Repubblica marinara di Pisa

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Veldriss
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Uguccione della Gherardesca

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Uguccione della Gherardesca (... – Pisa, marzo 1289) era uno dei figli del celebre Conte Ugolino, che condivise la sorte di morire di fame nella Torre della Muda a Pisa con il padre, un fratello e due nipoti.
Nel celeberrimo episodio narrato nell'Inferno di Dante Alighieri (XXXIII, 1-78) egli vien presentato come uno dei quattro figli di Ugolino (in verità ve ne erano soltanto due) e Dante immagina che tutti siano fanciulli per accrescere il senso tragico della storia (mentre forse lo era solo Anselmuccio). Anche lui comunque, secondo alcuni studiosi, non doveva essere un uomo fatto e forse aveva sui 18 anni.
La sua fine per le colpe del nonno, quindi da innocente, fece scrivere a Dante la crudissima invettiva contro Pisa vituperio delle genti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Uguccione_ ... herardesca
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Nino Visconti

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Nino (o Ugolino) Visconti (... – Sardegna, 1296) , uomo politico di parte guelfa ed ultimo giudice di Gallura.

Biografia
Figlio di Giovanni Visconti e nipote del conte Ugolino della Gherardesca, uomini politici pisani, entrambi espulsi da Pisa nel 1273 e rifugiatisi in Sardegna, è stato rappresentante degli Obertenghi, capo della fazione guelfa di Pisa. Fu inoltre signore del giudicato di Gallura, che aveva portato alla sua massima estensione, associandovi l'Anglona, il Monteacuto, parte delle Barbagie, l'Ogliastra e il Sarrabus. Aveva favorito l'incastellamento del territorio.
Nel 1275 morì il padre e nel 1276, con il trattato di pace tra il comune di Pisa e la Lega guelfa, Nino Visconti venne riammesso in patria. Divenne giudice del giudicato di Gallura.
Nel 1286 venne nominato insieme al nonno materno, Ugolino della Gherardesca capitano del popolo della Repubblica di Pisa. Nel 1287 Nino si appropriò del titolo di podestà di Pisa e iniziò a stringere accordi con i ghibellini e il potente arcivescovo Ruggeri, ma poco dopo la ritorsione del conte Ugolino, che riassunse e accentrò la carica di signore di Pisa, lo costrinse alla fuga e all'esilio (1288).
Tentò allora di promuovere iniziative contro Pisa ghibellina da parte dei comuni di Genova, Firenze, Lucca. Nacque inoltre, probabilmente in questo periodo a Firenze, la profonda amicizia con il giovane Dante Alighieri.
Gli fu vicario il sardo Frate Gomita, da lui comunque poi fatto impiccare per corruzione.
Nel 1293 venne nuovamente esiliato da Pisa ma negli anni successivi era ancora alla ricerca di appoggi contro il governo pisano a Lucca, Firenze, San Gimignano e Siena.
Ritiratosi in Gallura, morì nel 1296 e chiese che il suo cuore venisse trasportato non a Pisa ma a Lucca, all'epoca in mano guelfa. Con la sua morte ebbe termine il giudicato di Gallura, che da quel momento venne occupato e amministrato direttamente da Pisa a mezzo di un vicario (il possesso divenne definitivo nel 1308). La vedova di Nino Visconti, Beatrice d'Este, figlia di Obizzo II d'Este, signore di Ferrara e Modena, sposò in seconde nozze Galeazzo I Visconti di Milano, mentre la figlia, Giovanna, crescerà a Milano.

http://it.wikipedia.org/wiki/Nino_Visconti
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