavigando l'Africa, come poi fecero Bartolomeo Diaz e Vasco da Gama, altri invece decisero di attraversare l'Atlantico, come fece Cristoforo Colombo,

Nel 1291 i due fratelli salparono da Genova con due galee (l'Allegranza e la Sant'Antonio) e 300 marinai; la spedizione era accompagnata anche da due frati francescani. Per primi passarono lo stretto di Gibilterra e iniziarono quindi la discesa lungo le coste africane, ma si persero le tracce della spedizione dopo capo Juby, ai confini meridionali del Marocco e nessuno fece mai ritorno.

Furono formulate diverse ipotesi sulla sorte dei navigatori. Le galee, a remi e con scafo basso e sottile non erano del resto navi adatte per la navigazione sull'oceano; inoltre non era ancora utilizzata la bussola e la navigazione poteva solo avvenire lungo la costa, con frequenti approdi (bordeggiando). Probabilmente la spedizione toccò le isole Canarie, dove poi approdò Lanzerotto Malocello che era stato inviato da Genova per cercarli. I Vivaldi proseguirono il tragitto fino alla foce del fiume Senegal, dove una delle due galee fece naufragio e l'equipaggio con viveri e merci fu caricato sull'altra galea che proseguì ancora il tragitto.

Nel 1315, il figlio di Ugolino, detto Sorleone, organizzò e condusse una infruttuosa spedizione sulle tracce del padre e dello zio.

Nel 1455 Antoniotto Usodimare, un navigatore genovese, narrò in una lettera di aver incontrato in Africa, nei pressi del fiume Gambia (Senegal), un giovane "della nostra stirpe", che capiva e parlava il genovese e diceva di discendere dai superstiti di quella spedizione.

Secondo i racconti leggendari che si svilupparono dopo il fallimento della spedizione, i due fratelli genovesi avrebbero effettivamente circumnavigato l'Africa e sarebbero giunti in Etiopia, dove sarebbero stati catturati dal Prete Gianni, un leggendario re cristiano. Probabilmente si trattava del re d'Etiopia, dove si era da poco instaurata la dinastia salomonica. Non molti anni dopo Dante Alighieri era forse a conoscenza del fallimento della spedizione quando compose nel XXVI canto del suo Inferno la storia del viaggio di Ulisse oltre le Colonne d'Ercole. A metà del 1900 Franco Prosperi, durante uno dei suoi viaggi africani, trovò e fotografo' una roccia su cui era incisa la scritta "V V ad 1294" nelle piane dello Zambesi, al confine con lo Zimbabwe, oggi sommersa dalla diga.

https://it.wikipedia.org/wiki/Ugolino_e_Vadino_Vivaldi
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