Regno di Francia

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Roberto II d'Artois

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Roberto II d'Artois (1250 – 11 luglio 1302) , figlio postumo di Roberto I e di Matilde del Brabante, divenne il nuovo conte di Artois direttamente alla nascita.

Biografia
Prese parte alla crociata di Tunisi nel 1270 e si dimostrò un feroce combattente, volendo vendicare suo padre che era stato ucciso nella precedente crociata.
Sua sorella Bianca d'Artois aveva sposato Enrico I di Navarra, che morì nel 1274 lasciando una figlia di tre anni, la futura Giovanna I di Navarra. Al fine di sfuggire alle lotte per il potere e la reggenza, Bianca si rifugiò allora in Francia. Il re Filippo III affidò a suo cugino Roberto d'Artois il compito di ristabilire la pace nel paese confinante. Roberto allora assediò e conquistò Pamplona, ristabilendo l'autorità della regina.
In seguito ai Vespri Siciliani (1282) Roberto d'Artois si recò in Italia, per soccorrere suo zio Carlo I d'Angiò. Alla morte di quest'ultimo fu nominato reggente del Regno di Napoli, poiché il successore Carlo II si trovava ancora prigioniero di Pietro III, re di Aragona. Dopo il rilascio di Carlo, che aveva nel frattempo concluso un accordo con il re di Aragona, Roberto fece ritorno in Francia nel 1287.
Il re Filippo IV lo inviò nel 1296 in guerra contro gli Inglesi, prima in Guienna, poi nelle Fiandre. Roberto batté i Fiamminghi il 13 agosto 1297 nella battaglia di Furnes, ma suo figlio Filippo, che combatteva al suo fianco, fu gravemente ferito e morì l'anno dopo. Roberto stesso cadde l'11 luglio 1302 nella battaglia di Courtrai.
Intorno alla sua successione si aprì una disputa tra sua figlia Mahaut d'Artois e suo nipote Roberto III, figlio di Filippo, del quale contestò con successo la legittimità, ottenendo infine la conferma dei suoi diritti sulla Contea di Artois.

Matrimoni e figli
Roberto II sposò nel 1262 in prime nozze Amicie de Courtenay (1250-1275), figlia di Pierre de Courtenay, signore di Conches-en-Ouche e Mehun-sur-Yèvre, e di Perrenelle de Joigny, figlia di Gaucher de Joigny. I loro figli furono:
Mahaut d'Artois
Filippo d'Artois
Roberto d'Artois (1271-1272).
In seconde nozze sposò poi nel 1277 Agnese di Borbone-Dampierre (1237-1288), figlia di Arcimbaldo IX, signore di Borbone, e di Iolanda di Châtillon, contessa di Nevers.
Infine, in terze nozze sposò Margherita d'Avesnes (†1342), figlia di Giovanni II, conte d'Olanda e di Hainaut e di Filippa di Lussemburgo.

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Ghigo VII del Viennois

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Ghigo VII del Viennois, o Ghigo VII di Borgogna (1225 – 1269), delfino del Viennois e conte di Albon, conte di Grenoble, di Oisans, di Briançon, di Embrun e di Gap dal 1237 al 1269. Era figlio d'Andrea Ghigo, delfino del Viennois, e di Beatrice di Monferrato.

Biografia
Ebbe un serio conflitto con Carlo I d'Angiò, conte di Provenza, riguardo alle contee di Gap e di Embrun. Queste due contee costituivano la dote di Beatrice di Sabran-Forcalquier (1182 – prima del 1219),[1] prima sposa dal 1202 di Andrea Ghigo (Ghigo VI), dalla quale quest'ultimo si era separato nel 1215, sposando poi nel 1219 Beatrice di Monferrato (1204 – 1274), figlia di Guglielmo VI del Monferrato (1173 – 1225) e di Berta di Clavesana (1180 – 1224). Tuttavia Andrea Ghigo, nonostante la separazione dalla Sabran, si era tenuto le due contee, che aveva trasmesso a Ghigo, figlio primogenito del secondo matrimonio. Carlo I d'Angiò, erede dei conti di Forcalquier per tramite della moglie, Beatrice di Provenza, gli chiese la restituzione delle due contee.[2] Alla fine i due giunsero ad un compromesso: Carlo d'Angiò ebbe la contea di Gap e quella di Embrun rimase a Ghigo.
Nel 1253 Ghigo sposò Beatrice di Faucigny (1237 – 1310), figlia di Pietro II, conte di Savoia e di Agnese di Faucigny. Beatrice di Savoia portò in dote a Ghigo la provincia di Faucigny, una terra lontana dal Delfinato e avamposto minacciante la Savoia. Questa terra sarà in futuro oggetto di conflitto fra le due casate.

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Luigi IX di Francia

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Luigi IX di Francia, canonizzato e conosciuto come il Santo (Poissy, 25 aprile 1214 – Tunisi, 25 agosto 1270), fu re di Francia dal 1226 alla sua morte.
Era il quarto figlio di Luigi VIII e di Bianca di Castiglia.

Biografia
Succedette al padre nel 1226, essendo già morti i tre fratelli maggiori. Il dodicenne sovrano mosse i suoi primi passi sotto l'egida della madre, che per alcuni anni assicurò con decisione la reggenza.
Dopo l'improvvisa morte del padre, infatti, Luigi venne rapidamente armato cavaliere (l'adoubement delle fonti) e consacrato re a Reims nella tradizionale celebrazione che prevedeva l'unzione con l'ampolla di olio santo, appena in tempo per affrontare la rivolta dell'aristocrazia ostile alla reggenza della straniera regina-madre (Bianca era spagnola).

I primi anni da re
Bianca di Castiglia, infatti, dovette fare i conti con la feudalità più riottosa, sempre pronta a muoversi con profitto tra i re di Francia e d'Inghilterra, protagonisti da tempo di un difficile conflitto politico, militare e dinastico: tra i nobili, per potere territoriale e prestigio, si distinguevano i conti di Fiandra, di Bretagna e della Marche, i quali non sempre avevano garantito fedeltà a Parigi.
Inoltre, il re d'Inghilterra, le cui origini si collocavano nella regione francese dell'Anjou, conservava estesi possedimenti nel Sud-Ovest del paese, per i quali doveva omaggio feudale proprio al giovane re. Dopo una serie di accordi e di transazioni, Luigi sfuggì per poco a un rapimento organizzato e guidato dal conte di Bretagna (1227): furono gli stessi abitanti di Parigi a proteggerlo e ad accompagnarlo verso la capitale, sancendo la prima manifestazione popolare di simpatia nei suoi confronti e di solida fedeltà alle istituzioni monarchiche. Gli rimase vicino, invece, il conte di Champagne Tibaldo IV, forse il più influente (e ricco) dei vassalli regi dell'area settentrionale. Gli anni tra il 1227 e il 1230 furono molto difficili e videro Luigi impegnato in varie campagne militari, che si conclusero con successo.
Nel 1229 venne firmato l'accordo di Meaux con Raimondo VII di Tolosa, il più pericoloso dei baroni meridionali; contestualmente all'accordo, venne stabilito il matrimonio tra una delle figlie del conte e il fratello minore di Luigi, Alfonso III di Poitiers: questa eredità avrebbe garantito alla corona un accesso diretto al Mediterraneo, sulle cui rive sarebbe sorto l'approdo di Aigues-Mortes, dal quale Luigi IX sarebbe salpato per l'Oriente.
L'unione, inoltre, affermò gli interessi della Francia capetingia nel mezzogiorno del paese, a pochi anni di distanza dalla fine della crociata contro gli Albigesi, che tra molte sofferenze e feroci rappresaglie aveva determinato la fine dell'originalità religiosa del Midi. Nel 1230, all'assemblea feudale di Melun, quasi tutta la feudalità del Regno si radunò al cospetto del giovane sovrano, in segno di evidente omaggio e oggettiva subordinazione. Nel 1234 Luigi sposò Margherita di Provenza, figlia del conte Raimondo Beringhieri V, dal 1209 conte della Provenza e personaggio di spicco del tempo. Margherita proveniva da una stirpe di consolidata importanza anche per la storia letteraria e in genere culturale dell'intero mondo francese medioevale, vista la buona accoglienza che l'aristocrazia provenzale aveva riservato per quasi due secoli ad artisti e poeti.

La religiosità
Negli anni compresi tra la giovinezza e la partenza per la Crociata, il re affrontò anche questioni legate alla sfera ecclesiastica, come lo "sciopero" degli studenti all'università di Parigi, provocato dagli scontri che avevano coinvolto i "clerici", che frequentavano le aule dei conventi situati sulla riva sinistra della Senna, e gli abitanti della città, per poi provocare una secessione che avrebbe portato alla fondazione dell'università di Orléans.
Del resto, gli stessi pontefici romani vedevano con diffidenza sia l'insegnamento del diritto accanto alla teologia (a Parigi gli studi giuridici erano stati interdetti già nel 1219), sia la turbolenza degli studenti iscritti alla facoltà delle Arti, nelle quali si stava affermando un pensiero filosofico più libero.
Luigi riuscì a calmare gli animi, punendo i malfattori e confermando i privilegi ecclesiastici, fino a stabilire un prezzo calmierato per gli alloggi in città. Nei confronti delle autorità religiose, il re avrebbe mantenuto una condotta ferma e precisa, che non escludeva rispetto e devozione per la Chiesa, ma gli permise di frenare l'intervento dei vescovi in campo temporale, soprattutto in materia di giurisdizione; clamoroso fu il caso della disputa con il vescovo di Beauvais, che coinvolse un ampio numero di cittadini eminenti, praticamente deportati a Parigi, e si concluse solo dopo qualche anno, con la successione nella cattedra della città di un prelato più conciliante (1232-1240).
La profonda religiosità del sovrano si espresse nella ricerca instancabile di preziose reliquie, che affluivano nel tesoro regio e personale, costituendo motivo di venerazione popolare e di prestigio per la dinastia. Significativa fu la vicenda della corona di spine del Cristo, la cui acquisizione sfiorò il romanzesco: custodita a Bisanzio, in quel momento capitale di un regno latino circondato dai nemici greci e islamici, la corona venne offerta dal giovane sovrano Baldovino II (cugino di Luigi) in cambio di aiuti materiali; nel frattempo, però, i dignitari di Bisanzio l'avevano concessa in pegno ai mercanti veneziani a fronte di un ingente prestito. Per riscattarla, Luigi aveva impegnato somme davvero notevoli e organizzò un trasferimento in Francia attraverso l'Adriatico e Venezia, dove la corona avrebbe sostato per qualche tempo, tra fastose celebrazioni popolari, finché, lasciata andare a malincuore dai veneziani, giunse nella capitale francese (agosto 1239). Per ospitarla degnamente, Luigi fece erigere nell'Île de la Cité uno dei gioielli dell'arte gotica settentrionale, la Sainte-Chapelle.

L'amministrazione del Regno
Assunto direttamente il governo, Luigi condusse una politica di organizzazione e di forte moralizzazione del nascente stato francese e delle sue istituzioni, proseguendo sulla scia dell'attività del nonno Filippo Augusto (1165-1223, re dal 1180): in particolare, Luigi IX promosse un'inchiesta sulle condizioni del governo nei suoi dominii diretti (1247-48), che fece condurre da coppie di frati domenicani e francescani: l'inchiesta, che descrisse una situazione preoccupante a causa degli abusi perpetrati dagli agenti regi sulla popolazione urbana e soprattutto rurale, costituì non solo la premessa di rigenerazione morale e penitenziale alla vigilia della partenza per la Terrasanta, ma soprattutto la base per la riorganizzazione della struttura amministrativa del regno, opera che si sviluppò a partire dal ritorno di Luigi in Francia (1254).
Grazie al suo intervento, si definì meglio il ruolo del Parlamento come organo giurisdizionale e del Consiglio Regio come strumento di governo; migliorarono in pochi anni anche le istituzioni di controllo contabile e vennero giudicate inique le pratiche di giudizio non fondate sulla discussione delle prove (rimane celebre l'immagine del sovrano intento ad ascoltare le istanze del popolo parigino sotto la quercia del bosco di Vincennes, alle porte della capitale, dove i Capetingi possedevano una residenza). Dal 1256 in poi, con una serie di ordinanze, e con un singolare movimento dalla periferia al centro del Regno, Luigi IX stabilì funzionari residenziali per ogni circoscrizione territoriale (i balivi) e in ogni capoluogo di una certa importanza (i prevosti), inquadrati gerarchicamente e direttamente rispondenti al controllo regio.
Infine, dopo essere intervenuto contro gli usurai e il gioco d'azzardo (ma anche contro le comunità ebraiche, molto attive nella speculazione finanziaria, che a più riprese soffrirono pubbliche persecuzioni), mise mano alla riforma della città di Parigi, che in quegli anni aveva visto aumentare la propria popolazione fino a più di centomila abitanti.
L'amministrazione della capitale era stata fino a quel momento aggiudicata agli appaltatori che garantivano il maggiore gettito possibile dall'esazione fiscale, mentre la regolazione del commercio era affidata in primo luogo alle associazioni dei mercanti-importatori (nautae parisienses): il re affidò dal 1261 il ruolo di prevosto della città, con ampi poteri di polizia giudiziaria e commerciale, ad un funzionario di sua fiducia, Etienne Boileau, figura davvero mitica nella storia parigina; secondo il racconto di Jean de Joinville (Vie de Saint Louis, 1309), il prevosto agì energicamente, arrestando molti malfattori ed imbroglioni, organizzando la guardia della città e assicurando il buon andamento delle attività produttive e commerciali. Infine, tra il 1268 e il 1269, Boileau fece redigere una monumentale raccolta di leggi e consuetudini corporative, oggi nota come Livre des Mètiers, fonte preziosissima per la conoscenza del mondo del lavoro artigianale del pieno Medioevo, oltre che lista fiscale e documento di ricognizione dei poteri cittadini.
Questa ventennale attività di riforma e di organizzazione della vita sociale ed economica pubblica male si accorda con l'immagine oleografica del re santo e contemplativo, esclusivamente dedito alle pratiche penitenziali, che pure la pubblicistica ecclesiastica volle accreditare in funzione della sua canonizzazione (concessa da papa Bonifacio VIII nel 1297). In effetti, Luigi IX, al di là del suo profilo di sovrano medievale - dunque pienamente inserito nella rete di relazioni e di vincoli propri del tempo (e che lo avrebbero visto morire da crociato, lontano dal suolo francese) - si deve considerare uno dei padri dello Stato francese e capo politico di notevole intelligenza di governo, oltre che di alto profilo morale.

La politica estera
Anche la politica estera del suo regno fu attenta alle ragioni dell'equilibrio e della pace: nonostante l'iniziale successo (battaglie di Taillebourg e di Saintes, 21 e 22 luglio 1242), preferì giungere a un accordo con la monarchia inglese per il possesso delle regioni sud-occidentali della Francia.
Con il trattato di Parigi del 1259 si giunse ad una pace duratura: l'Aquitania restò in mano inglese (divenendo la base operativa per gli scontri successivi), mentre la dinastia capetingia ottenne il controllo definitivo della Normandia, occupata anni prima da Filippo Augusto. Anche nella lotta tra Innocenzo III e Federico II, Luigi IX preferì non assumere una posizione definita: questo atteggiamento può apparire contraddittorio per un sovrano che doveva apparire quasi un pupillo della Chiesa ma non lo è se si pensa all'intransigenza con cui Luigi IX difese, come si è accennato, l'autonomia del regno dalle politiche della Chiesa di Roma e se si comprende la sua capacità di contemperare una fede sincera, un ossequio ineccepibile agli esponenti degli Ordini (che talvolta lo stesso popolo parigino gli avrebbe rimproverato) e una notevole forza di decisione nelle scelte politiche.
La sua equità gli valse stima e pubblico riconoscimento anche fuori dalla Francia: fu infatti chiamato a risolvere con un arbitrato le controversie territoriali tra le dinastie comitali fiamminghe dei d'Avesne e dei Dampierre e in Inghilterra la disputa tra Enrico III e i baroni in rivolta.
Suo fratello fu il celebre Carlo d'Angiò, il quale esercitò pressioni non indifferenti sulla monarchia per inserirsi nella successione imperiale e per appropriarsi del regno di Federico II; Luigi continuò a non interferire nelle questioni dell'Impero, tanto per affermare la propria solidità di re legittimato dalla continuità dinastica, quanto per tenere lontano il Regno francese da questioni non essenziali alla sua dimensione politica e territoriale.
In seguito, fu papa Clemente IV, di origine francese, a chiedere direttamente l'intervento dello stesso Carlo, investendolo della corona di Sicilia, che l'Angiò conquistò con la battaglia di Benevento (1266).

Le crociate
Luigi IX guidò due crociate (partite entrambe da Aigues-Mortes): la VII 1248-1254 contro l'Egitto ayyubide, durante la quale, dopo la conquista di Damietta, nel 1249, perse il fratello Roberto d'Artois alla battaglia di al-Mansura, e, nella primavera del 1250, fu fatto prigioniero, per poi essere rilasciato dietro il pagamento di un riscatto; tuttavia, rimase diversi anni in Terrasanta per collaborare con le autorità latine del luogo e per rinforzare le difese del residuo territorio crociato, il cui destino era peraltro segnato (nel 1291 sarebbe caduta San Giovanni d'Acri e con essa ogni speranza di uno stabile insediamento cristiano in Oltremare). Tragico fu l'esito dell'VIII crociata nel 1270, condotta contro l'emirato di Tunisi (forse per volere di Carlo d'Angiò, che fu l'unico a trarne vantaggio, o forse per un errore di prospettiva geo-politica): Luigi morì in quei giorni, non di peste, come comunemente si crede, ma di dissenteria dovuta alla mancanza di acqua potabile. In ogni caso, furono entrambe crociate fallimentari, ma soprattutto nella seconda gli interessi delle repubbliche marinare e degli altri poteri insistenti sul Mar Mediterraneo sembrarono prevalere sulla difesa della cristianità, mentre rifulgeva la figura del Re-penitente, oramai proiettato alla gloria degli altari; per questo, Luigi è sovente considerato l'unico sovrano che, al di là di ogni racconto agiografico, abbia perseguito un'interpretazione genuinamente religiosa delle spedizioni militari in Terrasanta. La Crociata, che già alla metà del XIII secolo appariva una questione superata, rappresentò per Luigi IX una forma di devozione religiosa e di compimento del mestiere di re.
Alla sua morte il corpo, secondo l'uso del tempo, venne bollito e disossato: il cuore risalì la penisola italiana e giunse a Parigi, dopo un lungo viaggio di ritorno contrassegnato dall'enorme favore popolare e dal succedersi dei miracoli, a testimonianza della riconosciuta santità del re, accertata non dalle commissioni pontificie o dai calcoli politici, ma dal sentimento collettivo.
Come detto, Luigi IX fu canonizzato nel 1297 da Bonifacio VIII con il nome di san Luigi dei Francesi ed è, insieme con santa Elisabetta d'Ungheria, Patrono dell'Ordine Francescano Secolare e del Terzo Ordine Regolare di San Francesco.

Discendenza
Il 27 maggio 1234, a Sens, sposò Margherita di Provenza (1221-1295), figlia di Raimondo Berengario IV di Provenza (v. 1198-1245) e di Beatrice di Savoia. Luigi e Margherita ebbero:
Bianca (1240-1243);
Isabella (1242-maggio 1271), che sposò nel 1258 Tebaldo di Champagne re di Navarra;
Luigi (24 febbraio 1244-1260);
Filippo III (1º maggio 1245-5 ottobre 1285), re di Francia;
Giovanni (1248);
Giovanni Tristano (1250-3 agosto 1270), conte di Valois e di Nevers;
Pietro I (1251-1284), conte d'Alençon e Perche;
Bianca (1253-1320), che sposò nel 1269 Ferdinando de la Cerda (1255-1275) infante di Castiglia;
Margherita (1254-1271), che sposò nel 1270 Giovanni I, duca di Brabante (1253-1294);
Roberto (1256-1317) conte di Clermont, capostipite del casato dei Borbone;
Agnese (1260-1327), sposa di Roberto II di Borgogna.

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IL RE CHE VOLLE FARSI SANTO

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"Articolo estrapolato dalla rivista MEDIOEVO - novembre 2012"

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Giovanna di Tolosa

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Giovanna di Tolosa (1220 – Siena, 25 agosto 1270) fu contessa di Tolosa e marchesa di Provenza.

Origine
Nata nel 1220 dal conte Raimondo il Giovane e da Sancha d'Aragona (1186-?), figlia del re Alfonso II d'Aragona (1157-1196).

Biografia
Nel 1229, il padre sottoscrisse il trattato di Parigi, in cui fu deciso che Giovanna avrebbe sposato Alfonso, fratello del re di Francia Luigi il Santo. Il matrimonio fu celebrato nel 1241.
Quando, il 12 maggio 1242, Il re d'Inghilterra Enrico III sbarcò a Royan, il padre, Raimondo VII, appoggiando la ribellione contro suo genero, Alfonso di Poitiers, di Ugo X di Lusignano, si affrettò ad occupare Narbona e Bèziers, ma dopo la ritirata di Enrico III da Saintes, i rivoltosi si demoralizzarono ed il conte di Foix abbandonò la coalizione antifrancese e Raimondo, minacciato di scomunica, supplicò il re Luigi IX, che gli concesse il perdono in cambio della promassa di combattere l'eresia e attenersi al trattato di Parigi del 1229.
Nel 1249, alla morte del padre, gli subentrò, assieme al marito Alfonso, nei titoli di contessa di Tolosa e marchesa di Provenza. In effetti però il governo dei suoi stati era nelle mani del marito, che essendo molto avido appoggiò procedimenti, che con l'appoggio reale gli permisero di trarne benefici.
Giovanna ed il marito non risiedettero a Tolosa ma preferirono rimanere a Parigi, accanto al re Luigi IX. E assieme al fratello Alfonso cercò di riportare alla normalità le terre dei Catari, dove i giudizi dovevano essere retti, le estorsioni e le espropriazioni dovevano cessare ed infine le tasse dovevano essere ridotte.
Nel 1259, a Parigi, fu stipulata la pace tra Luigi IX ed Enrico III, dove tra le altre clausole fu riconosciuto ad Enrico il diritto di successione in tutti i territori dell'Agenais e Saintonge a sud della Charante nel caso che Giovanna ed Alfonso fossero morti senza eredi.
Nel 1270 partecipò all'ottava crociata, assieme al marito Alfonso, ma furono entrambi colpiti dalla peste che portò alla morte anche il re di Francia a Tunisi: nel loro viaggio di ritorno, nei pressi di Siena, anche i due coniugi morirono, Giovanna il 25 agosto 1271, cinque giorni dopo il marito. Morirono senza eredi, per cui per il trattato di Parigi del 1259, tutti i territori dell'Agenais e Saintonge a sud della Charante avrebbero dovuto essere consegnati al re d'Inghilterra e duca d'Aquitania, Enrico III. Ma ciò non avvenne, tutte le proprietà della coppia vennero annesse alla corona di Francia.
Anche questa fu materia del contenzioso che portò alla guerra dei cent'anni, del secolo successivo.

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Gauthier III de Nemours

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Gauthier III de Nemours (... – Tunisi, 23 agosto 1270) è stato un militare francese, maresciallo di Francia nel 1257. Era figlio di Philippe II de Nemours, ciambellano di Francia, alla cui morte ereditò la signoria di Nemours, e di Marguerite d'Achères.
Gauthier prese parte alla settima crociata (1248-1250) al fianco del re di Francia Luigi IX. Racconta Jean de Joinville che lui e Carlo I d'Angiò suscitarono la riprovazione del sovrano, notoriamente pio, giocando a dadi durante il viaggio per mare da Damietta a San Giovanni d'Acri, tanto che in seguito Luigi vietò in Francia tale gioco (http://www.medioevouniversalis.org/phpB ... =953#p3259).
Nel 1257 succedette al defunto maresciallo Guillaume de Beaumont, e mantenne il titolo fino al 1262, quando lo cedette a Henri II Clément.
Nel 1270 prese parte all'ottava crociata, morendo di dissenteria davanti a Tunisi due giorni prima del suo sovrano.
Era sposato con Alix de Dreux (1257- 1300 circa), figlia di Robert I de Dreux, visconte di Beu e Châteaudun. La coppia non ebbe figli.
La signoria di Nemours venne acquistata dai fratelli Jean e Philippe, che la ottennero tra il 1274 e il 1276 dal re Filippo III.

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Giovanni Tristano di Valois

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Giovanni di Francia detto Giovanni Tristano (Damietta, 8 aprile 1250 – Tunisi, 3 agosto 1270) figlio di Luigi IX il Santo, re di Francia, e Margherita di Provenza, fu conte di Valois dal 1268 alla sua morte.

Biografia
Durante la settima crociata, suo padre fu fatto prigioniero dopo la presa di Damietta, ancora minacciata dagli egiziani. Sua madre Margherita, incinta, dichiarò di preferire la morte per sé e il suo bambino piuttosto che finire nelle mani dei musulmani. Poco dopo partorì. Aggiunse al nome Giovanni del figlio il nome Tristano in riferimento alle circostanze spiacevoli che avevano accompagnato la nascita del principe.
Re Luigi fu liberato e la famiglia reale tornò in Francia nel 1254.
Nel 1266, a sedici anni, Giovanni, sedicenne, fu fatto sposare dal padre con la diciannovenne Iolanda di Borgogna, contessa di Nevers, figlia di Oddone di Borgogna e Matilde II di Borbone, dama di Borbone, contessa di Nevers, d'Auxerre e Tonnerre. Il padre gli donò inoltre la contea di Valois in appannaggio nel 1268.
Accompagnò il padre nell'ottava crociata, dove però fu colpito assieme alle truppe dalla dissenteria. Morì senza figli: la contea di Valois tornò alla corona e la vedova Iolanda si risposò con il conte Roberto III delle Fiandre.

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Raoul de Soissons

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Raoul de Soissons (1210/1215 – 1270 o poco dopo) è stato un nobiluomo, crociato e troviero francese. Secondo figlio di Raoul le Bon, conte di Soissons, diventa sire di Coeuvres nel 1232. Raoul participerà a tre crociate.
Nel 1239 Raoul si unisce alla crociata di Teobaldo I di Navarra. Durante un soggiorno nel Regno di Cipro incontra e sposa Alice (morta nel 1246), regina madre e pretendente al Regno di Gerusalemme, nel 1241. Nel 1243 ritorna in Francia, unendosi poi alla settima crociata condotta da Luigi IX nel 1248. Viene menzionato l'ultima volta nell'ottava crociata nel 1270, e comunemente si presume sia morto durante la spedizione.
Raoul compone il jeu parti "Sir, loez moi a loisir" con Teobaldo di Navarra. Dedica inoltre la sua "Rois de Navare et sire de Vertu" ('Re di Navarra e signore di virtù') al re navarrese.[1] Raoul viene menzionato in tre envois di componimenti di Teobaldo. Raoul era anche il giudice di un jeu parti tra Enrico III di Brabante e Gillebert de Berneville.
In totale, sette chansons sono attribuite a Raoul in vari chansonniers. Una sola, "E, cuens d’Anjou, on dit par felonie", non viene ad essere contestata da altre attribuzioni ed è dedicata a Carlo d'Angiò. Quattro, tuttavia, sono inoltre attribuite a Thierri de Soissons, il quale potrebbe essere Raoul in persona. Due attribuzioni aggiuntive sono considerate oggi erronee. La canzone "Chançon m'estuet et fere et comencier" serve da modello per due chansons anonime : "Par mainte fois m'ont mesdisant grevé" e "Chanter m'estuet de cele sans targier". Ma il componimento più popolare di Raoul è senza dubbio "Quant voi la glaie meure", modello per cinque altri lavori:
"Deus, je n'os nomer amie" (anonimo)
"Vierge des cieus, clere et pure" (anonimo)
"O constantie dignitas" (Adam de la Bassée)
"Mere, douce creature" (Jaque de Cambrai, senza musica)
"Ausi com l'eschaufeure" (possibilmente di Phelipe de Remi)
Raoul scrive inoltre una chanson chiamata "Quant je voi et fueille et flour". Tutte le sue melodie sono scritte nella forma bar, senza nessuna notazione mensurale.

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Alfonso III di Poitiers

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Alfonso di Francia conosciuto come Alfonso di Poitiers (11 novembre 1220 – Corneto, 21 agosto 1271) fu conte di Poitiers, conte di Tolosa e Marchese di Provenza. Era figlio di Luigi il Leone e di Bianca di Castiglia (figlia del re di Castiglia Alfonso il Nobile od il Buono e di Eleonora d'Inghilterra). Era dunque fratello di Luigi il Santo, re di Francia.

Biografia
Nel 1226, alla morte del padre, ricevette in eredità la contea di Poitiers.
Nel 1229 venne sancito, col trattato di Parigi, il matrimonio con Giovanna di Tolosa, unica erede della contea di Tolosa e del marchesato di Provenza. Il matrimonio venne celebrato nel 1241.
Nello stesso anno della celebrazione delle nozze era entrato in possesso della contea di Poitiers, costituita dai territori del Poitou, del Saintonge e dell'Alvernia. Ma dovette fronteggiare la ribellione di Ugo X di Lusignano[1], conte di La Marche, spinto alla ribellione dalla moglie, Isabella d'Angoulême[2] e sostenuto da Enrico III d'Inghilterra e da Raimondo VII di Tolosa, suocero di Alfonso, rifiutò l'obbedienza al suo signore, Alfonso conte di Poitiers. Con l'aiuto del fratello, Luigi IX il Santo, mise insieme un esercito che, il 21 luglio 1242 al ponte di Taillebourg spaventò l'armata avversaria, composta dai ribelli del Poitou dai guasconi e dal re Enrico III[3] ed i suoi trecento cavalieri, che si ritirò senza combattere, ritirandosi entro le mura di Saintes. Il giorno dopo gli inglesi ed i guasconi tentarono una sortita, ma si ritirarono subito dopo, per cui i ribelli del Poitou si rassegnarono a sottomettersi ad Alfonso.
Ugo X di Lusignano e Isabella d'Angoulême dovettero inginocchiarsi al cospetto di Luigi IX e chiedere misericordia. Isabella si ritirò in convento, a Fontevrault, dove morì.
Anche il suocero di Alfonso, Raimondo VII, dovette supplicare il perdono a Luigi IX.
Nel 1249, alla morte del suocero, gli succedette, assieme alla moglie, nei titoli di conte di Tolosa e marchese di Provenza. In effetti però il governo degli stati era nelle mani di Alfonso, che essendo molto avido appoggiò procedimenti, che con l'appoggio reale gli permisero di trarne benefici.
Nello stesso anno partì per la settima crociata, da cui ritornò nel 1250.
Alfonso e la moglie non risiedettero a Tolosa ma preferirono rimanere a Parigi, accanto al re Luigi IX. E assieme al fratello Alfonso cercò di riportare alla normalità le terre dei Catari, dove i giudizi dovevano essere retti, le estorsioni e le espropriazioni dovevano cessare ed infine le tasse dovevano essere ridotte.
Nel 1259, a Parigi, fu stipulata la pace tra Luigi IX ed Enrico III, dove tra le altre clausole fu riconosciuto ad Enrico il diritto di successione in tutti i territori dell'Agenais e Saintonge a sud della Charante nel caso che Alfonso e Giovanna fossero morti senza eredi.
Nel 1270 partecipò, con la moglie Giovanna, all'ottava crociata, nel corso della quale furono entrambi colpiti dalla peste che portò alla morte anche il re di Francia a Tunisi: nel loro viaggio di ritorno, nei pressi di Siena, i due coniugi morirono, Alfonso a Tarquinia il 21 agosto 1271 e, cinque giorni dopo il marito, anche Giovanna. Alla loro morte non avendo eredi, tutti i feudi furono riuniti alla corona di Francia[4]. Ma, per il trattato di Parigi del 1259, tutti i territori dell'Agenais e Saintonge a sud della Charante avrebbero dovuto essere consegnati al re d'Inghilterra e duca d'Aquitania, Enrico III. Ma ciò non avvenne e anche questa fu materia del contenzioso che portò alla guerra dei cent'anni, del secolo successivo.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Alfonso_III_di_Poitiers
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Isabella di Francia (1242-1271)

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Isabella di Francia (2 marzo 1242 – Hyères, 27 aprile 1271) fu una principessa francese, regina consorte di Navarra dal 1258 al 1270.

Origine
Era figlia del re di Francia, Luigi IX e di Margherita di Provenza, figlia del conte di Provenza, Raimondo Berengario IV e di Beatrice di Savoia.

Biografia
Una cronaca francese (Brevis Chronicon de Saint-Denis) riporta che Isabella nacque nel marzo del 1242. Inoltre un cronista anonimo francese riporta che il figlio primogenito (in vita) di Luigi IX e di sua moglie Margherita fosse una femmina, che poi avrebbe sposato il re di Navarra, nel 1255.
A Melun (Senna e Marna), il 6 aprile 1258, Isabella sposò il re di Navarra Tebaldo II il Giovane[1] e conte di Champagne (come Tebaldo V), figlio maschio maggiore del re di Navarra Tebaldo I il Saggio e conte di Champagne (come Tebaldo IV), e della sua terza moglie Margherita di Borbone-Dampierre (morta nel 1256).
Il marito, Tebaldo II, divenne alleato e consigliere del suocero Luigi IX, che a sua volta intervenne spesso come arbitro nei problemi interni della Navarra. Subito dopo il matrimonio con Federico III di Lorena, celebrato nel luglio del 1255, la sorella di Tebaldo, Margherita, dovette rinunciare ad ogni diritto alla successione sulla contea di Champagne a favore del fratello, che aveva ereditato la contea assieme al regno di Navarra: il re Luigi IX giudicò tali contese tra la contea di Champagne ed il ducato di Lorena.
Nel luglio 1270, assieme al marito si imbarcò per l'ottava crociata alla volta di Tunisi, dove Tebaldo si ammalò di dissenteria durante l'assedio della città. Durante il viaggio di ritorno Tebaldo morì a Trapani, nel dicembre 1270.
Isabella proseguì il viaggio di ritorno, con le spoglie del marito, ma dopo essere approdata in Provenza, morì nelle vicinanze di Marsiglia, a Hyères, il 27 aprile 1271[1].
Isabella fu tumulata accanto al marito, Tebaldo II, a Provins nel convento dei Cordeliers (dell'ordine dei frati minori conventuali).

Discendenti
Isabella non diede figli al marito.

Immagine
http://it.wikipedia.org/wiki/Isabella_d ... 1242-1271)
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