Repubblica di Novgorod

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Aleksandr Nevskij

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Aleksandr Jaroslavič Nevskij, - in russo: Александр Ярославич Невский- (Pereslavl'-Zalesskij, 30 maggio 1220 – Gorodec, 14 novembre 1263), figlio di Jaroslav Vsevolodovič, fu principe di Novgorod e di Vladimir dal 1252 fino alla sua morte; famoso per le sue epiche gesta militari, è considerato insieme a Ivan Susanin l'eroe nazionale russo.

Biografia
Aleksandr Nevskij venne incaricato di difendere le terre del nord-ovest russo dagli svedesi e dai tedeschi del Baltico. Il 15 luglio 1240 attaccò e sconfisse l'esercito svedese appena sbarcato alla confluenza dei fiumi Neva e Ižora. La vittoria russa nella Battaglia della Neva blocca sul nascere il tentativo svedese di invasione, su vasta scala, della Russia. Come risultato della battaglia il giovane Aleksandr ricevette il soprannome, appunto, di Nevskij, relativo, cioè, alla Neva. Questa vittoria rafforzò la sua influenza politica ma, allo stesso tempo, peggiorò i suoi rapporti con i boiardi. Poco dopo Aleksandr dovette lasciare Velikij Novgorod in seguito ai contrasti sempre crescenti.
Con la minaccia di invasione da parte dei Cavalieri dell'Ordine Teutonico però, le autorità di Novgorod furono costrette a richiamarlo; ritornato dal suo "esilio" nella primavera del 1241, raccolse in breve tempo un esercito e ricacciò gli invasori indietro. Molti storici considerano gli assedi di Kopor'je e di Pskov come sofisticati esempi dell'arte dell'assedio.
Nella battaglia decisiva Aleksandr ed i suoi soldati resistettero alla cavalleria teutonica, guidata dal Maestro dell'Ordine Hermann, fratello di Albert di Buxoeveden, il cristianizzatore della Livonia. Nevskij fronteggiò il nemico sul ghiaccio che copre il Lago dei Ciudi (o Lago Peipus) durante la Battaglia del lago ghiacciato il 5 aprile 1242, una tappa importante nella storia del medioevo russo. I fanti russi accerchiarono e sconfissero un esercito di cavalieri teutonici montati a cavallo affiancati dalla cavalleria danese e livone alleata.
La grande vittoria di Nevskij contro i Cavalieri Teutonici probabilmente causò la morte di un numero limitato di nemici in confronto alle centinaia registrate nelle cronache russe del tempo; del resto nel Medioevo, battaglie di grande importanza storica vennero combattute da eserciti che sembrano esigui se guardati con occhi moderni. Ad ogni modo la vittoria russa ebbe una valenza culturale e politica che sconfinò ben oltre il valore strategico. Dopo l'invasione teutonica Nevskij continuò a rafforzare la Russia del nord-ovest inviando delegati in Norvegia per firmare il primo trattato di pace tra Norvegia ed la Rus' nel 1251. Successivamente guidò un suo esercito in Finlandia e sbaragliò gli svedesi che stavano tentando un blocco del Mar Baltico contro i russi, nel 1256.
Nevskij seppe anche dimostrare di essere un cauto e lungimirante politico. Respinse i tentativi della Curia Papale di causare una guerra aperta tra la Russia e l'Orda d'Oro, dimostrando di aver pienamente compreso l'inutilità di una guerra contro i tartari, almeno in quel momento. Gli storici sono incerti nell'interpretare il comportamento di Aleksandr nei confronti dei mongoli.
È possibile che la sua scelta di accettare il vassallaggio russo all'Orda sia stato determinato dal desiderio di salvaguardare, per quanto possibile, la propria condizione e di sfruttare l'amicizia con i mongoli nel caso qualcuno tentasse di rovesciare la sua posizione. Nevskij tentò di rafforzare la propria posizione di principe a spese dei boiari e allo stesso tempo represse qualsiasi moto anti-feudale nello Stato.
Secondo altri Nevskij agì con l'obiettivo di evitare una rovinosa invasione da parte dei mongoli. Nevskij, comunque, compì anche servizi per l'Orda: combatté, ad esempio, a fianco dei tartari, anche se mai contro altri vassalli russi.
Morì di ritorno dalla capitale dell'Orda, nella città di Gorodec.

Memoria e culto
Verso la fine del XIII secolo venne compilata una cronaca detta La vita di Aleksandr Nevskij, nella quale è rappresentato come l'ideale principe-soldato difensore della Russia.
Fu proclamato santo dal sinodo della Chiesa ortodossa russa nel 1547.
Pietro il Grande fece trasportare i suoi resti a San Pietroburgo e nel 1725 venne introdotto l'Ordine di Aleksandr Nevskij come una delle più alte decorazioni militari, cancellato però, come tutte le altre decorazioni, dalla Rivoluzione d'ottobre. L'Ordine viene ripristinato solo nel 1942. Un figlio di Aleksandr, Daniele, divenne principe di Mosca dando origine alla dinastia di sovrani che porteranno la Moscovia a diventare un'importante nazione dell'Europa rinascimentale.
Tra gli edifici religiosi che lo commemorano il Monastero di Aleksandr Nevskij a San Pietroburgo, Cattedrale di Aleksandăr Nevski a Sofia, quella a Tallinn.

Matrimoni e figli
Secondo la Prima Cronaca di Novgorod, Alessandro si sposò una prima volta, nel 1239, con la figlia del principe Bryatchilav di Polock, il cui nome non è citato. Secondo altre fonti essa si sarebbe chiamata Aleksandra o Praskovia. Dal matrimonio nacquero almeno cinque figli:
Vassili, nato intorno al 1240, principe di Novgorod (1256-1258), morto nel 1271. Promesso sposo alla principessa Cristina di Norvegia nel 1251. Il contratto di nozze venne rotto quando Cristina venne promessa a Filippo di Castiglia, figlio di Ferdinando III e di Beatrice di Svevia.
Eudossia, maritata verso il 1262 a Constantino, principe di Smolensk.
Dimitri I (c. 1250–1294).
Andrea III (c. 1255 – 27 luglio 1304).
Daniele di Russia, (1261 - 4 marzo 1303) principe di Mosca dal 1264. Da lui discendono i Principi di Mosca.
Dalla seconda moglie, Vasilissa, sposata poco prima di morire, non risulta avere avuto figli.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Aleksandr_Nevskij
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Andrea III di Vladimir

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Andrea III (in russo: Андрей III Александрович[?]; 1260 – 1304) , Principe di Novgorod dal 1300 al 1304, Gran Principe di Vladimir dal 1281 al 1283 e dal 1294 al 1304, figlio di Aleksandr Nevskij.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_III_di_Vladimir
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Dovmont di Pskov

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Dovmont, anche conosciuto con il nome di Daumantas o con il nome di Timoteo, acquisito dopo la conversione alla religione cristiana (Lituano: Daumantas, Ruteno: Dowmont, Bielorusso: Daǔmont, Russo: Довмонт; 1240 – 20 maggio 1299), fu un membro della nobiltà minore lituana, meglio noto per essere stato il leader militare della Repubblica di Pskov tra il 1266 e il 1299. Sotto la sua guida, Pskov diventò de facto indipendente da Novgorod.

Duca di Nalšia
Fino al 1265 Dovmont fu Duca di Nalšia, una provincia settentrionale del Granducato di Lituania. Alleato del sovrano, Mindaugas, era con questo imparentato, essendo le rispettive mogli sorelle. Nonostante tale legame, nel 1262 Dovmont strinse un'alleanza con Treniota, nipote del Granduca di Lituania e Duca di Samogitia. Quest'ultimo, raccogliendo ampli consensi tra la piccola nobiltà lituana di religione pagana, stava organizzando in quel periodo una ribellione di tutti i popoli baltici contro i Cavalieri Teutonici e i Cavalieri Portaspada.
Nel 1263, Dovmont e Treniota assassinarono Mindaugas e due dei suoi figli, determinando il ritorno della religione pagana all'interno del Granducato, culto che sarebbe perdurato per altri centoventi anni. Alcuni resoconti storiografici ruteni ritengono che, mentre l'obiettivo a cui prefiggeva Treniota fosse il titolo di granduca di Lituania, Dovmont avesse preso parte alla cospirazione per puro spirito di vendetta: dopo il decesso della Regina Morta, avvenuto nel 1262, Mindaugas prese infatti per sé la moglie di Dovmont, sottraendola al marito. Quando Mindaugas schierò un grande esercito contro Brjansk, Dovmont finse di partecipare alla spedizione, tornando invece repentinamente e perpetrando l'assassinio.
Secondo le Cronache di Bykhovets (fonte tarda e non affidabile), come ricompensa Dovmont ricevette dal nuovo Granduca il titolo di Duca di Utena.
Nel 1265, quando Vaišelga, il figlio più giovane di Mindaugas, che nel 1264 si era alleato con il Principato di Halyč-Volinia, uccise Treniota e rivendicò il trono, Dovmont fuggì a Pskov con un seguito di 70 (ma per altre fonti 300) famiglie.

Signore di Pskov
Dopo il suo arrivo nella città, Dovmont si convertì al culto ortodosso e fu battezzato con il nome di Timoteo (Ruteno: Timofei). Diresse l'esercito di Pskov contro quello Lituano e lo sconfisse sulle rive del Dvina Occidentale, spingendosi fino a saccheggiare le terre del Duca Gerdenis, e rapendone i due figli e la moglie. Lo spirito audace di Dovmont, i suoi modi amichevoli e il successo delle sue imprese militari spinsero la veče di Pskov ad eleggerlo knjaz, o leader militare.
La sua elezione non fu mai approvata dalla Repubblica di Novgorod, cui Pskov era formalmente sottomessa. Il Principe Jaroslav di Novgorod cercò di punire gli abitanti della città per il loro tradimento e decreto l'espulsione di Dovmont, ma gli stessi abitanti di Novgorod rifiutarono di adempiere alle direttive di Jaroslav e, unendo le forze con quelli di Pskov, invasero la Lituania l'anno successivo. Dovmont era ancora al loro comando e ritornò nella sua nuova patria in trionfo.
L'anno successivo l'alleanza tra le due città fu cementata dall'invasione dei Cavalieri Portaspada. L'esercito di Pskov, condotto da Dovmont, unì le proprie forze a quello di Novgorod, condotto da Jaroslav e da Dimitri, figlio di Aleksandr Nevskij, infliggendo una pesante sconfitta ai cavalieri nella battaglia di Rakovor (1268). L'anno successivo il Gran Maestro dell'Ordine, Otto von Lutterberg, cinse d'assedio Pskov, ma Dovmont, con l'aiuto di Novgorod, respinse l'attacco ferendo personalmente Lutterberg in battaglia. I Cavalieri accettarono la resa incondizionata e cessarono i loro attacchi a Pskov e Novgorod per trent'anni.

Gli ultimi anni di regno
Nel 1270, Jaroslav cercò nuovamente di estromettere Dovmont dal governo della città per rimpiazzarlo con un uomo di fiducia ma i suoi piani fallirono nuovamente a fronte della resistenza degli abitanti di Pskov. Al fine di rafforzare la propria posizione di potere Dovmont sposò la figlia di Dimitri, Maria. Nel 1282, quando il suocero fu esiliato da Vladimir a Koporje, Dovmont compì un raid a Ladoga, strappando il tesoro di Dimitri dalle mani di Novgorod e trasportandolo a Koporje. Dopo quest'azione il suo nome scomparse dai resoconti storici per ben diciassette anni.
Nel 1299 i Cavalieri Teutonici invasero inaspettatamente il nord-ovest della Rutenia mentre quelli Livoni distrussero e saccheggiarono il monastero di Snetnogor prima di cingere nuovamente d'assedio Pskov. Pochi mesi dopo avere con pochi uomini respinto dalla Repubblica entrambe le forze militari, Dovmont si ammalò improvvisamente e morì. Il suo corpo fu seppellito nella Cattedrale della Trinità, dove la sua pada e i suoi effetti personali sarebbero stati esibiti ai fedeli fino al XX secolo.
Secondo i resoconti storici di Pskov, nessun governante fu amato dai cittadini della città più di Dovmont, di cui apprezzavano particolarmente l'acume militare e la saggezza. Dopo la sua canonizzazione da parte della Chiesa ortodossa russa fu eletto patrono di Pskov con Vsevolod Mstislavič. Il suo attaccamento alla religione ortodossa divenne così profondo tanto che leggende narrano che prima di ogni battaglia fosse solito recarsi in chiesa affinché un sacerdote benedicesse la sua spada. Le fortificazioni erette da Dovmont nella città sono ancora oggi conosciute con l'appellativo di "Villaggio di Dovmont". Qui fu consacrata una chiesa in sua memoria nel 1574.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Dovmont_di_Pskov
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